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Storia ed idee del movimento maschile

L'idea di un movimento di liberazione dell'uomo nel nostro paese è del tutto nuova, ma altrove ed in special modo negli Stati Uniti già da molti anni c'è chi si batte per tale obiettivo.
Nella maggior parte degli stati occidentali si trovano invece movimenti che si concentrano su un aspetto particolare, quello dei diritti dei padri. Proprio da problematiche quali il divorzio ha avuto origine anche il movimento statunitense.

Il divorzio esiste negli Stati Uniti dal 1906 e da quel momento sono nate organizzazione che miravano a proteggere i diritti degli uomini a stare con i propri figli e a combattere le pretese di mantenimento di quelle donne che vivevano senza fare nulla sull'"industria del divorzio".

In tempi piu' recenti il movimento maschile si e' posto anche altri obbiettivi.

Le guerre di Corea e del Vietnam fanno per esempio maturare in molti uomini l'opinione che i maschi sono considerati carne da macello. "Ero un bambino e rimasi scioccato dalle notizie che venivano dalla radio di tanti giovani che venivano uccisi in Corea e dall'apprendere che erano stati mandati li' solo perche' erano maschi" - racconta Frederic Hayward, fondatore di Men's Rights Inc..

Se il movimento di liberazione dell'uomo (o movimento mascolinista) esiste effettivamente in quanto tale a partire dagli anni '70, le sue radici possono essere portate indietro alla seconda metà degli anni '50. Ironicamente la prima esposizione dei problemi legati alla condizione maschile si deve alla rivista Playboy. Durante gli anni in cui la diresse Hugh Hefner cercò di parlare delle ingiustizie nei confronti degli uomini. Affrontò molti temi che andavano dalla paternità al pregiudizio antimaschile, dalla libertà sessuale alla coscrizione per il Vietnam.

Tra i prodromi occorre poi citare Myron Brenton che nel libro comunque filofemminista The American Man (1966) denuncia per la prima volta il pericolo che i problemi di genere siano affrontati solo in un'ottica femminile e soprattutto la controversa figura di Richard Doyle a cui si deve il libro The Rape of the Male (1970) che affronta da un punto di vista maschile un'ampia serie di temi, dal divorzio alle azioni affermative, dalla giustizia al welfare.
Nel 1970 il primo centro maschile viene aperto a Berkley, in California ed la rivista "Liberation" pubbica l'importante articolo di Jack Sawyer "On Male liberation".

La prima organizzazione devota alla ricerca della parità per gli uomini è Men's Defense, che nasce nel 1972.

Herb Goldberg Nel 1976 Herb Goldberg scrive The Hazards of being Male : surviving the myth of the masculine privilege. Si tratta di un libro di grande importanza per il movimento di liberazione dell'uomo. E' la prima analisi mascolinista della condizione maschile e per la prima volta si pone seriamente il problema di come le femministe contribuiscano alla perpetuazione dei ruoli sessuali tradizionali ogni volta che questo conviene loro.

Il libro di Goldberg ispira la fondazione di Free Men (liberate gli uomini - oggi National Coalition of Free Men) da parte di Richard Haddad, Dennis Gilbert, Allan Scheib e Allen Foreman nel corso del 1977. Sempre nel 1977 Richard Doyle fonda MEN (Men's Equality Now) International e Fred Hayward fonda Men's Rights Incorporated. Jim Sanderson comincia il primo editoriale nazionale dedicato alla condizione maschile.

Nel 1979 Richard Haddad redige il manifesto di Free Men : The Men's Liberation Movement: A Perspective.

Nel 1985 Francis Baumli pubblica un'altra opera importante : Men Freeing Men: Exploding The Myth of The Traditional Male.

Oggi il principale esponente del movimento mascolinista è Warren Farrell. Farrrell ha cominciato come convinto femminista ed è stato l'unico uomo ad essere mai stato eletto al comitato esecutivo della National Organization for Women (1970-1973). Warren Farrell Nel 1974 ha pubblicato il libro femminista The Liberated Man, nella pratica interamente dedicato a come gli uomini possono aiutare la liberazione della donna. Farrell ha cominciato ad allontanarsi dal femminismo quando la National Organizaion for Women ha rifiutato di sostenere l'affidamento congiunto in caso di divorzio. Da allora ha esaminato con sempre maggiore attenzione la condizione maschile. Nel 1986 ha scritto Why Men Are The Way They Are che il New York Times ha definito "il miglior libro mai scritto sull'amore, il sesso e l'intimità". Ma il libro mascolinista più importante scritto da Farrell è The Myth of Male Power : Why Men Are The Disposable Sex (trad. Il mito del potere maschile : è l'uomo il sesso debole ?, ed. Frassinelli). Si tratta di un libro che approccia a tutto tondo i problemi sociali, legali e culturali degli uomini (dalla coscrizione all'apparato giudiziario, dalla paternità alle condizioni lavorative, etc.). Farrell sostiene le sue tesi con una bibliografia vastissima e The Myth of Male Power rappresenta senz'altro la migliore risorsa per chiunque voglia documentarsi sulla condizione maschile.

Fuori dagli Stati Uniti è bene citare il lavoro di Ferrel Christensen in Canada che ha fondato MERGE (Movemente for the Establishment of a Real Gender Equality) che rappresenta il primo tentativo di unificare il movimento maschile e quello femminile. In Nuova Zelanda opera la Men for Equal Rights Association di Peter Zorhab, mentre in Australia è stato addirittura costituito un partito dedicato alla liberazione dell'uomo, l'Australian Men's Party.

In Francia esiste dal 1975 Condition Masculine - Soutien de l'Enfance che ha già ottenuto un certo numero di successi, contribuendo tra l'altro di recente a che Jacques Chirac stabilisse pari obblighi militari per ragazzi e ragazze.

Il rapporto tra il femminismo ed il movimento per i diritti degli uomini e' complesso.

I mascolinisti condividono l'obiettivo di superare l'imposizione legale dei ruolo tradizionale ed il superemanto dei pregiudizi legati al genere sessuale. Questo fa sì che il rapporto con le ale del femminismo che si battono per l'uguaglianza dei sessi davanti alla legge (Equity Feminism)sia forte e proficuo. Notevole è invece la contrapposizione con il cosiddetto "femminismo di genere" - oggi la tendenza dominante all'interno del femminismo - che sostiene che la specificità biologica, culturale, sociale e talora anche morale delle donne debba essere protetta attraverso interventi legislativi che avvantaggino le donne rispetto agli uomini. Il movimento per i diritti degli uomini crede in una fondamentale uguaglianza di uomini e donne e pertanto si batte contro tutte quelle politiche dello Stato che trattino uomini e donne in maniera diversa (appunto coscrizione, azioni affermative, diritti riproduttivi, affidamento dei figli, programmi di sostegno da cui gli uomini sono esclusi, etc.).

Dice Frederic Hayward in un suo intervento al National Congress for Men del 1981: "Non dobbiamo ribaltare il movimento delle donne, in quanto non c'e' niente nei ruoli tradizionali che agli uomini convenga. Dobbiamo lavorare con attenzione per risolvere i prolemi delle donne. Ma se le donne non ricambiano il favore, allora sono loro le "sporche sessiste". Sono loro le reazionarie".

Secondo il movimento maschile contesta ovviamente la tesi comune secondo la quale viviamo in una società patriarcale nella quale gli uomini sono gli oppressori e le donne sono invece il sesso oppresso. Scrive a questo proposito Richard Haddad in "Concepts and overview of the men's liberation movement": "Io non credo che gli uomini come classe opprimano le donne come classe. E neppure credo che avvenga il contrario. Piuttosto credo che gli uomini e le donne abbiamo contribuito a sviluppare i tradizionali ruoli sessuali, entrambi con vantaggi e svantaggi, ma che sono comunque restrittivi, inibitori e, nel caso del maschio, psicologicamente e fisicamente letali".

Purtroppo il governo e' sordo alle richieste di chi chiede un'effettiva parita' degli uomini ed i temi maschili sono completamente ignorati dai politici. Di conseguenza non solo gli uomini non vengono liberati dai residui giuridici e culturali del vecchio sessismo, considerato maschilista, ma che in realta' condiziona e penalizza anche loro, ma vengono addirittura sottoposti a nuove discriminazioni quali quelle prerorate dalla logica sessista ed escludente di quella parte del mondo femminista che crede nella "cultura della differenza" e nella "discriminazione positiva". Tale situazione estremamente grave rende necessario preparare una risposta organizzata al sessismo antimaschile.

I primi successi politici del movimento mascolinsta si devono all'attivismo di Fred Hayward. Fredric Hayward Grazie alle azioni legali di Men's Rights Inc., per esempio, il Massachussets diviene alla fine degli anni '70 il primo stato a sentenziare che le societa' che fanno pagare di più gli uomini nelle assicurazioni automobilistiche e nelle assicurazione sulla vita compiono un'illecita discriminazione sessuale.

Un altro grosso tema portato avanti negli USA dai movimenti maschili e' quello della giustizia. A parita' di reato le corti tendono a comminare agli uomini pene più gravi. Sono rarissimi i casi in cui e' una donna ad essere condannata a morte e in tali casi interviene sistematicamente il governatore concedendo la grazia. Inoltre le condizioni nelle carceri maschili sono molto più dure che nelle carceri femminili e la sicurezza personale dei detenuti maschi e' molto meno garantita.

Le varie organizzazioni maschili si concentrano, poi, sui "diritti riprodutivi", per dare all'uomo la stessa scelta che ha una donna in merito alla scelta della paternita' ed al rifiuto della paternita'. Il gruppo Choice for Men si focalizza proprio su questo tema.

Grandissimo rilievo ha la lotta alla forma di discriminazione sessuale introdotta nelle assunzioni chiamata "azione affermativa", per cui molti uomini non possono accedere ad alcuni posti di lavoro o ad alcune promozioni pur avendone tutti i requisiti solo in funzione del proprio sesso.

Un capitolo di notevole importanza nella storia del movimento maschile statunitense e' la battaglia per l'emedamento costituzionale che vieta discriminazioni sulla base del sesso. Il processo di ratificazione di tale emendamento (ERA= Equal Rights Amendment) e' cominciato nel 1972 e si conclude nel 1982 senza che abbia raggiunto la ratificazione nel numero richiesto degli stati (38). Gli attivisti delle organizzazioni maschili hanno fatto apertamente campagna per l'approvazione vedendo in esso un presidio contro le discriminazioni anti-maschili, tuttavia al momento delle audizioni davanti al congresso alle organizzazioni maschili, malgrado abbiano presentato tutte le documentazioni, viene vietato il diritto di parola. Tantissime organizzazioni femminili sono state invece invitate a testimoniare e le motivazioni con cui viene presentato l'ERA sono solo i diritti delle donne. Tutti i temi maschili sono ignorati.

I movimenti maschili individuano la causa del fallimento della ratificazione nel fatto che l'esclusione dei temi maschili ha privato l'ERA di una ben più ampia area di sostegno. Inoltre sostengono che se al momento della presentazione dell'ERA non vengono addotte anche le necessita' per gli uomini di raggiungere pari diritti, in seguito tale emendamento rischierebbe di essere usato solo per le discriminazioni contro le donne e non per quelle contro gli uomini.

Nel 1975, dopo la fine della guerra del Vietnam, era stato abolito il servizio militare obbligatorio e con esso l'obbligo, per gli uomini, di registrarsi nelle liste militari. Tuttavia, dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan, nel 1980 il presidente Carter, pur non reintroducendo il servizio di leva, ha ripristinato l'obbligo di registrazione nelle liste. Carter ha proposto che tale obbligo fosse sia per gli uomini che per le donne, ma il Congresso (a maggioranza democratica) decide che tale obbligo e' solo per gli uomini.

Un gruppo di uomini ricorre contro tale ingiustizia ed un tribunale gli da' ragione. Ma il Congresso ricorre in appello davanti alla Corte Suprema, che, adducendo motivazioni molto discutibili, nel 1981 ribalta la sentenza di primo grado. Tale decisione comporta che se in caso di guerra il governo dovesse ritenere di ripristinare l'arruolamento obbligatorio potrebbe continuare a succedere che solo i maschi sarebbero obbligati combattere.

Negli ultimi hanno c'e' stata una maggiore presa di coscienza da parte degli uomini della propria condizione e si sono fatti più numerosi i successi ottenuti dagli uomini negli Stati Uniti. Le battaglie contro le azioni affermative hanno portato all'abolizioni di molte leggi discriminatorie in alcuni stati o per via referendaria (come in California, dove la polemica ha assunto i toni più accesi) o attraverso ricorsi legali.

La battaglia, tuttavia, resta lunga e difficile. Occore infrangere - per usare un'espressione di Warren Farrell - la "cortina di pizzo" del politicamente corretto.


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