L'anno siderale (o anno astrale)
corrisponde al tempo
necessario alla Terra per ruotare
intorno al Sole, ovvero è il tempo
che occorre alla Terra per ritornare
al punto esatto dell'orbita da cui
è partita, prendendo, come
riferimento nel cielo, la posizione
fissa di una stella.
La
durata dell'anno siderale è di:
365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi
ovvero: 365,256366 giorni.
Gli
antichi Egizi, per secoli, hanno
misurato l'anno siderale utilizzando, come
riferimento, il sorgere annuale della
stella Sirio, nel momento in cui la
si poteva osservare, mentre incrociava
la cima a punta di un obelisco.
La
Terra gira anche su se stessa, e
questo movimento è la causa del succedersi
dei giorni (un giorno è lungo 86.400 secondi).
L'asse
intorno a cui ruota la Terra (asse polare)
è inclinato, nel senso che il piano di rotazione
della Terra, non coincide con il piano della sua
orbita intorno al Sole.
Quest'ultimo
piano prende il nome di eclittica.
Questa
non coincidenza tra i due suddetti
piani, determina
l'alternarsi delle stagioni.
E
infatti, se l'asse terrestre non fosse inclinato
rispetto all'eclittica, l'equatore
sarebbe il luogo della Terra, eternamente,
meno distante dal Sole.
In
effetti, però, l'asse terrestre ha,
un'inclinazione, tale che, in giugno,
l'emisfero settentrionale,
è in linea con il Sole, per cui
è estate a nord e inverno a sud.
Mentre,
grossomodo, sei mesi dopo, ovvero a dicembre,
l'asse terrestre
ha, un'inclinazione, tale che, l'emisfero
meridionale, è in linea con il Sole, per cui
è estate a sud e inverno a nord.
Nel
mezzo, l'inclinazione porta l'equatore
a essere perfettamente in linea con l'eclittica,
contrassegnando gli equinozi, che si
verificano a marzo e settembre.
L'anno
tropico, o anno solare,
è il tempo che le stagioni impiegano per
compiere un ciclo e ricominciare,
ed è, appunto, la quantità di tempo
che passa tra due successivi equinozi di primavera,
quantità di tempo ottenuta,
in modo sufficientemente accurata, misurando
le ombre che si sviluppano, in un anno, su
di una meridiana.
La
Terra non è perfettamente sferica, e,
a causa di questa "imperfezione", le forze
gravitazionali, principalmente del "sistema Sole-Terra-Luna",
fanno oscillare l'asse polare terrestre,
con un ciclo di circa 26.000 anni.
Questa
oscillazione ciclica dell'asse polare
terrestre, provoca, ogni anno, il fatto che l'equinozio
di primavera, arriva, non un anno siderale dopo,
ma, attualmente, 20 minuti e 25 secondi prima, della
durata di un anno siderale.
L'anno
tropico, così, se non ci fossero altri
fenomeni in gioco, rimarrebbe, come l'anno siderale,
anch'esso immutato nei secoli.
La
precessione degli equinozi è, dunque,
semplicemente, l'anticipazione, anno dopo
anno, dell'equinozio di primavera, in punti
spaziali dell'eclittica, sempre più arretrati.
La
precessione degli equinozi, è, perciò,
un'anticipazione spaziale, e non temporale.
L'intervallo di tempo fra due equinozi di primavera, cioè,
non tende, anno dopo anno, ad accorciarsi, come
comunemente si pensa.
Fu
Ipparco (564-634 A.U.C.) che, per primo, individuò la precessione, grazie
all'alterazione del campo stellare, che quest'ultima
provoca.
Fu,
però, Isaac Newton (A.D. 1642-1727)
che, per primo, capì
veramente il fenomeno.
Fino
ad allora, gli studiosi, infatti,
erano convinti che, la precessione, provocasse anche
un'alterazione della durata dell'anno tropico,
attestata dalle diverse misurazioni che nei secoli
si andavano accumulando, misurazioni in realtà approssimate
e/o imprecise.
C'è,
però, il fenomeno delle maree, che con
la precessione degli equinozi, c'entra, ma solo
indirettamente.
Il
fenomeno delle maree, innescato dalle forze
gravitazionali in gioco, nel "sistema Sole-Terra-Luna",
provoca un rallentamento della rotazione della
Terra, intorno al proprio asse polare.
Fino
a quando le stagioni avranno senso,
questo rallentamento, provocherà una diminuzione
della durata dell'anno
tropico di circa 1 secondo ogni
200 anni.
Attualmente,
l'anno tropico, ha una durata di:
365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi
ovvero:
365,242199 giorni.
E' stato
calcolato che, dall' A.D. 1, la durata dell'anno tropico
ha seguito, all'incirca, la cadenza bicentenaria
(ere),
riportata nel successivo schema:
(1 - 199) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 55 secondi
(200 - 399) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 54 secondi
(400 - 599) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 53 secondi
(600 - 799) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 52 secondi
(800 - 999) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 51 secondi
(1000 - 1199) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 50 secondi
(1200 - 1399) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 49 secondi
(1400 - 1599) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 48 secondi
(1600 - 1799) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 47 secondi
(1800 - 1999) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi
(2000 - 2199) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi
La
durata dell'anno tropico nell'A.D. 1 è
stata, quindi, di circa:
365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 55 secondi.
Pertanto,
l'entità dell'accorciamento dell'anno
tropico, a partire dalla nascita di Gesù,
è stato all'incirca di 10 secondi.
Si
è appena detto che la durata dell'anno
tropico per la nostra era è di:
365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi;
insomma, circa:
365 giorni e 6 ore (anno giuliano)
ovvero: 365 giorni e 1/4
ovvero: 365,25 giorni.
In
relazione, dunque, alla nostra era, fra
l'anno tropico, e l'anno giuliano,
c'è una differenza di 11 minuti e 15
secondi (e cioè 675 secondi).
Insomma, l'anno giuliano risulta più lungo,
rispetto all’anno solare, della 128-esima
parte di un giorno (86.400/675 = 128).
Riepilogando,
si sono distinti gli anni:
anno siderale:
365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi
ovvero: 365,256366 giorni
anno tropico:
365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi
ovvero: 365,242199 giorni
anno giuliano:
365 giorni e 6 ore
ovvero: 365,25 giorni.
Ma
esistono ancora altri due anni,
altrettanto importanti, e di cui faremo
la conoscenza andando avanti nella lettura
(paragrafo S.12),
ovvero:
anno alfonsino:
365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 16 secondi
ovvero: 365,242547 giorni
anno calendaristico:
365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi
ovvero: 365,2425 giorni.
L'anno
alfonsino è
più corto, rispetto all'anno giuliano,
della 134-esima parte di un giorno.
Il suo valore è, dunque, quello sopra riportato, proprio
perchè 86.400 secondi, ovvero 1 giorno,
diviso 134, è pari 644 secondi,
ovvero pari a 10 minuti e 44 secondi.
Come
vedremo
(paragrafo S.12),
400 anni calendaristici
dell'attuale sistema cronologico, racchiudono sempre
lo stesso numero di giorni, ovvero 146.097 giorni.
Se
facciamo 146.097 diviso 400, otteniamo appunto
il cosiddetto anno calendaristico,
ovvero un anno lungo 365,2425 giorni, ovvero lungo
365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi.
Ebbene,
tale anno calendaristico, è solo di 27 secondi
maggiore dell’anno tropico relativo all’era in corso.
Per
conoscere pertanto il numero di anni necessari a che
si perda 1 giorno, basta fare
86.400 diviso 27, ottenendo con ciò 3.200 anni.