sei sul sito di Giovanni Fraterno
Mentre, grossomodo, sei mesi dopo, ovvero a dicembre, l'asse terrestre ha, un'inclinazione, tale che, l'emisfero meridionale, è in linea con il Sole, per cui è estate a sud e inverno a nord.
Nel mezzo, l'inclinazione porta l'equatore a essere perfettamente in linea con l'eclittica, contrassegnando gli equinozi, che si verificano a marzo e settembre. L'anno tropico, o anno solare, è il tempo che le stagioni impiegano per compiere un ciclo e ricominciare, ed è, appunto, la quantità di tempo che passa tra due successivi equinozi di primavera, quantità di tempo ottenuta, in modo sufficientemente accurata, misurando le ombre che si sviluppano, in un anno, su di una meridiana. La Terra non è perfettamente sferica, e, a causa di questa "imperfezione", le forze gravitazionali, principalmente del "sistema Sole-Terra-Luna", fanno oscillare l'asse polare terrestre, con un ciclo di circa 26.000 anni. Questa oscillazione ciclica dell'asse polare terrestre, provoca, ogni anno, il fatto che l'equinozio di primavera, arriva, non un anno siderale dopo, ma, attualmente, 20 minuti e 25 secondi prima, della durata di un anno siderale. L'anno tropico, così, se non ci fossero altri fenomeni in gioco, rimarrebbe, come l'anno siderale, anch'esso immutato nei secoli. La precessione degli equinozi è, dunque, semplicemente, l'anticipazione, anno dopo anno, dell'equinozio di primavera, in punti spaziali dell'eclittica, sempre più arretrati. La precessione degli equinozi, è, perciò, un'anticipazione spaziale, e non temporale. L'intervallo di tempo fra due equinozi di primavera, cioè, non tende, anno dopo anno, ad accorciarsi, come comunemente si pensa. Fu Ipparco (564-634 A.U.C.) che, per primo, individuò la precessione, grazie all'alterazione del campo stellare, che quest'ultima provoca. Fu, però, Isaac Newton (A.D. 1642-1727) che, per primo, capì veramente il fenomeno. Fino ad allora, gli studiosi, infatti, erano convinti che, la precessione, provocasse anche un'alterazione della durata dell'anno tropico, attestata dalle diverse misurazioni che nei secoli si andavano accumulando, misurazioni in realtà approssimate e/o imprecise. C'è, però, il fenomeno delle maree, che con la precessione degli equinozi, c'entra, ma solo indirettamente. Il fenomeno delle maree, innescato dalle forze gravitazionali in gioco, nel "sistema Sole-Terra-Luna", provoca un rallentamento della rotazione della Terra, intorno al proprio asse polare. Fino a quando le stagioni avranno senso, questo rallentamento, provocherà una diminuzione della durata dell'anno tropico di circa 1 secondo ogni 200 anni. Attualmente, l'anno tropico, ha una durata di:(1 - 199) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 55 secondi (200 - 399) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 54 secondi (400 - 599) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 53 secondi (600 - 799) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 52 secondi (800 - 999) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 51 secondi (1000 - 1199) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 50 secondi (1200 - 1399) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 49 secondi (1400 - 1599) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 48 secondi (1600 - 1799) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 47 secondi (1800 - 1999) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi (2000 - 2199) ---- 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondiLa durata dell'anno tropico nell'A.D. 1 è stata, quindi, di circa:
anno siderale:
365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi
ovvero: 365,256366 giorni
anno alfonsino:
365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 16 secondi
ovvero: 365,242547 giorni
anno calendaristico:
365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi
ovvero: 365,2425 giorni.
L'anno alfonsino è più corto, rispetto all'anno giuliano, della 134-esima parte di un giorno. Il suo valore è, dunque, quello sopra riportato, proprio perchè 86.400 secondi, ovvero 1 giorno, diviso 134, è pari 644 secondi, ovvero pari a 10 minuti e 44 secondi.
Come vedremo (paragrafo S.12), 400 anni calendaristici dell'attuale sistema cronologico, racchiudono sempre lo stesso numero di giorni, ovvero 146.097 giorni.
Se facciamo 146.097 diviso 400, otteniamo appunto il cosiddetto anno calendaristico, ovvero un anno lungo 365,2425 giorni, ovvero lungo 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi.
Ebbene, tale anno calendaristico, è solo di 27 secondi maggiore dell’anno tropico relativo all’era in corso. Per conoscere pertanto il numero di anni necessari a che si perda 1 giorno, basta fare 86.400 diviso 27, ottenendo con ciò 3.200 anni.