La Grande Musica - La "Jazz Age"

Negli anni venti la musica non fu solo un fatto culturale ma fu per molti un modo di vivere(le flappers) e per tutta l'America fu un epoca: la "Jazz Age". Dopo la guerra di secessione tutti gli schiavi neri portati dall'Africa in America vennero resi liberi. La maggior parte di loro si trasferi dalle campagne alle città, portando con se non solo i prorpi averi, ma anche il loro bagaglio culturale. Nelle città abbiamo così l'evoluzione della "musica nera", dal Blues dei campi di cotone al Jazz dei locali da ballo delle grande città. Il successo del jazz è testimoniato da vari fattori:
1) nascono numerosi gruppi jazzisti bianchi; questo fenomeno era già iniziato prima della guerra ma negli anni venti il numero di queste orchestre cresce sensibilmente, soprattuto a Chicago;
2) il jazz non viene suonato solo nei locali dei ghetti neri come Harlem a New York ed il South Side di Chicago, molti teatri ospitano i più famosi gruppi jazz segno che "la musica venuta dal sud"attirava un folto pubblico che costituiva un buon affare per gli impresari;
3)si inizia ad incidere i primi dischi di musica jazz; in questi anni si sviluppa l'industria dei cosiddetti race records, ossia dischi della razza, destinati al pubblico di colore.
All'inizio degli anni venti abbiamo l'epoca d'oro del jazz, blues e rag-time e l'affermarsi dei grandi soliti come: Scott Joplin, Louis Amstrong, Gertrude "Ma" Rainey, Elizabeth "Bessie" Smith, Porter Granger, Joe Williams, Fletcher Henderson.


Louis Amstrong





Duke Ellingron



Il "Savoy", con il "Cotton Club", fu uno dei pochi locali jazz sopravvissuti alla Grande Depressione.




Il "Cotton Club", forse il più esclusivo locale della New York "per bene" di tutti gli anni '20 e '30.
La crisi del '29 non mancò di far sentire i suoi effetti anche nel mondo della musica. Improvvisamente il pubblico dei teatri e coloro che compravano i dischi si ritrovarono senza il denaro per sopravvivere. Molte case discografiche e numerosi locali finirono per chiudere, di conseguenza anche i musicisti si trovarono senza lavoro, alcuni emigrarono in Europa, altri si adattarono lavorando con ingaggi minimi altri smisero completamente di suonare. Negli anni trenta si poteva ascoltare il jazz solo in alcuni grandi locali di New York e nei piccoli cabaret di Kansas City. A New York il locali più famosi erano il Cotton Club ed il Savoy. Al Cotton Club ad esempio suonò Duke Ellington che divenne uno dei "grandi miti" del jazz. Nei locali di Kansas City, nelle mani della malavita e per questo meno coinvolti nella crisi economica, si svolgevano degli incontri tra grandi solisti presenti in città che passarono alla storia con il nome di "Jam Sessions".
 
Brani in voga negli anni venti-trenta:  
Artista
Titolo
Data
File(dimesione,formato)
Freddy Martin and his Orchestra My Future Star 22/10/1934 Brano 1 (253K, wave)
Waring's Pennsylvanians Glorianna 14/12/1928 Brano 2 (237K, wave)
Paul Whiteman and his Orchestra Happy Feet 10/02/1930 Brano 3 (264K, wave)
William F. Wirges and his Orchestra I'm Afraid of You --/--/1929 Brano 4 (297K, wave)
Nat Shilkret and the Victor Orchestra Dear, On A Night Like This 22/12/1927 Brano 5 (342K, wave)
The Rhythm Boys Them There Eyes 26/11/1930 Brano 6 (277K, wave)
Nat Shilkret and his Orchestra Zulu Wail 01/07/1927 Brano 7 (357K, wave)

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