2003
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LA STAMPA, LA OXA,
E SANREMO |
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IL MANIFESTO 4 MARZO
Intramontabile Oxa, un
classico sanremese
Col nuovo album «Ho un sogno» una svolta etnica per la
cantante italo-albanese, prima a esibirsi al festival
STEFANO CRIPPA
- La dodicesima reincarnazione sanremese
di Anna Oxa, prima ad esibirsi sul palco dell'Ariston
questa sera con il brano Cambierò, è all'insegna del
rinnovamento totale. Esteriore - e non sarebbe una novità
- ma anche interiore. Via i look post atomici e gli (ir)resistibili
pantaloni/mutanda, gli ombelichi al vento e le
acconciature anni `30, la Oxa 2003 - almeno come appare
sulle foto di copertina del nuovo cd in uscita Ho un
sogno (etichetta Qazim, distribuzione Sony) - è quanto
di più sobrio ci si possa immaginare. Capelli corvini
che scivolano sulle spalle, il viso con appena un filo
di trucco e un abbigliamento quasi monacale. E poi il
canto; lasciati gli acuti impossibili nel cassetto, la
cantante pugliese di origine albanese si concentra sui
toni bassi e più modulati, affidando la parte musicale
e gli arrangiamenti a Marco Falagiani che da cinque anni
segue i suoi show dal vivo. Elettronica minimale e
strumenti acustici sono la costante dei tredici brani
della raccolta (di cui tre strumentali), e che grazie
all'apporto degli archi della Overseas orchestra,
inglobano qua e là inediti spunti mediorientali. «Ho
cercato di di creare differenti situazioni musicali,
quindi era inevitabile confrontarsi con la musica etnica
- spiega - e fonderli verso un obiettivo preciso.
L'espressione interiore che arriva attraverso la musica.
La musica ancora meno inquinata della parola, e quindi
questi mondi insieme possono esprimere quello che è una
nuova volontà espressiva che tocca vari livelli. Se
ascolti Figlio troverai a un certo punto un canto, il
canto dell'anima. Dove non c'è parola, ma un suono
accompagnato da vari intrecci vocali». Ho un sogno è
di fatto il proseguimento iniziato nel `99 con Senza
pietà e proseguito due anni orsono con L'eterno
movimento: «Diciamo che certe ricerche, certi risvegli
non accadono all'improvviso. Di colpo può esserci un
cambiamento più radicale, ma il risveglio nasce prima
da un lavoro interiore». Questa sono io, più del brano
in gara, mette a fuoco il nuovo corso della cantante
anche autrice di buona parte dei testi: «Racconta cos'è
questa scelta che ho fatto nella mia vita. Ho spostato
la lancetta su un'altra direzione, e questa direzione è
la conoscenza di me stessa». Una conoscenza maturata da
un personale processo di destrutturazione, dalle
sofferte vicissitudini sentimentali (il suo
chiacchieratissimo matrimonio, ormai spezzato, col
finanziere Paciolli) alle amicizie con le famiglie
importanti del «paese delle aquile» che l'hanno spesso
fatta diventare protagonista da cronaca rosa.
Giovanni ha tratto invece ispirazione da Il mestiere
delle armi di Olmi (all'inizio del brano si ascolta la
voce guida del film e le voci dei soldati che precedono
la battaglia finale), e la morte di Giovanni Dalle Bande
Nere viene messa a confronto con quella di un altro
Giovanni, pilota di Tornado. «Marco ha scritto questo
brano per parlare di guerra, di come il mondo si ripete.
Le guerre si ripetono perché interiormente non
riusciamo ad avere un equilibrio con noi stessi. Non si
può avere una pace esterna se non la si ha dentro».
Padre musulmano e madre cattolica, Anna Oxa non ha perso
il contatto con le proprie radici, scontrandosi con
razzismo e pregiudizi. «Che cos'è fondamentalmente il
razzismo: è la paura della diversità. Se noi
cominciamo a pensare che c'è la possibilità di essere
come una grande telecamera, un grande occhio che guarda
prende un punto e poi da quel punto si sviluppa e fa
tanti giri per poi tornare all'origine, possiamo
comprendere che ci sono varie dimensioni e varie strade,
sempre diverse».
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- LA STAMPA 4 marzo
- M. Venegoni
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- ANNA
OXA «Cambierò». Drammatica confessione di reali e
realistici travagli esistenziali dell'inquieta diva
albanese/pugliese, che sogna davvero per sé una
palingenesi esistenziale. Scenario casalingo sui
pensieri del risveglio («Sette e tre/La radiosveglia
blatera...»), e sfondo sonoro molto curato e ispirato a
certi standard Anni '60. Dalla gola-orchestra escono
tante voci differenti che neanche un coro alpino.
Interpretazione intensa, ancorché affollata.
Inquietante
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- Corriere della sera
4 marzo
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- Ha stupito la Oxa, bella e inquietante,
abbronzata e con qualche ruga che le dona moltissimo,
nella difficile esecuzione della sua «Cambierò». Per
la verità è già cambiata. Sembra uscita da un inverno
nucleare e il megaschermo ingrandisce impietoso anche il
labbro segnato (dai postumi di un’influenza o dalla
somatizzazione di un percorso mentale complesso?).
Questa sera la vedrete senza un filo di trucco.
Baudo in prima fila segue i suoi gorgheggi ammirato e
preoccupato. «Strappa ancora troppo. Non è necessario»
commenta. «Ma quale strappo? - replica Anna -: io lo
strappo ce l’ho dentro. Non ho bisogno di farlo con la
voce». Il padrino-padrone Baudo prende a cuore anche i
dettagli di ciascun figlioccio.
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- PANORAMA 28
febbraio
- Dopo Apollinaire, Anna Oxa (i testi
di Sanremo)
di Vittorio Sgarbi
Il linguaggio più originale è probabilmente quello di
"Cambierò" di Anna Oxa, lirico e rabbioso,
con un richiamo alla poesia francese del primo Novecento
da Apollinaire a Cendrars: «Sette e tre/la radiosveglia
blatera/mi alzo con la sindrome/da crisi d'inutilità/e
voglia di far ordine/infilo il bagno/Sette e sei/Divento
consapevole/Che tutto il nuovo che vorrei/ E dentro che
ce l'ho». Avrà sicuramente successo, perché il
linguaggio è così efficace da evocare la musica. Sento
che avrà successo. E tanto più paradossale mi appare
che qualcuno abbia potuto dire che io avevo un giudizio
negativo di Anna Oxa, interprete rigorosa e convincente
proprio per la tensione di verità umana che trasmette
anche a testi di non particolare qualità. Perché, alla
fine, l'interprete comunica la sua energia anche alle
parole più consunte e aggiunge la sua impronta anche a
testi semplici o banali. È la vita che prevale sulla
forma.
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UFFICIO STAMPA PINKO 28
febbraio
Anna
Oxa a Sanremo 2003 - L'eleganza della purezza, ascetismo e
sensualità per una donna elegante e minimalista al tempo
stesso. Una nuova femminilità naturale che si esprime al
meglio nell'equilibrio tra il corpo e la mente. E' questo lo
spirito della donna "Pinko" che per la 53ma edizione
del Festival di Sanremo viene rappresentato di (sic, ndr) Anna
Oxa, splendida voce inebriante (sic sic, ndr) della musica
italiana. E' il trionfo dell'eleganza di ispirazione vagamente
giapponese...
"Pinko" a Sanremo veste Anna Oxa di una nuova
spiritualità profonda, volta a esaltare le emozioni e i
sentimenti interiori di una donna dal fascino immenso e
conturbante.
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- OGGI
28 febbraio
- E’ UNA DEA
D’ORIENTE LA NUOVA ANNA OXA
- Mario R.Conti/Giovanni Melli
- Anna Oxa :Cambierò”.
- E’ il grande ritorno! Oramai la Oxa
si può considerare la vera regina di Sanremo. E’ ogni
volta ne fa una questione di stile. Basta dare
un’occhiata alla foto che pubblichiamo (a sinistra).
Anna ama stupire a Sanremo.Lo ha fatto anche l’ultima
volta, due anni fa, quando era prodotta dall’ex
marito. Ora Anna riparte dalla sua casa discografica, la
Qazim.” Sette
e tre
La radiosveglia blatera
Mi alzo con la sindrome
Da crisi d'inutilità
“, attacca il suo pezzo. Spiega la Oxa: “E’ la
canzone dalla quale scaturisce tutto il viaggio del mio
nuovo album, un cammino dentro me stessa. Cambierò
rappresenta quindi una partenza e , come tutte le
partenze, avviene improvvisamente, in appena un’ora di
tempo. Punti cardine sono la consapevolezza delle
proprie forze, il superamento del passato e la
rinascita”.
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- GAZZETTA DI PARMA 24 febbraio
- IL FESTIVAL, UN ALBUM IL 7 MARZO E
UN TOUR ESTIVO
Ma quante sono le
Anna Oxa?
MILANO - «Ho un sogno» è il titolo alla Martin Luther
King scelto da Anna Oxa per aprire l'ennesimo capitolo
della sua vita. Quello che la porta a tirare una riga
sul passato e a ricominciare da zero. O meglio dal suo
dodicesimo Festival di Sanremo, dal quel palcoscenico
che l'ha vista stravincere nell'89 al fianco di Fausto
Leali, avvolti nei sentimenti di «Ti lascerò», e nel
'99 da sola con «Senza pietà».
Una partecipazione terapeutica, vista come la tappa
finale del percorso umano e artistico iniziato un anno
fa assieme a una brillante coppia di autori della scuola
Bigazzi - Marco Falagiani e Marco Carnesecchi - per
scavarsi dentro e rileggere questi 25 anni di musica
sotto una nuova luce.
Il risultato è «Cambierò», brano inquieto e
combattuto in cui l'interprete italo-albanese tenta
un'autoanalisi rinunciando all'immagine felina del
passato per trovare risposte ai tanti, troppi, «se» di
una difficile vita privata. La guerriera è stanca di
guerra e preferisce voltar pagina con le sue ansie, le
sue paure, le sue emozioni, scomponendo il passato per
ricostruirsi un futuro.
O almeno è ciò che assicura rigirando tra le mani il
nuovo album «Ho un sogno», tredici nuove canzoni in
tutti i negozi dal 7 marzo.
«Il disco si apre con un brano, Questa sono io, che
parla dell'altra mia metà, di quel mio lato oscuro con
cui ho imparato a convivere» spiega Miss «Un'emozione
da poco».
«Fino a ieri pensavo ci fosse una sola Anna, poi ho
invece scoperto che ne esistevano tante e che a
spingermi verso certe estremizzazioni erano proprio i
miei molteplici io in lotta fra loro».
Nel disco c'è un pezzo su Giovanni dalle Bande Nere «capitano
di "sventura" protagonista di una canzone che
è allo stesso tempo un ritratto e un monito contro la
guerra» e uno su quei figli che la cantante considera
dei grandi maestri di vita perché «con la loro
innocenza e il loro intuito danno voce a quelle che sono
le tue domande represse».
Il flusso continua. E la mutazione pure. «Mi sento come
un cantiere aperto, in cui i lavori di ristrutturazione
non finiscono mai. Ora abito a Como e appena posso fuggo
con i miei figli nel bianco delle Alpi, tra quegli
alberi e quei laghi in cui il tempo sembra fermarsi. Li
considero le mie pillole omeopatiche per far fronte alle
ansie del quotidiano» spiega.
«Sanremo è l'occasione buona per mostrare alla gente
che c'è una nuova Oxa, meno sfrontata e più
interiorizzata di quella di ieri. Il resto lo faranno i
concerti».
L'eroina di «A lei», infatti, sarà in scena il 17
maggio al Teatro Nazionale di Milano e il 19 all'Ambra
Jovinelli di Roma per due anteprime del tour estivo
nelle arene e negli anfiteatri cui dovrebbe seguire poi
in autunno una lunga coda teatrale.
Paride Sannelli
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