I grandi stadi e il borgo


La tournée è finita, il raduno del Fan Club c’è stato, il disco dal vivo sta maturando in studio, ma intanto è Barbacci che lo cura. Insomma, calma piatta. Non può essere. Infatti. Tempo pochi giorni e Liga apre un nuovo fronte. Sono le prime settimane del 1997 e l’idea è quella di scrivere un libro.
All'uscita del nuovo album live segue un minitour, che prevede 6 concerti e che viene chiamato da Liga "Il Bar Mario è aperto": due concerti a Milano, poi Udine, Firenze e la gran chiusura (doppia) a Roma. Per la prima volta Luciano si cimenta con i grandi stadi e con la dimensione del mega-concerto: sarà una scommessa stravinta che segnerà uno spartiacque nella sua carriera, consacrandolo fra i più grandi.
"Io ero in pausa concerti e Maioli cominciò a trapanarmi con l’idea più grossa: "Luciano è il momento di fare gli stadi". Non si scappava, diceva. E’ un passo obbligatorio. Io non ero molto d’accordo, mi faceva un po’ paura; è un’esperienza che da un certo punto di vista è molto figa, ma sotto altri aspetti sono molte le incognite. Alla fine mi convinsi: quattro stadi, peccato solo che tutti al centro nord. Al sud fu impossibile, per problemi organizzativi e fu un peccato. I concerti alla fine ebbero una fortuna perfino esagerata, inspiegabile. Non si poteva non aprire a Milano, la piazza più "facile", quella che avrebbe spianato la strada e portato tranquillità e a me questa cosa dava i brividi. Poi c’è stato un concerto bellissimo a Udine, nonostante piovesse, e uno proprio clamoroso a Firenze in un posto da urlo, il Parco delle Cascine. Poi la chiusura, molto bella anche quella, con due spettacoli a Roma.
San Siro fu speciale. Era la mia prima volta in un grande spazio, ero così vergine. Per la prima data ci furono moltissimi problemi, partì tutto malissimo. Quella sera non abbiamo registrato. Lo abbiamo fatto la seconda per avere il video. La prima sera non se ne parlò neanche. Dissi: "Ragazzi, non mi rompete il cazzo. Ho tantissime cose a cui badare, figuratevi se devo pensare anche di avere intorno chi mi filma in un momento così delicato". Insomma è stata un’esperienza emotiva devastante, nel bene e nel male. E alla fine, io ho un ricordo fortissimo di San Siro. Fu una serata particolare, una cosa da segnare negli annali, per lo meno da chi mi segue.
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All'uscita dell'album live di Liga, si affianca l'uscita del suo primo libro, che parafrasando il titolo del cd ha per titolo "Fuori e dentro il borgo", che subito vince diversi premi letterari convincendo critica e pubblico.