Pesca in laghetto

 

Attrezzatura di base I nodi più importanti La scelta dei piombi
La pesca lunga a striscio Le tecniche di recupero Inizio

 

 

 

Il laghetto-cava è una "invenzione" piuttosto recente: nasce, infatti, nel secondo dopoguerra, quando le fosse scavate dalle cave di ghiaia utilizzata per la ricostruzione vennero lasciate colme delle loro acque sorgive. In quelle acque furono immessi poi dei pesci, trote in particolare. L’azione della natura fece quindi il suo corso: le rive di questi invasi artificiali si ricoprirono di vegetazione e molti persero l'aspetto di "fosso" che avevano in origine. Oggi sono molti i laghetti di questo tipo in cui migliaia di pescatori dilettanti trovano la possibilità, dietro pagamento di una modesta somma, di esercitare la propria passione.

 

Su specchi d'acqua artificiali e naturali

Senza dubbio, la pesca alla trota ha un'ampia diffusione nei sempre più numerosi laghetti-cava, ma anche piccoli laghi naturali nei (come in quello del Mucrone, o in quello di Telese) si può praticare con successo la pesca a striscio. La trota, preda principale della pesca a striscio, può trovarsi a qualunque profondità, a seconda soprattutto della stagione. Ne consegue perciò che diverse dovranno essere le tecniche da adottare e ciascuna di loro richiede appropriate attrezzature. Questa è una cosa che ben sanno i garisti, i quali si circondano di numerosi attrezzi tra cui scegliere quello giusto.

pesca a striscio

Secondo gli agonisti, per pescare le trote in cava non c'è altra possibilità se non lo striscio. I neofiti e i dilettanti ricorrono invece anche a metodi più tradizionali come la canna fissa con galleggiantino, la canna da lancio con grossi galleggianti scorrevoli e la pesca a fondo con finale a bandiera. C'è poi anche chi si dedica allo spinning oppure alla pesca a mosca. Ma nulla è tanto consigliabile, nulla è tanto adatto per catturare la trota che vive nelle acque dei laghetti-cava quanto la pesca a striscio. Lo striscio è uno dei sistemi più sportivi e gratificanti. In un certo senso può essere paragonato, per emozioni e dinamismo, alla pesca in torrente poiché, sin dalla prima tocca, pone a diretto contatto con l'eventuale cattura. E’ anche molto simile alla tecnica dello spinning, pur sostituendo le esche artificiali metalliche con quelle naturali che devono stimolare il pesce roteando proprio come se fossero cucchiaini. Pescare a striscio significa trasmettere all’esca un movimento continuo, facendole compiere tutte le evoluzioni che simulano i comportamenti istintivi di una preda che, aggredita, tenti la fuga. Si deve anche sapere imitare le difficoltà motorie di un pesce ferito che alterna movimenti confusi a soste improvvise. Molte sono le imprecisioni diffuse a proposito di questa interessante tecnica di pesca. Per esempio, molti credono che lo striscio sia un semplice alternarsi di lanci e recuperi della lenza. Ciò non è assolutamente vero: nello striscio tra il lancio e il recupero c'è l'importante fase in cui si deve mirare a eccitare l'istinto aggressivo della trota facendo muovere e ruotare l'esca. Un buon pescatore a striscio è quello, dunque, che non si limita a lanciare e recuperare, ma che ha molta fantasia e, soprattutto, è in grado di concentrarsi a fondo per sapere sempre cosa sta facendo. Sono tanti anche coloro che considerano lo striscio come un metodo di pesca fatto esclusivamente in aderenza al fondo. Anche questo è falso, poiché si pesca a striscio in superficie, a mezz'acqua e sul fondo. La trota deve essere cercata in tutta l'estensione di uno specchio d'acqua perché il suo istinto, a seconda dei momenti, la può portare negli immediati sottosponda o la fa sostare in zone site a distanze impossibili da raggiungere.

Nota) L’argomento sulla pesca ampio, quindi, se volete informazioni relative ad un determinato argomento, scrivetemi una e-mail con la domanda da pormi e vi sarà risposto in breve tempo con una documentazione sull’argomento.