Tecniche di pesca
Una volta giunti sul luogo di pesca, è arrivato il momento di lanciare la propria lenza. I metodi per farlo dipendono dal tipo di waggler che si impiega e che può essere fisso o scorrevole.
Il metodo di pesca con il waggler fisso è certamente quello più diffuso in Inghilterra, ma anche in Italia può risolvere una grossa percentuale di possibilità di pesca. La sua efficacia si azzera quando la distanza amo-galleggiante supera i 3-3,50 m, perché diventa molto difficile lanciare correttamente, a meno di non possedere una canna di 15' (4,57 m). Vediamo alcune regole per la corretta esecuzione della montatura. Dopo aver passato la lenza negli anelli e infilato il galleggiante, si lega il terminale con l'amo prescelto. Si applicano poi per primi i pallini spaccati che compongono la piombatura "attiva", cioè quella che sarà responsabile della presentazione dell'esca, e per ultimi i grossi pallini inglesi che completeranno la taratura del galleggiante (piombatura passiva). La piombatura attiva deve sempre essere concentrata nella metà inferiore della distanza amo-galleggiante: ciò per non interferire con quella passiva nel volo. In questa zona è inutile posizionare pallini più piccoli del n. 8, perché lo spostamento di un n.10 o n.12 da parte di un pesce richiederebbe un galleggiante con antenna sottilissima per divenire visibile in superficie, cosa impossibile anche con un insett waggler. Per quanto riguarda la distribuzione dei pallini valgono i principi che si applicano nella pesca alla bolognese o a canna fissa, cioè pallini molto distanziati per pesci sospettosi o raggruppati per pesci meno diffidenti. Una raccomandazione: evitare le serie interminabili di pallini che, oltre ad essere inutili perché stiamo parlando di acque ferme, sono le principali cause di grovigli. Seguendo l'insegnamento inglese, daremo la preferenza a pochi pallini di medio diametro (dal n. 8 al n. 4). La piombatura passiva, oltre a tarare il galleggiante, ha funzione di bloccarlo alla profondità desiderata, per cui è divisa in due parti. Sopra il galleggiante collocheremo una piccola parte di questa piombatura: in teoria basterebbe un solo pallino del n. 8, ma solitamente si tende a mettere in questa posizione circa un terzo della piombatura passiva. Gli altri due terzi andranno ovviamente sotto il galleggiante, lasciando uno spazio di circa 3 cm, in cui il galleggiante è libero di scorrere. Questo intervallo riduce di molto il rischio di garbugli e, nel momento della ferrata, diminuisce l'attrito che il galleggiante provoca affondando, in modo che la ferrata sia più "diretta" fra cimino e amo. Per proteggere la lenza dalle abrasioni gli Inglesi usano serrare i pallini più grossi su un tubicino in silicone. Un'invenzione tutta italiana è l'uso di una girella nel punto di snodo fra il terminale e la lenza madre. Gli Inglesi detestano questa soluzione, soprattutto perché una girella tipo rolling (le uniche che girano) pesa quanto un pallino del n.6 e rappresenta una forzatura nella composizione della piombatura attiva. 1 pescatori d'Oltremanica, dal momento che il volume e la forma dell'innesco sono le principali cause di rotazione, preferiscono un altro innesco, che si esegue su ami piccoli (n. 18-20), infilando un bigattino per la testa e l'altro per la coda, lasciando scoperto il gambo; così la rotazione dell'insieme sarà nulla. Si pesca anche con il waggler scorrevole. Questo diventa indispensabile per pescare a profondità superiore ai 4 m circa e conserva una certa efficacia fino ai 15 m, oltre i quali risultano veramente problematiche la pasturazione, la precisione di pesca sull'area pasturata e la ferrata. Nei grandi laghi del Nord non è infrequente l'uso dello scorrevole su fondali mediamente attorno ai 10 m; la pesca è indirizzata principalmente alla cattura di grossi cavedani in tutte le stagioni dell'anno. Con lo scorrevole la piombatura passiva ha un doppio ruolo: si comporta come tale durante il lancio, aderendo al corpo del galleggiante, mentre poi diventa in un certo senso attiva perché si fa carico del trascinamento della lenza attraverso il galleggiante e infine contrasta la eventuale corrente, rallentando il più possibile la passata. La montatura si esegue secondo la stessa sequenza del waggler fisso, ma la piombatura passiva si troverà completamente sotto al galleggiante, in quanto al di sopra avremo solo una perlina e il nodo di fermo. Al fine di sfruttare tutta la piombatura come sonda per misurare il fondo è preferibile serrarla provvisoriamente in un unico blocco, spaziandola solo in un secondo tempo, prima di iniziare la pesca. Mentre con il waggler fisso si ha una estrema versatilità della piombatura, lo scorrevole deve essere forzatamente usato con la piombatura stabilita da chi lo ha prodotto, indicata sul corpo a fianco della piombatura incorporata nel galleggiante (per esempio 4+2 g significa che il galleggiante avrebbe una portata di 6 g se non fosse piombato, ma in realtà porta solo 2 g di piombo, perché gli altri 4 g sono già inseriti nel suo corpo). Esistono in commercio infinite combinazioni di piombatura, che ci consentono di affrontare qualsiasi situazione di pesca. Infine un consiglio: se nella pesca con il waggler fisso frenare la sua caduta è utile per avere buoni risultati, con lo scorrevole ciò è assolutamente indispensabile, pena inestricabili parrucche.
Il Lancio
Il lancio è una fase molto delicata in cui la canna e il filo sono spesso sollecitati al limite delle loro possibilità fisiche. Ecco pertanto che l'esecuzione corretta di tutti i movimenti diventa importante per ottenere buoni risultati senza compromettere l'integrità dell'attrezzatura.
Vediamone le diverse fasi:
1 - La canna è orientata verso l'acqua. Si apre l'archetto dei mulinello e si lascia scendere un po' di filo, finché il galleggiante disterà l1,5 m dal cimino. Questa distanza è il braccio di leva che ci permetterà lanci molto lunghi con il minimo sforzo.
2 - Si porta la canna all'indietro con un moto lento e dolce, fino al punto in cui si avverte la trazione dovuta al peso del galleggiante.
3 - A questo punto inizia il "caricamento" della canna. La mano che impugna l'estremità inferiore dei sughero viene portata verso il corpo, mentre quella che tiene il mulinello va in direzione opposta.
4 - La canna subisce la massima flessione, pronta a scaricare tutta la sua potenza. In questa fase è importante evitare di imprimerle pericolose torsioni.
5 - Lo "stacco" è il momento in cui il dito che fermava il filo lo libera e ha inizio il volo del galleggiante. Seguiamo la sua traiettoria per essere pronti a un importante intervento: quando il waggler sta per planare in acqua, se ne freni la caduta agendo con lo stesso dito sul bordo della bobina. In tal modo la piombatura e l'amo si stenderanno ordinatamente sulla superficie. La regola d'oro per eseguire lanci perfetti sta comunque nel compiere movimenti ampi e dolci; qualsiasi spostamento brusco della canna può influire negativamente sulla distanza, sulla precisione o sulla corretta presentazione dell'esca al pesce che si intende catturare.