POMPIERI O BERSAGLIERI 

La tradizione dei vigili del fuoco è molto antica, tanto che i Romani, che per le caratteristiche costruttive delle case andavano incontro spesso ad incendi, si erano già dotati d'un corpo adatto. A Roma, come accadde, bruciò quasi tutto (si dice per mano di Nerone). Poi fu il medioevo e i problemi da risolvere erano altri. In secoli più vicini a noi l'esigenza di preservare non solo le case dei poveri ma anche quelle dei ricchi portò alla costituzione di corpi e volontari che con minime attrezzature provvedevano ad isolare, delimitare i focolai di incendio e a mettere in salvo le persone.

 

 All’epoca dell'unità d'Italia la situazione era molto varia e poco brillante: ai pochi Corpi locali (municipali) a carattere volontario, facevano riscontro larghe zone, addirittura intere regioni, completamente prive di qualsiasi difesa organizzata contro il fuoco. I pompieri comunali (se e dove esistevano) erano organizzati con concezioni ed ordinamenti quasi medioevali e tutto il complesso antincendio appariva insufficiente, anacronistico e mal distribuito. Pochi, pochissimi Corpi, e solo quelli delle grandi città potevano considerarsi qualificati per una efficace difesa antincendio, sia per le attrezzature che per l’addestramento di cui erano dotati. In questo panorama spiccava il direttore degli "artigiani pompieri" di Napoli, Francesco Del Giudice precorritore dei tempi e pioniere che con un suo studio (1848) analizzava le cause, i rimedi e le tecniche di spegnimento più opportune. Di questo periodo è la Scala Porta, dal nome del suo costruttore, adottata poi da tutti i Pompieri Europei.  

 

 

in basso a sinistra pompieri Oleggio

Dopo il 1870 l'unificazione dei vari modelli amministrativi preesistenti nei piccoli stati, non prese in esame nessuna misura riguardante i Corpi dei Vigili del Fuoco o Pompieri che continuarono ad essere lasciati alla vigilanza delle locali autorità. Così fu per i Pompieri di Oleggio e Vercelli che scelsero di indossare il cappello da bersagliere, nelle pubbliche manifestazioni. 

Immagini figurini tratti dalla raccolta "Pompieri del Mondo" della del Prado Edizioni Milano- Nell'immagine a fianco "Pompiere di Vercelli in Gran tenuta da parata del 1871" a fianco il pompiere di Nuova York di Ground Zero (11/9).

In Francia erano già entrate in funzione le pompe azionate da macchine a vapore (1870) e già 5 anni prima era iniziata la posa di reti idriche antincendio nel sottosuolo (che andavano di pari passo con quelle dell'acqua potabile) nelle grandi città. Nel 1885 in Italia fu unificato il colore dei vari mezzi antincendio: rosso con finiture color oro. Una lettera del 1881 ci fa conoscere anche la divisa o "montura"; giacca e pantalone di " tela russa" biancastra con risvolti rossi, cintura in pelle nera, "manarino" (scure) cordino e elmo di metallo con pennacchio rosso. http://web.genie.it/utenti/a/apontec/galleria/galleria52.htm Nelle manovre (addestramento) l'elmo veniva sostituito da un berretto di panno celeste con bordature rosse.  Nel 1870, dopo Porta Pia, il Corpo aveva adottato un pregevole elmo da parata, in ottone con cresta, il cui uso si diffuse presso i Pompieri di tutte le altre città italiane.  

 

 

Scala Porta

Dal secolo scorso fino ai primi decenni del Novecento, l’intervento dei Pompieri veniva richiesto direttamente al Comune o al magazzino delle Pompe. Partiva allora un primo gruppo di uomini con una Pompa e un carro attrezzi al traino di un cavallo o spinto a mano. II corteo che "rotolava" per le strade (Le ruote di legno erano cerchiate in ferro, e sul selciato dovevano produrre un gran rumore specie di notte) era composto da una turba schiamazzante di uomini e ragazzini al seguito. Un avvisatore li precedeva suonando una tromba, sia per chiedere strada, che per richiamare altri Pompieri volontari dal lavoro o dal loro sonno. Sul luogo dell’incendio la pompa, con la sua riserva d’acqua, entrava in funzione e gli altri cittadini provvedevano a salvare le masserizie dagli edifici. Le prime Pompe erano azionate a mano, e corredate di un carro per il trasporto di badili, piccozze, martelli, leve, lanterne; secchi e tubi di canapa e naturalmente asce per tagliare le travi dei tetti, in modo da isolare le parti incendiate. Per il rifornimento d’acqua si confidava sulle  canalette scoperte, frequenti nelle città, sulle fosse, e sui canali. In casi disperati si formava una catena di uomini e ragazzi che si passavano i secchi da fossi e pozzi fino alla Pompa. Spento l’incendio, una squadra restava a sorvegliare il luogo per alcune ore, per impedire l’eventuale ripresa delle fiamme. I Pompieri avevano anche altre mansioni, strettamente legate alla vita sociale della comunità, come la sorveglianza dell’immancabile Teatro Ground ZeroComunale o i compiti di rappresentanza durante le cerimonie pubbliche. Le spese di spegnimento erano divise fra proprietario e confinanti (salvati dal fuoco). Le assicurazioni, se c’erano, poi rimborsavano la spesa.

Nell’ estate del 42 nell'ambito della Forza Navale Speciale (F.N.S: operazione Malta) fu creato un battaglione da sbarco "Santa Barbara" (motto Vigiles victoriam anhelantes) composto da volontari dei pompieri che formarono tre Compagnie da sbarco e una Speciale. La difficoltà di sbarcare a Malta su coste rocciose, anche alte, aveva convinto i vertici militari ad utilizzare, fra le altre diavolerie, le scale dei pompieri lunghe 30 metri, (con questi al seguito), come passerelle. D’altronde così avevano fatto anche i romani ai loro tempi nei combattimenti navali. Sembrerà strano ma i volontari furono molti (non si parlava di Malta sul bando d’arruolamento) e la selezione poté essere molto rigida. Si richiedeva per i neofiti anche l’apprendimento al miglior uso delle armi. Il 5 ottobre tutti i prescelti raggiunsero la Stazione Termini di Roma e proseguirono per Anzio dove furono vestiti e accampati. Uniforme con basco del modello già usato dalle squadre portuali, buffetterie del Regio Esercito e scudetto da braccio. Il comando del reparto fu dato all’Ing. Piermarini. Sulle coste del tirreno, alto e roccioso, i reparti della FNS. si addestravano al difficile compito utilizzando scale abbattibili come ponti levatoi.  Tempo un mese e il progetto per Malta venne completamente abbandonato. Tutto il personale venne restituito alla Direzione Generale dei Servizi Antincedi con il permesso di scegliersi la destinazione. La smobilitazione iniziò a fine Novembre e fu ufficializzata il 15 Dicembre: Il personale fuori ruolo venne diviso tra i vari corpi che più ne avevano bisogno come rinforzo, (i bombardamenti aerei erano ormai cosa comune) e le scale furono lentamente rimontate sui telai degli autocarri.  OPERAZIONE C3 MALTA http://digilander.libero.it/avantisavoiait/Operazione%20C3%20Malta.htm

 

 

 Torna all'indice delle curiosità