Rivoluzione Russa: le premesse 1 parte di 14

La società sovietica non si differenziava dalle altre dell’Europa dell’epoca per le classi sociali (che in maniera proporzionalmente diversa si replicavano anche qui) ma per il loro peso che avevano sullo stato sociale e sull'economia. L’arretratezza della Russia (giunta alla rivoluzione industriale con 100 anni di ritardo) è cosa nota e causa di una rivoluzione che affonda le radici in questa situazione (e che vedremo nel prossimo capitolo): ma vediamone alcuni di questi protagonisti.

Industria

Il dilemma di fondo che travagliò la Russia di fine '800 fu, da una parte, il timore che un'accelerazione dello sviluppo interno potesse sfociare in una rivoluzione mentre uno sviluppo troppo lento rischiava di lasciarla indietro e tributaria alle altre nazioni più industrializzate prive perfino delle sterminate risorse russe. Nonostante ciò nel 1890 la Russia possedeva 32.000 Km di ferrovie (e non era ancora stata costruita la Transiberiana che venne considerata un fallimento per il costo e l'impoverimento delle casse dello stato) e gli operai erano circa 1,5 milioni, di cui la maggior parte occupata nell'industria tessile (lino e cotone ma anche canapa e rayon). Tra il 1860 e il 1890 la produzione annuale di carbone aumentò di circa il 1.200% raggiungendo i 6,6 milioni di tonn. e la produzione di ferro e acciaio fu più che raddoppiata con un valore di 2 mil. di t/a (avere degli incrementi a 3 cifre è facile quando si parte da zero, considerate anche questo). Ma questo sviluppo era stato ottenuto con i capitali stranieri che portavano a casa gli utili. I principali investitori erano Germania, Francia e Gran Bretagna oltre al solito Belgio. Personale qualificato giungeva in Russia dall'Occidente per formare dirigenti e lavoratori dei nuovi complessi industriali. Lo Stato intervenne con finanziamenti nel settore siderurgico e nelle ferrovie. Qualcuno si è spinto a dire che anche senza la rivoluzione la Russia si sarebbe piazzata, nei dieci anni a venire, al 2° posto per industrializzazione (ma non per reddito pro capite). Naturalmente tutto questo non venne senza sacrifici e le rivolte del 1905 ne sono una testimonianza.
Questo processo ebbe un'espansione abbastanza rapida e portò come visto ad una ulteriore crescita della classe operaia che passò dalle 706 mila unità del 1865 ai due milioni 795 mila unità del 1900. A questo sviluppo del capitalismo non corrispose però, rispetto ad altri paesi, un eguale processo nell'evoluzione economica e sociale. Dal censimento generale del 1897 risulta che in Russia quasi i 5/6 della popolazione lavorava in agricoltura e poco più di 1/6 era occupato nell'industria (oggi questi numeri sarebbero sicuramente invertiti e ci sarebbe un terzo settore, quello dei servizi allora poco considerato: qualche anno dopo alla vigilia della guerra le percentuali erano di poco modificate anche per l’enorme sviluppo demografico. In Italia gli occupati in Agricoltura erano il 60%, in Germania il 24% !!!), nell'edilizia, nei trasporti, nel commercio, nella industria forestale ed in altri settori. Fra 1885 e 1898 la produzione industriale crebbe del 400 % e i principali stabilimenti sorsero nelle grandi città (Mosca per l'industria tessile; San Pietroburgo per l'industria metallurgica e Baku per i giacimenti petroliferi (Il petrolio del F.lli Nobel ). Naturalmente queste concentrazioni creavano dei poli produttivi allora sproporzionati. Si calcola che non fossero poche le fabbriche con oltre 1.000 operai, taglio superiore a quello Europeo e se ne conta una tessile con 12.000 operai (ma era una cosa che anche con una programmazione assoggettata a computer darebbe oggi problemi).
In the post-reform era the industrial growth had been mainly achieved through the expansion of textile industries of all sorts and the production of consumer-oriented goods for the domestic and international markets. After grain, textile exports occupied the second most important place in Russian exports and competed successfully in eastern markets with their European rivals. The guiding figure in the program of speedy industrialization was Sergei Witte (1849-1915). He was an economic planner and manager of the type common in the governments of Western Europe and the USA, but exceedingly rare in the high officialdom of imperial Russia. His background was unusual for a tsarist minister, because he was not a noble but had made his career in business and railway administration. It was therefore natural for him to encourage closer contacts between the government and business when he became the minister of finance under Alexander III and continued in that post under Nicholas II until 1903 (trad a lato >>>).

Nel 1897 Witte dopo aver accumulato riserve pregiate decise di legare la valuta russa all’oro dando stabilità ai cambi; uno dei primi passi per avere investitori dall’estero di varia estrazione. Capitali voleva dire anche crediti e finanziamenti a cui molte aziende potevano accedere per i loro programmi commerciali o di ricerca oltre che di investimento. Alle tradizionali aree industriali s'erano aggiunte gli Urali, il Donbass, Novorossiysk, e il manganese georgiano (Caucaso). Come detto sopra queste concentrazioni operaie creavano problemi sociali che si trascineranno fino alla Rivoluzione.

 

PICCOLA STORIA DELLA RUSSIA: La Russia meglio Urss, quella che noi abbiamo conosciuto in tempi recenti prima della  implosione ( la sigla sta per Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche e la Russia era una di queste), non aveva all'’epoca (1900) che 200 anni o poco più di vita dopo secoli in cui s'erano alternati nelle steppe e nelle pianure Mongoli, Orde e Khanati e mussulmani. E' attribuito a Ivan III "il grande", del principato della Moscovia (1440-1505), la prima spinta verso la grande nazione. Ma fu con Ivan IV " il terribile " (1530/1584), che assunse il titolo di Zar (Cesare quale erede dopo Costantinopoli del terzo impero di Roma), che si formò il primo nucleo europeo. Ivan IV fu incoronato zar di tutte le Russie nel 1547 dal metropolita ortodosso Macario a soli 17 anni. Riuscì a conquistare Kazan (1552) a 425 miglia a est di Mosca ultimo dei khanati indipendenti generati dall’Orda d’Oro di Gengis Khan che erano arrivati secoli prima fino a Kiev in Ucraina (1240). Ivan e il suo corpo di spedizione formato da 150.000 cavalieri cinsero d’assedio la città trasformando una guerra di conquista in una guerra religiosa contro mussulmani che rapivano schiavi da vendere sui mercati di Caffa (Mar Nero), non più genovese. Da questo momento il Volga, su cui sorgeva Kazan, divenne un fiume russo. La sua conquista aprì le porte dell’est (oltre le steppe e la catena montuosa degli Urali) man mano che l’Orda Mongola si indeboliva. In meno di 70 anni Mosca divenne padrona della prima terra Siberiana oltre gli Urali, terra estremamente ricca di risorse (per ora pellicce).  L’espansione venne portata avanti fondamentalmente in due modi. Da una parte utilizzando gli Stroganov, baroni mercanti e agenti e, manu militari, dai cosacchi. Con Pietro il Grande (1672-1725 regna dal 1682) il dominio si estese su tutta la Siberia fino al Pacifico passando anche attraverso il regno di Caterina II la grande (1729/1796) imperatrice dal 1762. Nel 1732 iniziò perfino la conquista dell’Alaska oltre lo stretto di Bering, poi venduta agli Usa. Ad ovest intanto i confini si spostavano all’interno della Polonia, della Finlandia (1809) e l’anno dopo nel Caucaso che li aveva chiamati contro le minacce e i soprusi ottomani. Negli anni '20 dell'800, per lo stesso motivo, lo fecero anche l'Azerbajgian settentrionale (non mussulmano), la Bessarabia rumena ortodossa e l'Armenia orientale cristiana; nel 1822 fu la volta del Kazakhstan, liberato dal potere dei khan.

trad. <<< Nell'era post-riformista la crescita industriale era stata ottenuta principalmente attraverso l'espansione delle industrie tessili di ogni genere e la produzione di beni di consumo orientati per i mercati nazionali e internazionali. Dopo il grano, le esportazioni tessili occupavano il secondo posto e il paese gareggiava con successo nei mercati orientali con i rivali europei. La figura guida del programma di industrializzazione rapida è Sergej Witte (1849-1915). Era un pianificatore economico e manager  del tipo che si incontra in occidente ma rarissimo in Russia. Come ministro non era nobile e veniva dalla carriera di amministratore di ferrovie. È stato quindi più facile per lui avere buoni contatti tra governo e imprese quando è diventato ministro delle finanze con Alessandro III e ha continuato in tale posto sotto Nicola II fino al 1903.

     
The monopolies first appeared in the form of syndicates in which individual companies maintained their autonomy in matters of production while co-operating in setting prices for their products. By the early twentieth century syndicates began to turn into trusts in which enterprises were incorporated into a single production system managed from one centre of command. Monopolies existed in all major branches of industry, such as oil extraction, sugar-production, railway rolling-stock production, coal-mining, metallurgic industry. (trad.sotto)

I monopoli dapprima apparvero sotto forma di sindacato mentre le aziende mantenevano la propria autonomia. Con l’inizio del secolo il “sindacato” che prima si occupava di prezzi ha cominciato a trasformarsi in Trust in cui le imprese sono state incorporate in un unico sistema di produzione gestite da un unico centro di comando. Monopoli esistettero in tutti i settori principali dell’industria, come l'estrazione del petrolio, la produzione di zucchero, materiale rotabile ferroviario, estrazione del carbone e industria metallurgica.

Dietro al centro di comando ben presto troveremo le banche come vedremo nel caso del petrolio di seguito descritto

Industria petrolifera

Nel Caucaso e a Baku sul Mar Caspio era sorto nel 1873, ad opera dei fratelli Nobel, Ludwig e Robert (il fratello Alfred era l’inventore della dinamite), un impero petrolifero http://www.visions.az/history,105/ . Ricordo che la famiglia Nobel lavorava da anni in Russia in progetti e costruzioni. Uno dei primi problemi da risolvere era la distribuzione del petrolio o dei suoi derivati in una nazione priva di strade ma ricca di fiumi, e la sua esportazione nei mercati non coperti dalla americana Standard Oil (che erano pochi).

 

Monopolistic conglomerates such as Prodamet, Truboprodazha, Produgol, and Prodvagon held the dominant positions in industry. At the beginning of World War I there were more than 150 monopolies in operation in Russia, and they controlled all the basic branches of industry. Prodamet, a merger of 30 major metalworking enterprises and joint-stock companies, owned more than 70 % of all the share capital invested in the country’s metalworking industry and was responsible for more than 80% of all metal production. The Railwaymen’s Union, which had been formed as early as the 1880’s, was responsible for as much as 75% of all rail production. The Prodvagon syndicate had concentrated into its hands virtually all production of railroad cars in the country. The Produgol’ syndicate controlled 70% of all coal selling. As much as 80% of all kerosene sales in Russia were the domain of the Nobel’-Mazut Company. The sugar manufacturers’ syndicate controlled 90% of sugar production, and that of the match manufacturers controlled 95% of match production. Major banking associations arose alongside the industrial monopolies. These included the Russo-Asiatic Bank, the St. Petersburg International Commercial Bank, and the Azov-Don Bank. As much as 80% of all banking capital was concentrated in the hands of the 12 largest banks

Intanto per esportare bisognava arrivare al Mar Nero dall'altra parte del Caucaso. Arrivarono allora in soccorso i Rothschild, ricca famiglia di banchieri ebrei francesi che costruirono un Porto petrolifero sul mar Nero, Batum, e la ferrovia di collegamento transcaucasica. Nel 1876 il petrolio russo della Nobel Bros (brothers) iniziò a rifornire il mercato interno dell'illuminazione poi l'Asia e l'Europa. In soli dieci anni la Nobel Bros riuscì a raggiungere una produzione annuale di 9 milioni di barili, pari a 1/3 di quella americana. Il kerosene russo sembrava addirittura migliore di quello Usa e comunque il manager acquisito Marcus Samuel (altro ebreo i cui genitori costruivano e vendevano scatoline ricoperte di conchiglie come si usa qui d'estate in riviera) aveva studiato una petroliera che utilizzava il canale di Suez mentre gli americani dovevano prima attraversare l'atlantico poi circumnavigare l'Africa per andare in Asia (Ricordiamo che il canale di Panama non era ancora stato aperto). La società costituita da Samuel per trasportare il greggio dei Rothschild, che ormai si sono sostituiti ai Nobel, si chiama Shell (conchiglia appunto). Nel 1900 la produzione mondiale di greggio è di 430.000 barrel/day barili al giorno di cui 200.000 sono russi, 165.000 Usa !!: il resto probabilmente del Messico e di altre piccole realtà come il medio oriente e l’estremo oriente.(1901-Usa prod. tot annua 69 milioni di barili, Russia 85 !!, cifra che non verrà più raggiunta per l'accrescersi di tensioni (1905/6) poi per la guerra contro il Giappone e la successiva guerra mondiale (Dardanelli chiusi) e la rivoluzione del '17).  

interno di officina in Russia

     
… The imperial permission for drilling oil wells was given in 1868. The second oil well 64 m deep was drilled by mechanical means in the settlement of Balakhany in Baku in 1871. Beginning from 1871 the oil wells were drilled everywhere and a new method of oil extraction completely replaced the old method of well-sinking. With the abrogation of the lease system Baku turned into the centre of the flow of foreign capital. In 1879 the Nobel Brothers founded in Baku a joint-stock company “The Nobel Brothers’ Partnership”, which soon became one of the biggest oil companies in the world. In the 80s the flow of the French capital to Baku started, which was represented by Rotschild, the Parisian banker, who became at the head of the Caspian-Black Sea oil industry and commercial fleet placing the work on broad footing in 1888. By 1890 he had taken under his control 42% of the export of Baku oil. The British capital appeared in Baku in the 90s when several financial magnates with James Wishure at their head founded here three firms. From 1874 to 1899, 29 joint-stock companies were established with the participation of a foreign capital. By 1916 the number of oil firms reached 104. By 1910 60% of the oil fields of Baku was taken under the control of three big trusts: “Royal Deutch Shell”, “The Nobel Brothers’ Oil Partnership” and “The Main Russian Oil Partnership”. The political developments at the beginning of the XX century (Russian-Japanese war and the revolutionary actions of masses in 1905-1907) further aggravated the growing decline of the oil industry. World War I also favoured the reduction of the production indices of the oil industry. In 1910 the gross extraction of oil in Azerbaijan comprised 499 million poods, in 1913- 449.4 million poods, and in 1917- 402.1 million poods (1 pood=16,38 kg) che scendono ulteriormente nel 1918 finendo per costituire uno scarso 12 % sul totale mondiale (6,585 mil. tonn). La produzione russa passa dai 270. milioni di pood del 1889 ai 671,576 del 1901 pari a 11 mil. di tonn metriche su un totale mondiale di poco sopra i 22.  

Baku nel 1886

Il Congresso di Vienna nella realtà russa

   
L'unica cosa che uscì dalla Russia dopo la rivoluzione francese e dopo Vienna (vedi a fianco) fu un "ammorbidimento" in stile Zarista. La Russia, che nelle battaglie Napoleoniche aveva calato l'asso più pesante (vedi uomini), fu assalita dalla convinzione mistica che lo Zar era stato mandato da Dio a ricostruire il suo "Regno" in Europa con una "Santa Alleanza": piccolo padre. La stranezza di questa convinzione era che doveva convincere i grandi della terra ad assecondarlo (entrando nella alleanza) e che i sudditi sarebbero diventati tutti figli suoi, con quel che ne segue probabilmente circa l'educazione, all'epoca molto rigida. Un trattamento severo, paternalistico, non scevro da punizioni corporali, che per i servi della gleba russi era già un miglioramento rispetto al presente, purché si mangiasse come figli al tavolo comune. Gli articoli della Santa Alleanza vissero il pallido sole di un inverno. Qualcuno dovette trattenersi dal ridere. Il trattato venne firmato fra il 14 e il 26 settembre del 1815. Esso consta di soli tre articoli, dal contenuto molto generico. Vi si mescolano appelli alla religione, dichiarazioni di fratellanza dei sovrani fra loro, paternalismo verso i sudditi, diritti dei monarchi assoluti a governare come “delegati della divina Provvidenza”.
Art. 1. - Conformemente alle parole delle Sacre Scritture, le quali comandano a tutti gli uomini di riguardarsi come fratelli, i tre monarchi contraenti resteranno uniti coi legami di una vera e indissolubile fratellanza e considerandosi come compatrioti in qualunque occasione e in qualunque luogo, si presteranno assistenza, aiuto e soccorso; e considerandosi verso i loro sudditi ed eserciti come padri di famiglia, li dirigeranno col medesimo spirito di fratellanza, da cui sono animati per proteggere la religione, la pace e la giustizia.
 

Gli Inglesi (anglicani e liberali) declinarono l'invito e gli austriaci (da cattolici) non potevano condividerne la dottrina di base (lo spirito ortodosso). La Santa Alleanza, trasformata dagli inglesi in Quadruplice Alleanza (prima i tre Inghilterra, Austria e Prussia poi la Francia) divenne molto più semplicemente uno strumento per impedire per decenni qualsiasi cambiamento territoriale e dinastico in Europa: una Onu reazionaria ante-litteram. Il tutto era gestito e regolato dal cancelliere austriaco Metternich. Il piccolo padre russo proseguì quindi con il suo sistema feudale destinato a crollare sotto i colpi della Rivoluzione 100 anni dopo.

 

 

Mark Twain - Un viaggiatore d'eccezione

Art. 2. - In conseguenza, il solo principio in vigore, sia tra detti governi, che tra i loro sudditi, sarà quello di rendersi reciprocamente servizio, di manifestarsi con una benevolenza inalterabile la scambievole affezione da cui devono essere animati, di considerarsi tutti come membri di una medesima nazione cristiana, riguardandosi i tre principi alleati come delegati dalla Provvidenza a governare tre rami di una stessa famiglia, cioè: l’Austria, la Prussia e la Russia. (...) Le Loro Maestà raccomandano in conseguenza con la più grande sollecitudine ai loro popoli come unico mezzo per godere di quella pace che nasce dalla buona coscienza e che sola è durevole, di fortificarsi ogni giorno di più nei principi e nell’esercizio dei doveri che il Divino Salvatore ha insegnato agli uomini.
Art. 3. - Tutte le Potenze che vorranno solennemente confessare i sacri principi che hanno dettato il presente Atto e che riconosceranno quanto importa alla felicità delle nazioni, troppo a lungo agitate, che queste verità esercitino ormai sui destini umani tutta l’influenza che ad esse appartiene, saranno accolte con altrettanta sollecitudine quanta affezione in questa Santa Alleanza.

 

IL COTONE RUSSO

Tra 700 e 800 si sviluppa in Russia la manifattura del cotone, sia a livello industriale che familiare con cotone nazionale e d'importazione (Persia, Centrasia ma anche Stati Uniti) http://www.iisg.nl/research/russia.doc . Ciò spinge lo zar verso quelle terre autonome ancora non assoggettate che vanno dall'Asia centrale all'Afghanistan produttrici del grezzo (balle) e serbatoio di un allargamento della produzione (terreni). In senso contrario anche l'Inghilterra si muove per evitare che la Russia, che non ha sbocchi diretti su oceani e mari aperti (se si esclude il mar glaciale artico e il lontano pacifico), ne possa un giorno sfruttare uno sull'Oceano Indiano. Questa manovra pone la Russia in diretto conflitto con gli interessi inglesi che a loro volta cercano di mettere sotto controllo l'inquieto Afghanistan e una via terrestre (o parzialmente tale) verso l'India (ricordiamo che Suez non esisteva)

 

Mark Twain's first encounter with the ruling Romanov family of Russia was in August 1867 when he met Czar Alexander II in Yalta, during the Quaker City excursion to Europe and the Holy Land. The owners of the ship Quaker City were hoping to interest Czar Alexander II in buying the ship and a visit with him was included in the tour's itinerary Universita di Berkeley (Cal) http://bancroft.berkeley.edu/Exhibits/MTP/index.htm
After the civil war, Quaker City decommissioned at the Philadelphia Navy Yard on 18 May and was sold at auction there on 20 June. Redocumented on 11 August, Quaker City served American commerce under U.S. registry until sold abroad in 1869. During a trip to Europe in 1867, she was the scene of some of the tales related by Mark Twain in his book "The Innocents Abroad". The steamer was sold and renamed Columbia in 1869, then, after joining the Haitian Navy in the same year, became "Mont Organisé". Sold again in February 1871, she was renamed "République", but was lost at sea off Bermuda later in that month

 

.Yalta 1861

     
L'Inghilterra con le guerre afghane (1834/1880) andrà incontro a cocenti sconfitte lasciando di fatto quell'area tribale indistinta, nociva fino ai giorni nostri. In questo contesto avviene l'incidente di Panjdeh (1885), dove si rischia un conflitto fra Russia e G.B. Dal 1865 (Taskent) al 1882 tutta l'Asia centrale viene sottomessa dai Russi (mappa a fianco). Nel 1868 è espugnata Buchara, che era difesa da dodici chilometri di mura e da porte fortificate. Nel 1869 viene fondata Krasnovodsk, sulla riva orientale del Caspio. Poco dopo sono conquistate Aschabad e Merv. Nel 1882, Buchara, Chiva e Kokand sono annesse ai territori del governatorato. La politica di conquista subisce una forte accelerazione quando la guerra civile americana blocca l'esportazione del cotone. Il governo russo e i capitani d’industria compresero anche che le loro merci non potevano competere in Europa con i prodotti dell'occidente, meccanizzati, ma in Asia centrale e medio-orientale il mercato è vergine e ne potevano disporre liberamente. Samarcanda fu raggiunta per ferrovia nel 1888 e quella Orenburg-Tashkent fu completata nel 1905. Un'altra operazione fu quella dei coloni spinti volenti o nolenti (ex schiavi o prigionieri) verso le terre di conquista, una corsa all'est contraria a quella americana.  (Asia centrale di B. Mayhew)  

espansione russa nell'Asia Centrale nell'800

Esercito - Classe militare  

Una vittima recente del cotone è il lago d'Aral, nella piantina, ora quasi scomparso per irrigare i campi di cotone (deviazione obbligata dei suoi affluenti)

La molla che portò al cambiamento del concetto di difesa era nato prima dell'emancipazione dei servi della gleba e forse ne fu anche la spinta. La sconfitta subita in Crimea, a 50 anni dalla avventura napoleonica, non lasciava presagire nulla di buono, specialmente dopo il rafforzamento di Prussia (ora Grande Germania nel 1866 aveva piegato i cugini Viennesi e nel 1870 aveva cancellato dalla scena i Bonaparte): Naturalmente non era solo un problema russo ma di trovare "estimatori" e alleati in Europa neanche a parlarne con la loro autocrazia. Un tale regime poi doveva rispettare una regola soltanto: non mettere mai un fucile in mano a un servo: prima poi lo userà contro di te.

The regime also sought to reform the military. One of the chief reasons for the emancipation of the serfs was to facilitate the transition from a large standing army to a reserve army by instituting territorial levies and mobilization in times of need. Before emancipation, serfs could not receive military training and then return to their owners. Bureaucratic inertia, however, obstructed military reform until the Franco-Prussian War (1870-71) demonstrated the necessity of building a modern army. The levy system introduced in 1874 gave the army a role in teaching many peasants to read and in pioneering medical education for women. But the army remained backward despite these military reforms. Officers often preferred bayonets to bullets, expressing worry that long-range sights on rifles would induce cowardice. In spite of some notable achievements, Russia did not keep pace with Western technological developments in the construction of rifles, machine guns, artillery, ships, and naval ordnance. Russia also failed to use naval modernization as a means of developing its industrial base in the 1860s. (trad. a lato >>>)

 

ESERCITO - Il regime assolutista zarista  ha anche cercato di riformare il sistema militare. Una delle ragioni principali per l'emancipazione dei servi della gleba era quello di facilitare la transizione da un esercito permanente professionale di grandi dimensioni a un esercito di riserva, istituendo prelievi territoriali e mobilitazioni nel momento del bisogno. Prima della emancipazione, i servi della gleba non potevano ricevere addestramento militare (chiaramente pericoloso). L'inerzia burocratica, però, ostacolò la riforma militare fino a quando la guerra franco-prussiana (1870-71) dimostrò la necessità di costruire un esercito moderno. Nel 1874 si ebbero quindi diverse novità comresa la lotta all’analfabetismo. Ma l'esercito è rimasto indietro, nonostante queste riforme militari. Gli Ufficiali spesso preferivano le baionette alle pallottole (L’uomo alla macchina), esprimendo la preoccupazione che nel lungo tempo una guerra da “lontano e non a corpo a corpo indurrebbe vigliaccheria. Nonostante alcuni risultati di rilievo, la Russia non ha tenuto il passo con gli sviluppi tecnologici occidentali nella costruzione di fucili, mitragliatrici, artiglierie, navi e cannoni navali. La Russia non è riuscita ad utilizzare la modernizzazione della marina come strumento di sviluppo della sua base industriale nel 1860.

     
Gli Ebrei - "The Pale of Jewish settlement" - I Protocolli dei Savi di Sion   Abraham Cahan (1860-1951) - Perduti in America (1926) "Il Ghetto di New York"

Caterina II (detta la Grande, Zar di tutte le russie) ha istituito il “Pale” nel 1791 come territorio esclusivo dove dovevano vivere gli Ebrei (e che corrispondeva ad un’area di circa 1 milione di Kmq (tre volte l’Italia !!!) tra il Mar Baltico e il Mar Nero sul confine Austro Tedesco). Le vicende degli anni successivi caratterizzati dalla rivoluzione francese portarono ad una espansione russa verso la Polonia con l’aumento considerevole degli ebrei. Il pale oltre che per la popolazione residente servì per allontanare da San Pietroburgo e Mosca validi concorrenti in molte attività professionali e artigiane. Il Pale comprendeva il territorio dell'attuale Polonia, Lettonia, Lituania, Ucraina e Bielorussia. Più del 90% degli ebrei russi furono costretti a vivere qui in cattive condizioni, separati dalla popolazione “civile” o in villaggi agricoli monorazziali. Nel 1910 si contano ancora più di 5 milioni di Ebrei nonostante la forte emigrazione verso gli Stati Uniti sia già iniziata. E’ in questo serbatoio che i tedeschi pescheranno più della metà delle vittime dell’olocausto. Gli ebrei pagavano le tasse il doppio e gli era impedito quasi tutto. Solo verso il 1860 gli vennero concesse delle libertà subito revocate vent’anni dopo quando furono accusati dell’assassinio dello zar e soggetti a Pogrom. La maggioranza degli ebrei viveva in città e townlets o Shtetl, anche se la più grande comunità era nelle città di Varsavia, Lodz, Vilna (ora Vilnius), e Kishinev (oggi Chisinau). Il Pale di fatto ha cessato di esistere durante la Prima Guerra Mondiale, quando gli ebrei in gran numero sono fuggiti verso l'interno russo sotto la spinta delle forze d'invasione tedesche. Dopo la rivoluzione sovietica del 1917, il governo provvisorio ha di fatto abolito il Pale. http://www.friends-partners.org/partners/beyond-the-pale/index.html  immagini http://www.friends-partners.org/partners/beyond-the-pale/english/29.html 
E’ dell’inizio del XX secolo il Pamphlet “I protocolli dei Savi di Sion” elaborato dalla polizia segreta dello Zar (l’«Ochrana») nel 1903 e poi rispolverato nel 1905 all’epoca della prima rivoluzione popolare. La sua diffusione fuori dai confini russi diventerà la base delle persecuzioni naziste come lo sarà ancora ai giorni nostri per ogni genere di persecuzione e discriminazione (vedi cattolici, arabi, oltre che intellettuali di sinistra).Pubblicità antisemita di diversi anni dopo

I Protocolli dei Savi di Sion

La rivoluzione francese, il darwinismo, le ricorrenti crisi economiche, l’influenza crescente del movimento operaio (Marx era figlio di un rabbino come lo saranno molti rivoluzionari erano ebrei:... si ricorda per esempio come uno dei primi “sovietologi” svedesi, non particolarmente noto come antisemita, Alfred Jensen (1859-1921), calcolasse nel 1920 che il 75% dei dirigenti bolscevichi russi fosse ebreo, anche se si deve considerare che questo dato precede l’epurazione di molti dirigenti ebrei dopo l’espulsione dell’ebreo Lev Trotsky (1879-1940) dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica nel 1927.http://www.cesnur.org/2007/mi_ebrei.htm ), gli attentati terroristici, le guerre, ecc., erano presentati come il prodotto di questa strategia segreta, concepita dall’assemblea dei Savi e condotta con determinazione, avvalendosi di un altro complice, la Massoneria. Infiltratisi nelle logge massoniche, gli uomini dei Savi ne avevano fatto un loro strumento d'azione, diffondendo tra i cristiani gli ideali della democrazia e dell’anarchia e spingendo le masse a ribellarsi contro i sovrani legittimi.

da Wikipedia: La fonte originaria dei Protocolli .. è un pamphlet del 1864 intitolato Dialogue aux enfers entre Machiavel et Montesquieu scritto dal satirista francese Maurice Joly. L'autore attacca le ambizioni politiche di Napoleone III mettendo in scena un immaginario dialogo tra Machiavelli e Montesquieu all'inferno. L'opera di Joly era ispirata ad un famoso romanzo di Eugène Sue, I misteri del popolo, nel quale il ruolo dei cospiratori era affidato ai Gesuiti. Nessuna delle due opere menziona gli ebrei. Joly fece stampare il pamphlet in Belgio e cercò di reintrodurlo illegalmente in Francia, dove era proibito criticare la monarchia di Napoleone III. La polizia sequestrò un gran numero di copie e l'opera fu proibita. Joly, individuato come l'autore, fu processato il 25 aprile 1865 e condannato a 15 mesi di prigione. Nel 1868 Hermann Goedsche, un antisemita tedesco, pubblica con lo pseudonimo di Sir John Retcliffe un'opera dal titolo Biarritz nella quale riporta i dialoghi di Joly. Goedsche era un impiegato postale licenziato per aver falsificato nel 1849 delle prove nel processo del progressista Benedict Waldeck. Nel capitolo del libro "Il cimitero ebraico di Praga" e il Consiglio dei rappresentanti delle Dodici Tribù di Israele, Goedsche immagina un'assemblea segreta di rabbini, che si riuniscono ogni 100 anni, con lo scopo di pianificare la cospirazione giudaica. Questo racconto si rifà ad un episodio narrato da Alexandre Dumas padre (nel romanzo Giuseppe Balsamo). Nel racconto di Dumas, Cagliostro e i suoi seguaci mettono in atto una cospirazione che riguarda una collana di diamanti. Il capitolo di Goedsche si conclude con i dialoghi tratti da Joly.

Non stiamo qui a identificare le radici dell'odio antiebraico perché ormai arcinote e di cui l'olocausto, dopo quello cattolico, non era l'ultimo atto. Nasceva anche in quegli anni il sogno di una nazione propria nelle terre d'origine (V Congresso sionista, tenutosi a Basilea nel 1901 con la determinazione di iniziare ad acquistare terreni in Palestina). Fra il 1919 e il 1921 i Protocolli furono tradotti un po’ in tutta Europa e negli Stati Uniti, venendo più volte ristampati. In un paese sconfitto come la Germania, la tesi del tradimento interno operato dalle forze del potere economico e della rivoluzione, parimenti in mano agli ebrei, si diffuse rapidamente, contribuendo all’ascesa del nazismo e alimentando quell’odio verso gli israeliti che avrebbe reso possibile il loro sterminio. Apparsi a Gerusalemme su un periodico della comunità cattolica prima della seconda guerra mondiale, i Protocolli, nel corso degli anni ’50 (con la costituzione dello Stato Ebrico), divennero un’arma di propaganda in mano agli Arabi che raccoglievano il testimone del nazismo prima poi del fascismo. Le migrazione ebree in Europa http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/migranti.htm [ il Protocollo http://www.juliusevola.it/pdf/protocolli.pdf  ] http://it.wikipedia.org/wiki/Populismo_russo

  ... For it lies in the heart of that part of the East Side which has within the last two or three decades become the Ghetto of the American metropolis, and, indeed, the metropolis of the Ghettos of the world. It is one of the most densely populated spots on the face of the earth--a seething human sea fed by streams, streamlets, and rills of immigration flowing from all the Yiddish-speaking centers of Europe. Hardly a block but shelters Jews from every nook and corner of Russia, Poland, Galicia, Hungary, Roumania; Lithuanian Jews, Volhynian Jews, south Russian Jews, Bessarabian Jews; Jews crowded out of the "pale of Jewish settlement"; Russified Jews expelled from Moscow, St. Petersburg, Kieff, or Saratoff; Jewish runaways from justice; Jewish refugees from crying political and economical in justice; people torn from a hard-gained foothold in life and from deep-rooted attachments by the caprice of intolerance or the wiles of demagoguery--innocent scapegoats of a guilty Government for its outraged populace to misspend its blind fury upon; students shut out of the Russian universities, and come to these shores in quest of learning; artisans, merchants, teachers, rabbis, artists, beggars--all come in search of fortune. pogrom

....il cuore di quella parte dell'East Side che negli ultimi venti o trent'anni è diventata il Ghetto della Metropoli per eccellenza, o meglio la Metropoli dei Ghetti del Mondo. È uno dei luoghi più affollati sulla faccia della terra, un brulicante oceano umano alimentato da rivoli, torrentelli e fiumiciattoli d'immigrazione che vi si gettano da tutti i centri di lingua yiddish sparsi per l'Europa. Qui non v'è isolato che non dia ospitalità ad Ebrei giunti da ogni angolo o cantuccio di Russia, Polonia, Galizia, Ungheria, Romania. Ebrei della Lituania, della Volinia, della Russia meridionale, della Bessarabia. Ebrei che non hanno trovato posto entro i confini dell'insediamento ebraico, Ebrei russificati espulsi da Mosca, da S.Pietroburgo, da Kiev, da Saratov, Ebrei sfuggiti alla giustizia ed Ebrei rifugiatisi altrove per sfuggire all'ingiustizia politica ed economica. Gente strappata al posto conquistato a fatica nella vita e a devozioni profondamente radicate, dal capriccio dell'intolleranza o dagli inganni della demagogia. Innocenti capri espiatori d'un governo colpevole, offerti come vittime sacrificali a un popolino oppresso e oltraggiato che su di esse scaricava la propria furia cieca e repressa. Studenti espulsi dalle università russe, e approdati a queste spiagge affamati di cultura e di sapere. Artigiani, mercanti, insegnanti, rabbini, artisti, mendicanti, tutti in cerca di fortuna. http://it.wikipedia.org/wiki/Zona_di_residenza  Shtetl

     

Nobiltà

 

L’obscina era una specifica forma di democrazia contadina che vigeva nelle comunità rurali della Russia fino al primo 900. La base dell’obscina era il villaggio o più villaggi. Era governata dall’assemblea dei capi-famiglia -chiamata Mir, che vuol dire "pace", ma anche "mondo"- che decidevano i principali aspetti della vita del villaggio e in particolare della ripartizione delle terre. Il governo autocratico zarista utilizzò queste forme comunitarie per raccogliere risorse, cioè le imposte, ma proprio tale sfruttamento fu causa di grandi tensioni. Il contadino russo non vedeva il nobile o stato proprietario come destino naturale delle tasse al contrario dell’occidente. Qui i castelli erano stati creati e incassavano tributi per difendere il popolo, cosa che in Russia non doveva essere praticata. Da noi il Castello di solito cinge con una mura la cittadella e con l’altra il borgo mentre in Russia i “Kremlini” sono isolati e minacciosi e il nobile viene visto solo come un predatore (Rivolta di Pugacev o Pugaciòf (1740/1742 – Mosca, 10 gennaio 1775)).

kERENSKY IL PRIMO RIVOLUZIONARIO

Da pbmstoria: RUSSIA E STATI UNITI. A fine 800 restava un'eccezione: la Russia, dove l'antiebraismo aveva ancora tratti medievali. Sugli ebrei dell'Ucrania si erano scatenati i pogrom sin dal momento della sua annessione nel 1648; ma dopo la spartizione della Polonia la minoranza ebraica in Russia crebbe a cinque milioni di individui entro il XIX secolo. Soggetti a vessazioni di ogni genere, gli ebrei russi cominciarono dal 1882 a sperimentare la violenza dei pogrom, nei quali il fanatismo popolare era spesso fomentato dalla polizia segreta zarista. Già dal 1865 gli ebrei più poveri avevano cominciato a emigrare verso gli Stati Uniti, raggiungendo gli ebrei tedeschi che vi erano emigrati fra il 1840 e il 1860 per le stesse ragioni di povertà; dopo i pogrom del 1882-1883 e ancor più dopo quelli del 1903 e 1905, il timore delle violenze si venne ad aggiungere alle altre spinte all'emigrazione. Mentre l'ondata tedesca aveva riguardato circa centomila persone, quella russa portò fra il 1865 e il 1915 all'emigrazione di due milioni di persone. La loro americanizzazione, come già era accaduto in precedenza agli ebrei tedeschi, fu molto rapida


Pogrom è un termine russo che significa “distruggere con atti violenti”. Si riferisce alle aggressioni contro gli ebrei da parte delle popolazioni locali, avvenute Russia e in altre parti del mondo. Il primo di questi attacchi ad essere chiamato pogrom fu il tumulto scoppiato contro gli ebrei ad Odessa nel 1821 (le vittime andavano da qualche decina a migliaia). Successivamente si ebbero  disordini anti-ebraici tra il 1881 e il 1884, a seguito dell’assassinio dello zar Alessandro II da parte di un presunto ebreo nel gruppo degli attentatori (gli attentatori facevano parte del gruppo rivoluzionario anarchico e populista "Narodnaja Volja", "Volontà del Popolo"). Durante l’epoca zarista, al tradizionale risentimento verso gli ebrei dovuto all’antagonismo religioso, si aggiunsero ragioni economiche, sociali e politiche che vennero usate come vero pretesto per i massacri

La solita nobiltà provinciale terriera (la proprietà terriera non era solo della nobiltà provinciale ma anche della chiesa ortodossa e dello Stato), di formazione imperiale e non feudale, poiché era lo Zar che i titoli li dava e li toglieva a seconda del contributo che questi davano nel governo della cosa pubblica. Quando nel 1861 la nuova legge sulla emancipazione dei contadini gli tolse progressivamente la terra da sotto i piedi, in pratica gli tolse anche parte del potere (ripartiva il potere non i soldi che sono anche cosa diversa) che andava al nuovo status dell’impiegato (dirigente) pubblico che entrava a sua volta nei titoli nobiliari. La fine "giuridica" del servaggio (servi della gleba) dei contadini si ebbe nel 1861 quando si stabilirono concetti base sulla “proprietà” contadina. Proprietà non nel senso di terra bensì possibilità del nobile di vendere, regalare contadini o immischiarsi nelle loro faccende familiari. Risvolto positivo per i contadini il diritto “ipotetico” di acquistare a proprio nome beni immobili, di esercitare attività commerciali o industriali, di agire in giudizio. Tutti diritti più teorici che effettivi. La proprietà della terra infatti restava sempre in mano agli agrari. Ai contadini veniva concessa in uso privato una determinata estensione di terra coltivabile, in cambio della quale dovevano comunque assolvere ad obbligazioni gravose (barscina lavoro obbligatorio gratuito da svolgersi in un numero di giorni prefissati per il padrone e obrok (il tributo in natura o in denaro che i servi della gleba dovevano al proprietario terriero. Si diffuse nelle province centrosettentrionali dove i raccolti, soprattutto a causa della rigidità del clima, erano assai più scarsi che nella Russia meridionale). Erano istituti feudali presenti anche nell’Italia meridionale prima della unificazione. Il complesso passaggio della riforma fece si che nel 1881 a 20 ani di distanza 1/7 degli ex-servi della gleba erano ancora tali strozzati da affitti capestro. Non solo ma gli agrari tendevano ad impedire ai contadini di comprarsi le terre migliori: a tale scopo era sufficiente imporre delle condizioni di riscatto molto onerose; lo erano talmente tanto che lo Stato dovette intervenire a più riprese nel concedere prestiti ai contadini con l'obbligo di restituirli entro 49 anni !!!. Tali indennità di riscatto verranno cancellate solo con la rivoluzione del 1905-1907. Chi riuscì a comprarsi delle terre e a metterle a profitto (col commercio e l'usura più che con capitali) prese il nome di kulak (ma di strumenti moderni e macchine per ora neanche a parlarne e un raccolto di pura sussistenza). I Kulaki nel tempo assursero però alla figura del piccolo proprietario e indirettamente del nuovo capitalista (come diceva Stalin).
Una ulteriore classificazione riguarda la borghesia commerciale e industriale che, di fronte ai progressi della Germania e dell’Inghilterra, venne sempre più a prendere piede a discapito dei nobili in “crisi”. Furono i moti rivoluzionari del 1905 ad arrestare questo fenomeno quando 30.000 famiglie nobiliari terriere (possedevano 70 milioni di desjatine di terra (1 desjatine= poco più di 1,0925 ha), mentre ben 10,5 milioni di aziende contadine ne possedevano solo 75 milioni) sostennero lo Zar nella revisione della legge elettorale. Tra il 1907 e il 1910 dei 9,5 milioni di contadini che possedevano terre su base comunitaria (obscine), circa 2,5 milioni riuscirono ad ottenere un titolo di proprietà personale esclusivo, ma di questi contadini oltre un milione fu costretto a rivenderlo. Infatti, là dove era maggiore la concentrazione di terre dei pomescik (grandi terrieri) e dei kulaki, lì i contadini meno agiati ebbero scarsissime possibilità di affermarsi. Tra il 1900 e il 1914 i contadini rovinati si trasferirono nelle città industriali o emigrarono. La bassa classe contadina si era quindi già divisa in due. Chi non aveva preso le terre dei nobili poteva prendersi quelle dello stato che faceva cassa (sempre nel 1861). Ma il problema riscatto non cambiava. Esisteva poi un’altra forma d’essere del contadino che faceva parte della Obscina (comunità colturale), retaggio feudale dei nomadi che nello spostarsi venivano investiti della coltivazione di un appezzamento ad uso personale ma non in proprietà (e veniva ciclicamente redistribuita per compensare diseguaglianze). Se uno usciva dalla comunità nulla gli era dovuto (e neanche poteva lasciare il diritto al che non fosse anche lui contadino). Stranamente questa “collettivizzazione della terra venne condannata ed osteggiata dai bolscevichi che ne diedero poi una loro versione (Kolkoz). Per le colture delle Obscine si doveva stare agli ordini di un mir che stabiliva rotazioni e quant’altro in conseguenza del fatto che in Russia si andava a strisce di terreno e disomogenee e quindi non si poteva decidere autonomamente le fasi dei trattamenti dei terreni (es: uno irrigava se irrigavano anche i suoi vicini).
 

da "La rivoluzione russa" di Giuseppe Vottari

..15 anni dopo il varo della riforma sulla abolizione della servitù, la redistribuzione delle terre era comunque in larga parte avvenuta, sconvolgendo la tradizionale suddivisione. Nel 1877 le terre imperiali (413 mil Ha) erano per il 42% dello stato, per il 31% dei contadini (comprese le obscine) per il 19% dei nobili e per il 3% dei cittadini...Nel 1905 la percentuale dei contadini era salita al 36%. L’emancipazione voluta dallo zar Alessandro II non risolse quindi che in minima parte le gravi tensioni sociali che l’avevano resa ineluttabile e non pose fine alle arretratezze strutturali del settore agricolo, anche se nel tempo a lungo andare rese possibile la nascita di uno strato di contadini agiati proprietari (Kulaki).  L’impetuosa crescita demografica che interessò la Russia dall’ultimo quarto dell’800 al 1914 (fece raddoppiare la popolazione) aggravò il problema del sovraffollamento nelle campagne e peggiorò notevolmente il già basso livello di vita, su cui incisero profondamente le ricorrenti carestie (se ne contarono 5 solo nel decennio 1891-1901) e i cattivi raccolti.

 

CONTADINI

Aleksandr Radišcev - Viaggio da Pietroburgo a Mosca ....
"E lavori così anche per il padrone?"
"No, signore, ché lavorare così per lui sarebbe peccato. Il padrone ha cento braccia nel campo per una bocca sola, io invece ho due braccia per sette bocche, il calcolo lo fai da te. E poi puoi pure distruggerti di lavoro per il padrone, ma tanto chi ti dice grazie... Il signore non ti pagherà il testatico, non ti concederà né un montone, né un po' di tela, né una gallina, né del burro. Da noialtri si vive meglio dove il signore si prende dal contadino l' obrok, e ancora meglio senza il fattore. È vero che a volte anche i padroni buoni prendono più di tre rubli per anima, ma tutto è meglio della barscina. Ora poi si sta introducendo l'uso di affittare i villaggi, come si dice. Noi però questo lo chiamiamo affittare non solo il corpo, ma pure l'anima! Il nudo fittavolo spella vivi i contadini; e pure il tempo migliore ci porta via. D'inverno non ci permette di arrotondare come vetturini, o lavorando in città: lavori sempre e solo per lui, perché paga il testatico. Invenzione più diabolica non c'è: far lavorare i propri contadini per un altro. Di un fattore cattivo sai bene o male con chi lagnarti, ma per un fittavolo a chi ti rivolgi?" ...

 

    (Hitler non ha inventato nulla di nuovo ha solo copiato dai Russi).

Anche nell’est europeo l’immagine dell’ebreo era quella del mercante, o comunque di quello che maneggia il denaro, quindi era visto come la quintessenza della borghesia. Era però un’immagine sbagliata perché certamente c’erano ebrei di questo tipo, ma la maggioranza degli ebrei viveva in villaggi rurali, i famosi shtetl raffigurati nei quadri di Chagall, in cui la tematica del comunitarismo era fortissima (ora il Kibbutz d'Israele). Non sono pochi gli studi che mostrano come, tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, nel mondo ebraico orientale il dibattito tra la via liberal-capitalistica e il socialismo ebraico fosse vivissimo e di grandissima qualità. E’ in quel mondo che nasce il Bund, cioè l’organizzazione dei socialisti ebrei che fu importante anche per la nascita dei partiti socialisti e delle organizzazioni operaie in molti paesi europei e negli Stati Uniti, così come è in quel mondo che si trovano le radici dei kibbutz israeliani. Per tutto il resto gli Ebrei impersonavano nella Russia ortodossa come nell’occidente cristiano cattolico la funzione del capro espiatorio deicida stranota e abusata. 

 

I passi rivoluzionari del 1905

2 genn-  La piazzaforte russa di Port Arthur si arrende ai giapponesi
15 genn- In Russia scoppiano i primi disordini: sette giorni dopo la domenica di sangue
26 genn- Lo Zar promette riforme
29 genn- Sciopero generale in Polonia (Russa)
1 febb.-  Lo zar riceve a Tzarskoe Selo (Pietrogrado) una delegazione operaia e promette nuovamente le riforme
5 febb.-  La nobiltà russa si dichiara contraria alle riforme
17 febb- Il granduca Sergio, zio e cognato dello Zar viene assassinato
24 apr.- Insurrezione a Varsavia

20 giu.- Insurrezione in tutta la Polonia

27 giu.- Ammutinamento della Potemkin
19 ago.- Lo zar istituisce la Duma, camera elettiva. Delusione per le sue funzioni
2 sett.- Nel Caucaso scoppiano conflitti etnico-religiosi fra tartari e armeni cristiani
12 ott- Sciopero generale a Mosca
26 ott- Costituzione del soviet di Pietroburgo
28 ott- Sciopero ad Odessa. Massacri
30 ott- Manifesto di Nicola II: concessione delle libertà fondamentali
8 nov - Rivolta nella base navale di Kronstadt (Pietroburgo)
12 nov -Le provincie della Georgia si proclamano indipendenti. Ammutinamento di soldati russi a Vladivostok
23 nov- Ammutinamento nella flotta del Mar Nero
9 dic -  Trotzkjj presidente del soviet di Pietroburgo
23 dic.- Insurrezione dei Bolschevichi a Mosca

 

I passi rivoluzionari del 1906

5 mag. 06- Il Primo ministro Conte Witte viene accusato di liberalismo ed è costretto a dimettersi.
10 magg.- Solenne apertura della Duma a Pietroburgo (primo atto il programma dei cadetti)
15 giug.-  Pogrom antiebraico a Bialystok
21 lugl.-  Nicola II scioglie la Duma. Verrà riconvocata. Governo a Stolypin. Ammutinamenti in Finlandia e nel Baltico. La costituzione "concessa" dallo Zar stabiliva che i ministri dello zar non potevano essere nominati e non erano responsabili davanti alla Duma. Lo zar aveva inoltre il potere di sciogliere la Duma e indire nuove elezioni ogniqualvolta lo ritenesse opportuno.
25 ago -  Attentato a Stolypin
22 nov - Abolito l'obbligo di residenza nei villaggi per i contadini

 

La protesta operaia. Il popolo russo, « angustiato dai bisogni materiali », vuole le riforme subito, non tollera indugi. Il 22 gennaio 1905, una domenica, un'enorme folla di operai si dirige dai miserabili quartieri periferici di Pietroburgo al centro della città, verso il Palazzo d'Inverno, dove risiede lo zar; il corteo è guidato da alcuni preti ortodossi, i popi, « con la stola e la croce alta » . Vogliono presentare una lunga supplica al « buon padre ... ». Il corteo, giunto nel centro di Pietroburgo, viene assalito da reparti di cosacchi, che aprono il fuoco sulla folla: « Fu una spaventosa carneficina, tale da far pensare agli orrori della grande rivoluzione e della Comune francese». I giornali inglesi e francesi parlano di 3000 morti e 5000 feriti. Le vittime della « domenica di sangue» costituiscono « una barriera insormontabile tra il popolo e il suo imperatore ». « ... la ribellione delle classi operaie in Russia è tutt'altro che cessata. Gli scioperi e le proteste si diffondono, a Pietroburgo continuano i disordini. Due plotoni di cosacchi, inviati a reprimere a colpi di sciabola e di frusta uno sciopero in una fabbrica della capitale, vengono contrastati dalla coraggiosa reazione delle donne e degli operai che « si gettarono davanti ai cavalli ... si aggrapparono alle gambe dei cavalieri ». Anche a Varsavia (russa) a Pasqua si replica. L'impero è messo a dura prova su due fronti. La guerra fra Russia e Giappone attuata per la maggior parte in mare vede la Russia soccombere e subire pesanti condizioni.

L’emancipazione di 45 milioni di servi della gleba per avere uno stato moderno più produttivo e più partecipato non era cosa da poco. Per contro un rischio c’era ed era la contrarietà della nobiltà provinciale, specialmente quella dislocata nei territori di confine occidentale Europeo. Alla fine qualcuno disse che salvò capra e cavoli. I proprietari andavano indennizzati e non espropriati. Ai proprietari terrieri fu concesso di tenere per se 1/3 delle terre. Lo stato fece da mediatore con proprio funzionario nella stima dei terreni e il proprietario alla fine chiedeva ed otteneva di avere oltre il prezzo anche una buonuscita sul servo. Di soldi ne correvano pochi e venne quindi studiato un meccanismo con pagamento del 20% subito da parte del contadino; il restante 80% lo stato emetteva Titoli (BTP) al 5% che dava ai proprietari e i contadini stipulavano con lo stato un mutuo a 49 anni al 6%. In mezzo si considerava che lo stato nel tempo avrebbe incassato più tasse da tutti questi piccoli capitalisti. Il gioco valeva la candela ?. Per le terre dello stato si evitava il passaggio intermedio. La comunità (obscina) si rafforzava grazie anche ad una legge del 1893 che prevedeva la non uscita dalla comunità dei suoi membri senza il consenso dei 2/3.  
Passi da Antonello Venturi Lo Zarismo

.... Dal punto di vista economico, in genere la riforma spinse il contadino alla rovina, per gli eccessivi pagamenti dovuti allo stato quale riscatto delle terre spettantigli e allo stesso tempo per l'insufficienza degli appezzamenti attribuitigli. Si fosse trattato del trapasso dal vecchio sfruttamento dei proprietari terrieri nobili ad una aperta politica governativa di espropriazione della popolazione rurale, l'ibrida soluzione russa si sarebbe avvicinata al modello di emancipazione contadina senza terra offerto, ad esempio, dalla Prussia (per tutto il secolo stato modello della Russia autocratica), finalizzato alla creazione di un proletariato agricolo e, in prospettiva successiva, industriale. Tuttavia, ciò era esattamente quanto, per ragioni politiche ed esigenze di ordine sociale, il governo zarista non desiderava. L'aspetto giuridico-amministrativo della riforma mirava infatti, in modo contraddittorio, vista la scarsezza dei mezzi assicurati - a continuare a conservare il legame contadino con la terra: mentre la fine della dipendenza personale permetteva agli ex servi di spostarsi liberamente, acquistare proprietà, dedicarsi al commercio, intraprendere azioni legali; allo stesso tempo l'alienazione dei lotti ottenuti - e la fuga quindi dai connessi gravami - venne prima vietata, poi resa pressoché impossibile da una serie di norme che sostanzialmente impedivano la fuoriuscita dal gruppo familiare e dalla comune. Una comune, del resto, sempre più rigidamente sottoposta a funzionari governativi (e, dopo un trentennio, nuovamente alla nobiltà locale) dotati di ampi poteri disciplinari, che spaziavano dalle multe all'arresto, dalla fustigazione al lavoro forzato. I contadini vennero cosi a costituire un gruppo sociale - più dell'80% della popolazione - segregato, e sottoposto alla responsabilità collettiva della comune. Numerosi erano inoltre gli svantaggi che ne segnavano la vita sociale: specifici obblighi tradizionali (alloggio delle truppe, riparazione delle strade ecc.), speciali tribunali rurali dotati di ampia discrezionalità, fino al 1904 punizioni corporali (abolite per gli altri ordini nel 1863) e fino al 1906 restrizioni speciali sul passaporto interno. È in questo quadro che va considerata la crisi agraria che colpi la Russia verso la fine del secolo, caratterizzata da un'eccessiva crescita dei prezzi della terra ed un crollo di quelli del grano, la cui esportazione forzata andò sempre più costituendo la forma specifica dello sfruttamento contadino. Sia negli anni ottanta, sia dopo le gravissime carestie ed epidemie del 1891-92, infine, le zone più colpite da una generale depressione dei prezzi agricoli furono proprio le più fertili e densamente abitate, le aree centrali e orientali delle terre nere e il bacino del Volga. ... Le prime grandi rivolte contadine del periodo successivo all'emancipazione ed all'iniziale processo di industrializzazione scoppiarono nel 1902 (dando tra l'altro definitivamente vita al moderno socialismo agrario russo, quello del Partito Socialista Rivoluzionario o PSR), per culminare poi nella rivoluzione del 1905-07. L'uomo che si incaricò di reprimerne gli ultimi sussulti dopo le concessioni costituzionali, P. A. Stolypin, fu anche colui che più attivamente si sforzò di modernizzare e razionalizzare la vita contadina russa secondo i modelli della realtà agraria occidentale. Tra il 1906 e il 1911 il contadino russo ottenne così la piena parificazione di fronte alla legge, la libertà di residenza sul territorio dell'impero, forti aiuti finanziari per l'acquisto di terre, e infine un nuovo rapporto con la comune. Già nel 1903, dopo le prime rivolte, era stata abolita la responsabilità fiscale collettiva dei membri della comune, ma la nuova politica governativa successiva alla prima rivoluzione, tendente alla creazione di una forte classe di piccoli proprietari nelle campagne non poteva non porsi l'obiettivo di una frammentazione della vecchia organizzazione comunitaria del villaggio russo. Con Stolypin, fu spezzata l'unità legale del nucleo familiare contadino attraverso una ridefìnizione dei titoli di proprietà degli individui che lo componevano, ciò che avrebbe spesso comportato 1'espulsione dei suoi membri più giovani dalla vita economica del villaggio, mentre venne aperta ad ognuno la possibilità di abbandonare la comune conservando le proprie terre, delle quali si tese d'altronde a favorire un significativo accorpamento. .. Lo zar esercitava un assoluto controllo in campo legislativo, esecutivo e giudiziario, e pur essendo tenuto formalmente a conformarsi alle leggi, o a mutarle solo secondo le procedure e nelle forme della legalità, era nei suoi poteri esentare dal rispettarle o autorizzarne a posteriori l'infrazione, nonché conferire speciali ed eccezionali autorità al di là di ogni competenza legale a funzionari di sua fiducia (anche se non più, dopo l'assassinio dello zar Paolo, imporre illegalmente tributi, annullare titoli di nobiltà, forzare a conversioni religiose). Il maggior problema del diritto costituzionale della Russia d'ancien régime fu così quello di riuscire a fondare la distinzione tra legge e decreto amministrativo (ukaz), ricorrendo al quale era facile per lo zar aggirare l'unica, debole garanzia legale della vita pubblica dell'impero. Parallelamente, la maggior difficoltà di gestione del complesso apparato statale zarista restò sempre quella di riuscire ad ovviare all' estrema imprecisione nell'attribuzione delle specifiche competenze dei vari organismi di governo, inevitabile risultato dell'eccessiva concentrazione dei poteri e della totale sovrapposizione tra vita politica ed amministrativa dell'impero. Solo molto tardi e molto lentamente questo avrebbe infatti iniziato a dotarsi di una burocrazia moderna, specializzata e organizzata secondo principi funzionali. Fino alle grandi riforme degli anni sessanta (800) l'intera amministrazione locale, ad esempio, sarebbe stata costituita esclusivamente da funzionari eletti tra le proprie file dalla nobiltà di provincia, con compiti soprattutto di polizia locale. La bassa amministrazione, negli uffici provinciali come nei ministeri del governo centrale, era composta da individui reclutati senza alcuna procedura di assunzione che ne garantisse la formazione professionale, mentre nell' alta amministrazione, responsabile di scelte, soprattutto legislative tali da richiedere una decisione personale dello zar, si mescolavano inestricabilmente alti funzionari regolari, fiduciari del monarca, membri della famiglia imperiale.                                                                                                                             Didascalia alle immagini soprastanti >>

http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo/rivoluzione_russa/ 

 

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