MIGRANTI EBREI E TEDESCHI(5)

Il pogrom antiebraico del 1096

E LA PRIMA CROCIATA

Migrazioni ebree verso la Russia dal 1012 al 1495

 

LA DIFFICILE GALASSIA EBREA

Gli Ebrei presenti nei territori soggetti alle distinzioni etniche del dossier Polonia ( http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/polonia2.htm ) non erano una percentuale alta (6-7%) rispetto al totale della popolazione, più alta però di quella che si trova ad Ovest dell’Oder, Germania propriamente detta, che non supera il 2% (non si capisce quindi la caccia scatenata da Hitler verso una comunità, tutto sommato, così piccola e modesta anche se il suo peso economico raddoppiava). Dalla Polonia Orientale verso est, alla Bielorussia, Ucraina e Romania queste quote vanno gradatamente aumentando e non si tratta più dell’Ebreo ricco renano (di cui si lamentava Hitler) da cui qualcuno li fa comunque discendere ma dell’Ebreo Askenazita di probabile origine caucasica (armena) agricoltore o artigiano. Non facendo proselitismo erano ebrei praticamente solo quelli discendenti geneticamente e i pochi convertiti (non obbligatoriamente quelli dei matrimoni misti). Sulla ebraicità di questo grande ramo si discute ancora perché non li si riconosce come discendenti delle tribù d'Israele di cui si contesta anche la diaspora, ma solo popolazioni convertite (parte del bellicoso popolo dei Khazari, che verso il 740 della nostra era si era convertito alla Legge Mosaica (un paio di milioni d’individui), secondo lo schema tradizionale del proselitismo monoteista. Alla base di queste teorie c'è il non riconoscimento a Israele del diritto di nazione in medioriente tanto da arrivare a presupporre che i veri discendenti sono i palestinesi e gli altri ...... La loro lingua principale, lo yiddish, era una lingua costituita da una fusione fra il tedesco e l’ebraico antico del Talmud. Al massimo della loro espansione demografica (1931) arrivarono a rappresentare il 92% degli Ebrei del Mondo. Qualcuno fa risalire gli Ebrei Renani alla seconda grande cacciata dalla Spagna del 1492 con la reconquista (ma cacciate e persecuzioni c’erano già state dal 1350 (peste nera) e anche prima e motore di queste CACCIATE era l'inquisizione (al riguardo vedi la persecuzione visigota http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_Jews_in_Spain ante conquista araba)) e comunque ciò non spiega l’alto numero di quelli presenti nell’Europa Orientale. Lungo il Reno poi si ha già notizia di Ebrei già dall'anno 1000 quando poi qui vi ebbe luogo il primo pogrom sull'onda della prima crociata (detta dei pezzenti)  * per la liberazione della terra santa. Sia gli Ebrei tedeschi che quelli italiani avevano, come detto, già subito discriminazioni prima della scoperta dell’America. http://en.wikipedia.org/wiki/Ashkenazi_Jews  A quelli spagnoli dal 1492 si applica l'inquisizione reale.

A differenza dell' Occidente, nell’Europa orientale gli ebrei ebbero un insediamento prevalentemente rurale. Si distribuirono in numerosi villaggi e piccole città, gli shtetl, di cui costituivano la maggior parte della popolazione e dove formavano comunità nettamente distinte dall’ambiente contadino circostante soprattutto per costumi e lingua, lo yiddish. Alla fine del XVII secolo (1600) si valuta che in Europa su una popolazione complessiva di 100 milioni di abitanti, vivessero 750.000 ebrei di cui la metà nella regione Polacca. Gli Ebrei polacchi aumentarono con la costituzione del nuovo stato polacco nazionale poi con l’espansione di questo in Bielorussia e Ucraina (Russia) nel 1920. …da uno studio di Artur Ruppin….Ma se si volesse apprezzare lo scarto e raggiungere la cifra globale più aderente alla realtà non si saprebbe come impostare con serietà il calcolo. In molti Paesi che censiscono i culti o religioni risulta costantemente, dove vivono ebrei, un certo numero di cittadini che non intendono esprimere a quale fede religiosa obbediscono o che si dicono atei. In altri Paesi, senza censimenti o con parziali stime, si noverano soltanto gli ebrei appartenenti alla popolazione metropolitana, esclusi gli indigeni; mentre in altri Paesi ancora si indica il numero degli indigeni e occorre cercare altrove quello dei metropolitani. Non è escluso che in determinati casi, come nell'U.R.S.S. essendosi richiesta l'appartenenza alla « razza» e non alla « religione» ebraica, figurino fra alquanti gruppi etnici ariani non pochi ebrei. Per cui, tutto sommato e considerato, quando si raggiunge il totale mondiale di 16 551 000 ebrei, si è dinnanzi ad un minimo assoluto, che dà anche il più spiccato dei minimi quando si riferisce al complesso delle genti che vivono sulla faccia della Terra. (vedi dettaglio sotto)
 

* QUANDO IL PERSONAGGIO DI HITLER LO INTERPRETAVA IL PAPA

« Deus le volt » (Pietro l'eremita. Motto della Crociata dei pezzenti)

"Uccidi un ebreo ed avrai salva la tua anima"

Dalla riforma cluniacense doveva uscire una pacificazione dell'Europa e l'ennesima moralizzazione della chiesa, ma a conti fatti ne uscì solo un pogrom antiebraico (europeo) e una prima crociata le cui gesta efferate assursero come monito per quelle successive (fino alla totale sconfitta dei crociati 200 anni dopo ad opera del "feroce" Saladino).  Partì infatti dal Reno tutta la vicenda che porterà secoli dopo all'olocausto Ebraico (campi di sterminio nazisti) e che di seguito riassumiamo.

Ashkenaziti Ashkenaz=Germania e Sefarditi, dall'ebraico Sefarad=Spagna dall'altra erano le due grandi famiglie della diaspora ebraica avvenuta durante i regni di Babilonia (VI sec a.c.) e sotto l'impero romano. «I saggi di Ashkenaz - scriveva il talmudista renano Asher ben Yehiel (1250 circa-1327) - hanno ottenuto la Torà in eredità dai loro antenati, nei giorni della distruzione del Tempio» ma nulla dava credito a questa versione se non la tradizione orale dei secoli. A qualche secolo prima dei fatti che seguono risale comunque un primo insediamento a Colonia. Non avevano particolari limitazioni anche perché il ghetto non era ancora stato inventato (il ghetto è una invenzione italiana successiva). La dicotomia fra Impero e Papato per ora aveva lavorato a loro favore anestetizzandoli dalle intenzioni papali. Per il livello d'istruzione che avevano potevano gestire commerci, esattorie e professioni sconosciute al popolo, servo della gleba. Prestavano anche danaro ad interesse cosa proibita ai cattolici perché considerata usura (lo stesso di oggi nel mondo arabo). Data la disponibilità, a principi e imperatori fra un buon interesse a nessun capitale conveniva l'interesse e si dice fosse proprio "interesse e capitale", oggi diremmo soldi (prestiti) la causa della persecuzione. Una persecuzione antiebraica avrebbe di fatto cancellato i debiti contratti da molti. Questo è un classico delle vicende cattoliche che si replicherà coi Templari e ripreso nel film di Sordi "Il Marchese del Grillo" con l'ebreo ebanista Aronne Piperno - Sei ebreo e non ti pago -

 

Tra il X (900) e il XIII secolo (1200) le comunità ebraiche tra il Reno e la Mosella erano diverse centinaia: È del 1074 il privilegio emanato da Enrico IV a favore degli ebrei di Worms,, ma tutto fu inutile quando centinaia di predicatori e fra questo un certo Pietro l'Eremita si misero in cammino per diffondere il nuovo verbo Papale (Urbano II) - a Gerusalemme, a Gerusalemme - col discorso del 1095 da Clermont Ferrand (vedi sotto). Era previsto, dopo il fallimento di "1000 e non più mille", un'altra fine del mondo e bisognava essere a Gerusalemme per il ritorno del Messia (Parusia). E così nel 1096 un'orda di pellegrini armati, aizzati da predicatori invasati, piomba sulle comunità ebraiche del Reno con il diktat o ti converti o ti uccido. Anche quei pochi vescovi che li difendono rischiano di soccombere. Non valgono a nulla l'appello dell'Imperatore nè il silenzio del Papa. L'imperatore era lo stesso che rimase al freddo per giorni a Canossa, ma il papa no.

Pietro ricevuto dal Papada Medioevo Dicembre 2011 n. 179- ... La conversione degli ebrei era profeticamente ritenuta il primo passo verso l'unione finale di tutte le genti, presupposto alla seconda venuta del Cristo; circolavano d'altra parte in Europa notizie insistenti sull'amicizia tra ebrei e musulmani (questi a differenza dei cristiani erano tolleranti e lo saranno anche dopo), in parte, forse, effetto di una lontana conoscenza di realtà spagnole; infine, si intendeva colpire l'usura esercitata da quelle comunità e il rapporto privilegiato che esse mantenevano, specie in Germania, con i poteri regi e vescovili. Orde di pellegrini convinti che la fine dei tempi fosse arrivata e prossimo fosse il giorno del giudizio (segno profetico del quale avrebbe dovuto essere la conversione d'Israele), si gettarono sulle prospere e pacifiche comunità ebraiche del Reno. L'orrore inizia il 12 aprile 1096, il Sabato Santo, a Colonia, dove si teneva una famosa fiera (coperta dalla violenza dalla chiesa). Nelle valli del Reno, del Meno, della Mosella, del Danubio, gli ebrei vengono massacrati senza pietà... 

Tra il 20 e il 25 maggio a Worms il massacro della locale comunità israelitica fu portato a compimento. Altrettanto avvenne poco dopo a Magonza, dove circa un migliaio di ebrei furono trucidati. Meno drammatica fu invece l'aggressione a Colonia in quanto gli ebrei, allertati dalle notizie ricevute, avevano provveduto a nascondersi. Una coda persecutoria si registrò anche a Treviri, Metz, Neuss, Wevelinghofen, Eller e Xanten. Enrico IV protesse gli ebrei dopo il loro battesimo coatto di Ratisbona, che era stato approvato dal papa: li protesse poi anche Federico I Barbarossa (1152-1190) e Riccardo I Cuor di Leone (1189-1199).

Per l'abate Pietro di Cluny (morto nel 1156) gli ebrei erano cani rognosi e luridi porci. Leone VII (936-939) consigliò di espellere gli ebrei che non si facevano battezzare. Nel 1012 gli ebrei, per volere di re Enrico II -il Santo-, furono cacciati da Magonza: nel 1020 anche a Roma ci fu un pogrom contro gli ebrei, accusati d'aver provocato un terremoto !!! . La paternità di questi fatti "delittuosi" nel tempo ha cominciato con lo scagionare Pietro, cavalieri prelati ed altri per lasciare il cerino acceso (la bugia) in mano a Emich, Guglielmo il carpentiere, che la dice lunga sulla sua nobiltà e pochi altri. Come andò a finire: fra le varie colonne partite per la terra santa, che lasciavano il deserto (distruzione, saccheggi ed eccidi) alle spalle dove passavano, una incappò nel Re cattolico degli Ungari e venne disfatta. Pietro l'Eremita di fronte alla violenza degli scontri in Terrasanta scappò a gambe levate ma Gerusalemme venne liberata lo stesso (naturalmente alla maniera cristiana. http://www.mascellaro.it/node/1399 )

Secondo Franco Cardini (storico) sul quotidiano Avvenire Urbano II non bandi mai una crociata: «La parola sarebbe nata solo parecchi secoli dopo e il diritto canonico che la regolava non sarebbe maturato prima della metà del Duecento». E anche la stessa prima crociata, intesa nella sua accezione tradizionale, probabilmente non è mai esistita: «Cominciò a diventare un modello tra Quattro e Cinquecento - osserva ancora Cardini -, allorché l'Europa cristiana minacciata dai Turchi cominciò a guardare alla sua storia passata cercando un modello di eroismo e di santità alla luce del quale opporsi alla rinnovata minaccia islamica». Comunque sia andata o non si voleva che andasse il 15 luglio 1099 Gerusalemme fu conquistata. Urbano II non fece in tempo ad apprenderlo, perché morì qualche giorno dopo e non ebbe il tempo in 3 anni di sconfessarla o di dichiarare che non era mai esistita e che era tutta una invenzione dei giornalisti.


Predica di Papa Urbano II a Clermont Ferrand che viene presa come bando per la prima crociata (27/11/1095)

« Popolo dei Franchi, popolo d'oltre i monti, popolo eletto ed amato da Dio, distinto da tutte le nazioni sia per il sito del vostro paese che per l'osservanza della fede cattolica e per l'onore prestato alla Santa Chiesa, a voi si rivolge il nostro discorso e la nostra esortazione. Vogliamo che Voi sappiate quale lugubre motivo ci abbia condotto nelle vostre terre: quale necessità vostra e di tutti i fedeli ci abbia qui attirati.
Da Gerusalemme e da Costantinopoli è pervenuta e più di una volta è giunta a noi una dolorosa notizia: i Persiani, gente tanto diversa da noi, popolo del tutto estraneo a Dio, stirpe col cuore incostante e il cui spirito non fu fedele al signore hanno invaso le terre di quei cristiani, le hanno devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne hanno in parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio paese, parte ne hanno uccisi con miserevole strage, e le chiese di Dio o le hanno distrutte dalle fondamenta o le hanno adibite al culto della propria religione.
Il Regno dei Greci è stato da loro già tanto gravemente colpito ed estraniato dalle proprie consuetudini, che non può essere attraversato con un viaggio di due mesi. A chi dunque incombe l'onere di trarre vendetta e di riconquistarlo se non a voi cui più che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle armi, grandezza d'animo, agilità di membra, potenza d'umiliare sino in fondo coloro che vi resistono? Vi muovano e incitino gli animi vostri ad azioni virili, le gesta dei vostri antenati, la probità e la grandezza del vostro re Carlo Magno e di Ludovico suo figlio e degli altri vostri sovrani che distrussero i regni dei pagani e ad essi allargarono i confini della Chiesa.
Soprattutto vi sproni il Santo Sepolcro del Signore Salvatore nostro, ch'è in mano d'una gente immonda, e i luoghi santi, che ora sono da essa vergognosamente posseduti e irriverentemente insozzati dalla sua immondezza.

O soldati fortissimi figli di padri invitti, non siate degeneri, ma ricordatevi del valore dei vostri predecessori: e se Vi trattiene il dolce affetto dei figli, dei genitori delle consorti, riandate a ciò che dice il Signore nel vangelo “chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. Chiunque lascerà il padre o la madre o la moglie o i figli o i campi per amore del mio nome riceverà cento volte tanto e possederà la vigna eterna.
Non vi trattenga il pensiero di alcuna proprietà, nessuna cura delle cose domestiche, ché questa terra è fatta angusta dalla vostra moltitudine, né è esuberante di ricchezza e appena somministra di che vivere a chi la coltiva. Perciò vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e tanto spesso vi uccidete tra voi. Cessino dunque i vostri odi intestini, tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni dissenso ed ogni inimicizia. Prendete la via del Santo Sepolcro, strappate quella terra a quella gente scellerata e sottomettetela a voi: essa da Dio fu data in possessione ai figli di Israele; come dice la Scrittura, in essa scorrono latte e miele»

 

The word Pale derives ultimately from the Latin word palus, meaning stake (palisade is derived from the same root). The Pale, with its largely Catholic and Jewish populations, was acquired by the Russian Empire (which was majority-Russian Orthodox) in a series of military conquests. The Pale was first created by Catherine the Great in 1791, after several failed attempts by her predecessors, notably the Empress Elizabeth, to remove Jews from Russia entirely, unless they converted to Russian Orthodoxy, the state religion. Trad: la parola Pale deriva dal latino e ha la stessa base di palizzata (recinto). Il "Pale" con la sua consistente popolazione di Ebrei e Cattolici (Uniati) venne formalizzato per la prima volta da Caterina la Grande nel 1791 per tutti quelli che non si erano convertiti alla religione ortodossa.

Paesi europei nei quali la popolazione ebraica rappresenta più dell' 1% e non più del 5 % della popolazione totale (periodo fra parentesi):
Grecia 1,2 % (1928), Paesi Bassi 1,4 (1930), Memel 2,0 (1936), Russia propriamente detta al di qua degli Urali (complesso) 2,2 (1926), Cecoslovacchia 2,4 (1930), Danzica 2,4 (1927), Austria 2,8 (1934) Gibilterra 4,7 (1931), Lettonia 4,8 (1935)
Paesi americani nei quali la popolazione ebraica rappresenta più dell' 1 % e non più del 5 % della popolazione totale: Dominio del Canada 1,5 % (1931), Argentina 2,0 (1934), Stati Uniti d'America 3,5 (1927).
Paesi africani nei quali la popolazione ebraica rappresenta più dell' 1 % e non più del 5 % della popolazione totale: Algeria 1,5 % (1931), Marocco spagnolo e Tàngeri 2,3 (1934), Tunisia 2,3 (1931), Marocco francese 2,5 (1936), Libia 3,5 (1935)·

Paesi asiatici nei quali la popolazione ebraica rappresenta più dell'1 % e non più del 5 % della popolazione totale: Iraq 2,8 % (1934), Yemen 5,0 (1935).
Paesi europei con più del 5 % e non più del 10 % di popolazione ebraica:  Ungheria 5.1 % (1930). Ucraina 5.4 (1926.tenendo presenti le considerazioni poste nella parte generale). Lituania (escluso Memel) 7.6 (1923). Russia bianca o Bielorussia 8.2 (1926 come per la Ucraina}, Polonia 9.7 (1931). Paesi asiatici con più del 5 % e non più del 10% di popolazione ebraica: Rodi 7.1% (1930). Aden 8.8 (1931).
Paesi europei con più del 10 % di popolazione ebraica: Russia Subcarpatica 14.1% (1930 parte della Cecoslovacchia)

Paesi asiatici con più del 10 % di popolazione ebraica: Palestina 16.9 % (1931).

Principali paesi con residenti ebrei
Usa 4.650 (in mila)
Polonia 3.275
URSS 3.130 (1.500 emigrati)
Romania 800 (400)
Ungheria 440
Palestina 420

Storia degli Ebrei in Polonia e in Russia....After the partitions of Poland in 1795 and the destruction of Poland as a sovereign state, Polish Jews were subject to the laws of the partitioning powers, primarily the increasingly anti-Semitic Russian Empire, but also Austro-Hungary and Prussia/Germany. Additionally, many Polish Jews supported Communism which further polarized them as a group against Russian and Austro-Hungarian Empirical rule, and cast them as supporters of the Russian Bolshevik Revolution. Still, as Poland regained independence in the twentieth century, immediately prior to World War II, it had a vibrant Jewish community of over three million, one of the largest in the world, though anti-Semitism, both political and from the general population, was a growing problem. Over 90% of the Jews in Poland were killed by Nazi Germany during the Holocaust, though, with a few tragic exceptions, such as the Jedwabne pogrom, Poles did not cooperate in the destruction of the Jewish community, and many protected their Jewish neighbors. In the postwar period, many of the 180,000–240,000 survivors chose to emigrate from the communist People's Republic of Poland to the nascent State of Israel. Most of the remaining Jews left Poland in the late 1960s as the result of the state-sponsored anti-Semitic anti-Zionist campaign (campagna antisionsta orchestrata dai comunisti). After the fall of the communist regime in Poland in 1989, the situation of Polish Jews has normalized. The level of anti-Semitism in Poland today is comparable to that in other European countries such as Italy, Spain, and Germany. The contemporary Polish Jewish community is generally estimated to have approximately 8,000 to 12,000 members, though the actual number of Jews, including those who are not actively connected to Judaism or Jewish culture, may be several times larger.

Ebrei - Sotto Nicola I (1825-1855)
Under Czar Nicholas I (1825-1855)
Lo zar Nicola cercò di distruggere ogni forma di vita ebraica in Russia e il suo regno costituisce una delle pagine più dolorose della storia ebraica europea. Nel 1825, ordinò l'arruolamento (senza mezzi termini) nell’esercito di giovani ebrei all'età di 12 anni. Si occupavano dell’”arruolamento forzato” persone chiamate "khapers" o ladri di bambini per il fatto che l’età di 12 anni non sempre era rispettata. Una volta finito l’addestramento poi questi dovevano restare coscritti per 25 anni.
Jewish children who were conscripted to military institutions in czarist Russia with the intention that the conditions in which they were placed would force them to adopt Christianity. The "cantonist units" were properly barracks (cantonments) established for children of Russian soldiers. They provided instruction in drill and military training, as well as a rudimentary education. Discipline was maintained by threat of starvation and corporal punishment. The conscription laws were imposed with particular rigor during the Crimean War (1854-55), when a Jewish quota of 30 conscripts per thousand males was required, and gangs of khapers went to hunt down their victims.
Nel 1840, una rete di scuole speciali è stata creata per gli ebrei in quanto non si erano avvalsi della possibilità stabilita nel 1804 di studiare nelle scuole regolari. Queste scuole sono state remunerate con una tassa speciale imposta agli ebrei. L’insegnante doveva essere cristiano - "lo scopo dell'educazione degli ebrei è quello di portarli più vicini ai cristiani e di sradicare le loro credenze nocivi che sono influenzati dal Talmud." Anche le capigliature (capelli lunghi a boccoli) vennero vietate. Nicola I divise gli ebrei in due gruppi - "utile" e "non utile". I mercanti ricchi e quelli indispensabili per il commercio sono stati ritenuti "utili", tutti gli altri "non utili". La guerra di Crimea, come abbiamo visto, ha portato a un aumento di rapimenti di bambini e giovani adulti per il servizio militare. Tutto questo venne abolito nel 1856 sotto Alessandro II.

 

LA REPUBBLICA TEDESCA DEL VOLGA

 

Quando si scorreva la composizione etnica della vecchia URSS, una cosa saltava agli occhi inspiegabile; la presenza di oltre un milione di persone definite tedeschi del Volga (sottorepubblica). Tutto era cominciato oltre 200 anni fa quando la zarina Caterina II, per popolare le steppe, aveva chiesto contadini e artigiani all'occidente. I primi a rispondere erano stati i tedeschi che non si insediarono solo sul Volga a Saratov (località più a nord di Stalingrado). Nel censimento sovietico del 1939 (nonostante il passato) erano ancora 1,4 milioni. I buoni rapporti fra i due paesi nel periodo infrabellico permisero la creazione di diverse istituzioni, scuole, accademie, teatri e stazioni radio. Ma questo perché uno dei primi territori autonomi bolscevici (comunisti), la "Comune dei lavoratori tedeschi del Volga", nacque proprio qui nel 1918. Non per niente Lenin era venuto dalla Germania che allora si considerava la vera patria del comunismo e la sua stessa madre, Mar'ja Aleksandrovna Blank (1835-1916), era figlia di un medico appartenente alla comunità dei Tedeschi del Volga di Baronsk. In Ucraina (più a Sud) negli anni '20 si trovavano ben 496 scuole di lingua tedesca. L'ascesa al potere di Hitler (1933) precipitò di nuovo la minoranza tedesca in una possibile "quinta colonna" e l'operazione Barbarossa in nemici. Ma molti se ne erano già andati....
In the late 19th Century the Russian government began to rescind the exemption from military service, and concern over other issues of autonomy were raised. The Russian government tried to re-inhabit the area with Russian people. Problems continued until the first World War which brought many persecutions to the lives of the Germans who remained in Russia. In the United States the opening of the Midwest by the Homestead Act in l871 offered opportunity. Open spaces, new growing towns and villages required settlers. The railroad companies sent agents and posters to Russia offering work and the possibility of land to all who came. http://www.rollintl.com/roll/volga.htm 
Nel 1934 l'NKVD iniziò a compilare liste proscrizione per un'eventuale deportazione, mentre le istituzioni culturali (scuole, giornali), furono chiuse una dopo l'altra. Nel 1939 ne rimanevano, di queste, solo alcune nella Repubblica Autonoma dei tedeschi del Volga. La deportazione totale arrivò il 22 giugno 1941 all'indomani dell'operazione Barbarossa. Iniziò dalle regioni occidentali dell'URSS e da agosto anche dalla Crimea. Il piano prevedeva la deportazione in Siberia (regioni di Krasnojarsk, dell’Altaj, di Omsk e di Novosibirsk) e in Kazakhstan. Il decreto del soviet supremo che sanzionava la deportazione la giustificava come un mezzo per difendere la popolazione dalle severe misure che il governo avrebbe dovuto adottare "contro tutta la popolazione tedesca del Volga", se nella repubblica si fossero verificati atti di sabotaggio o di violenza. Tra il 3 e il 20 settembre l'NKVD, la milizia e i reparti dell'Armata Rossa (10.000 persone circa) radunarono tutti i tedeschi della Repubblica del Volga e delle regioni di Saratov e di Stalingrado. Ogni casa tedesca fu perquisita, e i suoi occupanti trasportati su camion e automobili alla più vicina stazione ferroviaria: sui binari convogli di carri bestiame attendevano i deportati. Il viaggio in treno assomiglia più ad un viaggio di dannati che ad una deportazione. "In un vagone, dotato di panche attaccate alle pareti su ambo i lati, venivano rinchiuse fino a 40 persone. Ad ognuno veniva data ogni giorno un'unica razione, costituita da 0,3 litri d'acqua e una sardina. Si viaggiava per giorni, settimane, mesi” Le altre grandi città russe furono "ripulite" della popolazione tedesca senza particolari intoppi (quasi 9.000 furono deportati da Mosca, e più di 21.000 dalla città e dalla regione di Rostov sul Don). In settembre le persone di "etnia tedesca" furono rimosse anche dall'Armata Rossa e dalle accademie militari. I soldati smobilitati furono inquadrati in unità di lavoro e spediti in Siberia. Queste unità formarono il primo nucleo di quella che fu chiamata l' "Armata del Lavoro" (Trudarmija). Entro la fine di ottobre del 1941 era stata completata la deportazione di tutti i cittadini sovietici di etnia tedesca che si trovavano ad Ovest degli Urali e nel territorio ancora sotto il controllo di Mosca (gli altri, erano 300.000, finirono nell’esercito del Fuhrer). In totale 840.000 persone presero la via della Siberia e del Kazakhistan: 344 convogli avevano attraversato l'URSS, scaricando nei luoghi di esilio circa 800.000 tedeschi, mentre i rimanenti erano morti durante il trasferimento. Le autorità del Reich fornirono ai tedeschi locali speciali carte d'identità che garantivano loro migliori stipendi, tasse più basse e razioni di cibo più abbondanti. In aggiunta, sia in Ucraina che in Transnistria (Moldavia orientale) i tedeschi del luogo furono inquadrati dalle SS in "unità di auto-difesa" che parteciparono alla lotta anti-partigiana e ai massacri di ebrei. Nel 1943 quasi 20.000 tedeschi sovietici servivano in tali unità. Dopo la riconquista dell'Ucraina da parte dell'Armata Rossa, la maggior parte dei tedeschi sovietici fuggì ad ovest, seguendo la "Wehrmacht" in ritirata. Tuttavia, alla fine della guerra, gli Alleati occidentali rimpatriarono la maggioranza di coloro che erano fuggiti, consegnandoli alle autorità sovietiche. In base agli accordi presi a Yalta Britannici e americani rispedirono in URSS 2.270.000 cittadini sovietici, il 10% dei quali erano "tedeschi etnici". Questi ultimi, così come buona parte degli ex-soldati dell'Armata Rossa prigionieri di guerra, dopo essere passati attraverso i campi di "verifica e filtraggio", furono spediti in Siberia e Kazakhistan. In questo modo i tedeschi deportati raggiunsero il numero di 1.200.000. Il Kazakhistan fu la principale terra di arrivo, con circa 444.000 deportati. Nel dopoguerra la riabilitazione dei tedeschi sovietici fu lenta. Una risoluzione del Consiglio dei Ministri liberò i primi tedeschi dai "villaggi speciali" nel luglio 1954. L'anno dopo fu la volta dei rimanenti 700.000 tedeschi. Tuttavia, il decreto di liberazione proibiva di ritornare nei luoghi dai quali erano stati deportati. I tedeschi sovietici beneficiavano di un'amnistia, ma rimanevano traditori della patria. Si dovette attendere il 1964 perché l'accusa di tradimento (possibile) fosse ufficialmente cancellata, senza che però fosse riconosciuto il diritto al risarcimento o al ritorno. Solo dal 1972 fu permesso ai tedeschi sovietici di stabilirsi in qualsiasi zona del territorio sovietico, ma ormai le loro regioni, villaggi e case di origine erano abitate da 30 anni da altri russi spostati. Se nel censimento del 1926 quasi il 95% dei tedeschi sovietici indicava come lingua madre il tedesco, nel 1970 questa percentuale era scesa al 67%, e al 49% nel 1989. Inoltre, se all'inizio del secolo i matrimoni erano per la stragrande maggioranza interni alla comunità, negli anni '70 più della metà dei tedeschi era sposato a persone di nazionalità russa o ucraina e avevano come unico obiettivo andarsene definitivamente dalla Russia, possibilmente in Germania, con le leggi che favorivano e favoriscono ancora questa immigrazione.

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