Il KST
- di: Mario
Salvia
- Socio SIAT
- (Società Italiana
di Analisi Tecnica)
Parlare di A.T.
partendo dalla spiegazione di cosa sia e come si usi un indicatore
KST (che vuol dire Know Sure Thing - ossia qualcosa come
"sappi la cosa giusta") è un po' come cominciare
a parlare di matematica partendo dalla trigonometria! Non tanto
perché le sue formule o le sue intuizioni logiche che
ne sono alla base siano molto complicate, tutt'altro; solo perché
il KST è un indicatore derivato da altri indicatori,
che a loro volta presuppongono la conoscenza del "momentum",
concetto assai importante dell'A.T., al quale ho già accennato
nel mio report sulla conferenza tenuta
da M.J.Pring (l'inventore del KST), a Milano il 3 Luglio
u.s.
Gli indicatori basati
sull'idea di momento sono numerosi, anche se provengono tutti
dallo stesso concetto base; cioè che un prezzo in ascesa
o discesa che sia, nel suo movimento esprime sempre una variabile:
la sua accelerazione o viceversa, decelerazione; e che conoscendo
questa, si possa sapere in anticipo della direzione futura di
un prezzo.
Per arrivare al
KST dobbiamo dunque necessariamente passare per uno di questi
indicatori che ne è, diciamo, l'origine: il Rate of
Change comunemente noto come R.O.C. Il suo nome significa
"tasso di variazione" ed in effetti, è un indicatore
che misura la velocità di crescita o decrescita di una
serie di prezzi in relazione ad un ciclo di tempo prestabilito,
dividendo il prezzo attuale per quello di "tot" periodi
precedenti. Assunto: maggiore è il ciclo temporale preso
in esame, maggiore è l'importanza del "trend"
che si osserva. E' ovvio: un movimento di prezzo di 15 gg. non
può avere l'importanza di uno a 2 o3 anni. Ciò
che è importante è che questo indicatore riesce,
a condizione che il mercato esprima un movimento ciclico e non
uniforme (caso raro ma vero: pensate al Nikkei degli anni '80!),
a fornire interessantissime anticipazioni sulle inversioni
di tendenza in atto, il che ne fa uno degli oscillatori più
usati in A.T.
Pring, studiando le variazioni di valore
sui grafici di un Roc a sei, dodici e ventiquattro mesi, durante
gli anni '80, ebbe modo di verificare che i principali punti
di inversione del mercato (quelli principali su scala decennale!)
erano anche gli unici che erano preannunciati da un comportamento
UNIVOCO, al rialzo o al ribasso dei tre indici ROCs. Continuando
gli approfondimenti, egli verificò anche che a determinati
comportamenti diciamo "divergenti" dei tre indici,
ossia, ad es. quello a 24 mesi al rialzo mentre gli altri erano
già in discesa etc. etc., erano associati altri importanti
punti di svolta, diciamo così, minori, e che tutto questo
era molto meglio sintetizzato in un unico indice che fosse, ponderando
il loro "peso" in base alla diversa variazione temporale,
la sintesi di ben quattro diversi ROC. Essendo un po'
la media mobile di un ROC un modo di "smussarne"
(smoothing) gli eccessi, Pring utilizzò per il calcolo
le medie mobili a sei mesi per il calcolo dei ROC a sei, dodici
e diciotto mesi e la m.m. a nove mesi per il ROC a ventiquattro
mesi. La ponderazione fu effettuata moltiplicando ciascuna m.m.
per un peso (1,2,3,4) proporzionale al relativo ROC, dividendo
poi il totale per la somma dei pesi. Ai risultati venne poi affiancata
una m.m. a nove mesi. Siamo arrivati.
Grafico mensile Indice Nikkey225 con
'long term KST'
Ora dobbiamo solo
sapere come interpretare questo nuovo oscillatore (nel
senso che perennemente oscilla attorno alla sua retta d'equilibrio,proprio
come un $ visto in orizzontale). Ricorriamo ancora a Pring per
sapere che "le indicazioni (acquisto / vendita) , sono generate
secondo tre modalità che si sviluppano in modo progressivo;
la prima consiste nel cambiamento di direzione dell'indicatore,
la seconda nella perforazione della sua m.m., e la terza
dal cambiamento di direzione di quest'ultima. Potremmo
dire che tra il primo evento e l'ultimo nel mercato si concretizza
una fase di accumulazione (ai minimi) o di distribuzione (ai
massimi). Nella maggior parte dei casi è l'attraversamento
della sua m.m. che offre la migliore combinazione tra tempestività
e affidabilità" (M.J.Pring - 'On market momentum')
Per concludere voglio
solo ricordare che, come dice lo stesso Pring, ogni indicazione
del KST, come di qualsiasi altro oscillatore, deve sempre essere
poi supportata da una verifica sul reale andamento del prezzo.
Senza tale verifica può essere molto rischioso operare.
Aggiungo che, sebbene oggi sia impossibile operare in trading
senza l'aiuto di almeno qualche buon oscillatore, questi strumenti
non vanno comunque sopravvalutati, in quanto comunque complementari
alla analisi tecnica di base, quella che privilegia l'attenta
osservazione dei prezzi nonché dei volumi (quello che
è successo negli ultimi giorni ne è riprova!).
Per chiunque sia
interessato, sono disponibili le formule per il KST di breve
medio e lungo termine, nella versione originale di Pring e quelle
modificate (ottimizzate) per i grafici che vedete sulle pagine
del sito.
A risentirci e buone
ferie a tutti!
m.s. - 29 luglio
2000
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