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T R A G Ø D I A
Neo Gothic Metal since 1996
> press <
Blessed Spells of Mournings, 02-02-1999

Nel semestre estivo del 1805, Johann G. Fichte completò un ciclo di lezioni sulla essenza del dotto le quali, seguendo d'oltre un decennio le più celebri discussioni di Jena (datate 1794), denunciavano un maggiormente pronunciato interesse d'ordine teologico del filosofo tedesco collocandosi, peraltro, nell'ottica dell'aperta polemica con Friedrich W. J. Schelling. In merito alla vanità del recensire (cfr. lez. X,3), nella fattispecie, costui discute dell'effettiva, o soltanto presunta, bontà di taluni libri e della relativa difficoltà nel giudicare gli stessi da parte di chi ne pratica una our responsabile critica. Egli sottolinea che una vera opera letteraria è "il risultato d'una intiera energica vita dedicata all'arte" adducendo come "dovrebbe bene un'intiera altra vita del pari energica venirvi dedicata per poterne giudicare". Allo stesso modo, estremamente delicato ed impegnativo reputo questo mio tentativo di critica di "Dramas in Splendent Realms": lo straordinario debut demotape dei bresciani Tragodia. La band si forma nell'estate del 1996 per volontà del guitarist Francesco Lupi e dei ritmici Lorenzo Marchello (bs) e Daniele Valseriati (d) configurando il proprio assetto con l'arrivo in line up del lead vocalist Giovanni Maffeis e di Carlo Salvoni (kb) ed incidendo, nel luglio del successivo anno, un promotape omonimo edito in tiratura limitatisima. Collezionata una ventina di apparizioni live in Lombardia tra le quali occorre menzionare l'esibizione a fianco di MORTUARY DRAPE e DISTRUZIONE al Metal Explosion Festival '97, nella primavera dello scorso anno, l'ensemble lombardo registra finalmente un four tracks demotape (comprensivo di intro e outro), mixato in 35 agli Scorpion Studio di Brescia ed inclusivo di brani quasi esclusivamente composti nel precedente biennio (eccezion fatta per il più recente "Nea Ghenesis (Perpetual)"). La splendida performance dei nostri si articoli in quattro episodi, preceduti da una parodo e seguiti dal conclusivo esodo, disposti secondo un diffuso paradigma strutturale della tradizione tragica quale essa ci è stata documentata dai vari Eschilo, Euripide e Sofocle. Le instrumental tracks che introducono e completano siffatta tragedia in musica conchiudono, pertanto, una parabola sinfonica radicata in caratteristici topoi emozionali, traducendo un respiro atmosferico di assoluto rilievo. Tastiere in grande evidenza, dunque, s'impongono nel tessuto di un gothic death sound romantico e dai toni poetici decisamente pronunciati: il songwriting custodisce, in questo senso, un vagabondaggio idiomatico dal sapore ottocentesco (fantastiche le parentesi in lingua italiana di "Sanctified" e "Darkness We Felt"); le vocals, le quali variano da un selvaggio screaming che ricorda i primissimi IN FLAMES ad un decadente quanto introspettivo dark playin' à la Johan Edlund (TIAMAT), s'agitano lungo l'ottenebrato asse purge-surge di palese estrazione vamperotica (l'influenza dei CRADLE OF FILTH è piuttosto viva), certificando la grande abilità di un vocalist assolutamente incontenibile e la puntualità di una sezione ritmica ampiamente in grado di disciplinare cotanta esuberanza. Diffusi accenti neoclassici impreziosiscono, infine, un masterpiece che riflette il genio di artisti decisamente maturi e sensibili dei quali, ne sono certo, sentiremo ancora parlare. Bravissimi! (hs)
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