In questa
pagina
Il
Sistema delle Gallerie | Il Tet e Khe
Sanh | L'Inizio
della Fine
Tattiche Americane
Nel 1966 gli stati maggiori delle forze militari americane
imposero ai soldati di cercare e distruggere il nemico
rispettando scrupolosamente la popolazione civile al fine di
conquistarne cuore e mente. Tuttavia quella vietnamita era una
popolazione dalla cultura radicalmente contadina, abituata alla
sopraffazione e indolente, quindi, alla presenza degli stranieri.
Il Vietnam era stato una colonia dapprima dei francesi, poi dei
giapponesi, poi ancora dei francesi ed ora la presenza degli
americani, non causava grande stupore. I tentativi di questi
ultimi di incitare la popolazione a reagire all'influsso
nordvietnamita non attecchiva più di tanto. L'unica cosa
che funzionò a meraviglia era il dilagare della
prostituzione per soddisfare le esigenze dell'"americano numero
uno"!
Poichè era assai difficile distinguere chi appartenesse
alla popolazione o ai membri del vietcong, gli americani furono
costretti ad adottare dei sistemi che garantissero di colpire i
soli rivoluzionari e risparmiare la popolazione. Uno di questi
sistemi fu quello di creare le "Free Fire
Zone" che non erano altro che delle aree di territorio
evacuate dalla popolazione civile. Questa liberazione del
territorio faceva si che, in teoria, chiunque passasse per quelle
aree potesse essere considerato un nemico e fatto bersaglio di un
fuoco implacabile e violentissimo.
Da un punto di vista prettamente militare poteva essere una
soluzione, ma in realtà non modificò di molto la
situazione poichè in un qualsiasi momento in cui i
militari americani fossero passati nel villaggio liberato, erano
fatti bersaglio di imboscate pericolosissime e
sconcertanti.
Un altro esempio di poca lungimiranza fu l'accanirsi, da parte
delle truppe americane, alla conquista delle tante colline
situate nella zona degli altopiani centrali. La fittissima
vegetazione presente su queste colline, offriva un sicuro riparo
alle truppe comuniste che, da abili strateghi e tattici quali
erano, facevano credere agli americani di attaccare in forze
quando, in realtà, gli attaccanti erano i cosiddetti
"quattro gatti". A quel punto le truppe americane richiedevano
assistenza aerea e grande potenza di fuoco per annientare, in
realtà poche unità rivoluzionarie.
Quando gli americani andavano a fare il bilancio dell'attacco
respinto, scoprivano di avere annientato due o tre guerriglieri e
di dover assistere a molti propri feriti. Queste logoranti e
sanguinose missioni di conquista di inutili colline,
provocò un enorme numero di vittime ed un altrettanto
enorme numero di feriti che cominciarono a pesare sul bilancio
economico e morale della guerra. Famosa è la battaglia
accesasi per la conquista di una collina poi soprannominata "Hamburger Hill" che molti soldati americani
paragonarono ad un gigantesco tritacarne e che diede il titolo ad
un conosciuto film sulla tragedia del S.E.A.
Quando gli americani si accorsero della loro potenza sprecata,
pensarono di sfruttare la tecnologia ed approntarono
apparecchiature strane e originali. Uno di questi sistemi fu
quello che diede l'avvio al progetto "Igloo White" che consisteva
nel cospargere il territorio di centinaia di sensori sismici che
avrebbero permesso di scoprire il traffico delle armate
nordvietnamite che sarebbero poi state attaccate dall'aviazione.
Fu un totale fallimento, tanto che alcune condizioni avrebbero
potuto arrecare danno agli americani stessi ed il progetto fu
abbandonato, così come fu cestinato l'altro bizzarro,
incredibile progetto, quello dei "People
Sniffer". Questo progetto consisteva nel dotare le armate
americane di "fiutatori elettronici" in grado di percepire le
esalazioni degli escrementi lasciati sul terreno dagli uomini.
Non solo il progetto fallì per l'evidente
impraticabilità, ma gli americani si accorsero che i
nordvietnamiti, meno dotati di aggeggi elettronici, riuscivano ad
identificare la presenza del nemico (americano) per l'odore delle
sue sigarette o della sua brillantina.
Vale la pena, in questa sede, di esporre il dramma dell'"Agent Orange".
Poichè la vegetazione offriva un riparo efficientissimo
alle armate comuniste, gli americani pensarono follemente di
togliere il coperchio al sentiero di Ho Chi
Minh spargendo sugli alberi un potente defoliante chiamato
appunto "Agent Orange". Ebbene non solo
non si ottennero i risultati sperati, ma la sostanza chimica
determinò lo scatenarsi di malattie mortali nelle stesse
truppe americane, come epatocarcinomi, leucemie, linfomi ed altre
manifestazioni tumorali inesorabili.
Tutto questo accadeva nel 1966 ed al 31 Dicembre il numero dei
soldati americani, presenti in territorio indocinese, ammontava
alle 400.000 unità.
Il Sistema delle
Gallerie
Uno dei problemi fondamentali dei soldati americani era
rappresentato dal fatto che durante le perlustrazioni all'interno
della fittissima giungla, i guerriglieri comparivano
improvvisamente, attaccavano altrettanto proditoriamente e allo
stesso modo scomparivano senza lasciare traccia. Inizialmente
questi attacchi mietevano molte vittime, ma con enorme stupore
gli americani si resero conto, finalmente, dell'esistenza di una
fittissima rete di gallerie sotterranee che permettevano
l'effettuazione di quegli attacchi.
Quando, nel 1967, i GI scoprirono questo geniale, efficientissimo
sistema di distribuzione delle truppe, provarono immediatamente a
neutralizzarlo, ma si resero conto che era praticamente
impossibile procedere all'interno di quelle gallerie, così
ricche di trappole e nascondigli che molti soldati americani
persero la vita, o rimasero gravemente feriti, dopo aver percorso
solo qualche metro al loro interno.
Quelle poche gallerie che fu possibile ispezionare, portarono
alla luce un mondo parallelo, una vita sotterranea provvista di
tutto quello che mancava in superficie e che gli americani
cercavano tanto.
Il 1967 rappresenta la fine della guerra di routine. Gli
americani si rendono conto che i sudvietnamiti stanno a guardare
lo zio Sam che combatte per loro. Così gli addetti
militari, a Saigon, impongono al governo sudvietnamita un maggior
impegno delle sue truppe, che vengono addestrate e armate di
tutto punto, ma che sono incapaci di prendersi a cuore la difesa
del proprio territorio.
La guerra giunge, così, ad un punto morto nel quale
è impossibile stabilire un fronte dei combattimenti sul
quale far giungere il massimo potenziale possibile. L'intero
territorio sudvietnamita è uno sconfinato fronte, ogni
singolo villaggio è un punto di pericolo per tutti, ogni
muro deve essere conquistato con molto sangue e molte armi.
In America le televisioni diffondono questo stato di cose e gli
statunitensi cominciano a mostrare irritazione, tanto più
che le vittime arrivano alla soglia psicologica di 20.000, per
non parlare dei mutilati, dei feriti e delle spese economiche.
Episodi di rifiuto al combattimento si moltiplicano e molti
richiamati bruciano pubblicamente la cartolina precetto. E'
l'inizio della fine!
Il
Tet e Khe Sanh
Verso la fine del 1967 le truppe americane di stanza alla base
aerea di Khe Sanh presagiscono un attacco
in forze da parte dei nordvietnamiti. Di li a pochi giorni
comincia l'inferno di Khe Sanh, uno dei
capitoli più tristi, più clamorosi e più
assurdi dell'intero conflitto del Vietnam. Per certi versi
l'assedio di Khe Sanh può essere
paragonato a quello di Stalingrado della Seconda Guerra
Mondiale.
Khe Sanh era una base aerea situata a
nord-ovest del Vietnam del sud, posta proprio a ridosso della
statale n°9 che collegava il sud al nord. Questa base
ospitava molte centinaia di soldati americani, era pesantemnente
armata e provvista di una lunga pista aeroportuale per
l'atterraggio degli aerei da carico.
Quando i Marines si accorsero di essere accerchiati dai vietcong,
cominciarono ad approntare le difese per un attacco imminente che
si verificò nella notte del 10 gennaio del 1968,
allorchè una granata colpì in pieno il deposito
munizioni che saltò in aria con un fragore indescrivibile.
Da quel giorno e per altri 77, la base fu sottoposta ad un
assedio snervante ed intensissimo su tutti i lati. I soldati
americani lamentarono decine di vittime e feriti e l'unico
approvvigionamento arrivava dall'aria, quando i C-130 scaricavano
i pallet senza nemmeno toccare la pista per sfuggire agli
attacchi nordvietnamiti.
Durante tutto l'assedio si verificarono innumerevoli atti di
coraggio che favorirono la sospensione degli attacchi
nordvietnamiti dopo 77 lunghissimi giorni di inferno. I soldati
americani erano minacciati dai cecchini che, in alcuni momenti,
giunsero a soli 200 metri dai sacchetti di sabbia posizionati al
perimetro della base, ma quello che causò la cessazione
degli attacchi, furono i bombardamenti effettuati con i
famigerati B-52 che fecero cadere le bombe anche a soli 200 metri
dai confini della base. Di certo quei bombardamenti causarono un
numero enorme di vittime tra le file rivoluzionarie ed è
ben immaginabile il terrore derivante da un solo attacco dei
B-52.
Ebbene, poco più di due mesi dopo quei 77 giorni di
sacrifici, di paura, di dolore e di morte, la base venne
smantellata!
Lo stesso presidente Johnson aveva voluto che la base resistesse
ad ogni costo per non ripetere il dramma di Dien Bien Phu che
portò alla sconfitta dei francesi, tuttavia dopo un
assedio epico, gli alti gradi delle forze armate ne chiesero lo
smantellamento perchè la base era ininfluente ai fini
della condotta di guerra. A testimoniare la resistenza, gli atti
di coraggio, i soccorsi ai feriti e lo smantellamento, tuttavia,
c'erano le telecamere della CBS che testimoniarono, al popolo
americano, l'inadeguatezza di quella guerra e la sua
inutilità aumentando così il dissenso.
Insieme al dramma di Khe Sanh, si
consumò anche la tragedia dell'Offensiva del Tet che
segnò il giro di boa nello svolgimento della sanguinosa
guerra.
All'inizio di ogni anno ricorreva il capodanno lunare o Tet,
festa religiosa buddista che prevedeva la visita ai parenti, le
feste e la pace. Negli anni precedenti al '68, persino le truppe
comuniste avevano sospeso i combattimenti in onore di tale
festività e così avrebbe dovuto essere anche a
gennaio '68, tanto è vero che le truppe sudvietnamite
erano state quasi completamente mandate in licenza e l'organico
statunitense era in libera uscita. Totalmente di sorpresa e con
un dispiegamento di truppe enorme, le armate comuniste
attaccarono tutte le principali città del Vietnam del sud
provocando un numero elevato di vittime e di danni a strutture e
installazioni militari.
Quang Tri, Hue,
A Shau, Da Nang,
Quong Ngai, Kontum,
Binh Dinh, Cam
Ranh, Phan Rang, Tay Ninh, Saigon, ecc.
vennero attaccate con grande violenza e senza che le truppe
comuniste risparmiassero i civili. Gli americani cercarono di
reagire alla meglio, ma indubbiamente erano assolutamente privi
di direttive e per la prima volta la popolazione reagi contro i
vietcong.
Due avvenimenti principali caratterizzarono l'Offensiva del Tet,
ovvero la battaglia di Hue e l'assedio
all'ambasciata americana a Saigon.
Hue era una cittadina imperiale costruita
nel 1802, era sede dell'università e fu invasa dai
guerriglieri. Gli americani tentarono una reazione, ma la
cittadella fu sede di aspri combattimenti "palmo a palmo", dove
la parte del leone la fecero i cecchini comunisti che causarono
uno spropositato numero di vittime in considerazione
dell'importanza militare della zona. La battaglia per la
riconquista di Hue fu epica quasi come
quella di Khe Sanh e diede lo spunto a
Stanley Kubrick per girare iil famoso film
"Full Metal Jacket".
L'assedio all'ambasciata americana è un episodio
militarmente poco importante e totalmente fallimentare per i
vietcong, che perirono tutti senza concludere nulla, tuttavia da
un punto di vista psicologico fu una sconfitta degli americani
soprattutto sul fronte interno. Infatti prima del Tet del 1968,
le forze armate dichiararono al popolo americano che, per la
guerra in Vietnam, si intravvedeva una fine vittoriosa e a breve
termine. L'attacco all'ambasciata di Saigon colse tutti di
sorpresa e svegliò gli americani dal sogno della vittoria.
In effetti come potevano, i comunisti, permettersi di attaccare
l'ambasciata americana, se si era quasi alla fine della
guerra?
Le telecamere ripresero l'azione di difesa dell'ambasciata dopo
che un commando di 19 vietcong aveva penetrato il muro di cinta e
teneva in scacco funzionari e altri civili. Con sconcerto gli
americani in patria poterono assistere al recupero dei cadaveri
dei 19 vietcong, tutti penetrati all'interno del recinto e
dovettero accettare il fatto che le truppe americane dovessero
difendersi a casa propria, nonostante fossero trascorsi quattro
anni di guerra. Fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno che
sancì la perdita definitiva della credibilità
dell'impegno americano in S.E.A..
Quando l'Offensiva del Tet fu dichiarata terminata, il Generale
Westmoreland affermò che le truppe
statunitensi e sudvietnamite avevano respinto tutti gli attacchi
e che avevano vinto, ma in effetti la guerra assunse altre
connotazioni che portarono al disimpegno americano di li a
quattro anni.
Per la verità i vietcong subirono perdite rilevantissime
tanto che, dal Tet in poi, i combattimenti vennero portati avanti
dell'esercito regolare di Hanoi ed il
Vietcong fu dichiarato estinto.