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Vietnam War

Breve storia dell'impegno americano in Vietnam 1964-1973

Tattiche Americane
Nel 1966 gli stati maggiori delle forze militari americane imposero ai soldati di cercare e distruggere il nemico rispettando scrupolosamente la popolazione civile al fine di conquistarne cuore e mente. Tuttavia quella vietnamita era una popolazione dalla cultura radicalmente contadina, abituata alla sopraffazione e indolente, quindi, alla presenza degli stranieri. Il Vietnam era stato una colonia dapprima dei francesi, poi dei giapponesi, poi ancora dei francesi ed ora la presenza degli americani, non causava grande stupore. I tentativi di questi ultimi di incitare la popolazione a reagire all'influsso nordvietnamita non attecchiva più di tanto. L'unica cosa che funzionò a meraviglia era il dilagare della prostituzione per soddisfare le esigenze dell'"americano numero uno"!
Poichè era assai difficile distinguere chi appartenesse alla popolazione o ai membri del vietcong, gli americani furono costretti ad adottare dei sistemi che garantissero di colpire i soli rivoluzionari e risparmiare la popolazione. Uno di questi sistemi fu quello di creare le "Free Fire Zone" che non erano altro che delle aree di territorio evacuate dalla popolazione civile. Questa liberazione del territorio faceva si che, in teoria, chiunque passasse per quelle aree potesse essere considerato un nemico e fatto bersaglio di un fuoco implacabile e violentissimo.
Da un punto di vista prettamente militare poteva essere una soluzione, ma in realtà non modificò di molto la situazione poichè in un qualsiasi momento in cui i militari americani fossero passati nel villaggio liberato, erano fatti bersaglio di imboscate pericolosissime e sconcertanti.
Un altro esempio di poca lungimiranza fu l'accanirsi, da parte delle truppe americane, alla conquista delle tante colline situate nella zona degli altopiani centrali. La fittissima vegetazione presente su queste colline, offriva un sicuro riparo alle truppe comuniste che, da abili strateghi e tattici quali erano, facevano credere agli americani di attaccare in forze quando, in realtà, gli attaccanti erano i cosiddetti "quattro gatti". A quel punto le truppe americane richiedevano assistenza aerea e grande potenza di fuoco per annientare, in realtà poche unità rivoluzionarie.
Quando gli americani andavano a fare il bilancio dell'attacco respinto, scoprivano di avere annientato due o tre guerriglieri e di dover assistere a molti propri feriti. Queste logoranti e sanguinose missioni di conquista di inutili colline, provocò un enorme numero di vittime ed un altrettanto enorme numero di feriti che cominciarono a pesare sul bilancio economico e morale della guerra. Famosa è la battaglia accesasi per la conquista di una collina poi soprannominata "Hamburger Hill" che molti soldati americani paragonarono ad un gigantesco tritacarne e che diede il titolo ad un conosciuto film sulla tragedia del S.E.A.

Quando gli americani si accorsero della loro potenza sprecata, pensarono di sfruttare la tecnologia ed approntarono apparecchiature strane e originali. Uno di questi sistemi fu quello che diede l'avvio al progetto "Igloo White" che consisteva nel cospargere il territorio di centinaia di sensori sismici che avrebbero permesso di scoprire il traffico delle armate nordvietnamite che sarebbero poi state attaccate dall'aviazione. Fu un totale fallimento, tanto che alcune condizioni avrebbero potuto arrecare danno agli americani stessi ed il progetto fu abbandonato, così come fu cestinato l'altro bizzarro, incredibile progetto, quello dei "People Sniffer". Questo progetto consisteva nel dotare le armate americane di "fiutatori elettronici" in grado di percepire le esalazioni degli escrementi lasciati sul terreno dagli uomini. Non solo il progetto fallì per l'evidente impraticabilità, ma gli americani si accorsero che i nordvietnamiti, meno dotati di aggeggi elettronici, riuscivano ad identificare la presenza del nemico (americano) per l'odore delle sue sigarette o della sua brillantina.
Vale la pena, in questa sede, di esporre il dramma dell'"Agent Orange".
Poichè la vegetazione offriva un riparo efficientissimo alle armate comuniste, gli americani pensarono follemente di togliere il coperchio al sentiero di Ho Chi Minh spargendo sugli alberi un potente defoliante chiamato appunto "Agent Orange". Ebbene non solo non si ottennero i risultati sperati, ma la sostanza chimica determinò lo scatenarsi di malattie mortali nelle stesse truppe americane, come epatocarcinomi, leucemie, linfomi ed altre manifestazioni tumorali inesorabili.
Tutto questo accadeva nel 1966 ed al 31 Dicembre il numero dei soldati americani, presenti in territorio indocinese, ammontava alle 400.000 unità.

Il Sistema delle Gallerie
Uno dei problemi fondamentali dei soldati americani era rappresentato dal fatto che durante le perlustrazioni all'interno della fittissima giungla, i guerriglieri comparivano improvvisamente, attaccavano altrettanto proditoriamente e allo stesso modo scomparivano senza lasciare traccia. Inizialmente questi attacchi mietevano molte vittime, ma con enorme stupore gli americani si resero conto, finalmente, dell'esistenza di una fittissima rete di gallerie sotterranee che permettevano l'effettuazione di quegli attacchi.
Quando, nel 1967, i GI scoprirono questo geniale, efficientissimo sistema di distribuzione delle truppe, provarono immediatamente a neutralizzarlo, ma si resero conto che era praticamente impossibile procedere all'interno di quelle gallerie, così ricche di trappole e nascondigli che molti soldati americani persero la vita, o rimasero gravemente feriti, dopo aver percorso solo qualche metro al loro interno.
Quelle poche gallerie che fu possibile ispezionare, portarono alla luce un mondo parallelo, una vita sotterranea provvista di tutto quello che mancava in superficie e che gli americani cercavano tanto.

Il 1967 rappresenta la fine della guerra di routine. Gli americani si rendono conto che i sudvietnamiti stanno a guardare lo zio Sam che combatte per loro. Così gli addetti militari, a Saigon, impongono al governo sudvietnamita un maggior impegno delle sue truppe, che vengono addestrate e armate di tutto punto, ma che sono incapaci di prendersi a cuore la difesa del proprio territorio.
La guerra giunge, così, ad un punto morto nel quale è impossibile stabilire un fronte dei combattimenti sul quale far giungere il massimo potenziale possibile. L'intero territorio sudvietnamita è uno sconfinato fronte, ogni singolo villaggio è un punto di pericolo per tutti, ogni muro deve essere conquistato con molto sangue e molte armi.
In America le televisioni diffondono questo stato di cose e gli statunitensi cominciano a mostrare irritazione, tanto più che le vittime arrivano alla soglia psicologica di 20.000, per non parlare dei mutilati, dei feriti e delle spese economiche. Episodi di rifiuto al combattimento si moltiplicano e molti richiamati bruciano pubblicamente la cartolina precetto. E' l'inizio della fine!

Il Tet e Khe Sanh
Verso la fine del 1967 le truppe americane di stanza alla base aerea di Khe Sanh presagiscono un attacco in forze da parte dei nordvietnamiti. Di li a pochi giorni comincia l'inferno di Khe Sanh, uno dei capitoli più tristi, più clamorosi e più assurdi dell'intero conflitto del Vietnam. Per certi versi l'assedio di Khe Sanh può essere paragonato a quello di Stalingrado della Seconda Guerra Mondiale.
Khe Sanh era una base aerea situata a nord-ovest del Vietnam del sud, posta proprio a ridosso della statale n°9 che collegava il sud al nord. Questa base ospitava molte centinaia di soldati americani, era pesantemnente armata e provvista di una lunga pista aeroportuale per l'atterraggio degli aerei da carico.
Quando i Marines si accorsero di essere accerchiati dai vietcong, cominciarono ad approntare le difese per un attacco imminente che si verificò nella notte del 10 gennaio del 1968, allorchè una granata colpì in pieno il deposito munizioni che saltò in aria con un fragore indescrivibile. Da quel giorno e per altri 77, la base fu sottoposta ad un assedio snervante ed intensissimo su tutti i lati. I soldati americani lamentarono decine di vittime e feriti e l'unico approvvigionamento arrivava dall'aria, quando i C-130 scaricavano i pallet senza nemmeno toccare la pista per sfuggire agli attacchi nordvietnamiti.
Durante tutto l'assedio si verificarono innumerevoli atti di coraggio che favorirono la sospensione degli attacchi nordvietnamiti dopo 77 lunghissimi giorni di inferno. I soldati americani erano minacciati dai cecchini che, in alcuni momenti, giunsero a soli 200 metri dai sacchetti di sabbia posizionati al perimetro della base, ma quello che causò la cessazione degli attacchi, furono i bombardamenti effettuati con i famigerati B-52 che fecero cadere le bombe anche a soli 200 metri dai confini della base. Di certo quei bombardamenti causarono un numero enorme di vittime tra le file rivoluzionarie ed è ben immaginabile il terrore derivante da un solo attacco dei B-52.
Ebbene, poco più di due mesi dopo quei 77 giorni di sacrifici, di paura, di dolore e di morte, la base venne smantellata!
Lo stesso presidente Johnson aveva voluto che la base resistesse ad ogni costo per non ripetere il dramma di Dien Bien Phu che portò alla sconfitta dei francesi, tuttavia dopo un assedio epico, gli alti gradi delle forze armate ne chiesero lo smantellamento perchè la base era ininfluente ai fini della condotta di guerra. A testimoniare la resistenza, gli atti di coraggio, i soccorsi ai feriti e lo smantellamento, tuttavia, c'erano le telecamere della CBS che testimoniarono, al popolo americano, l'inadeguatezza di quella guerra e la sua inutilità aumentando così il dissenso.

Insieme al dramma di Khe Sanh, si consumò anche la tragedia dell'Offensiva del Tet che segnò il giro di boa nello svolgimento della sanguinosa guerra.
All'inizio di ogni anno ricorreva il capodanno lunare o Tet, festa religiosa buddista che prevedeva la visita ai parenti, le feste e la pace. Negli anni precedenti al '68, persino le truppe comuniste avevano sospeso i combattimenti in onore di tale festività e così avrebbe dovuto essere anche a gennaio '68, tanto è vero che le truppe sudvietnamite erano state quasi completamente mandate in licenza e l'organico statunitense era in libera uscita. Totalmente di sorpresa e con un dispiegamento di truppe enorme, le armate comuniste attaccarono tutte le principali città del Vietnam del sud provocando un numero elevato di vittime e di danni a strutture e installazioni militari.
Quang Tri, Hue, A Shau, Da Nang, Quong Ngai, Kontum, Binh Dinh, Cam Ranh, Phan Rang, Tay Ninh, Saigon, ecc. vennero attaccate con grande violenza e senza che le truppe comuniste risparmiassero i civili. Gli americani cercarono di reagire alla meglio, ma indubbiamente erano assolutamente privi di direttive e per la prima volta la popolazione reagi contro i vietcong.
Due avvenimenti principali caratterizzarono l'Offensiva del Tet, ovvero la battaglia di Hue e l'assedio all'ambasciata americana a Saigon.
Hue era una cittadina imperiale costruita nel 1802, era sede dell'università e fu invasa dai guerriglieri. Gli americani tentarono una reazione, ma la cittadella fu sede di aspri combattimenti "palmo a palmo", dove la parte del leone la fecero i cecchini comunisti che causarono uno spropositato numero di vittime in considerazione dell'importanza militare della zona. La battaglia per la riconquista di Hue fu epica quasi come quella di Khe Sanh e diede lo spunto a Stanley Kubrick per girare iil famoso film "Full Metal Jacket".

L'assedio all'ambasciata americana è un episodio militarmente poco importante e totalmente fallimentare per i vietcong, che perirono tutti senza concludere nulla, tuttavia da un punto di vista psicologico fu una sconfitta degli americani soprattutto sul fronte interno. Infatti prima del Tet del 1968, le forze armate dichiararono al popolo americano che, per la guerra in Vietnam, si intravvedeva una fine vittoriosa e a breve termine. L'attacco all'ambasciata di Saigon colse tutti di sorpresa e svegliò gli americani dal sogno della vittoria. In effetti come potevano, i comunisti, permettersi di attaccare l'ambasciata americana, se si era quasi alla fine della guerra?
Le telecamere ripresero l'azione di difesa dell'ambasciata dopo che un commando di 19 vietcong aveva penetrato il muro di cinta e teneva in scacco funzionari e altri civili. Con sconcerto gli americani in patria poterono assistere al recupero dei cadaveri dei 19 vietcong, tutti penetrati all'interno del recinto e dovettero accettare il fatto che le truppe americane dovessero difendersi a casa propria, nonostante fossero trascorsi quattro anni di guerra. Fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno che sancì la perdita definitiva della credibilità dell'impegno americano in S.E.A..
Quando l'Offensiva del Tet fu dichiarata terminata, il Generale Westmoreland affermò che le truppe statunitensi e sudvietnamite avevano respinto tutti gli attacchi e che avevano vinto, ma in effetti la guerra assunse altre connotazioni che portarono al disimpegno americano di li a quattro anni.
Per la verità i vietcong subirono perdite rilevantissime tanto che, dal Tet in poi, i combattimenti vennero portati avanti dell'esercito regolare di Hanoi ed il Vietcong fu dichiarato estinto.


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