Relativamente alla Guerra del Vietnam,
questo sito sta portando avanti una rassegna
fotografica giunta ormai alla quarta puntata e, nel passato,
è stato scritto un lunghissimo articolo sull'intero
conflitto del Sud Est Asiatico, conflitto che ha cambiato
completamente il modo di pensare americano e quello di gestire un
evento bellico, in tutto il mondo.
Poco si vede in giro, di modelli che rievocano quella guerra e.
così, in questo articolo viene trattata la riproduzione
modellistica di un soggetto aeronautico che, nella guerra del
Vietnam, ha trovato un ottimo teatro valutativo che ne ha
sancito, però, la sua fine.
L'F 100 era ancora in fase progettuale quando la guerra di Corea
volgeva al termine e i presupposti che portarono alla sua nascita
ed alla sua produzione, si svilupparono proprio a seguito della
Guerra contro la Corea del Nord. Il velivolo era molto veloce,
molto armato ed affidabile, ma anche poco maneggevole, pesante,
molto assetato e poco resistente ai danni inflitti dalla
ferocissima contraerea vietcong. Queste qualità/difetti
non fecero in modo che che potesse essere adattato al
Dog-fighting, ne all'attacco a bassa quota.
Dopo i primi anni di guerra, l'F-100 mostrò
inesorabilmente i suoi limiti ed alla fine degli anni '60, non
erano più attivi sul fronte vietnamita. Va aggiunto che il
missile radio-guidato Bullpup, adattato proprio all'uso con l'F
100, si dimostrò un pessimo armamento, azzoppando
impietosamente l'intero sistema d'arma costituito proprio da
Bullpup e Super Sabre.
Modellisticamente l'F 100 ha avuto un trattamento ottimo. La
scatola della compianta Esci ha fatto la delizia di tutti coloro
che ne hanno affrontato la realizzazione, me compreso. Dopo la
chiusura della Ditta benemerita, gli stampi credo siano stati
riutilizzati da Italeri, ma non ne sono sicuro.
Il modello è perfetto in ogni sua struttura se facciamo
eccezione per la povertà degli interni, tuttavia con un
pochetto di documentazione, qualche pezzettino di plasticard e
tanta pazienza, si può certo rimediare.
Plastica perfetta, pannellature incise, stampi precisissimi,
ottimi e fini i dettagli e trasparenti limpidi, sono, di questo
modello, le prerogative.
Nota stonata, le decals dure come mattonelle da rivestimenti e
poco adesive, ma con le possibilità offerte
dall'abbondante after-market, poco
male.
Il soggetto che ho riprodotto, l'avevo visto realizzato da
Raymond Orengo, modellista esimio ed aerografista impeccabile.
Ero rimasto estasiato da come Raymond aveva realizzato
quell'effetto "vernice bruciata" nell'area del reattore, proprio
sopra i piani di coda, caratteristica cromatica propria degli
F-100 lungamente operativi.
Ho iniziato la realizzazione pensando di aprire un portello di
ricarica dei cannoncini sulla destra della fusoliera e
così ho fatto, riproducendo in plasticard il dettaglio dei
caricatori.
Poi ho proceduto a dettagliare gli interni con del plasticard e
fili di sprue. Quindi ho staccato gli slats dal bordo d'attacco
alare, ho colmato lo spazio tra le due semiali ed infine ho
tagliato il Pitot per poi posizionarlo piegato.
Per poter mostrare gli interni dell'abitacolo, ho dovuto segare
il tettuccio con un seghetto.
L'uso dello stucco è stato pressochè superfluo;
qiusto qualche ritoccatina!
Per la colorazione non ho fatto certo miracoli. Ho impiegato
colori Gunze diluiti con alcool, ma quando sono giunto in coda ho
così proceduto.
Dapprima ho steso aree sfumate di azzurro all'interno delle
pannellature interessate. Quindi ho passato del colore argento
all'interno delle aree azzurre in modo che rimanesse un sottile
anello sfumato proprio di azzurro.
Infine ho schiarito con il Tan 30219 addizionato di bianco, le
pannellature non sverniciate.
Al termine, dopo l'enfatizzazione delle pannellature con
tempere scure, ho proceduto ad applicare le insegne della Model Decals.
A modello finito, ho deciso di realizzare la scaletta di accesso
all'abitacolo impiegando del Plastic Strip
da 0.50 mm. e tanta pazienza.