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CHI SONO

Il fatto che siate entrati in questa pagina può voler dire solo due cose:
1) che volete realmente sapere chi sono
2) che avete sbagliato link (e forse anche sito).
Se avete letto il mio curriculum qualcosa di me già la sapete. In tal caso però siete a conoscenza solo delle informazioni più banali. Quella che segue e la mia autobiografia non autorizzata (il che è abbastanza strano). Spero che abbiate voglia di leggerla.
Buona lettura:


autoBIOGRAFIA (non autorizzata)

Bobo in realtà non è il vero nome dell'autore (l'avevate già capito?! Non ci credo) che infatti si chiama Roberto Meloni.
Nato a Cagliari venerdì 18 aprile 1980 è sempre stato perseguitato dalla sfiga più nera (e meno male che era venerdì 18 e non venerdì 17, altrimenti figuriamoci).
Saltiamo a piè pari i primi anni di vita (fatti di pappe, dormite, cagate colossali e relativi cambi di pannolini) e catapultiamoci direttamente al 1985, precisamente settembre 1985, anno in cui Bobo viene catturato e rinchiuso in uno squallido edificio chiamato: SCUOLA, tanto orribile che l'autore, per svagarsi nelle ore libere, desiderò frequentare il carcere.
In questo stesso periodo Bobo venne provato da dure esperienze come l'essere scout (con annessi campeggi e gite) e la scoperta dell'insanabile malattia che lo afflisse fino alla fine dei suoi giorni (ma che AIDS maledetti iettatori): il diabete.
Il 1990 fu un anno drammatico con pochi motivi di soddisfazione (Un viaggio a Parigi, il Cagliari in serie A). Bobo venne trasferito dalla scuola elementare (in fin dei conti non tanto male) in un carcere di massima sicurezza detto scuola media inferiore (inferiore perché scadente naturalmente). Il passaggio non fu però immediato. Ci fu infatti una deportazione a Santa Sofia di Laconi (campeggio scout) come intermezzo. Durante questa gita di piacere dovette assistere inoltre all'umiliante eliminazione dell'Italia nella semifinale dei campionati del mondo del mondo di calcio (Italia '90); eliminazione avvenuta per mano di un branco di drogati della pampa argentina.
Come detto Bobo venne trasferito nel carcere di massima sicurezza "scuola media inferiore" dove passo quelli che lui stesso definì "i più brutti e terribili tre anni della mia esistenza". In questo periodo Bobo per svagarsi desiderò vagare nudo per un lebbrosario.
Trascorsi tre anni in questo orribile posto, le autorità decisero che poteva continuare a scontare la pena (non si sa ancora per quale reato) in un luogo di detenzione meno duro. Probabilmente questa decisone fu presa anche per le precarie condizioni di salute dello stesso Bobo (un po' di pathos in una storia non fa mai male).
Comunque era arrivato il 1994 e una nuova crisi incombeva sull'autore di quest'opera che tenete tra le mani. Il carcere questa volta si chiamava "scuola media superiore" (certo non era il Plaza né l'Excelsior ma era sicuramente superiore rispetto alla scuola media inferiore). Comunque le sciagura arrivarono come sempre nel periodo estivo. Prima, verso giugno, Bobo scoprì di essere stato rimandato in latino, ingiustamente (un altro buco nell'acqua della giustizia italiana). Ma non era finita. In quella torrida estate, passata chino sui libri, Bobo, dovette nuovamente assistere alla sconfitta dell'Italia nella fase finale della coppa del mondo di calcio; sempre ai rigori ma questa volta ad opera di un manipolo di pennarelli sudamericani (i carioca brasiliani).
Nel 1995 la corte suprema del Ministero della Pubblica Istruzione decise di aggiungere un anno alla pena del povero Bobo che nello stesso anno dovette anche recarsi a un campo rieducativo per diabetici. Quindi, come se non bastasse, al rientro nelle tetre celle del carcere il nostro eroe venne trasferito (probabilmente per buona condotta e a titolo di parziale risarcimento) nel braccio più casinista del carcere dove avrebbe finito di scontare la sua pena.
Nel 1997 con la retrocessione del Cagliari, Bobo, ebbe una piccola crisi superata solo con la promozione nella massima serie ottenuta dalla squadra isolana l'anno seguente; non molto da segnalare negli anni seguenti fino al 1998 quando arrivò l'ennesima crisi (strano come queste crisi si presentassero ciclicamente ogni quattro anni, vero?). Come al solito la nazionale di calcio si ritrovò fuori dal mondiale (venerdì 3 luglio, quarti di finale, sempre ai rigori, contro la Francia, Paese ospitante e vincitore finale della manifestazione) cosa che portò l'umore di Bobo quasi ai minimi storici.
Nel 1999 infine, dopo quattordici anni di detenzione, Bobo venne rimesso in libertà (il 5 luglio per l'esattezza) dopo aver sostenuto un esame per verificare le sue affettiva possibilità di reinserimento nella società.
Dopo un breve periodo di riabilitazione trascorso in un apposito istituto chiamato Università, frequentato senza assiduità e con scarsi risultati, di Bobo si sono perse le tracce per molto tempo fino al giorno della sua morte avvenuta alla veneranda età di 123 anni a causa di un cancro ai polmoni e di uno smodato abuso di alcol. Le sue ultime parole, dette ai familiari accorsi al suo capezzale, furono: "Levate i piedi dal tubo dell'aria e andate tutti affanculo!!".

(Quest'ultima parte non è vera ma una biografia non può definirsi tale senza un'appropriata fine del personaggio trattato).

COSA SIGNIFICA TOPOPIGNEGNA

Sicuramente vi sarete chiesti: "Cosa vuol dire topopignegna?". È un discorso un po' complicato. Cominciamo dall'inizio.
C'era una volta un ragazzino come tanti altri (vabbè non proprio come tutti gli altri... più rompicoglioni degli altri) che cercava un nick-name per la sua e-mail. Il ragazzino si chiamava Roberto Meloni (detto BOBO); aveva provato con bobo@... però gli avevano detto che bobo@... non era possibile visto che già altri "bobo" ci avevano pensato prima di lui. Sarebbe stato un "bobo" qualunque (tipo bobo31@...) e questo non gli piaceva, voleva essere l'unico, voleva un nome particolare. Non come quelli che gli avevano proposto: roberto_meloni@... meloni_roberto@... . Il giovane pensò: "Non sono mica un ragioniere o un bancario, perchè dovrei avere un'e-mail così fiscale?!" e così rinunciò.
Una sera in pizzeria però qualcuno fece riferimento a una equipe di medici cagliaritani che aveva selezionato una razza di topo "alcolista" (S.A.P. - Sardinian Alcol Prefering). A questo punto il giovane che era ancora alla ricerca di questo benedetto nick-name cominciò a fare delle strane associazioni mentali: topo, alcolista, pignegna (tossicodipendente in slang cagliaritano) e così nacque il topopignegna.

Per ulteriori informazioni consultare:





SCUSATE SE LA MIA AUTOBIOGRAFIA NON AUTORIZZATA NON È AGGIORNATISSIMA... PERÒ NON È CHE IO VIVO SOLO PER DIRE CAZZATE E FARVI RIDERE!! (AMMESSO E NON CONCESSO CHE CI RIESCA!)