Cagnerino

Don Giovanni Bertinelli, maestro e padrino di cresima di Giosuč Carducci, era originario della Sassetta e probabilmente aveva compiuto i suoi studi nel Seminario di Massa Marittima. Giovane sacerdote era stato nominato cappellano di Bolgheri e maestro di scuola mentre era pievano il suo concittadino Don Giuseppe Bertinelli.

Vi rimase per qualche decennio ma, verso gli anni 60 del 1800, ritornň alla casa paterna, in Sassetta vivendo in una certa agiatezza fino ad avere qualche servo come un certo Cagnerino.

Cagnerino esercitava, come molti sassetani di quegli anni (e non solo) in modo egregio l’attivitŕ di bracconiere, e spesso don Giovanni poteva gustarsi i frutti di questa abilitŕ del suo servitore.

Ma un giorno Cagnerino ebbe a vantarsi con Don Bertinelli di aver ucciso una guardia forestale che lo aveva sorpreso … e cosě, raccontano i Sassetani del secolo scorso, e il loro racconto si ripete di padre in figlio, fino a diventare voce comune in paese, quando i carabinieri vennero ad arrestarlo, Cagnerino si mise in testa (forse a ragione) che il prete fosse stato la causa della sua incarcerazione.

Quando dopo molti anni Cagnerino uscě dal carcere, Don Bertinelli lo riprese al suo servizio e da lui si faceva anche tagliare la barba.

Nelle conversazioni che avvenivano tra Cagnerino e il prete si pronunziavano frasi come questa: - Cagnerino, la tua barba nera č divenuta bianca: sono passati degli anni. - Ma il cuore, - diceva Cagnerino, - č sempre nero – e mentre gli faceva la barba talvolta mormorava: - Quanti bocconcini buoni sono passati da questa gola!

Un giorno del 1875 Don Bertinelli, a piedi, come usava allora, va a Castagneto a riscuotere dei denari e non torna piů a casa.

Ricercato, allora viene trovato vicino alla Fonte Ferrata allora Fonte al Becco, con la gola tagliata e derubato.

I carabinieri ne fanno un referto e il cadavere viene regolarmente seppellito.

Chi era stato l'assassino? I carabinieri non riuscirono a scoprirlo ma Cagnerino si era dato al bosco.

Sempre voci ripetute da diverse generazioni di Sassetani dicono che un tal Pettinino uccise poi Cagnerino.

(Don Enrico Lombardi, “Sassetta e Monteverdi”, in Notiziario delle “Acciaierie di Piombino n. 2 – 3 marzo 1980)

 

La narrazione ha le sue incertezze specialmente riguardo all'intervento dei Carabinieri per punire Cagnerino o dopo Pettinino: ma il ricordo di Cagnerino č ancora ben vivo a Sassetta, tanto da essere diventato un modo di dire: “come sei cagnerino!” a indicare chi non dimentica e non perdona.

 

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