Anna Ramirez di Montalvo e Bianca Cappello
Anna, una delle figlie del Signore di
Sassetta, Antonio (I°) Ramirez di Montalvo,
andò in moglie a don Pietro di Arazzola duca di Mondragone, ed
ebbe non poca parte nella storia d’amore fra il Granduca Francesco I dei
Medici e la nobile veneziana Bianca Cappello.
(Fonte:
prefazione di Luciano Banchi alla “Relazione sulla Guerra di Siena” di Don
Antonio Montalvo, ed. 1863)
Nel 1563, viveva in Venezia la
giovanissima Bianca Cappello. Di appena sedici anni, dalle chiome di un biondo acceso come quelle della Maddalena del
Tiziano. Aveva gli occhi azzurri ed a fior di testa, dritto il naso dalle nari
dilatate, il mento ben disegnato, labbra di porpora che ricoprivano due filari
di perle, le spalle di marmo e le braccia, che doveva avere la Venere di Milo
quando uscì dalle mani del suo artefice ignoto, completavano quell’insieme,
vero tipo di sensuale beltà. Proprio di fronte alle sue finestre, al Banco
dei Salviati, lavorava come cassiere il giovane
fiorentino Piero Bonaventuri; e, per uno di quei misteri del cuore che il cuore comprende, che la
ragione non spiega, sia che lo credesse un Salviati,
sia che fosse trascinata dall’ardenza dell’età, Bianca
se ne innamorò. I due giovani, di diversissima condizione sociale, avviarono
una segreta tresca che durò parecchi mesi, fino a che, una sera, vistisi
praticamente scoperti, si risolsero a fuggire insieme e, inseguiti addirittura
dalla polizia di Venezia, si rifugiarono a Firenze, dove, in casa dei genitori
di lui, un prete amico di famiglia venne
a unirli in matrimonio. Ma a Firenze la fanciulla veneziana scoprì che la
famiglia del suo amato era in ristrettezze economiche, e la vita fiorentina si
rivelò ben presto assai meno piacevole di quella a cui era abituata. Per far
quadrare il bilancio familiare, il suocero fu costretto a licenziare l’unica
serva e Bianca dovette prendere il suo posto; e dovette anche adattarsi fare
lavori di cucito per contribuire alla spese di casa. Un giorno, il giovane
Granduca Francesco dei Medici si trovava a passare a cavallo dalla piazza
dell’Annunziata, dove dimorava Bianca Cappello con suo marito; e un fiore cadde
ai suoi piedi. Levati gli occhi, il Granduca vide dietro una gelosia la testa bionda e fresca d’una giovane.
Invaghitosi della fanciulla, Francesco non
volle vedere in quel fiore caduto ai suoi piedi un semplice caso; chiese
aiuto al marchese di Mondragone, un gran signore, mezzo spagnuolo, mezzo
napoletano, nato in Terra di Lavoro da una famiglia aragonese, e che era
stato il suo educatore da fanciullo; e il marchese ne incaricò la moglie. La
marchesa allora, dopo aver atteso che dalla casa uscisse per compere la vecchia
Bonaventuri, suocera di Bianca, fece in modo che il
suo cocchiere fingesse di investirla; e, precipitandosi a soccorrerla,
conquistò la sua fiducia. Il marchese da
parte sua aveva saputo che i Bonaventuri avevano un
figlio a Venezia, il quale, accusato d’aver rapito una fanciulla patrizia, era
stato messo al bando dalla Repubblica. Avuta così la conferma che la
giovane di cui Francesco si era invaghito, la
bella sconosciuta che si celava con tanta cura, era proprio la Cappello;
Anna di Mondragone fece mostra di volersi informare
delle disgrazie dei Bonaventuri, e si offrì di rendere alla povera famigliola presso il
principe Francesco tutti i buoni offizi desiderabili.
Entro così in confidenza anche con la giovane Bianca, che non osava uscire di
casa per il timore di essere riconosciuta
e per i poveri panni onde andava coperta;
e ben presto la invitò nel suo palazzo, mandandole la sua carrozza, affinché non fosse veduta, e una delle sue più belle vesti, per
risparmiarle ogni rossore. La Cappello accettò: l’umile compagnia della gente con cui vivea
cominciava a sembrarle pesante, paragonandola soprattutto con quella ch’era
solita trovare a casa di suo padre … vestì i ricchi panni che le avea spediti la Mondragone;
guardatasi in uno specchio, si trovò mille volte più bella che con le sue
povere vesti: da quel giorno fu perduta. A palazzo Mondragone,
dove il marchese doveva parlarle del suo interessamento per un salvacondotto,
la marchesa, come per gioco, condusse la fanciulla nelle sue stanze, e, tratto da un armadio uno scrigno, e dallo
scrigno un mucchio di gioie, diademi, collane, anelli, orecchini, tutti di
diamanti e di zaffiri, si prendea diletto di ornarne
la Bianca che, a guisa di vanitosa fanciulla, lasciavala
fare. Poi d’improvviso la lasciò da sola e, inaspettatamente, la
diciottenne Bianca si trovò di fronte a Francesco dei Medici. La Bianca mise un grido e volle correre
all’uscio, ma Francesco la rattenne; allora ella indovinò tutto, e posto un
ginocchio in terra: - Altezza, gli disse, poiché è piaciuto a Dio
d’allontanarmi dai miei genitori, che non possono più proteggermi, di togliermi
la mia posizione sociale, i miei beni e la mia patria; poiché non mi rimane più
altro che l’onore, lo metto sotto la salvaguardia di Vostra Altezza. -
Francesco, rialzandola, la rassicurò e le si offrì come protettore. Poi, temendo che Bianca si sgomentasse per
una più lunga visita, fece un profondo inchino e uscì ... quando la marchesa riapparve, trovò la Bianca in
piedi, sì pallida, sì tremebonda che per poco non cadea;
… - il principe! Il principe! - La
marchesa sorrise. … - Ah! È venuto il principe? Non vi faccia meraviglia; viene
spesso per consultar mio marito … Vi ha veduta: tanto meglio! S’accrescerà di
tanto il suo interesse per vostro marito e per voi. - Bianca fissò in volto la marchesa con quell’occhio malinconico e
profondo che il Bronzino effigiò nel suo ritratto, occhio che parea scandagliare i più segreti pensieri nel fondo de’
cuori. Poi, interrogando sé medesima, si coperse il volto con ambe le mani e, lasciatasi cadere sopra una seggiola, disse
“Ah, madama, voi mi perdete! …” – “Ne prendo il peccato sopra di me” – le
rispose la Mondragone, stringendola fra le braccia ed
imprimendole un bacio sulla fronte. Ed entro otto giorni, la storia d’amore fra i due giovani era iniziata.
(Fonte:
“racconto storico” di Alessandro Dumas, in “Bianca Cappello, drama in cinque atti”, ed 1887)
I dettagli dell’incontro fra Francesco
de’ Medici e Bianca Cappello (ed il ruolo di Anna Montalvo
Mondragone) non sono storicamente documentati (anche
se sono raccontati in diverse “novelle” d’epoca), ma la vicenda del loro amore
è famosissima, ed ebbe un seguito tragico. Francesco all'epoca stava per
sposarsi con Giovanna d'Austria, ma, al pari di Bianca, fu ben presto frustrato
dal proprio matrimonio: egli non amava il carattere della moglie ed era
risentito con lei perché non riusciva a dargli un erede maschio; inoltre,
l'austriaca era una donna poco istruita, con pochissimi interessi, si dice
affetta da scoliosi, mentre Bianca Cappello, ben istruita e colta, seppe
condividere le passioni del futuro Granduca per le scienze e l'alchimia. Si
racconta che i due amanti stessero ore chiusi nel laboratorio alchemico, alla
ricerca della pietra filosofale.
Nel 1572 Pietro Buonaventuri,
a cui era stato offerto un incarico a corte e che, forse a causa della sua
nuova posizione sociale, era divenuto orgoglioso, insolente, dissoluto e
detestato da tutti, fu ucciso all’angolo di Via Maggio, presso il Ponte di
Santa Trinita, da uno della famiglia Ricci che aveva
insultato; ma non furono in pochi a
sospettare il coinvolgimento del Granduca Francesco.
Dopo la morte anche di Giovanna d’Austria, Francesco
e Bianca Cappello poterono finalmente sposarsi, nel 1579. Ma la veneziana fu
sempre invisa alla corte ed al cognato, il cardinale Ferdinando I de' Medici,
tanto che l'improvvisa morte della coppia, dopo 11 giorni di tremenda febbre in
seguito a una loro cena nel 1587, a distanza di un solo giorno l'uno
dall'altra, pare dovuta un avvelenamento forse ordito dal cardinale stesso,
mentre le cronache parlarono di cause legate a una malattia fulminante.