TERRONACCI


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IL CALCIO DI COLLO PIENO IL CALCIO DI INTERNO-COLLO  IL CALCIO DI ESTERNO-COLLO

 

IL CALCIO DI COLLO PIENO 

Possiede delle caratteristiche opposte al calcio di interno piede. È molto potente ma al contempo difficoltoso da controllare.

-  La superficie di impatto col pallone è il dorso del piede: la regione compresa tra l’inizio della caviglia (tra i due malleoli mediale e laterale) sino alle ossa metatarsali è quella maggiormente interessata nel contatto con la palla. Il dorso del piede nella porzione tra la fine del metatarso e le dita del piede non dovrebbe entrare significativamente in contatto col pallone. La regione maggiormente coinvolta corrisponde al dorso del II° osso cuneiforme.    

In parole comprensibili per i giocatori, il punto di impatto corrisponde all’allacciatura della scarpa.

Osservando anatomicamente le ossa che compongono il piede, si comprende come è fondamentale che nel calcio di collo pieno il piede sia perfettamente esteso durante il calcio.

  -  Durante il calcio di collo con palla ferma, come è giustamente opinione comune, coloro che hanno i piedi corti sono avvantaggiati da un punto di vista meccanico. Al contrario, coloro che hanno i piedi lunghi non riusciranno materialmente a compiere un calcio di collo-pieno vero e proprio, che sostituiranno con un tiro di interno-collo.

 -  La direzione della rincorsa, come anche nel calcio con l’interno-piede, è corrispondente con la direzione che si intende imprimere al tiro.

A diversità del calcio di piatto è possibile inserire il calcio di collo-pieno su di una elevata velocità di rincorsa. In questo caso, proprio perché il calcio di collo-pieno in corsa richiede di essere eseguito con potenza e spesso quando si cerca di effettuare in questa situazione un calcio di precisione, si ottengono dei risultati certamente deludenti. Si consideri anche che, in queste situazioni, non è possibile effettuare un calcio di interno-piede, dato che questo comporterebbe un rallentamento della rincorsa, che sappiamo essere necessaria per vincere il contrasto con l’avversario antagonista.

 Queste situazioni devono essere per forza risolte in modo dinamico. E in veste di tecnici dobbiamo rendere i giocatori consapevoli di questa realtà coordinativa. Inoltre, l’eventuale errore che ne potrebbe derivare, se compiuto con la consapevolezza delle difficoltà, è un atto di responsabilità ed è a livello giovanile il precursore di un miglioramento tecnico-coordinativo.

-  Come abbiamo osservato, il calcio di collo-pieno ha la prerogativa contraria a quello di interno-piede riguardo alla rincorsa: può anche essere effettuato ad una notevole velocità di rincorsa. Da questo ne deriva un altro dato che non dobbiamo sottovalutare in allenamento per le implicazioni in termini di sensibilizzazione coordinativa: quello relativo al “colpo d’occhio” necessario per anticipare i passi e per potere giungere senza soluzione di continuità della rincorsa a porre al suolo il piede di appoggio che poi anticipa il calcio.

Questo fatto costituisce in sé una importante stimolazione spazio-temporale per i giocatori; motivo per cui gli istruttori devono impegnarsi a fare acquisire il piacere del calcio di collo-pieno ai più giovani.

Iniziare ad allenare il calcio di collo-pieno solo dopo che si è consolidato il calcio con l’interno-piede può favorire il costituirsi di inibizioni da parte dei giocatori, i quali, come conseguenza, una volta inseriti nel contesto della partita, ben difficilmente utilizzeranno altri tipi di calcio che non siano l’interno-piede anche se la situazione li richiederà, dato che il calcio di interno-piede è il gesto più facile e che quindi non li espone ad errori plateali.

_  Ribadiamo quindi il principio didattico che fin dai primi calci si deve sperimentare il “gusto” del calcio di collo pieno contemporaneamente con il calcio di interno-piede.

 Spieghiamo meglio cosa intendiamo per “piacere del calcio di collo”.

 Il calcio di collo, esso possiede il fascino sui praticanti che da una esecuzione che si avvale fondamentalmente di un ampio gesto fatto di inerzia si ottiene un effetto di potenza. In pratica, quando il tiro di collo avviene secondo le modalità corrette, a livello del piede si avverte una sensazione derivante dall’ottenere un tiro potente e “pulito” in seguito ad un impatto quasi inavvertito sul piede. Questo fatto si amplifica poi se si considerano le traiettorie di arrivo della palla e i calci di drop che nelle situazioni di gara dinamiche sono i veri virtuosismi del nostro gioco.

 Quando il calcio di collo-pieno può essere considerato corretto?

Fondamentalmente quando: 

1)  la fase di preparazione è ampia, (questo concetto vale per le sedute specifiche di allenamento; in partita il discorso è diverso, dato che occorre fare quello che è più conveniente in funzione degli obiettivi di gioco contingenti),

 2)  l’oscillazione avviene senza soluzione di continuità e, pertanto, nel momento di contatto piede/palla la gamba si trova naturalmente estesa,

 3)  il busto non debba compensare l’errato posizionamento del piede di appoggio e sia leggermente inclinato in avanti, 

4)  il pallone sia quindi colpito nel punto centrale e acquisisca una traiettoria tesa, “pulita”, quasi senza rotazioni.

 -  Precauzioni: durante il calcio di collo pieno occorre prestare attenzione che le dita del piede, (che sappiamo deve essere in completa estensione), non colpiscano il suolo, dal momento che i giocatori si farebbero male al piede e facilmente si inserirebbero degli atteggiamenti protettivi di inibizione che, come è evidente, sono tremendamente negativi.

 - Principali errori

Ribadiamo che quello proposto è un modello di gestualità tecnica e non vi sono peraltro dubbi che le situazioni di gioco possono anche richiedere delle soluzioni che siano diverse. In ogni caso è pur sempre necessario avere dei principi guida con cui valutare la gestualità tecnica.

 -  Movimento che non viene compiuto in decontrazione muscolare,

-  colpire la palla con la gamba flessa al ginocchio,

-  colpire la palla con il piede di appoggio troppo avanzato rispetto al punto di impatto piede/palla,

-  direzione della rincorsa disallineata con la traiettoria che si vuole imprimere al pallone,

-  piede di appoggio troppo laterale rispetto al pallone e/o troppo lontano nel senso antero-posteriore

-  colpire la palla col corpo sbilanciato indietro o in avanti.

 Precisiamo fin d’ora che l’errore va sempre cercato “a monte” di dove si manifesta: ad esempio il fatto di colpire la palla col corpo sbilanciato all’indietro, non è correggibile dicendo al giocatore di stare sbilanciato in avanti! Poiché tale posizione sfavorevole è una conseguenza della eccessiva distanza piede di appoggio – palla e a sua volta questo errore è dipendente da una eccessiva distanza del centro di gravità* del giocatore rispetto al futuro impatto piede/palla. È qui che normalmente trovano la loro causa gli errori di tecnica del calcio.

 

* Il centro di gravità del corpo umano è il punto in cui si applica la risultante delle azioni dovute all’attrazione di gravità. Il centro di gravità non è fisso, ma varia in relazione alla posizione che viene assunta. Se prendiamo in considerazione un giocatore che sta calciando, indicativamente il centro di gravità si pone al centro dell’addome. In pratica il tecnico di calcio deve abituarsi a considerare non tanto il significato rigoroso di centro di gravità, ma a considerare e a valutare la distanza complessiva del corpo del giocatore rispetto al punto di impatto piede/palla al fine di valutare il corretto posizionamento del giocatore, e non limitarsi a considerare il solo piede di appoggio.

 

IL CALCIO DI INTERNO-COLLO

 

Si tratta del tipo di calcio che consente di ottenere una buona precisione unitamente a potenza di tiro. Inoltre permette di potere innestare lo stesso su di una buona velocità di corsa.

Si attua colpendo la palla con la porzione di piede che va dalla base dell’alluce sino al malleolo mediale. Anche in questo tipo di calcio occorre mantenere il piede in estensione. Il punto di maggiore contatto si localizza tra il primo e il secondo osso cuneiforme e la base del primo osso metatarsale.   

 -  Il calcio di interno-collo richiede la rincorsa con traiettoria obliqua rispetto alla direzione del tiro e l’obliquità della rincorsa si accentua proporzionalmente rispetto alla potenza impressa. Ragione per cui un tiro molto forte richiede l’accentuata inclinazione del corpo, con la relativa accentuata obliquità della rincorsa. Diversamente il calcio avviene in condizione di squilibrio.

Si consideri inoltre che la naturale oscillazione della coscia non si limita alla articolazione dell’anca, ma coinvolge il tratto sacro-lombare, il quale compie una azione di flesso-torsione.

 Come risultato, specie nel calcio eseguito con potenza, non si esegue una oscillazione perfettamente rettilinea dell’arto inferiore, ma semicircolare e diagonale rispetto alla frontalità del corpo. Ed è per questo motivo che la traiettoria di rincorsa, anticipando questa necessità di oscillazione diagonale rispetto alla frontalità del corpo, deve essere obliqua rispetto alla direzione del tiro. 

 -  Il piede di appoggio si colloca un po’ più lontano rispetto agli altri tipi di calcio che abbiamo esaminato, ad una distanza laterale di 20 – 25 cm. 

-  Lo sbilanciamento in avanti e laterale del busto è in questa esecuzione molto accentuato, specie nei calci in cui si ricerca potenza.

Le braccia compiono un movimento sinergico di bilanciamento del calcio che è abbastanza complesso da spiegare data la notevole simultaneità dei movimenti.

In un primo momento il braccio corrispondente alla gamba calciante si slancia in avanti, anticipando l’oscillazione calciante vera e propria, mentre l’altro braccio compie un movimento opposto. Durante l’oscillazione in avanti dell’arto calciante le braccia invertono la loro posizione fintanto che, al termine del calcio, il braccio controlaterale si sposta in avanti per compensare il disequilibrio dovuto alla spinta di inerzia che la gamba calciante produce sul corpo.

 Errori più frequenti nel calcio di interno collo

-  Rincorsa non correttamente obliqua alla direzione di tiro.

-  Errato posizionamento del piede di appoggio.

-  Conseguente sbilanciamento indietro del busto al momento del tiro.

-  Contatto del piede sulla palla non centrale che determina una non voluta rotazione sulla stessa e deviazione della traiettoria.

 

Poniamo ora l’attenzione su di una variante del calcio di interno-piede che è insegnata con maggior enfasi in alcuni centri del nord Europa e che peraltro fa parte del repertorio dei calciatori di buon livello. Potremmo chiamarla come calcio di interno-collo con rotazione ad uscire.

-  In pratica si tratta di colpire la palla con l’interno-collo del piede, ma imprimendo alla stessa una direzione di tiro quasi corrispondente alla direzione della rincorsa. Ciò è reso possibile grazie al fatto che il pallone acquisisce una rotazione diversa da quella consueta che si ottiene calciando la palla di interno-collo. Ad esempio, calciando di interno-collo col piede destro, normalmente la palla acquisisce una rotazione interna, vale a dire da destra verso sinistra. Invece calciando di interno collo piede destro con effetto ad uscire, la rotazione avviene da sinistra verso destra, così come nel calcio di esterno-collo. Ciò è dato dal fatto che il piede di appoggio si colloca molto più lateralmente rispetto alla palla anche 25 – 35 cm e, sebbene la superficie di contatto piede/palla è sempre l’interno-collo, è diverso l’angolo tra l’oscillazione della gamba e la direzione di tiro.

IL CALCIO DI ESTERNO-COLLO

 

La regione del piede che colpisce la palla è compresa tra il malleolo laterale, fino al dorso dei II, III, IV, V metatarsi; in parole semplici la parte esterna della scarpa.

 -  Il piede di appoggio. Nella didattica del calcio di esterno-collo è indispensabile fare comprendere sino dalla giovane età che occorre ricercare dapprima un corretto posizionamento del corpo rispetto alla palla. A questo scopo occorre far comprendere e risolvere da un punto di vista dell’autopercezione del proprio corpo l’errata tendenza a “preparare” il calcio di esterno collo allo stesso modo del calcio di interno collo, come spesso viene erroneamente spontaneo di fare.

 -  Indicativamente la rincorsa è speculare a quella del calcio di interno-collo, quindi obliqua dall’esterno verso l’interno, rispetto alla direzione di tiro.

-  Anche il piede d’appoggio si colloca più lateralmente al pallone rispetto al calcio di interno-collo, a circa 30-35 cm.

Specialmente in fase di insegnamento della tecnica, occorre insistere sul fatto che l’esterno piede deve essere un calcio vero e proprio e non un tocco laterale. Vale a dire che il calcio deve essere preceduto da una azione di caricamento consistente della gamba calciante e da un movimento che si svolge nella sua coordinata e continua azione pendolare.

 

-  Precauzioni. Questo tipo di calcio, specie con i giovani e con palloni regolamentari può provocare delle distorsioni alla caviglia e al ginocchio. Occorre quindi sperimentare il suo apprendimento dopo che i giocatori sono entrati in possesso della tecnica di calcio di interno-piede con effetto ad uscire; che presenta diversi punti in comune con l’esterno-piede.

 -  Errori più frequenti.

-  Errata direzione della rincorsa.

-  Errato posizionamento del piede di appoggio, che solitamente si colloca troppo vicino alla palla.

-  Piede non disteso, che quindi non consente al collo dello stesso di colpire la palla nel punto centrale.

 

Il punto di contatto piede/palla durante il calcio

Tenendo conto che il pallone di calcio a 5 è diverso da quello del calcio per il tipo di rimbalzo, suddividiamo il pallone in 2 parti: una inferiore ed una superiore.

 

-  Se il pallone viene colpito perfettamente nel mezzo il tiro acquisirà la massima velocità e la traiettoria sarà rettilinea. Le rotazioni della palla saranno molto ridotte, fino ad annullarsi nei calci cosiddetti “puliti”.

-  Se il pallone viene colpito nella parte superiore, il tiro assume una traiettoria discendente (nel caso di calci al volo) o rotolante a seconda dei casi si produce una rotazione dello stesso in avanti e quindi una traiettoria con accentuazione della parabola.

-  Se il pallone viene colpito nella parte inferiore, al contrario, il tiro acquisisce una traiettoria alta unitamente ad un effetto (rotazione) in avanti, cioè con rotazione frenante.

Delle osservazioni analoghe possono anche essere compiute in merito alla parte sinistra e destra dell’impatto con la palla.

-  Se il pallone viene colpito nella parte sinistra, il tiro assume traiettoria che si curva verso destra e con effetto ad uscire.

-  Viceversa del precedente caso, se il pallone viene colpito nella sua porzione di destra, si imprime allo stesso una traiettoria verso sinistra con effetto a rientrare.

 


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