di
Giovanni Petrungaro
MILAZZO - "Siamo stanchi di dover subire decisioni
provenienti dall'alto. Il territorio di Milazzo ha una propria vocazione e
le strategie portate avanti in questi ultimi anni guardano esclusivamente
al turismo. L'autoporto significa accettare logiche di sviluppo
completamente diverse e soprattutto degradare ulteriormente la nostra città".
Le forze del centrosinistra hanno ribadito ieri mattina nella riunione
promossa al cinema Liga la loro ferma avversione alla realizzazione di uno
dei sei autoporti previsti dalla Regione nell'area Asi di Boccafiume,
proprio alle spalle della nuova stazione ferroviaria. Nel corso del
dibattito, tutti i partiti della coalizione che supporta l'amministrazione
Nastasi hanno sottolineato la necessità di agire in tutti i modi per
fermare la realizzazione della struttura per evitare - è stato detto -
che Milazzo si trasformi in un nuovo viale Boccetta. Dai vari interventi
sono emerse posizioni più rigide come quelle dell'Udeur e di Rifondazione
Comunista e altre, sempre di diniego ma comunque di disponibilità ad
avviare una seria concertazione per decidere il futuro del territorio.
Dopo l'introduzione di Vincenzo Russo, ad aprire la serie degli interventi
è stato il segretario di Rifondazione comunista, Franco Andaloro, il
quale ha sottolineato come Milazzo, per caratteristiche morfologiche e
interventi già attuati sia a levante che a ponente, non possa subire più
aggressioni che finiranno per trasformarla in una sorta di area invivibile
dove tutto è possibile. Dopo un breve intervento del rappresentante del
Comune di Milazzo all'Asi, Pietro Caravello, ha preso la parola il dottor
Gianni Pergolizzi del movimento Di Pietro, il quale partendo dall'analisi
della legge che regola la realizzazione degli autoporti, la 388 del 2000,
ha detto che si tratta di una normativa prettamente nordista perché
favorisce il centro nord a scapito del Sud, sottolineando l'inutilità
dell'opera. Ha poi bacchettato gli amministratori, ricordando che l'idea
dell'autoporto esiste sin dal 1999 e il sindaco del tempo non fece nulla
per opporsi. Un concetto questo ribadito anche dal dottor Giuseppe
Falliti, responsabile del Wwf che ha lamentato "la mancanza di
raccordo tra classe politica e associazioni". E la parola
concertazione è venuta fuori spesso ieri mattina.
Nell'intervento del rappresentante di Legambiente, Zizi Vece, in quello
del segretario dei Ds, Dario Russo, in quello dello stesso deputato
regionale diessino, Filippo Panarello. "Occorre - ha detto Vece -
avviare una conferenza di servizi che possa riunire tutti gli organi
interessati alla questione e partendo dalla premessa del risanamento del
territorio, studiare delle soluzioni che portino ad un nodo
intermodale". Dobbiamo essere noi i protagonisti delle scelte, fermo
restando che lo sviluppo ecocompatibile ci troverà sempre d'accordo - ha
aggiunto Dario Russo - non è possibile accettare una simile opera, solo
perché improvvisamente qualcuno ha deciso che Milazzo debba ospitarla. Le
scelte
"una tantum" non ci possono più appartenere". L'on.
Panarello da parte sua ha criticato l'atteggiamento del governo regionale
che manca - ha sottolineato - di una progettualità che consenta una
pianificazione organica dei vari territori. Dopo gli interventi di
Calogero Emanuele, Guglielmo Maneri e del presidente del consiglio
comunale Stefano Cartesio che in modo aspro ha criticato i riferimenti
politici provinciali e regionali, evidenziando a chiare lettere che
bisogna smetterla "con queste scelte calate dall'alto", è
toccato al sindaco Nastasi tirare le fila del discorso. Il primo cittadino
ha polemizzato con l'on. D'Aquino e con Garofalo e poi ha detto che a
Milazzo "non ci sono "signor no", che respingono ogni cosa
(l'hub porto l'abbiamo accettato) ma persone che sono impegnate per dare
una svolta alla città nel senso turistico. E l'autoporto - ha concluso -
viaggia su una direzione completamente opposta". Oggi alle 16,30
ancora dibattiti, stavolta su iniziativa delle forze del centrodestra.
L'incontro è previsto nel salone parrocchiale della chiesa Madre
testo integrale
tratto da "La Gazzetta del Sud" - 19 gennaio 2004