Siamo ritornati allo stagno che avevamo visitato durante la prima
uscita e siamo rimasti subito molto colpiti dalla presenza delle tartarughe,
che al nostro arrivo si sono immerse per poi riaffiorare un po' più
distanti dalla riva.
Sono rimaste con la testa fuori dall'acqua un pochino di tempo quasi
fossero loro ad osservare noi e non il contrario.
Poi ci siamo divisi in gruppi, gli stessi dell'altra volta e siamo
andati alla ricerca di:
- animali
- piante
- situazioni
Per discutere dei risultati della ricerca ci siamo spostati verso
l'altro stagno, e, sulle rive di questo, ogni gruppo ha esposto i
risultati delle proprie ricerche.
Ne sono emerse attività di semplice elencazione delle cose
osservate, e anche lavori in cui ogni elemento osservato veniva preso
come spunto per fare un commento e un raffronto con l'osservazione
fatta nella prima uscita.
Mentre parlavamo alle nostre spalle si è sentito il "vociare
delle rane", allora abbiamo deciso di trasformarci, per un pochino
in una squadra di naturalisti al lavoro: ognuno si è avvicinato
alla riva senza fare rumore e sopratutto senza parlare ed è
stato fermo in osservazione per qulche minuto.
Le rane piano piano hanno ricomciato a farsi "i fatti loro"
e dunque a spostarsi sulla riva o emergendo dall'acqua.
La fatica per vederle è stata comunque molta: sono eccezionalmente
mimetiche!!
Ci siamo resi conto, infatti che l'unico modo per notarle era che
loro facessero un movimento, allora individuata la loro posizione
era possibile vederle anche se restavano poi completamente immobili.
Ma se fossimo stai dei predatori di rane quanta fatica avremmo fatto
a guadagnarci un pasto?