Il Romanticismo scacchistico. - Parte 1.

Il pensiero scacchistico dopo Philidòr.
Dopo l'avvento di Philidòr i teorici ebbero il loro da fare ad integrare le antiche idee di spagnoli ed italiani con i nuovi metodi posizionali. La notazione scacchistica algebrica contribui allo studio sitematico di continuazioni e varianti ed i teorici, partendo dalle regole empiriche di Philidòr , stabilirono tutta una serie di "leggi" strategiche che avevano il compito di orientare gli scacchisti nel mare magnum delle infinite continuazioni che si possono avere in partita. Si era in piena epoca dei lumi ed anche gli scacchi ebbero la loro prima Encyclopedìe, quando i maestri tedeschi Billguer e Lasa pubblicarono a Berlino, nel 1830, il loro Handbuch des Scachspiels (Manuale degli Scacchi) che raccoglieva tutto lo scibile scacchistico dell'epoca, esposto in compilazione enciclopedica. Solo per quanto riguarda le aperture, l'Handbuch raccoglieva la bellezza di 5000 varianti, seppure esposte in maniera semplice e senza un'analisi veramente efficace. Durante quest'immenso lavoro di sistematizzazione del gioco non si ebbero ne giocatori di grande rilievo ne nuove idee e questo generò un periodo di vera e propria "stagnazione", finchè non saltò alla ribalta un match giocato fra il francese Laboudonnais e lo scozzese Mac Donnel. I due giocarono una cinquantina di combattutissime partite  che non solo riempirono di entusiasmo ed ammirazione tutti i loro contemporanei ma che sembrarono minare alla base tutto il lavoro teorico svolto fino ad allora.


La nascita del Romanticismo scacchistico.

Tutti i concetti posizionali sembravano crollare di fronte al gioco brillante e distruttivo dei due pionieri del nuovo stile. Philidòr aveva stabilito il valore dei pedoni concatenati e prescrisse il loro impiego come unico mezzo per rompere le solide difese del nemico, mentre Labourdonnais lanciava i suoi pezzi contro quella muraglia, sacrificando quelli dell'avanguardia, per vincere con i pezzi in seconda linea che avanzavano implacabili, infilandosi nelle breccie che i primi aprivano morendo. Il lessico scacchistico si arricchì di nuovi termini come "combinazione", "assalto alla baionetta" e specialmente "sacrificio". Gli scacchisti scatenavano la loro fantasia in attacchi all'ultimo sangue, sacrificando in modo spettacoloso pezzi e pedoni per raggiungere un unico ubbiettivo: il Re avversario. Sulle orme del movimento letterario in voga in quel periodo, questo nuovo modo di concepire gli scacchi fu battezzato Romanticismo scacchistico ed in breve i suoi seguaci si sparsero a macchia d'olio, soppiantando il gioco posizionale derivato dalle idee di Philidòr e sostenuto dall'inglese Staunton. Il fine di tutta la partita era "la combinazione", il "colpo di genio", "la mazzata", e i maestri romantici li ricercavano fin dalle prime mosse, ignorando con disprezzo tutti gli altri fattori posizionali.
La tecnica della difesa era allora molto sommaria ed imprecisa e veniva considerata un vero e prorpio atto di viltà, si riesumarono invece le aperture di gioco aperto già sostenute da italiani e spagnoli nei secoli precedenti che nel giro di poche mosse davano inizio ad una zuffa tattica sanguinosa. Ne uscivano delle partite altamente spettacolari e piacevoli ma in fin dei conti imprecise e scorrette dal punto di vista strategico. I romantici erano convinti che le combinazioni nascessero dal "genio" dei giocatori più forti e trascuravano per questo tutte le più elementari norme posizionali, alla perenne ricerca del "colpo ad effetto", con l'unico intento di ammirare e stupire gli spettatori. Senza dubbio ne beneficiò la tecnica dell'attacco che si arricchì di nuovi ed ingegnosi metodi d'azione, ma la teoria generale della partita non poteva certo essere impostata in questo modo.
Vediamo adesso un bell'esempio di come i romantici impostavano le loro partite:


Blehr    --    Hertzoprung
Per corrispondenza   1877
(Gambetto Greco o Lettone)
0-1

1.e4 e5 2.Cf3 f5 (D)

BR BN BB BQ BK BB BN BR
BP BP BP BP :: BP BP
:: :: :: ::
:: :: BP BP ::
:: :: WP :: ::
:: :: :: WN ::
WP WP WP WP WP WP WP
WR WN WB WQ WK WB :: WR

Questo violento tentativo del Nero di impadronirsi fin da subito dell'iniziativa, fu l'arma prediletta di Gioacchino Greco (1600-1634) detto il Calabrese ed ha più di 300 anni di esistenza. Figurava già nell'opera di Polerio (1590) che ne attribuiva l'invenzione a Leonardo da Cutro, detto il Puttino. I principi informativi di quest'antica apertura sono gli stessi del Gambetto di Re, con la sostanziale differenza che il Nero ha un tempo netto in meno e questo è sufficiente, per la moderna teoria, ad una sentenza di condanna. Nonostante il lodevole tentativo di Karl Bething, operato nei primi anni del XX sec. il gambetto non è mai riuscito ad affermarsi se non come "arma a sorpresa". Il Bianco infatti deve giocare con precisione ed energia altrimenti le potenzialità del Nero esplodono con una violenza insospettabile, come accadrà in questa partita.
3.Cxe5 Cc6 4.Dh5+
Il Bianco accetta la lotta e si butta all'assalto dell'indebolita ala di Re avversaria. Probabilmente erano più prudenti 4.Cxc6 o 4.d4, ma anche la mossa del testo è giocabile, a patto di saper far fronte alle grandi complicazioni che seguiranno.
4...g6 5.Cxg6
Approfittando dell'nchiodatura del Ph7.
5...Cf6!
Trucchetto tipico di queste aperture ed attribuito al grande Gioacchino Greco. Il Nero inaugura un violento contrattacco portando in gioco, come si vedrà tra breve, anche la Th8.
6.Dh4 Tg8 7.Cxf8
Forse era più prudente 7.e5, ma anche questa mossa è sostanzialmente corretta.
7...Tg4! 8.Dh6 Txe4+
La manovra di Greco continua...
9.Rd1! (D)

BR :: BB BQ BK WN ::
BP BP BP BP :: :: BP
:: BN :: BN WQ
:: :: :: BP ::
:: :: BR :: ::
:: :: :: ::
WP WP WP WP WP WP WP
WR WN WB WK :: WB :: WR

La parata 9.Ae2? perde rapidamente dopo 9... De7 10.Cc3 Cd4! Sono state giocate solamente 9 mosse e i due avversari sono già "impegolati" in un tremendo groviglio tattico. Il Nero ha sacrificato un pezzo e un pedone pur di attivare violentemente i suoi pezzi e bloccare il Re avversario al centro della scacchiera. Il vantaggio materiale del Bianco è annullato dal fatto che l'unico suo pezzo in gioco è la Donna.
9...Cg4!
Minacciando la Donna ed il matto in f2.
10.Dh5+ Rxf8 11.Dxf5+ Rg7 12.b3 (D)

BR :: BB BQ :: ::
BP BP BP BP :: BK BP
:: BN :: :: ::
:: :: :: WQ ::
:: :: BR :: BN ::
:: WP :: :: ::
WP :: WP WP WP WP WP
WR WN WB WK :: WB :: WR

La Te4 è tabù per via di 12.Dxe4? Cxf2+; così il Bianco cerca di attivare il suo Alfiere sulla grande diagonale, in modo da minacciare pericolosamente il "denudato" Re nero. Nel Torneo di Westminster Paper, una partita fra Paine e Orchard continuò con 12.d3 d5 13.Df3 Cxf2+! 14.Dxf2 Ag4+ 15.Ae2! Axe2+ 16.Re1! Axd3+ 17.Rd1 Ae2+ 18.Re1 Cd4! 19.Ca3 Dd6 20.Ae3 c5 21.Rd2 Tae8! ed il Bianco si trovò di fronte ad un attacco insostenibile. Anche in questa partita il Bianco fa fatica a sviluppare i suoi pezzi perchè deve far fronte alle continue minacce del Nero.
12...d5 13.Ab2+ d4 14.Df3 Dh4 15.g3 Cce5!
Bella! Il Nero centralizza i suoi pezzi con grande energia.
16.Dg2
L'unica, lo scambio delle Donne si sarebbe rivelato fatale per il Bianco.
16...Df6 17.f4 (D)

BR :: BB :: :: ::
BP BP BP :: BK BP
:: :: BQ ::
:: :: BN ::
:: BP BR WP BN ::
:: WP :: :: WP
WP WB WP WP :: WQ WP
WR WN :: WK :: WB :: WR

17...Af5!!
Splendida! Il Nero fa entrare continuamente nella lotta truppe fresche. Se 18.fxe5? Cf2+! 19.Dxf2 Ag4+ e il Nero vince facilmente, se invece 18.Ad3 Cxd3 19.cxd3 Dc6 il Nero è sempre in netto vantaggio.
18.Ae2 Txe2! 19.fxe5 Axc2+!
Brillante questa mossa! Il Nero mantiene alta la pressione. E' ovvio che la presa in c2 perde la Donna, ma a Rxe2 segue la tremenda Te8! ed il Bianco è spacciato.
20.Rc1 Da6!
Continuando a premere...
21.Df3 Ag6! 22.Axd4 Te4 23.Dc3 c5!? 24.Dxc5 Dd3! 25.Dc7+ Rg8 26.Ab2 Tf8 27.Aa3 (D)

:: :: BR BK ::
BP BP WQ :: :: BP
:: :: :: BB ::
:: :: WP ::
:: :: BR :: BN ::
WB WP :: BQ :: WP
WP :: WP :: WP
WR WN WK :: :: WR

27...Ce3!!
Distruggendo violentemente la fortezza reale del Bianco!
28.dxe3 Dxe3+ 29.Cd2 Td4 30.Td1 b5?
Una sciocchezza. Nella continua ricerca della "mossa spettacolare" il Nero trascura la semplice 30... Txd2! che avrebbe immediatamente posto fine alla partita. Dopo 31.Txd2? Tf1+! 32.Rb2 Dxd2+ il Bianco prende matto, mentre dopo 31.Axf8 c'è la fulminante 31... Tc2++
31.Axf8 Tc4+
Non è male, ma il Bianco sta ricevendo un discreto compenso per la Donna.
32.Dxc4+ bxc4 33.Ab4 c3 34.a4 Dd3 35.Ta2 cxd2+
E qui il Bianco si decise all'abbandono, ma la sua è stata una decisione frettolosa perchè la presenza degli Alfieri contrari e i due pedoni di vantaggio gli avrebbero permesso di opporre una tenace resistenza e probabilmente di pattare come ha dimostrato il motore d'analisi Fruit nella seguente variante: 36.Rb2 Dc2+ 37.Ra3 Dc1+ 38.Tb2 Dxd1 39.Axd2 Da1+ 40.Ta2 Dxe5 41.Tb2 Af7 42.Tc2 Ae6 43.Tb2 a5 44.Ra2 Rf7 45.Ra3 Dc5+ 46.Ra2 Rg6 47.Af4 Dc3 48.h4 h5 49.Ad6 Ad5.
0-1

1. Continua

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