Dall’Alto
Medioevo all’affermazione del Comune cittadino l’aspetto
urbano di Bologna cambiò, ma non fu molto diverso da quello
delle altre città italiane e straniere.
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Le
mura collegavano un certo numero di porte, oltre a queste
c’erano dei terreni agricoli.
All’interno
delle mura cittadine c’erano molti edifici non mancavano
orti, vigne e campi coltivati appartenenti a chiese o
monasteri.
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La
tradizione esagera sempre e parla delle duecento torri, la
ricerca storica invece dichiara che ce n’erano
molto meno. Le case erano strette e alte, molte di
esse erano mal fatte, con i tetti paglia o fango e strutture
in legno. Il piano terra era molto abitato ed era molto alto
rispetto alla strada, si poteva raggiungere con una semplice
scala. Le abitazioni erano vicine una all’altra, c’era
pochissimo spazio tanto che poteva passare solo una persona.
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C’erano
delle strade non asfaltate, infatti in estate erano molte
polverose, in inverno erano molto fangose. L’acqua
scorreva in posti all’aperto perché non c’erano fogne
sotterranee. Liberi nelle strade giravano polli e maiali.
L’acqua di solito stava in pozzi comuni.
La situazione migliorò a metà del tredicesimo
secolo, si cominciò ad avere un nuovo assetto urbano:
furono costruite strade, coperte delle fogne, costruirono
nuovi tetti più resistenti, asfaltarono le strade più
trafficate. Le porte della città di notte venivano chiuse,
da quel momento il buio si faceva totale, rischiarato dalle
fiaccole di alcune locande o da gente che a piedi si recava
in luoghi pubblici o privati. Questo aspetto durò per
secoli.
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Molti
erano i canali interni che in maggioranza dei casi, fino al
tempo dei Bentivoglio, scorrevano allo scoperto. Essi
fornivano la forza motrice per far funzionare le ruote
idrauliche dei numerosi opifici.
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Le
abitazioni di importanti famiglie erano racchiuse dentro la
prima cerchia di mura costruita da Teodorico verificata
anche dall’attuale toponomastica: di via Foscherari, via
Calcavinazzi, via Grifoni, via Sampieri, via Piatesi, via
Carbonesi, via Agresti, via Usberti, via Toschi. Le attività
artigianali avevano le loro sedi, soprattutto nelle zone
comprese tra l’attuale Piazza Maggiore e l’incrocio di
Porta Ravegnana.
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Il
pochissimo marmo presente nelle nostre zone, costrinse la
città a costruire con materiale cotto. |
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