Graffiti Writing
Un popolare sottogenere del graffitismo urbano è il writing (dall'inglese to write, scrivere), perché un writer scrive sui muri delle città la sua firma chiamata tag (dall'inglese to tag - apporre o contrassegnare).
L'obiettivo di ogni writer è raggiungere una certa fama all'interno della comunità dei graffitari, perciò è di fondamentale importanza la visibilità delle sue opere, sia essa ottenuta grazie ad una presenza imponente di firme sul territorio o attraverso una più ridotta quantità di evoluzioni calligrafiche del proprio tag, il cui merito sta nel dare notorietà all'autore non tanto per la sua prolificità quanto per le sue qualità stilistiche e tecniche.
Molti ancora non capiscono che tra gli atti di vandalismo e il "writing" c'è una grande differenza. Il primo viene fatto senza una cognizione logica cioè senza un vero significato espressivo, in cui l'autore ha il solo scopo di rovinare. I graffiti, invece, sono una vera e propria forma d'arte dietro alla quale c'è un lungo studio delle forme delle lettere che vengono utilizzate. Sul muro alle lettere si aggiunge colore per rendere l'opera ancora più significativa.
Origini del Graffiti Writing
Sebbene le sue origini si possono far risalire all'abitudine dei soldati alleati nel corso degli anni quaranta di disegnare lo scarabocchio Kilroy, il writing nasce a Philadelphia nei tardi anni sessanta e si sviluppa a New York negli anni settanta fino a raggiungere il massimo livello di maturità stilistica nella prima metà degli anni ottanta.
Nel 1972-75 si cominciano a fare i primi pezzi che rappresentavano inizialmente l'evoluzione delle firme, che erano diventate più grandi, più spesse e con i primi esempi di riempimento e di contorno. Ben presto, anche se un pezzo aveva bisogno di molto spray (due o più bombolette) che avrebbero permesso di fare molte Tag, tutti i Writers raccolgono la sfida lanciata da Super Kool 223 e cominciarono a fare pezzi. Iniziarono le prime repressioni e le campagne contro il Writing. Le carrozze della metro vengono pulite e lavate, si mettono taglie sui Writer, si recintano i depositi della metro (luoghi preferiti per l'azione dei Writer) e si piazzano pattuglie cinofile lungo le recinzioni. Nonostante ciò tra writers c'è una continua sfida e tutto porta a un'evoluzione e miglioramento del fenomeno writing, che non si arresta, anzi si amplia. Alcuni writers inventano nuovi stili o perfezionano quelli già esistenti (loop, nuvole, …). I pezzi migliorano, si ingrandiscono, diventano più elaborati e colorati, … L'evoluzione porta a quello che è oggi la barriera da superare nello sviluppo dello stile: il Wild Style. Si tratta dello stile più evoluto e complesso del writing. Ha come fondamento le lettere (come tutti i pezzi) però esse sono combinate, legate, sviluppate e attaccate tra loro in modo da sembrare delle "macchie" di colore dove (per i neofiti) è difficile ritrovare le lettere di partenza.
Le città europee che meglio recepiscono gli input provenienti da New York sono Amsterdam e Parigi ma nello stesso periodo in molte città della Germania vi è un forte interesse da parte di ragazzini per i graffiti. Da tali fermenti rinasce il fenomeno arricchendosi di nuove peculiarità. Dagli anni ottanta ad oggi il fenomeno si è sviluppato grazie alla diffusione di riviste specializzate, video convention e ai frequenti viaggi di molti writers per le città europee e americane. In Italia, le città maggiormente interessate dai graffiti sono Roma, Napoli, Milano, Pesaro, Bologna, Bari, Firenze, Torino,Salerno e Ascoli Piceno.