Endel Rivers

"Hardbite"

Import (2002)

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Recensione di R.Guarnieri

L'ultimo decennio ha visto l'Australia in primo piano per l'emissione di nuovi talenti, soprattutto dopo l'apripista Frank Gambale. Brett Garsed e l'emigrante Pascail Allaigre sono stati la punta di diamante, in un contesto ancor piu' vasto che ha visto alternarsi numerosissime bands emergenti. L'ultimo arrivato risponde al nome di Endel Rivers, chitarrista rock fusion che ha nelle vene i riffs chitarristici dei grandi axemen metal degli anni ottanta, Van Halen in primis. Un cd sicuramente atipico, dove lo stile compositivo di Rivers tenta di esplorare piu' campi, con risultati spesso piu' che positivi. Premetto che, almeno in questa occasione, Rivers non si colloca, tecnicamente parlando, sui livelli di uno Scott Henderson o di un Jeff Kollman, ma va' sottolineato come il suo lavoro riesca ad essere valido in ogni sua parte. In alcune cose mi ricorda lo stile dell'americano Tom Chaffee, sia per le influenze blueseggianti, sia per la varieta' di temi che il cd affronta. Fra gli ospiti si contraddistingue la presenza di Allan Zavod al piano, vecchia conoscenza dell'universo zappiano. Ripeto, non e' uno di quei lavori da avere a tutti i costi, ma allo stesso tempo si tratta di un chitarrista piu' che originale nell'esporre i propri pensieri.Per contatti palmstudiosaus@hotmail.com

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