Kermheat

"Humanchico"

MAI Records (2005)

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Recensione di R. Guarnieri

E' certamente il momento favorevole ai musicisti francesi, capaci di evolversi dopo i fasti di Patrick Rondat e dei vari gruppi progressive che sono stati distribuiti dalla Musea. I Kermheat sono l'ennesimo esempio di come i chitarristi transalpini denotino notevoli passi in avanti, anche sotto il profilo dei suoni, non sempre eccellenti nelle produzioni precedenti. Lo stile della band e' indubbiamente influenzato da axemen quali Steve Vai e Shawn Lane, ma traspare anche uno studio delle sonorita' tipiche dei migliori lavori di Buckerthead. Riffs pesantissimi, abbinati ad assoli ultratecnici, composizioni di metal-fusion ai confini con la musica elettronica, questo il sunto per un cd che non esiterei a definire quasi perfetto. Di certo si tratta di un prodotto a cui non manca l'originalita, specie nei primi sei brani della scaletta. Non mi convincono pienamente " Rigel's Sleep " e la successiva " B.P.M. ", dove il gruppo stenta nel momento in cui tenta di esplorare situazioni meno heavy. Cio' non toglie che " Humanchico " sia un cd da riferimento per gli appassionati dei lavori strumentali, con pezzi talmente trascinanti da far venire i brividi. Onestamente non pensavo che in Francia vi potessero essere musicisti cosi' bravi, ancor piu' intelligenti del pur interessante Cyril Achard. Trovate assolumante questa piccola gemma, poiche' ne vale veramente la pena. Per contatti:www.kermheat.com