David Colin

"The Silver Ghost Project"

Import(2002)

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Recensione di R. Guarnieri

Difficilmente do' il massimo dei voti ad un cd, di solito quando lo faccio soppeso situazioni come le composizioni, la tecnica, gli arrangiamenti, la registrazione..., nel caso del francese David Colin tutti questi elementi hanno raggiunto il massimo. Potremmo definirlo come un lavoro ricco di sorprese, un cd che passa tranquillamente da pezzi alla Dream Theater ad altri piu' vicini agli stili di Malmsteen, Gary Moore e Joe Satriani. Il successo di questa operazione consiste nell' aver saputo evitare di mostrarsi al pubblico come il solito chitarrista " tutto fare ", amaslgamando il tutto con grandissima sapienza. Ottimo anche l'uso che e' stato fatto della batteria programmata, sembra quasi di sentire un vero Mike Portnoy dentro le casse dello stereo. Ah, dimenticavo, tranne un paio di collaborazioni per le tastiere, Colin ha fatto tutto a solo, inventandosi anche bassista e pianista. Come axeman lo giudico uno fra i piu' interessanti che abbia ascoltato di recente, ma credo proprio che la sua maggiore dote sia nella capacita' compositiva. Da segnalare anche " Nowadays Romance ", una rilettura di una trascrizione di John Petrucci catturata dal vasto repertorio di Chopin.