Costituita da semplici e fragili tranvie a binario unico, con
percorso tortuoso che non consentiva la marcia a vista, la rete
dei Castelli Romani fu dotata di un primitivo sistema di
segnalazione allo scopo di evitare conflitti tra convogli diretti in direzioni opposte. Questa decisione fu assunta dopo aver
escluso a priori la possibilità di regolare i passaggi, e quindi
la possibilità di conflitti, attraverso gli orari di partenza e
arrivo (ciò che avrebbe ridotto drasticamente la potenzialità
della rete), e il sistema adottato è una delle tanti varianti del
sistema americano "nachod", del quale - però - oltre ad imitare il
principio di funzionamento conservava anche i difetti. |
Come si è detto nella ricostruzione storica l'intera rete era
suddivisa in "sezioni di blocco": ogni sezione andava dall'uno
all'altro dei punti di raddoppio del bi nario (incroci), iniziando
dal "cuore" dello scambio di entrata di una al "cuore" dello
scambio di uscita della successiva. Nello schema che segue gli
incroci sono contraddistinti con le sigle IN-1 e IN-2 (incrocio 1
e incrocio 2). |
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Il semaforo (indicato con (S) comprendeva: |
- due
dischi affiancati, uno rosso a destra e uno verde a sinistra, di
forma tonda come la scatola che li contiene, dotata di un vetro
trasparente non colorato da entrambi i lati, dischi che possono
assumere le due posizioni orizzontale e ver- ticale; |
- due
lampade, visibili attraverso appositi vetri colorati, verde in
alto e rosso in basso, montate in una scatola centrale, che
consentivano la perfetta visione del segnale nelle ore notturne; |
- un
ripetitore, di colore rosso ma indipendente dalla segnalazione
semaforica, che era montato al centro dell'incrocio, tra i due
binari, contraddistinto nello schema con (R), e che si
accendeva all'uscita della sezione occupata rispetto al senso di
marcia del convoglio che la stava percorrendo; |
-
tre slitte, sistemate sul filo aereo, azionate al passaggio del trolley
o del pantografo, delle quali una di
accensione (A), montata a conveniente distanza dall'ingresso
nell'incrocio, e due di spegnimento (B), sistemate su ognuno dei
binari del raddoppio. |
I conducenti, all'arrivo ad un punto di raddoppio, prima di
inoltrarsi nella sezio ne dovevano verificare il semaforo di
entrata: se dava la segnalazione di sezio- ne già impegnata
(posizione 3), dovevano fermarsi prima di impegnare lo scam bio,
in attesa del convoglio proveniente dalla direzione opposta.
Giunto questo ultimo i conducenti dovevano verificare nuovamente
la segnalazione semafori- ca, e potevano impegnare lo scambio - e
quindi l'incrocio - se il segnale assume va la posizione 1 e il
ripetitore posto al centro dell'incrocio (cui erano tenuti alla
verifica i conducenti che uscivano da una sezione), si fosse
spento. |
Se il segnale (S) si trovava in posizione 2 (sezione impegnata da
convoglio che procede nella stessa direzione), il conducente era
comunque tenuto a non impegnare l'incrocio, attendendo la
liberazione della sezione; pur potendo due convogli procedere
nella stessa direzione senza creare problemi o alterazioni nella
segnalazione, l'impossibilità di procedere con la marcia a vista e
l'assenza di segnalazioni intermedie nella sezione non consentiva,
almeno a termini di re golamento di esercizio, la marcia di due
convogli nella stessa direzione. |
Se il segnale si trovava in posizione 1 (sezione libera), il
conducente doveva passare sotto la slitta di accensione (A), ma
prima di procedere doveva accer- tarsi visivamente che il segnale
stesso avesse assunto la posizione 2 (in ques- to caso il segnale
all'incrocio successivo avrebbe contemporaneamente assun- to la
posizione 3, con accensione del ripetitore. |
Praticamente: immaginando che un convoglio abbia già impegnato la
sezione entrando dall'incrocio 2 (IN-2), il segnale (S) posto a
quest'ultimo si trova nella posizione 2 (sezione impegnata nella
stessa direzione), mentre il segnale dell'incrocio 1 (IN-1), si
trova nella posizione 3 (sezione occupata da convoglio diretto in
direzione opposta). Dei ripetitori (R) posti al centro dell'incrocio,
è acceso quello dell'incrocio 1, ovvero quello che si trova
all'uscita rispetto al senso di marcia del convoglio che vi sta
marciando. |
Se un conducente, magari per ritardo, entra nella sezione
dall'incrocio 2, quel lo che ha il semaforo in posizione 2 (ovvero
sezione occupata da convoglio che marcia nella stessa direzione),
le segnalazioni non cambiano: rimane in posizio- ne 2 il segnale
(S)
che si è lasciato alle spalle, ed in posizione 3 (col ripetitore
(R) acceso), quello dell'incrocio 1, poichè il sistema consente la
coesistenza di due convogli che marciano nella stessa direzione. |
Quando anche il secondo convoglio raggiunge l'incrocio 1 e la
sezione è libera il passaggio del trolley sotto la slitta di
spegnimento (B) fa si che i due segnali si pongano in posizione 1
e si spegne il ripetitore (R) dell'incrocio 1, dando cosi
sicurezza al conducente dello stesso convoglio sopraggiunto che le
segnalazio- ni hanno liberato la sezione (naturalmente il
conducente del primo convoglio non ha visto spegnersi il
ripetitore, poiché un secondo convoglio lo seguiva impegnando la
sezione nello stesso senso). |
A questo punto il conducente del convoglio che era rimasto in
attesa all'incro-cio 1 (IN-1), accertatosi visivamente che il
segnale (S) si trova in posizione 1, impegnando a sua volta
l'incrocio mette in moto il meccanismo contrario: il segnale (S)
dell'incrocio 1 assume la posizione 2 col passaggio del trolley
sotto la slitta di inserimento (A), mentre assume la posizione 3
il segnale dell'incrocio 2 (IN-2), con la contemporanea accensione
del ripetitore. |
Per il corretto funzionamento della segnalazione nessun conducente
poteva impegnare l'incrocio, e quindi passare sotto le slitte (A)
prima che i segnali fos- sero tornati in posizione 1 con
ripetitore (R) spento. |
Questo sistema, apparentemente semplice e sicuro, fu in realtà
all'origine di gravissimi incidenti per tutta una serie di difetti
intrinseci al sistema stesso, in un certo senso proprio per la sua
semplicità. |
Tra i difetti quella posizione 2 (disco e luce di colore verde),
che da la via libe- era al primo convoglio e la via impedita al
secondo: il conducente, per poter ac- cedere alla sezione,
passando sotto la slitta di accensione (A) deve verificare che il
segnale (S), mostri per l'appunto le luci verdi, passando dalla
posizione 1 alla posizione 2, ma queste
rimangono poi accese per tutto il tempo (eventuali ritardi
compresi), che il convoglio rimane nella sezione. La vera via
libera lungo la rete dei Castelli era data dal segnale (S) in
posizione 1, ovvero con le luci spente, i dischi orizzontali ed in
più il ripetitore spento, tuttavia capitava non di rado che a
causa di piccoli o grandi guasti i contatti elettrici del sistema
funzionassero poco o nulla: in alcuni documenti STFER/STEFER, oltre che
sulle cronache giornalistiche d'epoca, è specificato spesso a
chiare lettere che numerosi incidenti (scontri tra convogli
provenienti da direzioni opposte), furono dovuti a segnali che
si trovavano in posizione 1 semplicemente perché per vari motivi
si erano interrotti i contatti elettrici. |
L'assenza di ulteriori segnalazioni intermedie, inoltre, faceva si
che qualora fosse necessario affiancare due convogli (e accadeva
spesso), gli stessi dove- vano marciare a distanza pericolosamente
ravvicinata, e questo per evitare che il primo dei due convogli
liberasse la sezione coi segnali (S) in posizione 1 quando il
secondo treno era ancora nella sezione (si tenga presente che
sulle tratte ferroviarie e tranviarie con circolazione a vista,
come ancora oggi sulla Roma-Pantano, il distanziamento minimo previsto era,
ed è, di 100 metri). |
Per ben comprendere la differenza col sistema di blocco ancora
oggi utilizza- to dalle ferrovie (per rimanere nel nostro tema sul
tratto urbano della ferrovia ex SRFN Roma Nord), qui a seguire si
da una sommaria descrizione del sistema cosiddetto "a blocco
automatico", dove la linea è sempre suddivisa in sezioni di
blocco, su ognuna delle quali, però, sovrintende un unico segnale. |
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Nello
schema sopra esposto è stato rappresentato schematicamente un
trat- to di ferrovia con quattro segnali consecutivi. Il primo
disegno in alto mostra il "treno" all'atto di impegnare la prima
delle quattro sezioni di blocco rappresen tate: i segnali danno
tutti via libera, poiché non ci sono altri treni che procedo- no a
distanza relativamente ravvicinata. Nei disegni che seguono il
"treno" procede di sezione in sezione: come si vede i segnali
danno anzitutto via impedita (rosso), quindi via libera a velocità
ridotta (giallo), e quindi si pongono nuovamente nella posizione
di via libera (verde) alla velocità consentita dalla linea. |
Questo
sistema (qui rappresentato semplicisticamente, poiché le
segnalazio- ni sono spesso più complesse), mantiene il
distanziamento tra un convoglio e l'altro, e i segnali non danno
nuovamente via libera (giallo o verde che sia), fin- che la
sezione non è completamente libera: contrariamente al sistema
della re te dei Castelli, infatti, i segnali non sono certo
manovrati dal trolley, bensì dal- la "sensibilità" delle rotaie
(ovvero da sensori elettrici), che "avvertono" l'even tuale
presenza di un rotabile, fosse un vagone che si è distaccato dal
convoglio per qualsiasi motivo. Coi sistemi derivati dal Nachod
americano il semplice pas- saggio del trolley sotto l'apposita
slitta dava via libera anche se un rotabile fos se rimasto
presente nella sezione appena liberata, non essendo queste linee
dotate di sistemi ulteriori di sicurezza come, ad esempio, il
blocco conta assi, che verificava automaticamente l'esatto numero
di "pezzi" di cui era compos- to un convoglio, sistema ad esempio
presente sulla Roma-Frosinone. |
Trattandosi di tranvie, poi, non era previsto alcun presenziamento
di persona le sulla linea (non esistevano stazioni intermedie), e
quindi non c'era nemmeno la possibilità di utilizzare il sistema,
cosiddetto, del consenso telegrafico o tele- fonico, anch'esso
adottato sulla Roma-Frosinone, laddove le varie stazioni pre-
senti sulla linea comunicavano l'avvenuto sopraggiungere del treno
previa veri fica della sua composizione. |
Uno dei
tanti incidenti sulla rete dei Castelli fu dovuto a un carro di
servizio,, non si sa perché "dimenticato" in piena linea nel
tratto in sede propria prima di Grottaferrata, contro il quale
andò a scontrarsi (fortunatamente a velocità ri- dotta), un tram
diretto a Roma. |
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