Estate 2013 - Viaggio in bici in Bretagna

Stefano Pozzo e Daniela Pietrobon – 2013




Abbiamo amici che ogni anno fanno le vacanze in Bretagna, ci raccontano dei posti stupendi e delle feste da ballo tradizionale che animano le notti estive in tutta la regione, e questo ci ha messo una gran voglia di andarci. Ma ci raccontano anche di quanto sia insistente la pioggia: una pioggerellina che si presenta quasi tutti i giorni e che certo non invoglia a fare proprio lì una vacanza in bicicletta.
Bisognava trovare una soluzione, e così abbiamo pensato che siccome la regione non è troppo grande, avremmo potuto lasciare l'auto in un punto e fare un viaggio in bici, e se il tempo fosse stato troppo piovoso avremmo pur sempre potuto tornare all'auto per ripiegare su una vacanza con la macchina, tenendo la bici a disposizione solo per qualche breve escursione.
Così siamo partiti per quello che alla fine si è invece rivelato un lungo giro in bici quasi sempre sotto il sole, per nostra fortuna un sole forte e caldo!
Quelli che seguono sono solo degli appunti di viaggio, non un racconto ma solo poche righe per ricordarci di questo bel viaggio.




In lingua bretone "Bretagna" si dice "Breizh".

Abbiamo fatto il viaggio in auto da casa fino alla Bretagna in due giorni, con calma, fermandoci a dormire in un campeggio a metà strada. La nostra meta in Bretagna, punto di partenza del giro in bici, era un qualche campeggio nella zona a sud di Vannes.
Infatti prima di intraprendere questa vacanza si siamo documentati, come di consueto, sull'ubicazione dei campeggi, che in Bretagna sono numerosissimi. Inoltre abbiamo provato a controllare, utilizzando la fotografie aeree di googlemaps, i campeggi nella zona di Vannes, nel tentativo di identificarne uno nel quale fosse possibile lasciare l'auto durante il nostro giro della Bretagna in bici. La nostra attenzione è andata ad un piccolo campeggio che aveva al suo interno un'area con dei grandi edifici, forse dei capannoni, e numerose "cose" parcheggiate tutte in fila. Ci siamo fatti l'idea che potessero essere delle barche in rimessaggio invernale, o forse pure dei camper e roulotte ritirate per l'inverno.
Così abbiamo provato per primo quel campeggio, e in effetti avevamo visto giusto: i capannoni, di una vecchia azienda agricola (un frutteto di albicocche), e lo spazio attorno ad essi, erano proprio destinati al rimessaggio. Non abbiamo avuto quindi nessun problema a concordare che avremmo dormito in campeggio una notte e poi avremmo lasciato la nostra auto nell'area del rimessaggio per i giorni seguenti, mentre in bici facevamo il nostro giro della Bretagna.











venerdì 2 Agosto: da St Gildas de Rhuys a Carnac. Km 102.0



E finalmente, lasciata l'auto, partiamo per la prima tappa del nostro viaggio in bici.




Dopo aver parcheggiato l'auto nell'area riservata al rimessaggio, che ci costerà poco più che un Euro al giorno, e dopo aver sistemato tutti i bagagli nel carrettino, verso le 8 del mattino partiamo con il nostro tandem e risaliamo la penisola attraversando il paese di Sarzeau, che questa mattina ospita il mercato.




Percorriamo piccole strade secondarie e anche nel minuscolo paese di Saint Armel incontriamo un mercato.




La strada segue parallela la statale, ed è separata da questa da una larga striscia di bosco che la nasconde e ne toglie completamente il rumore. Ad un certo punto oltrepassiamo un piccolo spiazzo attrezzato per sosta e picnic dove sono fermi due con un tandem, ma non hanno bagagli.




Passiamo per Le Hezo, e ci perdiamo nel sia pur piccolo paese di Theix a causa della mancanza di indicazioni. Dopo un breve giro a vuoto ritroviamo la strada giusta, la quale è dotata di una comoda pista ciclabile che ci conduce fino a Vannes evitandoci il traffico della statale.




Alla periferia di Vannes la strada si arrampica per una breve ma ripida salita e lì si verifica, sotto sforzo, un problema al nostro tandem: Il perno dello sgancio rapido della ruota posteriore non chiude più bene (è ormai consumato dai tanti chilometri che ha alle spalle) e sotto sforzo tende a scivolare, intraversando e bloccando la ruota.
Il problema è abbastanza grave e va risolto al più presto. Ci ricordiamo di aver appena oltrepassato un grosso negozio di biciclette, e quindi torniamo indietro e con una cifra irrisoria sostituiamo il perno e risolviamo il problema. È sorprendente la fortuna di aver trovato un negozio di bici così vicino a dove abbiamo avuto il guasto!




A Vannes ci imbattiamo nella "Grande Braderie", con il centro invaso da bancarelle e tanta gente. Visitare la bella città non è un'impresa facile, la bici la dobbiamo spingere a mano, e anche facendo in questo modo abbiamo qualche difficoltà per via dell'ingombro del carrettino.




Vannes è una città abbastanza grande, con uno splendido centro storico.




Le bancarelle della fiera vendono un po' di tutto, c'è tanta gente, e ovviamente non può mancare un suonatore di Hang, strumento che negli ultimi anni abbiamo notato andare abbastanza di moda in queste occasioni.




Proseguiamo attraverso il centro fino ad arrivare al mercato coperto, dove compriamo qualcosa da mangiare per pranzo.




Uscendo dal centro storico si oltrepassano la mura e si attraversa, su un ponte, il grande fossato dentro il quale ora c'è un bel giardino.




Le mura del centro di Vannes, dal lato verso il mare, terminano con una bella porta che si affaccia sul porticciolo.




Come spesso accade, uscire da una grande città non è semplicissimo perché le strade secondarie non hanno molte indicazioni e non è facile prendere la strada giusta. Quindi, oltre alla nostra cartina stradale, quando ci capita di incontrare un tabellone con una mappa più dettagliata cogliamo l'occasione per dargli un'occhiata. Qualche volta gli abbiamo pure fatto una foto con la macchina digitale, nel caso più avanti avessimo avuto bisogno di dargli ancora uno sguardo!




A Baden ci fermiamo per fare picnic sugli scalini della chiesa. Questa mattina il cielo era coperto, poi è uscito un bel sole, e ora invece si è di nuovo rannuvolato e ha anche provato a fare quattro gocce di pioggia, ma ha poi subito smesso.
Prima di ripartire riempiamo d'acqua le borracce nei bagni pubblici che sono sulla piazzetta davanti alla chiesa, bagni che da fuori sembrano belli ma che all'interno si rivelano decisamente rovinati. Il vandalismo: un bel modo che hanno gli idioti per fare un sacco di inutili danni.




A Le Bono ci sono delle curiose statue in piazza, personaggi locali rappresentati in grandezza naturale.




E poi attraversiamo il ponte ciclopedonale che ci evita di passare su quello della strada principale insieme alle auto. Anche qui, come spesso ci accade nei percorsi ciclabili, dobbiamo però faticare un po' per riuscire a passare con il carrettino tra i paletti di accesso.




Molto più comoda anche per il nostro carrettino è invece la ciclabile che troviamo entrando ad Aurey.




Ad Aurey non ci fermiamo, attraversiamo solo il bel centro cittadino e proseguiamo verso La Trinité e Carnac.
A La Trinité troviamo i manifesti che annunciano per questa sera una Fest Noz, la tipica festa da ballo bretone, così proseguiamo per la vicina Carnac dove ci sistemiamo in campeggio, con l'intenzione di tornare a La Trinité per la serata.




Il campeggio di Carnac è in centro, è molto costoso, ma ha una bella piscina con degli scivoli molto alti dove ci divertiamo come dei bambini! Poi, dopo aver cenato in campeggio, andiamo in tandem alla Fest Noz a La Trinité, percorrendo una bella ciclabile sul lungomare.




La festa è in un piazzale abitualmente adibito a parcheggio, non è quindi un posto particolarmente bello, ma l'atmosfera è simpatica, la gente accogliente, e balliamo tutta la serata. Ci sono un paio di stand gastronomici e, sotto un gazebo, si alternano due gruppi musicali che suonano le tipiche danze bretoni.




Nella seconda metà della serata il cielo si copre e cade qualche goccia d'acqua, ma la gente pare non preoccuparsi molto, si continua a ballare, e fortunatamente dopo poco la pioggia smette.
Al rientro in campeggio la ciclabile è molto buia, e le nostre luci sono un po' troppo deboli. Per il prossimo viaggio dobbiamo procurarci delle luci migliori.
Nel frattempo il cielo si è completamente rasserenato e ci sono le stelle. Ma quando alla fine siamo in tenda e stiamo per addormentarci ecco che si rimette a piovere! È così il clima in Bretagna!











sabato 3 Agosto: da Carnac a Quiberon e rientro a Carnac. Km 58.6



Oggi abbiamo in programma di visitare i dintorni di Carnac e la penisola di Quiberon. Perciò ci viene comodo lasciare la tenda nello stesso campeggio anche per la prossima notte. Lasciamo quindi tutti i bagagli in tenda e partiamo con solo il necessario per la giornata.




La sveglia questa mattina ce l'ha data un gran rumore di pioggia! Ma il clima in Bretagna cambia molto rapido e infatti poco dopo la pioggia smette e quando usciamo dalla tenda già si vedono ampi squarci di sereno e il sole appena sorto crea uno splendido arcobaleno.




Partiamo quindi con il tandem per il nostro giro. Sulla mappa della città abbiamo visto indicato un parco con un nome che poteva far immaginare si trattasse di un orto botanico o qualcosa di simile, ma quando ci siamo arrivati abbiamo scoperto che era solo un bel parco giochi per bambini! Al centro una gran struttura invitava all'arrampicata i bambini di ogni eta!




La città di Carnac è abbastanza grande, tutte casette con giardino, ma il centro storico è invece molto piccolino, bello, raccolto attorno ad una antica chiesa. Verso la periferia c'è un circo che ha fatto ieri sera l'ultimo spettacolo è ora sta andando via: parte un camion al quale sono attaccati uno dietro l'altro ben tre rimorchi!




Ma Carnac è famosa soprattutto per il suo grande allineamento di Menhir risalente al Neolitico, un'opera veramente imponente. Il sito archeologico è recintato e non è accessibile, ma intorno ci sono stradine e comodi sentieri disposti in modo da consentire una buona visita di tutta l'area.




Gli allineamenti di Menhir di Carnac sono più di uno. I tre principali sono Ménec, Kermario and Kerlescan. Probabilmente un tempo facevano tutti parte di un unico allineamento, ma nel corso dei secoli parte del materiale è stato asportato e ora questi risultano separati. Altri allineamenti minori si trovano nei dintorni.
Le pietre furono erette in varie riprese durante il Neolitico, con una maggior concentrazione attorno al 3300 A.C. e con alcune che sono state datate fino al 4500 A.C.
Sono ancora controverse le motivazioni che hanno spinto alla realizzazione di quest'opera, mentre la leggenda locale vuole che ogni Menhir altro non sia che un soldato della legione romana che marciava all'invasione della Bretagna e che è stato trasformato in pietra dal mago Merlino.




Ci soffermiamo parecchio presso i Menhir, il posto è rilassante, silenzioso, piacevole. Poi in tarda mattinata partiamo in direzione di Quiberon e lungo la strada ci fermiamo a comprare della frutta e altro per il pranzo.




L'accesso alla penisola di Quiberon passa per un punto molto stretto e tutto il traffico è concentrato su un'unica strada. Per le bici c'è però una bellissima pista ciclabile, in alcuni tratti a fianco della strada, in altri leggermente più lontana e quindi ancora più piacevole.




All'altezza di Penthievre, poco prima dell'istmo dove c'è il Forte, ci fermiamo sulla spiaggia della costa ovest, immensa e praticamente deserta, per fare picnic e per un lungo e piacevole relax. Il sole è fortissimo ma l'aria è fresca. In mare c'è qualcuno che fa kitesurf e in cielo ad un certo punto passano dei deltaplani a motore.




Dopo il Forte di Penthievre deviamo per Portivy e da lì prendiamo per stradine secondarie che seguono la costa ovest, su e giù per delle scogliere bellissime. Una decina di chilometri passando per una serie di punti panoramici uno più bello dell'altro. In qualche punto merita parcheggiare la bici e fare qualche passo a piedi per raggiungere il bordo della scogliera.
Nonostante sia una bella giornata di sole, in basso le onde si infrangono contro la scogliera con fare impetuoso, e il posto ha un fascino particolare.
Talvolta, sullo sperone di roccia che più si presta ad una visuale mozzafiato, è stato eretta una croce o un piccolo monumento, come una lapide che ricorda un pompiere e un poliziotto morti durante una operazione di salvataggio.




Quiberon è la cittadina situata sull'estrema punta della penisola, dalla quale partono i traghetti per le vicine isole. Nel piccolo centro storico, tra le vecchie case, si erge un faro. Il resto della città è moderno e non particolarmente interessante, si sta costruendo una nuova piazza che sarà un parcheggio, e tutto intorno sono solo tanti piccoli condomini per un turismo balneare un po' troppo affollato.




Per il ritorno seguiamo una via più diretta, non mancando comunque di approfittare della bella pista ciclabile.




Arriviamo in campeggio ancora in tempo per fare un tuffo in piscina. Il sole è ancora forte ma l'aria in cima alla scaletta degli scivoli è decisamente freddina!
E infine ceniamo, apparecchiati in modo molto minimalista, soluzione necessariamente obbligatoria quando si viaggia in bici.











domenica 4 Agosto: da Carnac a Larmor Plage. Km 59.7



Con la tappa di oggi andiamo a Lorient, città non particolarmente interessante ma sede, proprio in questi giorni, del famoso festival interceltico.




Nella notte ha nuovamente piovuto e quando smontiamo la tenda mettiamo il telo esterno, bagnato, in un sacco di plastica. Quando partiamo il cielo è ancora coperto e ad un certo punto vengono giù anche cinque minuti di pioggerellina fine. Ma non è nulla di preoccupante e infatti, di lì a poco, tornerà il sole.
Dopo pochi chilometri, all'altezza di Kerzerho, ci fermiamo a visitare un grande gruppo di Menhir in un prato a fianco della strada. Non c'è recinzione e, consapevoli di non fare alcun danno all'erba, entriamo nell'area con la nostra bici.




Nei pressi di Kergo incontriamo la Riviere d'Etel, un lungo fiordo che si oltrepassa tramite un ponte sospeso dal quale si vedono coltivazioni di ostriche.




Le strade che scegliamo per i nostri viaggi sono quasi sempre strade secondarie dove il traffico è modesto. Inoltre, siccome in Bretagna le autostrade sono libere e senza pedaggio, la maggior parte del traffico automobilistico utilizza quelle lasciando più tranquille le altre strade. È quindi decisamente piacevole viaggiare in bicicletta.




Poco prima di Lanester incontriamo i piloni del Pont du Bonhomme, un vecchio ponte sospeso del quale sono appunto rimasti solo i piloni. La strada ora scorre su un nuovo ponte li accanto. Il Pont du Bonhomme, costruito all'inizio del 1900 e smantellato nel 1974, deve il suo nome a due statue poste in cima ai piloni nel 1977, il Bonhomme su un pilone e la Bonne Femme sull'altro, personaggi in costume bretone.




A Lorient c'è il Festival Interceltique e quindi c'è un grande afflusso di gente. Inoltre a Lorient non c'è campeggio. Per questi due motivi abbiamo cercato una sistemazione nelle vicinanze. Avevamo indicazioni di un campeggio a nord di Lanester ma dopo una lunga e infruttuosa ricerca abbiamo avuto notizia da un passante che il campeggio non esiste più. Gli altri campeggi vicini a Lorient sono sul lato opposto della città, a Larmor Plage, perciò attraversiamo Lorient per andare in quella direzione, ma ci imbattiamo nel centro cittadino chiuso al traffico perché proprio questa mattina si svolge la parata del festival. In realtà, quando arriviamo, la parata è ormai al termine, ma per passare oltre dobbiamo comunque aggirare i quartieri del centro dove ancora non si riesce a passare.




Raggiungiamo quindi Larmor Plage, una estesa cittadina tutta di casette con giardino, e nei pressi del minuscolo centro storico in riva al mare troviamo il campeggio. La reception è chiusa e riaprirà solo alle 14:30, ma da una rapida occhiata vediamo che nel campeggio ci sono vari posti liberi e quindi aspettiamo fiduciosi e ne approfittiamo per pranzare.
Dopo pranzo, mentre ancora aspettiamo l'orario di apertura, arriva una coppia di francesi, guardano perplessi l'ufficio chiuso, e commentano che gli impiegati devono proprio essere dei "funzionari" per permettersi di fare una pausa di chiusura così lunga in alta stagione e proprio nel periodo in cui si svolge il festival!
Quando finalmente l'ufficio apre ci troviamo davanti ai "funzionari", che sono pure molto antipatici e che ci dicono che il campeggio è al completo nonostante i posti che abbiamo visto vuoti e che loro dicono essere tutti prenotati. Aggiungono in tono sprezzante che "se non lo sapessimo" a Lorient c'è il festival e che quindi non troveremo posto nemmeno negli altri campeggi della zona.
Ben gentili, grazie, ma almeno la prossima volta mettete il cartello che indica che siete al completo così ci evitiamo di aspettare inutilmente! Comunque questo è stato l'unico caso durante tutto il nostro viaggio in Bretagna in cui abbiamo avuto un'accoglienza un po' sgarbata.




Sulla nostra cartina è indicato un altro campeggio lì vicino, il campeggio "La Fontaine". Ci andiamo, il personale della reception è gentile e simpatico, c'è posto per la nostra tenda e il campeggio è pure più bello del precedente! Ci sistemiamo nella zona riservata a chi viaggia senza auto, facciamo asciugare al sole il telo della tenda che avevamo messo nel sacco di plastica e, dopo aver montato la tenda e sistemato i bagagli, lasciamo lì la bici e a piedi ci avviamo alla fermata dell'autobus dove con un biglietto speciale molto economico apposta per il festival ci rechiamo in centro a Lorient.




Ed eccoci a Lorient, dove nei pressi del porto si svolge il famoso Festival.




Stand di magliette, libri, bigiotteria e gadget.




Ci sono anche gli stand delle varie regioni: Irlanda, Scozia, Galles, ma anche Asturia, Galizia, eccetera, spesso con musica dal vivo oltre che con mostre fotografiche e ristorazione con prodotti tipici.




Ci sono aree e attrazioni che sono libere a tutti, altre con ingresso a pagamento, alcune anche abbastanza costose, ad esempio alcuni concerti, e altre alle quali si può accedere grazie ad un abbonamento a forfait. Questo costa appena 3 euro e si dimostra di aver pagato esibendo una apposita spilla.




Alla Bretagna è ovviamente riservata un'ampia area, con un grosso palco per concerti. Questo è appunto uno di quei posti ai quali si accede con la spilla di cui si diceva prima. È pomeriggio, il sole picchia forte sulle spalle della gente, ma si suona e si balla come in una tipica Fest Noz e anche noi ovviamente balliamo!
Quando arriviamo sta finendo il suo concerto un gruppo irlandese, e poco dopo suona il gruppo "L'ideal jazz", un gruppo bretone che tra i suoi musicisti ha anche Timothee Le Bour, quello che suona il sax nel duo Le Bour Bodros, duo che abbiamo già sentito al Gran Bal Trad di Vialfrè. Balliamo quindi molti balli bretoni, in particolare molte Gavotte, e poi anche Schottish e altro.




Visitando il festival troviamo anche un padiglione dove un grande coro canta canzoni di mare e canzoni tradizionali bretoni.




La gente di Bretagna è in genere molto orgogliosa di essere bretone, sono un po' indipendentisti e ci tengono alla loro cultura e alle loro tradizioni. Un modo simpatico per ribadire la loro identità e la loro voglia di estraneità dal resto del mondo è la Breizh Cola, l'alternativa bretone alla Coca Cola!




Al festival ci sono vari posti dove si può cenare, ma la presenza di così tanta gente complica un po' le cose: c'è sempre da fare una lunga fila per riuscire a cenare, i tavoli sono tutti occupati e si mangia decisamente scomodi. Bello il clima del festival, ma almeno per cena decidiamo di cercare un posto più tranquillo.
Facciamo quindi due passi e appena un paio di isolati più lontano ceniamo bene in un tranquillo ristorante cinese. Inizialmente siamo solo noi, poi arriva un'altra coppia che come prima cosa entrando nel locale ci augura buon appetito. Una bella usanza questa che hanno i francesi, come quando incrociando qualcuno a piedi per strada ci si scambia sempre il "Buon giorno"!




Dopo cena torniamo nella zona dove si svolge il festival. Oltre alle aree ufficiali organizzate, in ogni piazzetta e davanti ad ogni bar della zona è stato allestito qualcosa per far festa. Ci sono gruppi musicali folk, altri che con grande energia mettono insieme il folk e il rock, e poi anche altra musica di ogni genere.




L'accesso a quelle aree del festival riservate a chi ha la spilla è controllato, ma comunque l'atmosfera è tranquilla, festosa, e in genere non si vedono in giro personaggi molesti o robe simili. Pare che in passato la situazione fosse un po' degenerata, ma ora è sicuramente migliorata e il festival, anche in piena notte, è piacevole.
Al momento di rientrare, ormai a tarda notte, perdiamo l'autobus perché riparte da un posto diverso da dove siamo arrivati. Chiediamo informazioni ad un poliziotto il quale è molto gentile ma purtroppo nello specifico non sa aiutarci. Quando finalmente riusciamo a trovare il posto giusto prendiamo l'autobus seguente, sul quale sale anche uno che ha bevuto un po' troppo e che fa ridere tutti.











lunedì 5 Agosto: Larmor Plage e Lorient




Ieri sera abbiamo fatto molto tardi e prima di andare a dormire era tutto stellato. Poi nella notte ha piovigginato un po'. Questa mattina abbiamo dormito fin quasi a mezzogiorno e quando ci siamo alzati c'era di nuovo il sole e c'era un po' di vento. Incominciamo a capire che il clima bretone cambia molto rapidamente e, come fanno i bretoni, non bisogna preoccuparsi se piove perché in genere dura poco, ma nemmeno bisogna star tranquilli quando c'è il sole perché anche quello potrebbe durare poco!
In campeggio qualcuno mette in carica il telefono cellulare collegandolo alle prese elettriche nei bagni. Noi abbiamo visto che alla reception hanno predisposto un tavolino con le prese apposta per questo uso e così lo ricarichiamo lì.
Oggi andremo di nuovo a Lorient per il festival, ma prima di prendere l'autobus facciamo una passeggiata sul lungomare di Larmor Plage e, con grande invidia rispetto alle spiagge italiane, apprezziamo il fatto che qui le spiagge sono sempre tutte libere.




Sulla spiaggia ci sono dei bunker risalenti alla seconda guerra mondiale. Sopra uno di questi è stato messo un pannello di orientamento sul quale sono indicate tutte le località e le isole che da lì si possono vedere. In un altro caso lo spazio tra due di questi bunker è stato ristrutturato ed è stata incorporata una gradinata a semicerchio e uno spazio dove fare spettacoli all'aperto. Sul muro laterale di un altro è stata tracciata una meridiana. Nell'insieme quindi queste strutture sono state ben integrate con i giardini del lungomare.




Dal centro di Larmor Plage prendiamo il solito autobus ed eccoci a Lorient. Per le vie del centro passiamo davanti ad un negozio di giocattoli didattici e mi colpisce in vetrina la presenza di alcuni "Bateau Pop Pop", una piccola barchetta di latta con un curioso motore che funziona con il calore di una fiammella ad olio, giocattolo d'altri tempi di cui avevo già sentito parlare e che, visto il prezzo modesto, non ho resistito dall'acquistare.




Il festival si sviluppa oltre che nella zona del porto turistico anche in altre aree lì vicino. Una di queste, raggiungibile in pochi minuti a piedi, è il giardino dell'hotel Gabriel dove è allestita la mostra mercato dei liutai. Qui i più importanti costruttori espongono cornamuse, bombarde, flauti, e tutto il meglio per la musica tradizionale.




Li vicino c'è l'edificio dell'Ufficio del Turismo, dentro il quale è ospitata una bella mostra fotografica su com'era un tempo il porto di Lorient.




Nell'atrio ci sono due imponenti divani fatti interamente di cartone.




Il mercatino dei liutai e l'Ufficio del Turismo sono su per una modesta collinetta, in cima alla quale c'è un bel giardino pubblico sormontato da un faro. Sembra quasi di essere in un orto botanico per le curiose e rigogliose piante che si trovano in questo giardino. Qui c'è anche un vecchio mulino a vento, e pure una antica cisterna sotterranea con il soffitto a volta sorretto da un colonnato, la quale purtroppo non è visitabile.
Questa collinetta è sulla punta di un piccolo promontorio, scendiamo e facciamo una passeggiata in un'area dove si sta costruendo un gran palazzo moderno. Forse la nuova sede della Capitaneria di Porto? Un giardino pubblico segue tutto il bordo del mare e pensiamo di poter tornare verso il festival da questo lato, ma purtroppo alcuni lavori in corso ci bloccano la strada e ci costringono a tornare indietro.




Tornati nel cuore del festival ci sediamo a mangiare una "Galette", uno dei tipici piatti bretoni, e intanto proprio lì di fronte a noi un gruppo di cornamuse e bombarde improvvisa un concertino.




Poco dopo alle nostre spalle arriva una grossa banda scozzese che si ferma a fare il suo concerto. Tra i componenti della banda ci sono molti giovani e anche alcuni bambini e bambine. È bellissima questa atmosfera, questo spuntare improvviso di musica da ogni angolo!




Tra le bancarelle di magliette e articoli vari appare in continuazione il logo "L'Aise Breizh", logo che hanno come autoadesivo la maggior parte delle auto qui in Bretagna. In un'altra occasione ne compreremo uno anche noi, per metterlo sulla nostra bici!




Anche questa sera cerchiamo un posto tranquillo per cenare. Troviamo lì vicino un ristorante messicano, carino, abbastanza frequentato, ma dove ceniamo in modo un po' deludente. Pazienza, qualche volta succede.
Dopo cena, mentre torniamo verso il festival, davanti ad un bar stanno suonando e ballando. Ovviamente ci uniamo anche noi a ballare insieme a tutti gli altri.




La nostra spilla ci consente l'ingresso alla Fest Noz che c'è questa sera alla sala "Carnot", una grande palestra vicino alla zona del festival. Suonano un'infinità di gruppi, in genere composti da solo due o tre suonatori, con cambio rapidissimo ogni mezz'ora da un gruppo all'altro. Rimaniamo a ballare fin dopo mezzanotte e poi, a malincuore, nel pieno della festa, siamo costretti ad andare a prendere l'autobus per rientrare in campeggio. Non possiamo fare troppo tardi, domani mattina si pedala!
Rientriamo quindi in campeggio con l'autobus dell'una di notte. Alle varie fermate quelli che scendono dal bus salutano tutti, e tutti gli rispondono simpaticamente. Bello...











martedì 6 Agosto: da Larmor Plage a Concarneau. Km 67.9



Ieri sera abbiamo fatto tardi e così questa mattina abbiamo dormito un pochino di più. Dopo colazione smontiamo la tenda e finalmente partiamo verso le 10:00.




Molto bella la costa fino a Guidel Plage, c'è la bassa marea e le spiagge sono lunghissime. A fianco della strada c'è un vialetto pedonale in terra battuta che sarebbe anche ciclabile, molto bello ma che non utilizziamo perché ha i paletti all'ingresso e noi con il carrello non ci passiamo. Comunque il traffico è ridottissimo ed è ugualmente piacevole viaggiare in strada, dove incrociamo anche parecchi ciclisti da corsa.
Sulla spiaggia spesso c'è gente che raccoglie tra gli scogli in bassa marea.
E sull'altro lato della strada ad un certo punto passiamo accanto ad un grande campo da golf che sembra essere ad accesso libero.




Purtroppo lungo la costa buchiamo la ruota posteriore del tandem. Ma per fortuna abbiamo la doppia camera d'aria (http://digilander.libero.it/stefanopozzo/bici_doppia_camera.htm) e così gonfiamo quella di scorta e ripartiamo subito. Nel tardo pomeriggio, quando arriviamo in campeggio, riparo poi quella bucata.
Lasciando la costa la strada diventa più faticosa, con tante ripide salite abbastanza impegnative.




In un paio di casi passiamo vicino a dei fiordi che in questo momento sono in condizione di bassa marea. È veramente uno spettacolo insolito vedere queste insenature con il fondo sabbioso scoperto.




Ed eccoci a Pont Aven. L'atmosfera è quella di un paesino delle Alpi: le casette nella stretta valle, il torrente, il ponticello pedonale con le ringhiere adorne di vasi di fiori e il vecchio mulino ad acqua ormai in disuso.




Ma girando lo sguardo verso valle ecco che il torrente perde energia e si trasforma in quello che sembra essere un canale, e che invece è già il mare, nonostante il paese sia distante dalla costa quasi 10 chilometri. Si tratta infatti di un lungo fiordo entro il quale le barche possono risalire fino al paese.




Per pranzo facciamo picnic nei bei giardini pubblici che sono sul lato sud del paese, proprio lungo il fiordo. E nel tempo che noi pranziamo ci accorgiamo che man mano il livello dell'acqua lentamente sale, e che le barche che prima erano arenate nel fango del fondale ora vengono gradualmente liberate. È la marea che sta risalendo! Un vero spettacolo.




Nel pomeriggio pedaliamo ancora e presto arriviamo a Concarneau dove per prima cosa incontriamo il campeggio. È come al solito molto spazioso, con ampie aree verdi sotto a grossi alberi. Le toilette sono molto curiose: ricordano quelle delle colonie estive dei preti!
Dopo di noi arriva un'altra coppia di cicloturisti, tra loro parlano italiano ma in realtà lui è argentino e lei è francese, e si sono conosciuti durante un periodo vissuto a Mantova.
Dopo esserci sistemati andiamo in bici in direzione del centro e scopriamo che, anziché fare tutto il lungo giro del porto e della periferia, si può traghettare direttamente verso l'isola sulla quale sorge il centro storico. Prendiamo quindi questo piccolo battellino e in un minuto siamo in centro.




Come spesso accade in questi posti molto belli e molto turistici, tutto il centro è invaso da ristoranti e negozietti vari. In mezzo a tanta gente il nostro tandem non passa inosservato e così una signora con bambino ci chiede di spiegare al figlio come funziona la nostra strana bici.




Il centro storico della città è racchiuso tra le mura su un'isola alla quale si accede da due ingressi differenti: da un lato con il piccolo battello e dall'altro tramite un ingresso che un tempo doveva essere stato un ponte levatoio.




Da qui arriviamo al porto turistico della città, dove per un paio di giorni è gran festa. Tutte le barche a vela ormeggiate nel porto hanno le bandierine colorate in onore di quelle che sono arrivate qui con la "Crociera dell'amicizia", un giro di porto in porto.
Per l'occasione sono allestite sul molo del porto grandi tavolate dove si può mangiare, e così ne approfittiamo e ceniamo. Mentre siamo in coda per prendere da mangiare abbiamo davanti a noi un gruppo di persone con la maglietta della festa. A tavola ci troviamo accanto ad una coppia di persone del posto, lui come prima impressione sembra un orco ma poi invece si rivela simpatico. Più tardi li incontreremo ancora nell'area della festa e lui ci mostrerà, molto contento, una borsata di pesci appena acquistati.




Durante la cena, nell'area spettacoli della festa, c'è un concerto di canti tradizionali.




Più tardi è invece il momento di un concerto di musica rock irlandese.











mercoledì 7 Agosto: da Concarneau a Quimper. Km 74.0




Oggi pedaliamo da Concarneau a Pont l'Abbè e poi a Quimper. Dopo Pont l'Abbè c'è l'autostrada e tutte le indicazioni mandano in quella direzione. È abbastanza difficile fare lo stesso percorso su strade secondarie perché molte sono state tagliate dall'autostrada e quindi per noi sono bloccate e siamo costretti a fare lunghi giri per trovare un attraversamento. È una situazione sgradevole, soprattutto qui che è tutto un saliscendi su colline abbastanza ripide dove ogni deviazione costa fatica. Questo dell'autostrada è un problema da tenere in considerazione: essendo gratuite non sono state previste alternative, ma allo stesso tempo non è stato considerato che sulle strade non ci sono solo le auto ma ci siamo anche noi in bici. La fatica che faremo oggi ci farà pianificare i percorsi successivi sempre con il timore di non dover andare troppo vicini ad un'autostrada!




Questa mattina il cielo è nuvoloso, ma non ha piovuto e la tenda è asciutta. Lasciamo il campeggio e oltrepassiamo Concarneau passando dal lato del porto e dei cantieri navali, dove sono in costruzione delle grosse navi da pesca.




Un aspetto ricorrente qui in Bretagna sono i grandi cespugli di ortensie che adornano i giardini e i bordi delle strade.




Le continue salite e discese sono un aspetto abituale delle strade bretoni. Talvolta però accade che ci siano dei punti dove la strada è particolarmente ripida, come in questo caso dove stamattina abbiamo dovuto spingere a mano al bici perché pedalare su per questa breve salita ripidissima era impossibile!




A La Foret Fouesnant ci fermiamo a visitare l'antica chiesa di pietra di Notre Dame d'Izel, con i suoi gargouille corrosi dal tempo, con all'interno il bel soffitto a volta tonda di legno dipinto di blu, e nel giardino a fianco della chiesa un "Calvario" di pietra.




Passando nei pressi di Benodet facciamo una deviazione per il centro del paese, che si rivela però una località molto turistica, moderna, abbastanza insignificante. C'è un grande porto turistico che si vede quando poi passiamo sopra l'altissimo ponte che oltrepassa il fiordo, dal quale si gode di un gran panorama.




Ed eccoci a Pont l'Abbè, dove facciamo un giro per il centro e poi ci fermiamo per fare picnic su una panchina del molo che fa da termine al lungo fiordo. Anche oggi siamo nel momento di bassa marea e anche oggi, nel tempo che restiamo qui per il pranzo, vediamo il livello dell'acqua che pian piano sale e inizia a liberare le barche incagliate sul fondale.
Fa fresco, il cielo è coperto, un gabbiano si avvicina a prendere le briciole che gli lanciamo. A fine pranzo tiriamo fuori dal carrello il fornellino e ci facciamo il caffè!




Questa è una zona di strade ripide, e in quelle poche che sono anche abbastanza trafficate c'è la corsia apposta per le biciclette. È quindi comunque sempre un viaggio piacevole. E che dire poi del capriolo che ci ha attraversato la strada e poi si è fermato dietro ad un cespuglio a guardarci passare?!




Quello che non è stato piacevole è stato invece dover fare grandi deviazioni per colpa dell'autostrada che, tagliando le strade secondarie, ci ha costretto a faticare di più allungando il percorso.




Dopo un po' di deviazioni di percorso arriviamo comunque al campeggio municipale di Quimper. Al mercoledì la reception è chiusa e c'è un numero al quale bisognerebbe telefonare. Siamo stanchi e affaticati, perciò decidiamo di incominciare a piazzarci e poi vedremo come fare, semmai anziché telefonare adesso ci presenteremo direttamente domani all'ufficio per pagare prima di andar via.
Nel frattempo forse già qualcun altro aveva telefonato e arriva la signora della reception che ci conferma che possiamo sistemarci e che pagheremo domani mattina.
Nel campeggio vediamo che c'è un altro tandem, e dopo poco ne arriva un altro ancora che però poi vediamo andar via.




In pochi minuti a piedi si raggiunge il centro, con il suo bel lungofiume. O lungomare? O lungofiordo? Non sappiamo mai bene come chiamarlo! perché infatti anche questo è il termine di un fiordo, e quella che vediamo è acqua di mare quando la marea è alta, oppure acqua di fiume quando è bassa. E nell'acqua vediamo passare dei grossi banchi di pesci.




Nei giardinetti lungo il fiordo c'è il luna park, dove tra le varie attrazioni c'è anche una piccola piscina nella quale si può "camminare sull'acqua" dentro a dei palloni di plastica trasparente.




Nel grande centro storico, molto bello, c'è un mercato coperto e poi c'è la piazza con una imponente cattedrale gotica. Da questa pendono degli striscioni con scritte che sembrano di protesta per qualcosa che non capiamo.




Molte città francesi hanno, sul selciato del centro storico, ogni tanto delle borchie con lo stemma della città. Lo abbiamo già visto in numerosi altri posti e lo rivediamo anche qui a Quimper.




Ceniamo in una tipica creperia del centro e poi facciamo ancora una passeggiata prima di rientrare in campeggio. Un tratto del fiume è caratterizzato dalla presenza di numerosissime passerelle pedonali. Un cartello spiega che un tempo la strada era solo su una sponda, mentre su lato opposto si affacciavano direttamente sul fiume i giardini delle case. Così ogni casa aveva la sua passerella per oltrepassare il fiume e accedere alla strada. Ora quei giardini sono stati ridotti e si trovano più lontani dal bordo, la strada è su entrambi i lati, ma le passerelle sono rimaste e sono tanti ponti pedonali.











giovedì 8 Agosto: da Quimper a Pentrez Plage. Km 45.2



Questa mattina abbiamo smontato la tenda, siamo stati alla reception del campeggio per pagare, ma quando ci siamo preparati per partire abbiamo scoperto che la ruota anteriore del tandem era bucata. Pazienza, abbiamo gonfiato la camera d'aria di scorta e siamo partiti. Ripareremo la bucatura questa sera all'arrivo nel prossimo campeggio.
Passiamo in bici per il lungofiume di Quimper andando in direzione nord. Una ragazza che sta portando a passeggio il cane ci ferma e ci chiede se esiste un carrettino simile il nostro e adatto a portare il cane e ci chiede se sappiamo dove potrebbe comprarlo.




La strada diretta per Locronan è vietata alle biciclette, pur essendo una strada abbastanza piccola e non essendo un'autostrada. Perciò prendiamo piccole strade secondarie in campagna, con salite abbastanza faticose e completamente senza indicazioni. Si tratta di stradine veramente piccole, e sulla nostra cartina alcune non sono nemmeno segnate.
Nelle settimane prima di partire avevo guardato in internet le mappe di google e, un pezzetto per volta, avevo passato al vaglio tutta la Bretagna ad una buona risoluzione di dettagli, facendomi delle immagini in formato jpeg delle varie videate. Poi queste immagini le avevo caricate su una scheda di memoria adatta ad essere inserita nella macchina fotografica. Così oggi, in difficoltà a trovare la strada giusta, abbiamo inserito quella memoria nella macchina fotografica e abbiamo visualizzato sul suo display la cartina della zona dove ci troviamo, ingrandendola a sufficienza da poter visualizzare le minuscole strade in cui ci troviamo. E così abbiamo trovato la strada fino a Plogonnec.
Certo, se avessimo avuto un GPS cartografico l'avremmo risolta più rapidamente, ma nell'ottica di portarci dietro meno peso possibile è venuto bene utilizzare le cartine digitalizzate usando come visore la macchina fotografica che comunque già abbiamo con noi!




L'impossibilità di prendere la strada diretta alla fin fine ci ha fatto percorrere il doppio dei chilometri, però queste strade di campagna sono comunque sempre tutte asfaltate, non c'è mai traffico, e il panorama è piacevole.




A Plogonnec passiamo a fianco della grande chiesa gotica, con i suoi giardini molto belli e curati.




E all'ora di pranzo arriviamo a Locronan, paesino piccolissimo, molto antico, molto ben restaurato, e purtroppo anche molto turistico.
Dopo una visita al paese troviamo posto ad uno dei tavoli da picnic nei giardinetti e lì facciamo pranzo.




Lasciata Locronan, pochi chilometri ci separano dal mare. Si pedala sempre in campagna, tra prati e boschi, quando improvvisamente eccolo apparire dietro ad una curva. Siamo a Pentrez Plage dove ci sistemiamo in un bel campeggio vicino alla spiaggia.




La spiaggia di Pentrez è spettacolare, piatta, compatta, profondissima. Una grande bellissima spianata di sabbia.




In mare ci sono alcuni che fanno kitesurf, e sulla spiaggia corrono questi tricicli a vela. Sono rapidissimi per il bel vento teso che arriva dal mare.
Purtroppo la marea sta risalendo e quindi il noleggio di questi carri a vela sta chiudendo, altrimenti un giretto l'avremmo fatto volentieri! Sarà per la prossima volta che passeremo da queste parti? Speriamo!




Oltre ai carri a vela di dimensioni reali c'è anche un ragazzo che ne fa correre sulla spiaggia un modellino radiocomandato. Mi racconta che è un prototipo, per ora solo un modello molto grezzo, giusto due listelli di legno inchiodati tra loro, la tensione del boma della vela non è regolabile ma è fissa in una posizione di compromesso, e la sola cosa radiocomandata è lo sterzo della ruota anteriore. Ma già così fila sulla spiaggia che è una bellezza, tra la curiosità della gente.
Altra curiosità è che questo ragazzo è francese ma, a differenza dei suoi connazionali che generalmente non conoscono lingue straniere, lui parla anche l'inglese e il tedesco!




Dopo la passeggiata sulla spiaggia, e un lungo relax a goderci il sole, rientriamo in campeggio dove aggiusto la gomma bucata mentre Dany prepara la cena.
E dopo cena torniamo a vedere il mare di notte. Ma la sorpresa che ci aspetta è veramente inaspettata: la marea è nuovamente calata, camminiamo alla luce delle stelle sulla spiaggia in direzione del mare ma questo è sempre lontanissimo, e anche quando arriviamo dove ci sembrava dovesse esserci l'acqua troviamo in realtà solo sabbia bagnata e vediamo la prime piccole onde del mare ancora molto lontane! Quando finalmente raggiungiamo l'acqua e ci voltiamo indietro ci accorgiamo di aver fatto tantissima strada! La costa con le sue poche luci ci appare lontanissima! Qui c'è un gran silenzio, solo il rumore delle piccole onde sulla sabbia sotto il cielo stellato. Che spettacolo meraviglioso!











venerdì 9 Agosto: da Pentrez Plage a Croissant de Plugoulun. Km 88.0



Facendo il punto su quanti chilometri facciamo al giorno, che sono pochi ma siamo in vacanza e vogliamo goderci con calma i posti che visitiamo, e quanti giorni abbiamo a disposizione, e accettando il fatto che non si può vedere tutto e andare dappertutto, oggi tagliamo dritti verso la costa nord, che tutti ci dicono essere molto bella, lasciando la punta ovest della Bretagna ad un'altra occasione.




Appena partiti affrontiamo una ripida salita dalla quale scende veloce un altro tandem con carrettino! In cima alla salita ci voltiamo indietro a guardare ancora una volta la magnifica spianata di sabbia di Pentrez Plage.




Il primo tratto di strada è caratterizzato da saliscendi ripidissimi, e in un paio di casi dobbiamo scendere e spingere la bici a mano. Poi le strade si fanno decisamente meno faticose e il resto del viaggio di oggi sarà più tranquillo.




Passiamo per Argol dove sulla piazza centrale della piccola cittadina c'è una grossa chiesa con annesso cimitero.




Spesso queste strade secondarie che passano attraverso boschi e campi coltivati sono delimitate ai lati da cordoli di terra, una specie di muretto di terra alto quasi un metro sul quale crescono erba e piccoli arbusti.




Passiamo sul Pont de Terenez per attraversare la stretta gola di un fiordo. È un ponte strallato a due campate costruito in curva, molto moderno, sul quale transitiamo passando per la pista ciclabile e pedonale che è separata dalle corsie delle auto.
A fianco di questo ponte moderno, nuovissimo, c'è quello più vecchio, del tipo sospeso, che era in funzione fino al 2011.
Poco più avanti, nel fiordo, si vedono molte navi militari all'ancora. Sapremo poi che si tratta di un "cimitero" di navi in demolizione.




Il fiordo finisce a Le Faou con il vecchio porto. Ora del porto non c'è più traccia, se non i muraglioni del vecchio molo dove adesso ci sono le panchine di un piccolo giardino pubblico. Un cartello ci racconta che Le Faou era anticamente un importante centro di cantieri navali e nel XVII secolo un terzo delle navi attive nella rada di Brest erano state costruite a Le Faou utilizzando il legname della vicina foresta di Cranou. Nell'ottocento vennero costruiti i moli di pietra per favorire la scarico di importanti quantità di sabbia che servivano per alleggerire i terreni troppo argillosi dei campi della regione.
Qui ci fermiamo per pranzare, acquistando da un pizzaiolo ambulante parcheggiato lì vicino una pizza sorprendentemente buona!




Dopo pranzo riprendiamo a pedalare per strade finalmente di nuovo quasi pianeggianti e scorrevoli, e passiamo per Sizun dove c'è una gran chiesa con un bel giardino racchiuso da un chiostro.




Proseguiamo poi per Landivisiau e arriviamo a Plouvorn dove ci dovrebbe essere un campeggio. Il posto è molto bello, in riva ad un laghetto, ma il campeggio è chiuso, gli spazi sono in abbandono, e ci sono solo alcuni camper che utilizzano l'acqua potabile e la corrente elettrica delle colonnine del campeggio che ancora sono in funzione. Per noi con la tenda è impossibile pernottare lì, perciò nonostante incominci ad essere un po' tardi proseguiamo ancora verso nord, passando tra immensi campi di carciofi giganti, carciofi di una qualità veramente impressionante!




Verso le 19:00 arriviamo nei pressi di Plogoulun dove, in località "Croissant", c'è un bel campeggio. La reception a quest'ora è già chiusa ma un cartello sulla porta invita a sistemarsi in campeggio e a passare in ufficio la mattina seguente. Avevamo comprato in necessario per cena a Landivisiau e così cuciniamo e ceniamo su un tavolo da picnic che è vicino alla nostra tenda.
Nel frattempo osserviamo una coppia che ha parcheggiato l'auto nel piazzale fuori dal campeggio: approfittando del fatto che non c'è nessuno alla reception prima entra lui, va in bagno, fa la doccia, poi è il turno di lei, e infine si sistemano per dormire in auto lì fuori.











sabato 10 Agosto: da Croissant de Plugoulun a Saint Gonven. Km 66.6



Questa mattina in campeggio la reception ha aperto alle 9:00, abbiamo pagato e siamo partiti. Dopo la traversata interna di ieri, oggi pedaliamo di nuovo lungo il mare.




Siamo in una zona di grandi coltivazioni: carciofi giganti, broccoli, cavoli, patate, aglio e soprattutto cipolle. In passato questa zona era famosa per la produzione delle cipolle, che venivano esportate in Inghilterra. Dopo la raccolta venivano confezionate in voluminose ghirlande. I giovani che si caricavano di cipolle la bicicletta e partivano per andare oltre Manica erano soprannominati "Johnny". Questa attività iniziò a metà dell'800 ed ebbe il suo massimo intorno al 1920.




In una delle stradine secondarie che seguiamo attraversando i campi incontriamo in senso opposto due cicloturisti spagnoli. Ci fermano e ci chiedono alcune indicazioni sulle strade che abbiamo seguito noi.




Queste strade secondarie uniscono tra loro una serie di piccoli paesini tranquilli, dove il traffico delle auto è quasi inesistente.




Il panorama di questa zona è affascinante, specie quando incontriamo dei grossi campi coltivati a sovescio che in questo periodo sono in una splendida fioritura blu.




Il nostro percorso attraverso la campagna ci conduce a Roscoff, bella cittadina con un antico centro e porto dal quale tradizionalmente partivano i Johnnies per esportare le loro cipolle.




Al porto c'è molto movimento. Da qui partono i traghetti per la vicina Ile de Batz, ma anche quelli per l'Inghilterra e l'Irlanda. E una lunghissima passerella oltrepassa una zona dove il fondale è troppo scarso quando c'è bassa marea e porta al punto da cui partono i battelli per i giri turistici nei dintorni.




Spesso i gabbiani si avvicinano alle persone nella speranza di ottenere qualcosa da mangiare o anche solo perché sono abituati e non le temono.




Uscendo da Roscoff ci fermiamo a fianco di un campo dove si stanno piantando dei cavoli. Sul retro del trattore sono sedute due persone che prendono i piantini uno ad uno dai vassoi di polistirolo e li inseriscono nell'attrezzatura del trattore che provvede a piantarli man mano mentre avanza lungo il campo. Vicino a noi c'è una signora, che poi capiamo essere la padrona del campo, che osserva il lavoro, ci sente commentare con interesse e ci racconta che una volta il lavoro lo facevano loro tutto a mano ma che ora con questo genere di automazione si fa molto più in fretta e con meno fatica.




Proseguendo dopo Roscoff passiamo per Saint Pol de Leon, nel cui centro storico vi è un'imponente cattedrale.




Facciamo poi una deviazione per raggiungere Carantec dove ci fermiamo alla spiaggia per pranzare in uno dei numerosi ristoranti all'aperto. Per non lasciare la bici incustodita scegliamo il primo ristorante, vicino al piccolo posteggio dove parcheggiamo. Ad un certo punto, durante il pranzo, vediamo arrivare una bella auto spider degli anni '50, posteggia, l'autista scende, gira attorno all'auto, la guarda, e poi le fa alcune foto! Sarà stata un'auto che ha preso in noleggio oppure in prestito da un amico? Chissà...
Il posto è bello, c'è un gran sole, la marea sta scendendo ingrandendo ulteriormente la già grande spiaggia, il ristorante è molto frequentato e ci mangiamo le tipiche "Moules frites", cioè cozze e patatine fritte.




Uscendo da Carantec incrociamo in senso opposto un gruppo di cicloturisti nel quale c'è anche un tandem con carrettino!




Morlaix si trova al fondo di un lunghissimo fiordo molto stretto e la nostra strada lo costeggia tutto. In questo momento c'è bassa marea ed è uno spettacolo molto suggestivo.
Il fiordo ha il fondale molto fangoso e poco profondo ma al centro c'è una zona più fonda. Delle boe e delle paline rosse e verdi segnalano questo zona centrale che è quella navigabile.




A Morlaix il fiordo termina in un porto dove una serie di chiuse trattiene l'acqua e impedisce che le barche vadano in secca quando scende la marea.




La cittadina di Morlaix ha un centro molto bello, ma la caratteristica che più colpisce è l'altissimo viadotto della ferrovia che sovrasta le case. Il viadotto risale alla metà dell'800, è fatto in muratura, ed è più un elemento architettonico di pregio piuttosto che qualcosa di invasivo.




Anche l'altro lato del fiordo è costeggiato dalla strada che percorriamo per intero per poi deviare e raggiungere il bel campeggio di Saint Gonven.




È un campeggio piccolino ma è molto tranquillo e piacevole. Il cielo si è rannuvolato e fa un po' freddo ma non rinuncio a fare una nuotata rilassante nella piccola piscina.




Dopo cena facciamo due passi fuori dal campeggio, attraversiamo un canneto seguendo un sentiero lì di fronte e raggiungiamo il mare, il quale però è solo una laguna interna racchiusa dai canneti.
Torniamo in campeggio e prima di andare a dormire ci fermiamo ancora un po' nell'accogliente sala di lettura.











domenica 11 Agosto: da Saint Gonven a Lannion. Km 54.1



Anche oggi una tappa abbastanza breve, con numerose pause. Quest'anno siamo un po' pigri a pedalare, complice il fatto che siamo decisamente poco allenati. Comunque quello che più è importante è fare ogni giorno un pezzettino, con calma, godendosi la vacanza.




Come spesso accade, anche questa notte ha piovuto e ci svegliamo che ancora vien giù una pioggerellina finissima. Facciamo colazione chiusi dentro alla tenda, poi carichiamo i bagagli avendo cura di coprire con dei sacchi di plastica gli zainetti che teniamo sui cestini della bici, come pure mettiamo nei sacchi di plastica la tenda che è tutta bagnata.
Quando partiamo ha smesso di piovere ma la strada è ben bagnata e il cielo è ancora tutto coperto.




Appena fuori dal campeggio la strada sale e si ha un bel panorama del golfo di Saint Gonven. Anche se ci sono numerosi saliscendi è un posto molto bello, non c'è assolutamente traffico di auto anche perché è domenica mattina, e incontriamo in senso opposto altri cicloturisti.




Seguiamo la costa per una piccola strada che attraversa paesini molto tranquilli. In uno di questi, in una piazzetta al bordo della strada, racchiuso da un basso muretto c'è un campo da bocce dove si sta giocando una partita.




Poco oltre la strada passa sul bordo del mare e, vicino ad un piccolo cantiere navale, ci sono alcuni vecchi pescherecci in attesa della demolizione.




E passiamo anche a fianco di uno che viaggia a piedi, con zaino e chitarra.




La costa è molto frastagliata e in ogni piccola insenatura ci sono spiagge e paesini.




Un'improvvisa ripidissima salita ci allontana dal mare e siamo subito a Plougasnou dove svetta in centro il campanile delle grande chiesa. Man mano che ci avviciniamo al paese vediamo sempre più persone che a piedi si avviano verso il centro. Ci aspettiamo possa esserci qualcosa di particolare in paese e invece non troviamo nulla. Anche quando compriamo qualcosa per pranzo in un negozio ci dicono che non c'è nulla di particolare, ma semplicemente che la gente ha piacere di farsi un giro in paese la domenica mattina.




Nel tratto di strada che da Plougasnou ci porta a Lanmeur e poi a Locquirec veniamo sorpresi da un principio di pioggia e ci fermiamo davanti al cancello di una casa per indossare le mantelline. Il caso vuole che, oltre quel cancello, tutto il giardino della casa ospiti dei trenini in miniatura con le relative ambientazioni. Un piccolo cartello sul cancello annuncia "Una passeggiata da giganti tra la ferrovia di Lilliput" e prosegue spiegando che il tutto si estende su mille metri quadri, ci sono automatismi ed effetti sonori, e la visita può essere prenotata telefonando al proprietario.




Come è ormai regola qui in Bretagna la pioggia dura solo pochi istanti e quando arriviamo a Locquirec possiamo tranquillamente fare picnic sulla spiaggia.
Poco prima di scendere in spiaggia incontriamo sul lungomare una signora francese che ci sente parlare in italiano e allora si avvicina e ci racconta, parlando anche lei in italiano, di essere stata diverse volte in Italia. E quando le diciamo che siamo di Ivrea lei ci racconta di esserci stata e che conosce il nostro famoso carnevale.




Mentre facciamo il nostro picnic la marea è bassa e la spiaggia è grandissima. E dalla sabbia affiorano rocce tappezzate di grandi ammassi di cozze e alghe.
Prima di ripartire approfittiamo delle comodissime toilettes pubbliche, presenti qui come in numerosi altri posti e che si dimostrano sempre molto utili.
Mentre risaliamo su per la rampa che portava alla spiaggia, spingendo il tandem a mano, un ragazzino in bici si diverte a lanciarsi velocissimo giù verso la spiaggia per poi fare delle lunghe frenate sulla sabbia.




Altre spettacolari basse maree le vediamo tra Efflan e Saint Michel En Greve. In alcuni casi il mare è così lontano che è difficile vederlo!




La zona di Carnac dove siamo stati all'inizio del nostro viaggio è ricca di Menhir, mentre qui sono più rari. Questo lo vediamo in mezzo ad un campo di cavoli poco prima di Saint Jean.




A Lannion piantiamo la tenda in un bel campeggio lungo un piccolo fiume. Il campeggio si estende anche sull'altro lato del fiume, al quale si accede tramite un ponticello pedonale, ed è dotato di grandi bungalow.




Un piacevole vialetto, prima attraverso un bosco e poi per dei bei giardini, ci consente da andare a piedi in centro in pochi minuti. Nel fiume di sono ragazzi che fanno canoa, compreso uno che rema stando in piedi su una canoa fatta apposta per essere utilizzata in quel modo.


   

Evidentemente la canoa è uno sport molto praticato qui a Lannion. Tramite delle chiuse l'acqua può essere deviata in un apposito percorso artificiale appositamente studiato per le canoe.
E anche qui scopriamo che il fiume che vediamo in realtà è l'estremità di un lungo fiordo di mare. Infatti mentre andiamo a piedi in città la marea è bassa, mentre quando torniamo dopo cena è risalita e tutto ha un aspetto differente.




In Italia ormai è raro vedere delle vecchie auto, mentre qui sono ancora molte ad essere in circolazione, come questa bella Citroen 2CV.




Il centro della città è molto bello, anche se questa sera è tutto chiuso e in giro non c'è anima viva!
C'è una grossa chiesa con un cortile laterale di ghiaia che si affaccia a balconata sul centro del paese, e ci sono case a graticcio a fianco di altre che hanno la facciata tutta ricoperta di piccole tegoline di pietra, le stesse del tetto.




Anche i ristoranti sono quasi tutti chiusi. Fortunatamente almeno un paio sono aperti e ceniamo in uno di questi.
Tornando a piedi verso il campeggio vediamo gruppi di grossi pesci nuotare lentamente nel fiume. Incontriamo uno del posto che insieme al figlio sta pescando e ci spiega che quelli sono pesci stanziali che vivono sia nell'acqua dolce del fiume che in quella salata del mare quando sale la marea. Ragioniamo che forse l'acqua dolce scorre sopra a quella salata e infatti i pesci nuotano molto in superficie.
Quando arriviamo al campeggio notiamo due cicloturisti appena arrivati che stanno piazzando la loro tenda, nonostante la reception a quest'ora sia chiusa. È una cosa evidentemente normale prendere tranquillamente posto in campeggio in questi casi e poi passare alla reception la mattina seguente, come già è successo anche a noi un paio di volte.











lunedì 12 Agosto: da Lannion a Lezardrieux. Km 71.2



Questa mattina lasciamo Lannion per pedalare lungo la famosa "Costa di Granito Rosa".




Il primo posto dove incontriamo il mare è alla Punta Bihit, un punto panoramico molto bello con un paio di case in posizione invidiabile. Nel piccolo spiazzo c'è parcheggiato un furgoncino con due che ci hanno dormito dentro e che ora si stanno godendo il risveglio in un posto così bello. C'è silenzio, solo il rumore del mare e della brezza.




La costa è molto frastagliata, con tantissime isolette, e l'acqua è blu limpidissima. La strada costiera attraversa numerosi paesini dove c'è una piacevole animazione, specie davanti alle panetterie.




A Tregastel ci imbattiamo nel mercato. È un mercato abbastanza grande e, mentre io aspetto fuori con la bici, Dany fa un giro e ne approfitta per comprare qualcosa per il pranzo. Poi però quando torna decidiamo di attraversarlo tutto, spingendo la bici a mano, così lo visito anche io, tanto poi dobbiamo proseguire dal lato opposto.
Ci sono i soliti banchi di prodotti alimentari, e poi quelli di abbigliamento, come in tutti i mercati. Ma c'è anche una signora che fa piccole sculture di terracotta, c'è un gruppo di ragazzi che suona musica Klezmer, e c'è un banco di libri dove Dany compra dei libri per bambini, libri illustrati e senza parole.




Essendo ormai arrivata l'ora del pranzo ci fermiamo poco oltre, nel porto turistico di Saint Guirec, da un lato dove ci sono grandi rocce, e facciamo picnic vicino al relitto di una vecchia barca di legno.




Per pranzo abbiamo comprato della paella ad un banco di gastronomia del mercato. Alla fine del nostro picnic Dany fa due passi tra gli scogli e vede una piccola pozza d'acqua con dei granchi. Proviamo a dargli i resti di un gamberetto della paella ma poi arriva un cane e il gamberetto se lo mangia lui!




Nonostante la marea stia scendendo, siccome qui il fondale è ripido e profondo il mare è di un bellissimo blu che contrasta con il rosa delle grandi rocce della costa.
Talvolta alcuni di questi grossi massi rosa sono utilizzati come recinzione attorno ai giardini, e anche le case hanno le pareti di pietra dello stesso colore.




Spesso lungo la costa si trovano dei punti panoramici dove tutti i turisti di passaggio si fermano per godere dei bei panorami.




Seguendo la costa arriviamo a Perros Guirec, dove durante una breve pausa in centro osserviamo con piacere la cura che viene posta alla bellezza del centro cittadino: arriva un piccolo furgoncino, scende un ragazzo, riempie più volte un innaffiatoio e bagna i fiori nei vasi e nelle aiuole. Un lavoro semplice, molto manuale, svolto da quello che ha tutta l'aria di essere uno studente impiegato per questo lavoro stagionale. Anche in altri posti abbiamo visto gruppetti di ragazzi prendersi cura della manutenzione delle aiuole cittadine, un buon modo per avere la città bella e curata spendendo poco, e per i ragazzi un modo per guadagnare qualcosa durante l'estate.




In centro a Perros Guirec passiamo davanti ad una grossa chiesa di pietra, con un campanile massiccio, e circondata da un bel giardino.




Sul lungomare c'è un grande lago artificiale sul quale si può navigare con dei battellini elettrici a noleggio, a forma di transatlantico, peschereccio, rimorchiatore, traghetto, eccetera.




Il porto turistico ha la curiosità di essere racchiuso da una diga sottomarina: quando la marea è alta si può normalmente entrare e uscire dal porto navigando al di sopra della diga; quando invece la marea scende allora la diga trattiene una quantità di acqua sufficiente alle barche ormeggiate ma, ovviamente, non è possibile entrare o uscire dal porto.
Poco oltre, uscendo dal paese, un'intera insenatura del mare è racchiusa allo stesso modo e consente di avere un grande lago dove fanno scuola di windsurf.




Lasciamo la costa e pedaliamo attraverso l'entroterra, attraversando campagna, bei paesini, e ogni tanto l'immancabile fabbrica di biscotti con annesso gran negozio.




A Treguier ci sorprende l'improvvisa apparizione in pieno centro di una grossa piazza con un'imponente cattedrale. Facciamo qui una lunga pausa, c'è un bel sole, visitiamo la chiesa davanti alla quale c'è legato un cane che aspetta impaziente che escano i suoi padroni, vediamo altri cicloturisti arrivare a anche loro fermarsi un momento, ci rilassiamo e calcoliamo quanta strada pedalare ancora prima di fermarci questa sera.




Nonostante fosse già pomeriggio inoltrato decidiamo di pedalare ancora fino a Lazerdrieux, dove dovrebbe esserci un campeggio vicino al porto turistico.
Rispetto ai viaggi in bici fatti negli anni passati quest'anno abbiamo un ritmo differente: anziché alzarci molto presto al mattino, pedalare fino all'ora di pranzo o poco dopo e sistemarci in campeggio molto presto, per essere sicuri di trovare posto, quest'anno ci alziamo più tardi, anche perché al mattino in genere fa abbastanza fresco, pedaliamo con calma sia al mattino che al pomeriggio, e arriviamo in campeggio poco prima dell'ora di cena sicuri di trovare posto visto che in Bretagna ci sono un'infinità di campeggi e li abbiamo visti sempre mezzi vuoti.
Qualche volta capita però che il campeggio previsto non esista! Magari è stato chiuso e non c'è più, come ci è capitato già un paio di volte, o magari proprio non ce n'è traccia come qui a Lazerdrieux dove, oltrepassata la piazza con la curiosa chiesa, arriviamo al porto turistico ma del campeggio non c'è traccia.
Fortunatamente entrando in paese abbiamo visto un'indicazione per un altro campeggio, un po' lontano dal centro ma dove arriviamo in pochi minuti di pedalate!




È un campeggio stretto e lungo che scende verso la spiaggia: un unico vialetto centrale con grandi piazzole erbose ai lati. È bello, pulito, con dei bei bagni, nonostante sia molto economico, ed è il primo in cui capitiamo dove ci vuole il gettone per fare la doccia calda.




Dopo cena andiamo sulla spiaggia del campeggio a vedere la marea che sale nel fiordo. È impressionante, quasi non ci sono onde, sembra un lago, e l'acqua pian piano sale sulla spiaggia a vista d'occhio. Tracciamo una linea sulla sabbia, e pochi minuti dopo l'acqua la raggiunge, ne tracciamo un'altra e nuovamente viene raggiunta dal mare, il tutto in un silenzio e una calma irreali mentre cala la notte.











martedì 13 Agosto: da Lezardrieux a Saint Quay Portrieux. Km 47.4



Giornata di alte scogliere e, chi l'avrebbe mai pensato, stasera si balla di nuovo!




Lasciamo Lazerdrieux attraversando il fiordo su un bel ponte sospeso fatto tutto di ferro e subito dopo deviamo per strade secondarie che attraversano la campagna in una zona dove ci sono molte serre di vetro grandissime. A Paimpol c'è mercato, lo evitiamo ma comunque le strade sono tutte intasate da un gran traffico. Le indicazioni per lasciare la città non sono chiarissime e infatti prendiamo dapprima la strada sbagliata, ma ci accorgiamo subito che la nostra è lì parallela e la raggiungiamo facilmente.




Attraversando i paesi quello che stupisce è la cura per i dettagli: nessuno si sogna di mettere delle tende moderne alle finestre, tutti hanno tendine che si adattano come stile all'atmosfera rurale che c'è in questi posti di campagna, anche se mi immagino che in quelle case ci abitino impiegati di banca, commercianti, operai, tutta gente che lavora nella vicina città, mica solo vecchiette che allevano le loro galline nel cortile!




Da qualche parte tra Plouezec e Plouha dovrebbe esserci una strada panoramica a strapiombo sul mare ma l'indicazione per raggiungerla ci sfugge, o forse proprio non c'era, e così andiamo leggermente oltre. Arriviamo quindi nei pressi delle scogliere nel punto dove quella strada panoramica ha termine. La troviamo chiedendo informazioni a dei muratori che stanno ristrutturando una casa, i quali ci confermano che le scogliere sono "lassù in alto" e ci indicano una ripidissima strada che percorriamo spingendo a mano la bici.




Sulla sommità c'è uno slargo, siamo sulla punta Brehec en Plouha, dove ci fermiamo un momento a goderci il panorama e a riprendere fiato dopo la salita. Ci sono altre persone e arrivano tre motociclisti un po' troppo spericolati. Prima di partire preferiamo aspettare che ripartano loro, per evitare di trovarceli più avanti. Percorriamo quindi la panoramica nel senso opposto alla direzione del nostro viaggio, andando fino alla punta Berjule. Il posto è molto bello, c'è un gran silenzio, un bel sole e il lieve rumore del vento.




Ritorniamo sulla strada principale e proseguiamo verso Plouha. Siamo in campagna, ci sono campi coltivati e boschi, e ogni tanto una casa isolata, sempre di un certo fascino.




Già li avevamo visti in altri posti nei giorni precedenti, e anche qui lungo la strada tanti manifesti annunciano il teatro dei burattini, che evidentemente è uno spettacolo tipico di queste parti. Ma oggi, oltre ai manifesti, abbiamo finalmente visto anche il teatro, installato in uno spiazzo vicino alla strada. I teatranti vendono anche cestini di vimini e, sedute nell'erba delle aiuole sul bordo della strada, c'erano due donne della compagnia che li stavano intrecciando.




Arriviamo a Saint Quay Portrieux e ci fermiamo a fare picnic su una panchina davanti al mare. È un po' tardi, anche perché siamo stati parecchio tempo sulle scogliere questa mattina, e così ora abbiamo fame!




Tutta la costa di Saint Quay Portrieux è percorsa da una bella passeggiata lungomare che permette di passare sopra alle scogliere e di raggiungere le varie spiagge.




La spiaggia principale, davanti al centro cittadino, è molto frequentata.




Dopo pranzo Dany si avventura tra gli scogli, oltrepassa i resti di alcuni bunker e raggiunge punti con scorci molto belli sul mare.




Entrando in città avevamo visto uno striscione che annunciava una Fest Noz ma non avevamo capito dove, e siccome si è fatto tardi decidiamo che se la festa è qui vicino potremmo fermarci qui per parteciparvi questa sera. Andiamo all'ufficio del turismo e in effetti ci dicono che la festa è in un paesino a pochi chilometri. Perciò andiamo a sistemarci in un campeggio qui vicino, dove piazziamo la tenda non senza qualche difficoltà perché la forte brezza di mare ce la solleva mentre la montiamo! Il campeggio si chiama "Bellevue", e in effetti è tutto terrazzato e dalla nostra tenda c'è una vista stupenda sul mare.
Da un paio di giorni si vedono turisti che viaggiano a piedi: ieri sera uno in campeggio, questa mattina altri due che partivano dal campeggio, poi due a Paimpol, due a Plouezec, e oggi pomeriggio un altro che arriva qui in campeggio e si sistema in un terrazzamento appena dietro a noi.




Ceniamo in campeggio e poi, con il tandem per stradine secondarie, andiamo a Treveneuc e proseguiamo fino a Keregal dove c'è la Fest Noz.
È un posto in mezzo alla campagna, l'ingresso costa 6 euro a persona, ci sono stand con dolci locali fatti in casa, sidro, il palco per i musicisti e un palchetto di legno per ballare.




La festa è molto partecipata, c'è tanta gente che balla, e ci uniamo anche noi e le balliamo quasi tutte. Ci sono due gruppi che si alternano, uno composto da fisarmonica, chitarra e bombarda, e l'altro composto da due simpatici vecchietti che cantano da soli senza accompagnamento musicale. Scopriremo poi che si tratta dei "Freres Morvan", famosissimi qui in Bretagna.
Al termine della serata torniamo con la bici verso il campeggio. La Bretagna di notte è poco illuminata, oggi è una notte senza luna e c'è un gran buio. Nel cielo si vedono tantissime stelle e pure la Via Lattea, una cosa che da noi a casa ricordo si vedeva quando ero bambino ma che ora non si riesce più a vedere. Abbiamo anche l'occasione di vedere delle stelle cadenti.
Ad un certo punto, in mezzo alla campagna, incontriamo un gruppetto di ragazzini con le torce elettriche che, a piedi, stanno rientrando verso casa.
Siamo molto contenti della serata. Dopo il festival di Lorient pensavamo che difficilmente avremmo ancora avuto l'occasione di una Fest Noz e siamo quindi piacevolmente sorpresi di aver potuto ballare questa sera.











mercoledì 14 Agosto: da Saint Quay Portrieux a Erquy. Km 67.8



Ieri sera abbiamo fatto tardi e così questa mattina abbiamo dormito un pochino di più. Ci svegliamo con un bel sole che splende proprio davanti a noi. L'aria è fresca e asciutta.




Appena alzati, ancor prima di fare colazione, ci facciamo una passeggiata sul sentiero lungomare che dal paese arriva fino al nostro campeggio e oltre. A quest'ora non c'è quasi nessuno, ci fermiamo ogni tanto a goderci il panorama, la tranquillità e il silenzio.




Proprio davanti al campeggio c'è una piscina che trattiene l'acqua di mare quando la marea scende e dalla piccola spiaggia sarebbe difficile andare a fare il bagno giù oltre gli scogli. Invece quando la marea è alta la piscina è completamente sommersa e il mare arriva su fino alla spiaggia.




Riprendiamo a pedalare lungo una strada poco trafficata. Ogni tanto passa un autobus della compagnia locale, tutti autobus Fiat Iveco.




A Binic lasciamo la strada principale e prendiamo giù in discesa verso il centro del paese. È un bel paese, piccolino e molto balneare.




A Pordic inizia la superstrada, che è vietata alle bici. Per un primo pezzetto c'è qualche indicazione per le alternative ciclabili ma poi più nulla. Ci fermiamo a chiedere ad una persona del posto che è in bicicletta, ma non sa bene come darci indicazioni, sembra essere una cosa complicata. Nel frattempo però arriva un altro ciclista che sta proprio andando a St Brieuc e che si offre di accompagnarci. Ci racconta di essere di Binic e che va spesso fino a St Brieuc per farsi un giro. Prendiamo stradine secondarie senza alcuna segnaletica, tratti di piste ciclabili, passiamo su un marciapiede e attraversiamo un parco pubblico e molto rapidamente e in modo diretto arriviamo in centro a St Brieuc. Senza la nostra guida ci saremmo persi più volte e ci avremmo messo tantissimo tempo!




Il nostro amico, salutandoci, ci dice che oggi c'è mercato e ci suggerisce di assaggiare una specialità locale, la "Galette Saucisse". Facciamo quindi un giro per il centro storico, una lunga pausa al mercato dove riusciamo a comprare l'ultima Galette che a quanto pare è una specialità che va a ruba, e compriamo anche altre cose per il pranzo.




Giriamo ancora un po' per il centro e infine troviamo dei giardini pubblici dove ci sistemiamo su una panchina per fare il nostro picnic. È una giornata soleggiata e calda, e prima di ripartire facciamo rifornimento di acqua nei bagni di un vicino centro commerciale.




Proseguiamo il nostro viaggio verso Yffiniac, sempre seguendo strade secondarie molto piccole. Sono zone di campagna e di casette con giardino. Oltre alle case in stile tradizionale se ne vedono anche parecchie decisamente più moderne, molte ancora in costruzione o appena costruite, che in genere sono abbastanza belle e ben inserite nel paesaggio circostante.




Vicino a Morieux attraversiamo il fiordo scendendo ripidi in un canyon in fondo al quale un piccolo ponte passa davanti ad una centrale elettrica.




Attraversando un paesino ci fermiamo un attimo davanti al cancello di una casa, e subito un uomo che era nel giardino ci chiede dove stiamo andando e si prodiga in indicazioni.
A Saint Alban facciamo una brevissima pausa davanti al municipio e la nostra attenzione va ad un manifesto affisso in bacheca che dice di una nuova legge nazionale che impone di spegnere tutte le insegne luminose pubblicitarie da mezzanotte alle 6 del mattino per ridurre i consumi elettrici.




Arrivando ad Erquy ammiriamo dall'alto la spettacolare spiaggia con la bassa marea.
Il campeggio sulla nostra cartina è indicato molto vicino al centro, e infatti è così, salvo il fatto che per raggiungerlo dobbiamo arrampicarci per una ripidissima salita. Di campeggi ce ne sono due, il primo molto moderno, con piscina, discoteca e gran movimento, che non ci piace molto, e l'altro, poco segnalato e un po' più difficile da trovare nonostante sia praticamente lì di fronte, è quello comunale, spazioso, tranquillo, modesto ed estremamente economico dove troviamo posto e ci sistemiamo.




Scendiamo a piedi in paese e raggiungiamo il lungomare dove, con nostra sorpresa, sulla lunghissima e bella passeggiata non c'è nessun posto per cenare! Iniziamo a preoccuparci un po' quando Dany scorge delle luci in fondo al lungomare, nella zona del porto turistico. In effetti tutti i ristoranti sono lì, uno in fila all'altro, di fronte al porto dove con la bassa marea tutte le barche sono appoggiate al fondale fangoso.




I ristoranti sono tutti affollatissimi, e tanta altra gente si aggira intorno leggendo i cartelloni con i menù. La scelta è quindi abbastanza obbligata appena ne vediamo uno con un tavolo nel dehor che si è appena liberato! Dopo aver ordinato la cena, nell'attesa ci portano come aperitivo un bicchierino di frullato di pomodoro con gusti e formaggio.
E poi arrivano finalmente le cozze! Una bambina che sta cenando al tavolo a fianco utilizza la conchiglia di una cozza come pinzetta per mangiare le altre. Forse è una cosa ben nota tra chi mangia abitualmente le cozze, ma per noi è la prima volta che vediamo questa tecnica che ci pare ottima e che adottiamo subito.
Mentre ceniamo viene a parcheggiare sul lungomare lì fuori una macchina d'epoca, una bella Citroen bianca. La persona che la guida scende, se la guarda ben bene, e poi le fa una foto!




Dopo cena facciamo ancora due passi sul lungomare, e arriviamo dove è alle ultime battute un concerto di musica rock irlandese. Ascoltiamo gli ultimi brani e poi torniamo a piedi su fino al campeggio sotto un bel cielo stellato.











giovedì 15 Agosto: da Erquy a Lancieux. Km 55.4



Oggi, fin dal mattino e per tutto il giorno, c'è un bel sole e fa molto caldo. Abbiamo in programma di goderci la costa e di andare al faro di Cap Frehel. Poi proseguiremo per avvicinarci già un po' verso Saint Malo.




Prima di lasciare Erquy facciamo già subito la spesa per il pranzo in un supermercato del centro, visto che oggi è Ferragosto e c'è il rischio che più tardi troviamo tutto chiuso.




Usciamo dal paese su per una ripida salita e in cima, in mezzo ad un prato in posizione molto panoramica, c'è una chiesa dove stanno celebrando la messa all'aperto. C'è molta gente e ci sono pronti dei tavoli con cose da mangiare e da bere, probabilmente un rinfresco per dopo.
Più avanti lungo la strada incontriamo uno che viaggia a piedi con un asino.




Ed eccoci di nuovo ad ammirare il panorama della costa, con insenature e ampie spiagge racchiuse tra promontori, e strade ripide dove in un paio di casi ci tocca scendere e spingere a mano la bici!




Durante una nostra pausa ci supera uno che spinge a mano la bici, e vediamo che a quella bici manca completamente la catena. Più avanti lo incontriamo di nuovo mentre torna indietro e passando vicino a noi ci dice di aver già superato per sbaglio il posto dove doveva svoltare!




I pini marittimi improvvisamente lasciano il posto ad una bellissima brughiera e spesso ci sono sentieri che consentono di raggiungere a piedi i punti più panoramici.




Facciamo numerose piccole soste per ammirare il panorama, quando finalmente iniziamo a scorgere in lontananza il faro di Cap Frehel.




Per le auto l'accesso a Cap Frehel è a pagamento, ma le biciclette possono entrare gratuitamente. Andiamo a posteggiare nello spiazzo proprio davanti al faro, dove ci sono molte bici tra cui anche un altro tandem. Leghiamo accuratamente la bici ad un palo in un punto dove passa molta gente per ridurre al minimo i rischi, memori di una spiacevole esperienza di molti anni fa che ci ha insegnato a fidarci poco...




Di fianco al faro ce n'è uno molto più vecchio, più piccolino e ormai in disuso.




Un sentiero a piedi consente di raggiungere la punta estrema. Lungo il sentiero qualcuno a fatto delle pile di sassi, e subito tanti altri lo hanno imitato creando colonnine di sassi tutto intorno.




Siamo in un posto molto turistico, c'è un sacco di gente, ma un passaggio un po' impegnativo fa si che quasi nessuno si arrischi a raggiungere l'ultimo sperone di roccia che si affaccia sul mare. Lì si può stare un momento in tranquillità a godersi questo posto affascinante.




Lasciamo Cap Frehel e, pochi chilometri dopo, notiamo una bella radura in una pineta vicino alla strada. È nascosta dalla strada da un bordo di alti cespugli, e l'accesso è bloccato da una catena ma noi, con un pochino di faccia tosta, alziamo la catena e passiamo oltre. Separati dalla strada è il posto ideale per fare picnic.




Dopo pranzo passiamo nei pressi di Fort La Latte, bel posto ma molto turistico, l'ingresso al forte è a pagamento, non c'è un posto sicuro dove lasciare la bici, e poi non siamo nemmeno tanto interessati, perciò proseguiamo oltre.




A Port a la Duc una ripida discesa ci porta in riva al mare dove in uno spiazzo ci sono ferme due persone con un tandem dal telaio identico al nostro!




La strada si allontana un po' dal mare e passiamo per Matignon dove c'è il mercatino dell'antiquariato. Più oltre attraversiamo un fiordo a Le Guildo dove dal ponte si vede sull'altro lato il castello, e proseguiamo fino a Ploubalay dove deviamo per una strada secondaria verso Lancieux.




Arrivando a Lancieux troviamo che c'è festa nel parco pubblico presso un vecchio mulino a vento.




Su un palco ricavato dal rimorchio di un camion c'è un grande coro di uomini e donne che canta canzoni di mare. Rimaniamo qualche minuto ma poi dobbiamo necessariamente andare a cercare il campeggio per sistemarci. Il campeggio è lì vicino e mentre montiamo la tenda sentiamo ancora il coro cantare.




Ceniamo in campeggio e poi torniamo, in pochi minuti a piedi, ai giardini del mulino dove questa sera c'è una Fest Noz! Ci sono stand che vendono dolci fatti in casa, crepes cucinate sul momento, sidro, sul palco suonano i musicisti e si balla sul prato. C'è tanta gente che balla, si alternano due gruppi musicali, e balliamo anche noi tutta la sera. E anche se ad un certo punto inizia a sollevarsi un bel polverone si continua a ballare!
A mezzanotte la musica finisce e torniamo a piedi in campeggio, ma mentre ci sistemiamo in tenda sentiamo che la musica riprende! Era solo una pausa per cambiare ancora gruppo musicale? Ma ormai siamo a letto...











venerdì 16 Agosto: da Lancieux a Saint Malo. Km 21.9



Sappiamo che a Saint Malo c'è un campeggio molto vicino al centro, ma siccome Saint Malo è un posto molto turistico dobbiamo essere lì abbastanza presto per essere sicuri di trovare posto. Perciò oggi abbiamo previsto una tappa molto corta, anche in previsione di qualche difficoltà a trovare strade adatte alle bici come spesso accade quando ci si avvicina ad una grande città.




Lasciamo il campeggio di Lancieux e attraversiamo il centro che ieri sera non avevamo visto avendo trovato sia il campeggio che la festa subito all'inizio del paese.




A Saint Briac attraversiamo il fiordo su un ponte dal quale si vedono tutte le barche appoggiate sul fondo per la bassa marea. È uno spettacolo che ormai abbiamo già visto più volte ma che non smette di affascinarci.




Evitiamo come sempre le strade a scorrimento veloce, preferendo quelle secondarie, e passiamo per la bella Dinard dove la spiaggia sta iniziando ad animarsi.




È invece inevitabile percorrere un tratto di strada un po' sgradevole, ma che una automobilista ad un semaforo ci ha confermato essere consentita alle biciclette essendo anche l'unica via possibile, per scendere alla diga che fa da attraversamento del grande fiordo di Saint Malo.




Il tratto di mare racchiuso dalla diga è molto grande e ci sono delle chiuse per consentire alle barche di entrarvi per navigarlo.




Si tratta di una famosa diga che sfrutta il movimento delle maree per produrre elettricità. Quando la marea sale l'acqua entra nel fiordo azionando le turbine sotto alla diga, e altrettanto avviene quando la marea scende e l'acqua esce dal fiordo.
Attraversiamo la diga sul passaggio ciclopedonale, lungo il quale ci sono ogni tanto anche alcuni pescatori.




Purtroppo il passaggio che percorriamo non prosegue ma si perde nel nulla quando arriviamo sull'altro lato, e abbiamo qualche difficoltà a rimetterci sulla strada che è a due corsie, veloce, e pure con un muretto sul bordo.




Appena oltre abbandoniamo quella strada, riprendiamo le nostre abituali stradine secondarie e in un attimo siamo a Saint Malo.




Il campeggio è vicino al porto turistico, è un bel posto, ci arriviamo in tarda mattinata e non abbiamo problemi a sistemarci. Poi andiamo a piedi verso il centro.




Il clima oggi non è dei migliori, il cielo è coperto, ed ecco che incomincia a scendere una fine pioggerellina. Un pescatore fortunato rientra con un grosso pesce che chiama "Bac" e che forse è un branzino.




È ora di pranzo, pioviggina, e approfittiamo di un piccolo bar con vista sulla spiaggia per mangiarci una "galette".




Questa zona della città, con la spiaggia e le vecchie case, è molto bella. Proseguiamo a piedi, talvolta aprendo l'ombrello, mentre sulla spiaggia qualcuno fa il bagno in mare!




Passiamo a piedi davanti al porto commerciale e arriviamo al centro storico, tutto racchiuso nelle mura a formare una cittadella di fronte al mare.




Nonostante pioviggini, il centro storico è affollato di turisti.




In una delle numerose pasticcerie ci prendiamo un "Kouign-Amann", il tipico dolce bretone ad alto contenuto di burro.




Passeggiando per le stradine tra gli antichi palazzi arriviamo alla cattedrale. L'interno è su due livelli, dopo l'altare il coro si trova più in basso, e anche l'abside è inclinata da un lato. Nella navata principale, per ovviare all'ingombro delle possenti colonne di pietra che impediscono la vista dell'altare, sono stati predisposti degli schermi video dietro alle colonne, un tocco tecnologico che stride un po' con l'austerità del luogo.




Torniamo per le vie del centro, dove ad ogni angolo c'è qualche spettacolo di strada: musicisti; un gruppetto di acrobati con uno che, facendo una capriola in aria, salta un allineamento di quattro ragazze scelte tra il pubblico; e c'è pure un mimo vestito da pirata che resta immobile, e ha accanto un cane immobile pure lui!




Sul lato verso il mare saliamo sulle mura per fare una passeggiata anche se sono molto affollate di turisti. Guardando la spiaggia lì sotto vediamo uscire in mare gli allievi di un corso di canoa.




Anche qui per ovviare al fatto che, quando la marea scende, il mare si allontana molto, è stata fatta una diga sommersa che trattiene l'acqua e forma una piscina quando la marea si abbassa.




Su un lato della spiaggia c'è molto movimento attorno ad un gazebo dove è in corso una specie di concerto tutto fatto di effetti elettronici. L'aria è fresca, c'è gente con la giacca a vento, e altri che in costume da bagno escono dal mare!




Scendiamo dalle mura e andiamo fino in cima al lungo molo dal quale si ha una bella visione d'insieme della cittadella fortificata. Dal molo due ragazzini si tuffano più volte in mare, mentre sull'altro lato della rada arriva un orribile, enorme, velocissimo traghetto che collega Saint Malo all'Inghilterra.




Facciamo ancora una passeggiata per il centro, e nella vetrina di un negozio di abbigliamento vediamo esposta una bici fissa sorprendentemente somigliante a quella che ho io a casa, compreso il manubrio di legno!




Mentre passeggiamo in attesa che si faccia ora di cena, in un piccolo cortile interno troviamo la statua di Saint Malo, il santo che da il nome alla città.




Ceniamo in un piccolo ristorante cinese e poi ci avviamo per il ritorno. La marea è calata e un po' di mare è trattenuto da una diga davanti alla spiaggia del porto turistico. Il campeggio è al completo, qualcuno manovra lì davanti e se ne va via. Giunti alla nostra tenda facciamo appena in tempo a ritirare delle cose lavate e che avevamo messo fuori ad asciugare quando ecco che si mette a piovere.











sabato 17 Agosto: da Saint Malo a Merdrignac. Km 85.2



Con Saint Malo concludiamo la visita della costa nord della Bretagna e ci dirigiamo verso l'entroterra prendendo a sud.




In campeggio questa mattina si avverte un sordo tremore: sono le vibrazioni che manda una grossa nave da crociera ormeggiata nel porto e che si percepiscono fin qui!
Lasciamo il campeggio passando per un vicino bastione sul mare, e poi affrontiamo la solita difficoltà di lasciare una città senza essere indirizzati per forza verso l'autostrada.




Con un po' di attenzione finalmente riusciamo a prendere una bella strada secondaria molto piacevole che, passando per numerosi paesini, costeggia il lungo fiordo che da Saint Malo si inoltra fino a Dinan.




Incrociamo un gruppo di cicloturisti in senso opposto e passiamo per Saint Suliac dove sulle facciate delle case sono appese delle reti da pesca.
Qui un vecchietto che manovra per posteggiare la sua auto ci viene addosso facendo retromarcia e ci striscia il pararuota del carrello. Fortunatamente non ci fa un grosso danno, solo una bella grattata alla vernice.




Poco prima di Plouer attraversiamo il fiordo su un ponte sospeso, mentre l'autostrada lo attraversa su un altro ponte lì accanto.
A Plouer facciamo tappa presso un supermercato per comprare il necessario per il pranzo. Mentre sistemiamo la spesa nel nostro carrello si avvicina una coppia di bretoni, si fanno raccontare del nostro viaggio, e poi ci dicono che loro sono della parte sud della Bretagna e ci chiedono se noi preferiamo la Bretagna del nord o quella del sud!




La nostra piccola strada ci riserva una piacevole sorpresa arrivando a Dinan: infatti seguendo il fiordo arriviamo nei pressi del porto turistico, una specie di paesino separato dalla città la quale sorge invece in cima ad una collina lì accanto.




È decisamente un bel posto, antico, tranquillo, senza traffico, sovrastato da un antico viadotto della ferrovia, e c'è pure un'area attrezzata per picnic dove ci fermiamo a pranzare.
Accanto a noi altra gente fa picnic, e noi condividiamo il tavolo con una coppia con un bimbo piccolo.
Durante questa pausa pranzo vediamo arrivare al porticciolo un lungo battello di quelli che fanno i giri turistici, tanto lungo che pare sorprendente riesca a girarsi nello stretto fiordo per poi ripartire.




Dopo pranzo ci arrampichiamo per la ripida strada che sale verso il centro cittadino.




Prima di entrare in città passiamo vicino ai bastioni di fortificazione.




E infine raggiungiamo il centro della città, indubbiamente molto bello e ben tenuto. Lo attraversiamo tutto facendo solo una breve pausa e poi riprendiamo verso la campagna.




Siamo in una zona di campi coltivati e piccoli paesini. La strada è quella principale ma non c'è traffico perché la maggioranza degli automobilisti preferisce la vicina autostrada gratuita.
Spesso arrivando ad un paese ci sono balle di paglia disposte a simulare un grande trattore, o una mietitrebbia, o un pupazzo, insegne per attirare l'attenzione al manifesto che annuncia l'imminente festa del paese.




Diventa un po' difficile pedalare a causa di un forte vento contrario. A Yvignac facciamo una pausa sulla piazza della chiesa, ci riposiamo un po' e riempiamo le borracce al rubinetto dei bagni pubblici.




Visitiamo la chiesa e troviamo, nel giardinetto sul retro, un grosso albero con un enorme tronco tutto cavo. Un cartello ci spiega che si tratta di un "Taxus baccata" e che ha un'età di almeno 750 anni.




Passiamo oltre Broons dove c'è un campeggio ma abbiamo voglia di pedalare ancora un po'. Nei pressi di Saint Launeuc ci dovrebbe essere un altro campeggio, o forse solo un posto per campeggio libero all'interno di un'area naturalistica che però non riusciamo a trovare. Fermiamo un ciclista con bici da corsa che arriva trafelato in senso opposto per chiedergli informazioni e ci dice che l'unico campeggio che conosce è a Merdrignac, da dove lui arriva e che pare non essere lontano. Proseguiamo quindi fino a Merdrignac.




E in effetti troviamo il campeggio, bello, abbinato ad un centro sportivo all'aperto. C'è come al solito un sacco di posto e ci sistemiamo avendo cura di piazzarci vicino ad una siepe che ci ripari un pochino dal vento.




Spesso nei campeggi dove siamo stati c'è solo acqua calda ed è difficile trovare un rubinetto di acqua fredda. In compenso utilizziamo l'acqua calda per cucinare, così sul fornello arriva prima ad ebollizione.
Inoltre abbiamo con noi un cartone che fa da paravento attorno al fornello.
Dopo cena facciamo solo due passi per il campeggio e poi, stanchi, andiamo a dormire.











domenica 18 Agosto: da Merdrignac a Sene. Km 85.5



Anche oggi proseguiamo attraverso l'entroterra in direzione sud.




Durante la notte non ha mai smesso di venir giù un'insistente pioggerellina, che continua anche quando ci svegliamo, con un cielo grigio compatto che non promette nulla di buono. Iniziamo a caricare i bagagli nel carrello e smontiamo la parte interna della tenda per avere più spazio dove prepararci la colazione.
Nel frattempo arrivano, e si sistemano in uno spiazzo vicino a noi, due auto di rumorosissimi francesi, giovani e con bambini molto piccoli. Meno male che noi stiamo andando via! Danno l'impressione di essere lì solo per un giorno o due, e stupisce un po' vedere che piazzano allegramente le tende senza minimamente far caso al fatto che la pioggia rovinerà di certo la loro breve vacanza.




Ma in realtà siamo noi che ancora, nonostante tutto, non abbiamo capito com'è il tempo in Bretagna! Infatti quando siamo pronti a partire ha già smesso di piovere, e appena un'ora dopo il cielo è limpido con un sole fortissimo e molto caldo! Evidentemente quelli che si preparavano per una giornata all'aria aperta lo sapevano bene!




Il paesaggio varia da aree coltivate a colline boscose, sempre con saliscendi abbastanza faticosi. Ogni tanto sulle colline ci sono dei generatori a vento. Nonostante sia una zona meno turistica rispetto alla costa incontriamo in senso opposto una coppia di cicloturisti.




Attraversiamo molti piccoli paesi, e in generale notiamo che ci sono tante case in vendita e tanti esercizi commerciali (bar, ristoranti, capannoni) chiusi in abbandono.




Nella aiuole spartitraffico in ingresso a Josselin ci sono delle fioriere con specchi che creano dei curiosi effetti.




Bello il centro di Josselin, con case in pietra e case a graticcio.




All'ufficio del turismo veniamo a sapere che questa sera c'è una Fest Noz a Sene, nei pressi di Vannes. È un po' lontano, specie considerando che è già l'ora di pranzo, che le strade sono tutte saliscendi abbastanza ripidi e che c'è pure un costante vento contro! Ma decidiamo che, con un piccolo sforzo, potremmo provarci...




Scendiamo verso la parte bassa di Josselin e raggiungiamo un canale sul quale si affaccia un imponente castello.




Lì di fronte ci sono dei giardinetti dove ci fermiamo per fare picnic. Questo canale è il "Canal de Nantes à Brest" che attraversa per lungo tutta la Bretagna. È un canale navigabile e sulle sue sponde c'è una ciclabile. Ad un centro punto vediamo infatti passare sull'altro lato dei cicloturisti in tandem.




Dopo pranzo riprendiamo a pedalare con energia su è giù per le colline. Spesso ci sono dei cartelloni che annunciano qualche grande Fest Noz, e in particolare ne notiamo uno di una festa che ci sarà a Settembre con i "Sonerien Du" dei quali abbiamo un cd, i "Le Bour Bodros" che conosciamo perché sono stati dai noi a Vialfrè, e i "Freres Morvan" con i quali abbiamo ballato alla Fest Noz di qualche giorno fa!




Arriviamo a Vannes dal lato della stazione e la attraversiamo scendendo fino al porto turistico. Poi proseguiamo per Sene ma dei cartelli ci indirizzano verso il campeggio sbagliato. Fortunatamente ci rendiamo subito conto che quella è la direzione sbagliata e ci correggiamo facilmente.




Arriviamo infine al campeggio di Sene, che è abbastanza vicino a dove questa sera si svolgerà la festa da ballo. Sono quasi le 7 di sera ma c'è ancora il tempo di fare un bel bagno in piscina, prima nella piscina all'aperto e poi in quella al coperto perché appena il sole scende l'aria si fa subito fresca.




Ceniamo in campeggio e poi andiamo in bici alla Fest Noz, in un posto sperduto nella campagna a qualche chilometro dal paese, nei pressi di una piccola chiesa. Suonano i "Sacrèe Bordèe", molto bravi, dai quali compriamo anche il cd. A metà serata c'è anche uno spettacolo di fuochi artificiali accompagnati dalla musica, molto bello.











lunedì 19 Agosto: da Sene a St Gildas de Rhuys. Km 34.6



Con la breve tappa di oggi concludiamo il nostro giro in bici della Bretagna. Decideremo poi di fermarci ancora un paio di giorni al mare, per rilassarci, stare un po' sulla spiaggia, e goderci il sole e il gran caldo prima di ritornare a casa.




Bella la festa da ballo di ieri sera, e poi il ritorno in bici in piena notte verso il campeggio. Siamo andati a dormire molto tardi e così questa mattina abbiamo dormito un po' di più, e quando lasciamo il campeggio è già quasi mezzogiorno. Per raggiungere Saint Gildas de Rhuys dobbiamo aggirare un piccolo fiordo, ma anziché farlo tornando verso Vannes andiamo fino in centro a Sene per poi prendere una stradina in campagna.




Ci fermiamo un momento a dare un'occhiata alla chiesa di Sene. È la prima che vediamo che ha un campanile molto basso e con il tetto di tegoline. Interessanti anche le vetrate, fatte da tanti vetri colorati inseriti in una lastra di cemento. È evidentemente abbastanza moderna, ma è fatta in uno stile che ben si armonizza con tutto il resto.




La strada con la quale lasciamo il centro di Sene ha, ad un certo punto, una specie di portale, proprio come se fossero le porte della città.




Passiamo per campagna e arriviamo alla periferia di Vannes dove ci troviamo sulla stessa strada che avevamo fatto all'inizio del viaggio. Qui prendiamo la ciclabile verso Theix. L'imbocco della ciclabile è molto nascosto e non l'avremmo mai trovato se non l'avessimo già percorsa all'andata.




Ripassiamo per Noyalo, con la sua bella chiesetta.




Poco dopo, lungo la strada principale c'è un parcheggio con l'indicazione di "covoiturage". Spesso durante il nostro viaggio abbiamo visto dei parcheggi come questo, dove si è invitati a viaggiare insieme ad altri utilizzando in tanti una sola auto. E proprio mentre siamo lì, arriva un tale in bicicletta, parcheggia e lega la bici al palo del cartello e si mette ad aspettare forse qualcuno con il quale salire in auto.




A Sarzeau facciamo una pausa in centro per comprare degli alimentari in un supermercato. Il nostro carrello è molto comodo per sistemare velocemente questo genere di acquisti, ma dobbiamo stare attenti perché lo spazio è comunque abbastanza ridotto. Questa volta invece abbiamo un po' esagerato e dobbiamo mettere anche delle cose negli zainetti che abbiamo nei cestini della bici! Ma per questa volta può andar bene lo stesso perché tra pochi chilometri raggiungeremo la nostra auto e non avremo più problemi di spazio!




Poco prima di raggiungere il campeggio dove è parcheggiata la nostra macchina incrociamo in senso opposto un ciclista con una cargobike artigianale che sta trasportando senza problemi una grossa bombola del gas.




Ed eccoci infine al campeggio di Saint Gildas de Rhuys dove paghiamo alla reception i giorni di parcheggio della macchina.




In un giardinetto all'interno del campeggio ci sono delle poltrone Adirondack, le celebri poltrone di legno tipiche delle spiagge dei mari del nord Europa. Inventate nel 1903 da Thomas Lee durante una vacanza estiva sui monti Adirondack, negli Stati Uniti, si sono poi diffuse in tutto il mondo.




La fine del nostro giro ciclistico è sancita dalla sistemazione del tandem sul tetto dell'auto. Abbiamo pedalato per 1154.5 chilometri!
In auto ci trasferiamo a Port Navalo dove restiamo due giorni in un bel campeggio sul mare, prendiamo il sole, facciamo il bagno, andiamo a spasso lungo i sentieri della costa e partecipiamo ad una mattinata di ballo bretone ad Arzon. Poi, con un paio di giorni di viaggio in auto, torniamo a casa.





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