Mare E Monti
|
|
Pericoli in montagna connessi al tempo
Prima di intrapprendere un escursione,di qualunque genere e difficoltà, bisogna studiare una buona pianificazione a casa, seguendo tre regole fondamentali: 1) Tenere sempre in considerazione i bollettini meteo e quelli delle valanghe 2) Programmare l'escursione nei minimi dettagli (cartina topografica,punti di appoggio...) 3) Considerare i limiti di ciascun partecipante all'escursione Una volta arrivati sul luogo dell'escursione bisogna valutare con molta attenzione: 1) Condizioni meteo locali 2) Bollettino neve 3) Condizioni sentiero In ogni caso ognuno di noi deve essere cosciente dei propri limiti ed eventualmente saper rinunciare ad una gita pianificata,cambiare obiettivo o affrontare un ritorno prematuro.
L'orientamento in montagna è facilitato da tutti gli oggetti che assorbono la luce solare "rocce,alberi..." ed è ostacolato da tutto ciò che la riflette,come la neve.Una delle cause che comunque compromette maggiormente l'orientamento, riducendo la visibilità ,è la nebbia. Da tenere presente che in caso di nebbia o comunque in situazioni di scarza visibilità ,la situazione può diventare molto critica ,anche per escursionisti esperti,in luoghi senza sentieri e sopratutto su ghiacciai innevati e pendii omogenei ricoperti di neve. Infatti,con la nebbia non si riesce a percepire il limite tra il terreno e la nebbia stessa ed inoltre viene a mancare la percezione della pendenza,delle distanze e delle dimensioni. La nebbia in alta montagna non riduce solo la visibilità ,ma depositandosi sulle roccie le rende ghiacciate e scivolose.Quindi è utile seguire pochi e pratici consigli su cosa fare in caso di nebbia: 1) Osservare frequentemente il terreno 2) Osservare costantemente l'evolversi delle condizione climatiche 3) Orientarsi in modo da conoscere esattamente la propria posizione,seguendo riferimenti in natura e sulla carta. 4 ) Memorizzare il tragitto scelto 5) Aproffittare di ogni diradamento della nebbia per orientarsi in ogni modo se si dovesse perdere l'orientamento non esitare a tornare sui propri passi per ritrovare l'ultimo punto noto,ed eventualmente valutare se sia meglio fare un bivacco piuttosto che rischiare troppo.
Un pericolo,da non sottovalutare,viene dal freddo,dalla pioggia e dalla neve.Infatti il nostro corpo subisce forti perdite di calore ,che diventano tanto maggiori quanto meno sono isolati gli indumenti,quanto più bassa è la temperatura,più forte il vento e minore l'isolamento.Bisogna sapere che il nostro corpo perde calore per quattro cause: 1)Irradiazione Essa è di intensità maggiore sotto il cielo privo di nuvole che non sotto ad un albero 2)Conduzione Essa aumenta in mancanza di isolamento o per esempio toccando una roccia fredda 3)Convezione Il raffredamento è provocato poichè l'aria calda vicino alla cute viene in continuazione sostituita da quella più fredda circolante nell''ambiente esterno,da tenere presente che il fenomeno aumenta con il vento 4)Evaporazione La sudorazione del corpo avviene anche se l'ambiente esterno è freddo,in questo caso se gli indumenti si inzuppano di sudore o si bagnano per la pioggia ,l'solamento si riduce e di conseguenza si abbassa la temperatura del proprio corpo
Se il nostro organismo si raffredda per uno o più motivi cercherà di ripristinare la temperatura ideale aumentando l'attività muscolare " brividi ,aumento della fame, vasocostrizione della cute pelle d'oca ". Se il corpo continua a raffreddarsi e la temperatura scende al di sotto dei 35 gradi si va in ipotermia.A questo punto si ha una diminuzione della pressione che porta alla perdita di coscienza e nei casi gravi alla morte. Perciò per protegersi dal freddo bisogna seguire delle semplici regole: 1) Pianificare nel dettaglio la gita 2) In base alle indicazioni in alta quota calcolare la temperatura effettiva per la propria meta 3) Essere disposti a rinunciare 4) Equipaggiamento adeguato e ricordarsi che in montagna il tempo cambia con molta rapidità
Il vento può essere molto pericoloso sia perchè aumenta il raffreddamento per convezione e sia perchè in montagna la pressione del vento esercitata su di una persona può essere notevole e se si ci trova in posizione esposta può condurre ad una caduta a volte grave. Da non dimenticare che venti tempestosi improvvisi possono verificarsi con temporali. E' buona abitudine prima di avventurarsi in alta maontagna ascoltare sempre il bollettino meteo,se il vento non è menzionato vuol dire che è debole altrimenti può essere moderato 18-36 km/h,forte36-60 km/h,molto forte 60-90 km/h ,tempestoso oltre i 90 km/h. Una volta giunti sulla zona della gita osservare con attenzione le nubi sulle cime ed il loro movimento,attenzione a quelle lenticolari che restano ferme ma sono comunque attraversate da un vento forte.Inoltre osservare le bandiere di neve in prossimità delle creste ed al movimento di eventuali uccelli. Comunque in caso di forte vento seguire delle semplici regole può essere utile: 1) Cambiare itinerario 2) Rinunciare alla parte finale della vetta o della cresta più esposta 3) Usare piccozza o bastone come ausilio all'equilibrio
Gli ultravioletti sono la componente della luce solare a maggiore contenuto energetico: posti nello spettro solare "al di la " della radiazione violetta,non sono percepibili dall'occhio umano,ma sono ugualmente un importante fattore di rischio per diverse strutture oculari.L'energia assorbita da queste radiazioni innesca una serie di reazioni biologiche con formazioni di composti instabili chiamati radicali liberiche ossidano le molecole ed enzimi:i ripetuti microtraumi luminosi si sommano nel tempo,con inevitabili risultati negli anni successivi.Il pericolo maggiore è dato proprio dalla congiuntivite da ghiaccio.Il dolore in questo caso compare circa 6-12 ore dopo l'esposizione alla luce,cioè in genere la notte dopo la gita in montagna.La sintomatologia può essere particolarmente dolorosa,con la sensazione di decine di spilli che pungono la superficie oculare e con una marcata intolleranza alla luce. Articolo di P.Guglielmina- Rassegna Triveneta CAI. Perciò sopratutto nelle ore centrali del giorno si consiglia sopratutto in alta quota di indossare un cappello con visiera,ma sopratutto proteggersi la vista con un buon paio di occhiali da sole.Occhiali scuri ma che non filtrano gli ultravioletti potrebbero essere dannosi poichè causano una maggiore apertura del diaframma.Sopra i 4000 m sono consigliabili anche i paraocchi.
1) Il freddo estremo ed i forti venti 2) L'aria secca fredda 3) Mancanza d'ossigeno
IL fulmine si abbatte preferibilmente in punti che sporgono sensibilmente rispetto all'ambiente circostante "alberi isolati,spunzoni rocciosi..." Da considerare che il fulmine si può considerare pericoloso per un raggio di circa 30m da dove si abbatte.Vi sono dei detti popolari che consigliano di evitare querce e di cercare faggi per protegersi durante un temporale.Proverbi di questo tipo possono essere fatali,poichè all'esterno non c'è nulla che sia completamente sicuro. Le folgorazioni dirette equivalgono alla morte in particolare se la scarica passa all'interno del corpo attraversando i vasi sanguinei,per andare a scaricarsi a terra.In questo caso restano delle bruciature alle estremità. A partire dal punto di impatto del fulmine,si forma un campo di tensione con forte gradiente,in diminuzione verso l'esterno.Tra un cerchio concentrico ed il prossimo,a causa dell'alta resistenza del terreno,vi è una notevole differenza di campo elettrico.Se tocchiamo perciò due punti del terreno con tensioni differenti vi sarà della corrente che ci attraverserà.Se ci appoggiamo al troco di un albero che fa da parafulmine parte della corrente ci attraverserà per andare a terra. Se lungo una ferrata tocchiamo un cavo metallico,ci troveremo in una situazione pericolosa poichè saremo a contatto con un buon conduttore,e la corrente potrebbe aproffittare del nostro corpo per andare a terra . L'effetto della corrente sul sistema nervoso è tale da provocare delle contrazioni muscolari,capaci di scaraventarci via,in luoghi esposti perciò è fondamentale essere assicurati. Quindi come regola importante non si deve mai dimenticare di toccare un solo punto del terreno.Una volta a terra le scariche seguono la via con la minor resistenza.E' chiaro che in caso di temporale bisognerà abbandonare la cima e la cresta .Una buca o una grotta saranno sicure se non staremo in piedi all'entrata,dove un'eventuale scarica superficilae proveniente dall'alto potrebbe prendere la scorciatoia del nostro corpo.Se si viene sorpresi da un temporale da tenere presente che dei buoni ripari sono:abitazioni,costruzioni con struttura metallica,baracche con pareti di metallo,autovetture,vagoni del treno,cabine metalliche.Inoltre si può cercare riparo anche in caverne nelle quali si può stare in piedi ( ma non vicino all'entrata ) oppure all'interno di un bosco con alberi di altezza simile.In casi urgenti,si può trovare una protezione anche all'interno di capanne,bivacchi,cappelle o fienili ( non toccare le pareti ),sotto i fili d'alta tensione o cavi a sbalzo ( ma non in prossimità di tralicci ). In mancanza di tutto ciò si ci può proteggere dalle scariche in posizione ranicchiata in conche del terreno,in vie ribassate,ai piedi di una roccia ( senza appoggiarsi alla roccia ).Se si è in gruppo non si ci deve tenere per mano. Sono da evitare alberi singoli o con rami che si abbassano sino al suolo,come pure i bordi del bosco con alberi d'alto fusto.Sono pericolosi gli oggetti esposti quali cime,creste,torri,tralicci,gru o carri del fieno.Possono essere pericolose anche piscine o laghi,sopratutto lungo la riva,tende non protette,barche con alberi di metallo,vie ferrate.Bisogna inoltre evitare di portare oggetti esposti ( sci,piccozze,canne da pesca... ).Oggetti metallici portati sull'imbragatura o nello zaino non sono un pericolo particolare perchè non attirano il fulmine, ma potrebbero favorire bruciature.In caso di incidente la prima regola è quella di non lasciarsi prendere dal panico.Le persone toccate da scariche sono da soccorrere subito con rianimazione.La corrente che attraversa il corpo tocca anche gli organi interni.Oltre alle bruciature,possono esserci alterazioni del sistema nervoso centrale,disturbi del ritmo cardiaco,crampi,paralisi o altri disturbi neurologici.La morte avviene per paralisi del centro respiratorio e per arresto cardiaco.Possono perciò risultare efficaci delle rianimazioni eseguite immediatamente,quali massaggio cardiaco e respirazione artificiale.
|
|
|