Incontro a Ord Mantell - parte 4

Quando il sole azzurro iniziò a gettare la propria luce all’interno del cratere, Rea e Kyrl erano da un pezzo indaffarati con le riparazioni della nave spaziale di Renci. Dopo un attento esame, i due avevano concordato sulla necessità di mettere la mani sull’iperguida, sui comandi e sul regolatore di potenza del motore; ci sarebbero volute almeno quattro ore per completare le riparazioni, quindi si misero al lavoro immediatamente.
Dalia e Sheen avevano setacciato le tende, senza trovare nulla di più rilevante di una cella di energia e di uno stick di credito rotto, mentre Kyrl si era appropriato di una vecchia granata a frammentazione trovata tra i rifiuti. Si erano poi appostati in cima al crinale, per sorvegliare la zona e avvertire gli altri in caso di problemi.
Durante la mattinata, Renci cercò varie volte di iniziare una conversazione:
«Che ne pensate della Nuova Repubblica?»
Lo zabrak era poco interessato a dove provenissero i crediti che lo pagavano, ma comunque Renci colse un forte senso dell’onore, che le fece capire che Rea avrebbe mal sopportato l’idea di lavorare per contrabbandieri o signori del crimine.
Il twi’lek sembrava invece entusiasta del nuovo corso politico della galassia:
«Con il riformarsi del senato galattico, si prospetta un lungo periodo di pace, anche se risulta chiaro che la senatrice Organa è a capo del governo di malavoglia.»
«Purtroppo, Mon Mothma è stata costretta a lasciare la scena pubblica per motivi di salute. Comunque, la lotta contro i resti dell’Impero va avanti e si fa sempre più aspra» disse Renci.
«Già. Alcuni ufficiali imperiali sono troppo idealisti per concepire una vita diversa da quella condotta sotto Palpatine» concordò Kyrl.
Improvvisamente, si resero conto che Dalia stava facendo cenno di avvicinarsi a lei. Rea, Kyrl e Renci raggiunsero i due usufruitori della Forza, e videro sopraggiungere a piedi tre creature; due erano chiaramente umane, mentre la terza era un umanoide dalla faccia di rettile, appartenente alla razza dei trandoshan.
Questi, notando un movimento e registrando la mancanza degli uomini all’interno del posto di guardia, si fermò a una cinquantina di metri dal crinale ed esclamò:
«Ehi, voi! Chi siete? Dove sono i miei uomini?»
Inaspettatamente, Renci balzò in piedi, avanzò di qualche passo e rispose:
«I tuoi uomini sono morti, e io sono qui per riprendermi la mia nave!»
Il trandoshan rise:
«Ah, sì? Ragazzi, uccidetela!» e fece per impugnare la sua pesante pistola blaster.
Il sorriso gli svanì dalla bocca da rettile quando vide altre quattro figure fare capolino dalla cresta del cratere. La sua attenzione fu catturata da un twi’lek dalla pelle azzurra che aveva appena gettato qualcosa nella sua direzione.
«Addio, furfanti!»
“No!” riuscì a pensare il brigante mentre riconosceva la granata atterrata a un metro da lui; questa esplose una frazione di secondo dopo, concludendo per sempre la sua carriera criminale.

Dopo aver dato a ciascuno il compenso pattuito, Renci salì a bordo del suo Z-95 Headhunter e si rivolse agli altri:
«Grazie di tutto. Non temete per il viaggio di ritorno: noleggerò un aerotaxi e lo invierò qui a prendervi non appena arriverò a una città un po’ più civilizzata di Great Rock.»
Fece per partire, poi si girò di nuovo:
«Vedete, non sono stata del tutto onesta con voi. Sono davvero un’esploratrice, ma il mio compito è reperire e trasportare informazioni, oltre a effettuare operazioni di reclutamento. Il tutto, ovviamente, per la Nuova Repubblica.»
Accennando a Dalia e Sheen, continuò:
«So che Luke Skywalker “presta” spesso gli allievi dell’Accademia per missioni di tipo “particolare”, quindi con loro so di sfondare una porta aperta.»
Guardando alternativamente Kyrl e Rea, aggiunse:
«Quindi, se vi va di guadagnare dei crediti e di lavorare per il bene della galassia, questa è la vostra occasione.»
Kyrl acconsentì immediatamente, mentre Rea, dopo qualche attimo, disse:
«Per me andrebbe bene, ma come facciamo a tenerci in contatto?»
Renci gli passò un piccolo oggetto:
«Tenete questo comlink. Vi chiamerò io. A proposito, ecco la tua pistola, non vorrei essere accusata di rapimento di bambine!»
Dopo che ebbe acceso i motori, l’esploratrice li salutò:
«Ci vediamo! Buona fortuna a tutti, e che la Forza sia con voi!»
Quando il caccia stellare sparì all’orizzonte, Sheen si avvicinò al twi’lek e allo zabrak dicendo:
«Allora, benvenuti a bordo, Kyrl e... signor Gaarth.»
Un fugace sorriso attraversò il volto del gigante:
«Puoi chiamarmi Rea, ragazzo.»

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