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Argomento:
I Funghi
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Articoli
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CENNI
DI MICOLOGIA
SUPPORTO
DIDATTICO AL CORSO DI FORMAZIONE MICOLOGICA AI SENSI DELLA LEGGE
REGIONALE DEL LAZIO 5 AGOSTO 1998, N° 32 E SUCCESSIVE MODIFICHE.
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INDICE
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Inquadramento
generale dei funghi
Struttura
dei funghi
Forme
e ornamentazioni fungine: cappello, gambo, lamelle
Commestibilità
Consigli per il
consumatore di funghi
Tossicità
e intossicazioni
Decalogo del
comportamento
Cosa si trova
e quando
Principali
norme per la raccolta dei funghi
Modalità
di raccolta e di trasporto
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PREMESSA
DOVEROSA
In questo opuscolo troverete
le notizie basilari che ogni raccoglitore di funghi dovrebbe ben
conoscere. Si tratta di un agevole strumento di supporto al breve
corso di formazione micologica necessario per l'ottenimento dell'autorizzazione
alla raccolta dei funghi epigei come previsto dalla Legge Regionale
del Lazio 5 agosto 1998, n° 32.
Siamo convinti che in così poche lezioni non sia possibile
far conoscere e riconoscere la realtà micologica dei nostri
ambienti, ma tale corso può diventare un'ottima occasione
per illustrare la metodologia corretta per il riconoscimento dei
macrofunghi e soprattutto chiarire quelle poche regole comportamentali
che possono aiutare a conservare e rispettare gli ambienti naturali
a noi così cari.
La natura non ha bisogno dell'uomo per andare avanti, mentre l'uomo
senza la presenza di ambienti naturali funzionali non ha praticamente
futuro; non dimentichiamolo mai!
A noi tutti piacerebbe continuare a frequentare quei luoghi che
fin da bambini ci hanno permesso di trovare i nostri beneamati funghi,
magari accompagnati dalle persone più care, ciò è
possibile solo imparando a conoscere le dinamiche ambientali e a
rispettarle.
Solo così, un giorno, potremo provare l'immenso piacere di
accompagnare i nostri nipoti ad apprendere la fascinosa arte di
"cercar funghi" in posti a noi da sempre conosciuti.
Gli
Autori
Rocco Sgherzi - Dottore in Scienze Forestali
Riccardo Paganini - Dottore in Scienze Forestali
Carlo Mascioli - Dottore in Scienze Forestali
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INQUADRAMENTO
GENERALE DEI FUNGHI
I funghi erano classificati,
fino a poco tempo fa, come un gruppo appartenente al regno vegetale,
mentre attualmente sono stati collocati in un gruppo separato, il
Regno dei FUNGHI. Lo studio e la classificazione di questi organismi
hanno sempre creato non poche difficoltà e disaccordi tra
gli studiosi, sin da tempi remoti: a tal proposito si ricorda l'interpretazione
che fece di questo gruppo il grande Linneo, inventore della tassonomia
binomia (classificazione di ciascun organismo vivente secondo genere
e specie) ancora oggi in uso per classificare il mondo vivente;
Linneo, nella difficoltà di inserire i funghi nel suo sistema
tassonomico, istituì nel 1767 il genere Chaos, cui attribuì
natura animale, per comprendere i funghi allora conosciuti. Dopo
Linneo molti scienziati hanno continuato a studiare e ad approfondire
le conoscenze su questi organismi, ma solo nel '900 si è
consolidata la micologia, la scienza che studia i funghi, e solo
in questi ultimi decenni si stanno acquisendo informazioni più
profonde a riguardo, anche se vanno chiariti ancora molti punti
oscuri.
Per certi versi i funghi sono più simili agli animali che
alle piante, infatti, queste sono organismi autotrofi (capaci cioè
di produrre sostanza organica -zuccheri principalmente- autonomamente
grazie alla fotosintesi clorofilliana), mentre gli animali sono
eterotrofi (incapaci di produrre zuccheri e dipendenti dalle piante
per l'approvvigionamento di queste sostanze). Anche i funghi dipendono
dalle piante per procurarsi la sostanza organica di cui abbisognano
per crescere e, in relazione al tipo di nutrizione, si possono suddividere
in tre gruppi principali:
Funghi saprofiti, che si nutrono e vivono su sostanza organica
morta, d'origine vegetale o animale, che viene da questi decomposta
fino a fornire loro i nutrienti di cui hanno bisogno (per es. generi
Psalliota, Pleurotus).
Funghi parassiti, che si nutrono e vivono su sostanza organica
viva, cioè su organismi viventi, vegetali o animali, sui
quali provocano stati patologici più o meno gravi, che possono
anche portare alla morte dell'ospite (per es. genere Armillaria).
Funghi simbionti, che ricavano sostanza organica dalle piante
attraverso un delicato rapporto di simbiosi, cioè di scambio
reciproco; i funghi contraccambiano la pianta fornendole una serie
di vantaggi, tra cui soprattutto un migliore e più efficiente
assorbimento dell'acqua e dei sali in soluzione dal terreno (per
es. generi Boletus, Cantharellus, Amanita, Russula, ecc). Con il
termine "micorrizia" s'intende la simbiosi mutualistica
tra fungo e pianta, con il termine "micorriza" ci si riferisce
a quelle particolari strutture che derivano dall'unione delle ife
fungine con le radici delle piante (fig. 2).
Da questo semplice inquadramento
si può comprendere il ruolo complesso e fondamentale che
i funghi svolgono nell'ambiente in cui vivono.
I funghi saprofiti sono indispensabili nel processo di decomposizione
della sostanza organica morta, che permette il ritorno al terreno
delle sostanze elementari e dei sali minerali, necessari alla sopravvivenza
delle piante. Si pensi, in proposito, alla formazione dell'humus
a partire dal legno e dalle foglie caduti a terra.
I funghi simbionti permettono alle piante ospiti -principalmente
alberi- un migliore sviluppo grazie alle micorrize, che consentono
alle radici capillari un più efficace assorbimento e una
maggiore resistenza alla siccità.
Anche i funghi parassiti svolgono un benefico ruolo sull'ecosistema,
creando malattia ed eventualmente morte sugli individui più
deboli assecondando così la selezione naturale a favore degli
organismi più forti. Solo nel caso d'ecosistemi naturali
gravemente compromessi (boschi fortemente antropizzati e molto degradati)
o d'ecosistemi artificiali semplificati (frutteti, verde urbano,
ecc) l'azione dei funghi parassiti può diventare un grave
problema, potendosi innescare pericolose epidemie.
Da tutto ciò si deduce
quanto sia importante conoscere e, soprattutto, rispettare questi
organismi che forniscono una ricercata leccornia a noi, ma che rivestono
principalmente un ruolo fondamentale nell'ambito delle relazioni
tra gli organismi, vegetali ed animali, che costituiscono un ecosistema.
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Figura 1
Esempio di micorriza tra quercia
e tartufo nero e del relativo ciclo
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STRUTTURA
DEI FUNGHI
L'oggetto d'interesse per il
micologo amatore e per il raccoglitore -il fungo che si raccoglie-
è la sola parte facilmente visibile dell'intero organismo
fungino, poiché il corpo vive immerso nel substrato nutritivo
(terreno, legno). Il fungo che si raccoglie, denominato carpoforo,
è paragonabile al frutto delle piante, mentre la parte vegetativa
del fungo, il vero organismo fungino, corrisponde alla pianta stessa.
L'organismo fungino è costituito prevalentemente da micelio,
fitta rete di sottili filamenti denominati ife; queste sono cellule
fungine che, sviluppandosi progressivamente e ramificandosi in varie
direzioni, invadono il substrato nutritivo.
In concomitanza di condizioni biologiche (stadio di sviluppo del
micelio corrispondente alla maturità sessuale) e meteorologiche
(giusto grado d'umidità e di temperatura) che il bravo "fungarolo"
sa interpretare per esperienza, il micelio "fruttifica",
cioè produce quelle particolari strutture paragonabili per
la loro funzione ai frutti delle piante che sono dette carpofori
o sporofori o corpi fruttiferi.
Il carpoforo tipico di gran parte dei funghi basidiomiceti è
costituito da un cappello e da un gambo, di forma e dimensioni variabili
Dai carpofori si producono le spore, paragonabili ai semi delle
piante.
Le spore sono l'organo fondamentale della riproduzione e della diffusione
dei funghi: quando una spora si trova a contatto con il substrato
nutritivo, in condizioni ottimali d'umidità e temperatura,
essa germina producendo un'ifa aploide, che si accresce andando
a costituire il micelio primario, sterile. Dall'unione di due miceli
primari di segno opposto (+ e -, poiché nel caso dei funghi
non si può parlare di sesso maschile e femminile) si genera
il micelio secondario, fertile, il quale al momento giusto produrrà
i carpofori; questi produrranno nuove spore, concludendo il ciclo.
Le spore sono cellule microscopiche, generalmente grandi pochi millesimi
di millimetro, di varia forma e colore. Dall'analisi al microscopio
il micologo ricava preziose informazioni per il riconoscimento della
specie, ma questa metodologia non è sicuramente alla portata
di tutti. Lo è invece l'analisi della sporata di massa, il
cui colore costituisce un importante elemento di classificazione.
La sporata non è altro che l'insieme delle spore liberate
dal carpofori; è visibile sul gambo di alcune specie (per
es. gen. Cortinarius), sotto forma di polvere colorata, oppure a
volte sul terreno sotto ai carpofori maturi. Per poterla sicuramente
osservare è sufficiente porre il cappello su di un cartoncino
o su qualsivoglia superficie liscia e attendere qualche ora.
Le spore, insieme con altre cellule che le sostengono o contengono
(basidi e aschi), vanno a formare lo strato fertile del carpoforo,
denominato imenio, contenuto nell'imenoforo. La forma dell'imenoforo
è caratteristica in certi gruppi di funghi e la sua osservazione
è fondamentale per la classificazione. Ha forma di tazza
o coppa negli ascomiceti, di lamella, tubulo, aculeo nei basidiomiceti.
Nei basidiomiceti a lamelle è importante conoscerne la conformazione,
la relativa inserzione al gambo e la colorazione dopo la maturazione
delle spore. Nei basidiomiceti a tubuli è importante conoscere
la colorazione e la conformazione degli orifizi (pori) alla base
dei tubuli.
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Schema
di riproduzione di un fungo basidiomicete |
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Riproduzione
di un fungo basidiomicete |
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COMMESTIBILITÀ
I funghi che possono essere
mangiati senza subire inconvenienti di sorta sono moltissimi: si
potrebbe anzi dire la maggior parte, esclusione fatta per quelli
chiaramente individuati come tossici e per quelli immangiabili perché
tigliosi, legnosi o troppo molli, oppure dotati di odori e sapori
sgradevoli. Accettabili per l'alimentazione umana si considera che
siano circa 500 specie (!), mentre sono relativamente poche le specie
tossiche, ma è opportuno fare delle importanti precisazioni.
Innanzi tutto, un fungo commestibile non necessariamente possiede
eccellenti qualità organolettiche e questo è il caso
di moltissime specie, commestibili ma di scarso valore gastronomico.
Secondo, è necessaria molta esperienza e conoscenza per avventurarsi
ad assaggiare quelle specie non comunemente raccolte e se non si
è sicuri perfettamente della classificazione specifica è
opportuno desistere dall'assaggio.
Terzo, i funghi sono generalmente un alimento pesante da digerire,
in grado di creare qualche disturbo -anche nel caso di specie commestibili
come il porcino- se consumati in eccessive quantità, o per
lunghi periodi, o da persone con problemi gastrici, renali ed epatici.
In particolare, tre sono le "categorie a rischio": persone
anziane e donne incinte, per il possibile abbassamento delle difese
immunitarie, e bambini, per la scarsità o l'assenza degli
enzimi necessari a digerire i funghi. Per questo se ne raccomanda
un consumo parsimonioso e per brevi periodi (è preferibile
dilazionarne il consumo nel tempo attraverso la conservazione).
Quarto, anche le specie commestibili possono diventare pericolose
per la nostra salute quando crescono in particolari condizioni,
come in ambiente urbano, in discariche o, comunque, in prossimità
di rifiuti e sui cigli stradali. Questo avviene perché l'organismo
fungino è, in genere, un forte accumulatore di molecole inquinanti,
di metalli pesanti e di ioni radioattivi; quindi, è opportuno
rinunciare al consumo di funghi cresciuti nelle situazioni menzionate,
anche se si tratta di porcini!
Per quanto riguarda il potere nutritivo dei funghi, si deve ricordare
che questi non possono essere considerati a tavola un alimento indispensabile
all'alimentazione umana. E' vero che contengono anche sostanze con
alto valore nutritivo, ma in quantità così ridotte,
se paragonati ad altri alimenti, da rendere inaccettabile un'alimentazione
solo a base di funghi. Si calcola che l'equivalente di un chilo
di carne bovina sia di qualche decina di chili di canterelli!
La composizione media di un fungo è per il 90% d'acqua, per
il 3% di proteine, per il 3,5% di carboidrati e per il resto di
grassi, di sostanze minerali, di fibre grezze, di vitamine e di
aromi. In paragone ad altri alimenti, l'apporto nutritivo più
rilevante è in sostanze minerali (soprattutto potassio e
acido fosforico).
Il rovescio della medaglia rispetto alle qualità alimentari
dei funghi è la loro possibile tossicità, che può
raggiungere anche livelli estremi, mortali. Pertanto, prima di consumare
dei funghi, bisogna essere sicuri al 100% che si tratti di funghi
commestibili, altrimenti è meglio rinunciare. Per stabilire
la pericolosità di un fungo, non sono validi quei metodi
empirici assai fantasiosi come la "prova del gatto" o
delle posate d'argento, ma l'unico metodo valido consiste nel perfetto
riconoscimento della specie raccolta.
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Consigli
per il consumatore di funghi
- Prima di consumare i funghi fate controllare tutto il raccolto
in un Ispettorato Micologico delle Aziende A.S.L.: il "campione"
non serve, la massa lasciata a casa può contenere anche un
solo pezzo di fungo, magari velenoso mortale. Il servizio è
gratuito, il personale addetto è specializzato e, oltre al
giudizio di commestibilità, vengono dati anche suggerimenti
per il consumo e la conservazione
- Diffidate degli "esperti" improvvisati e/o sconosciuti
- Non acquistate mai funghi da ambulanti o comunque privi della
obbligatoria certificazione sanitaria
- Se i funghi si ricevono in regalo prima di consumarli informatevi
su dove sono stati raccolti e portateli sempre a far controllare
- I funghi devono essere sempre ben cotti e cucinati al più
presto.
- Alcune specie contengono tossine termolabili che possono essere
eliminate solo con un'adeguata cottura o, in alcuni casi, con una
prebollitura e scarto dell'acqua. Altri funghi possiedono un gambo
molto tenace, fibroso e quindi indigesto che va scartato quasi totalmente.
Il chiodino (Armillaria mellea) è uno dei funghi più
conosciuti che bisogna trattare in ambedue i modi (scarto del gambo
e prebollitura di 15 minuti prima della cottura definitiva)
- Tutti i funghi dichiarati velenosi, tra cui i potenzialmente mortali
Amanita phalloides, Amanita verna, Amanita virosa, piccole Lepiota
del gruppo helveola, Cortinarius orellanus, Cortinarius speciosissimus
e altri, contengono tossine termostabili che, nonostante la cottura,
non perdono la loro tossicità
- Non dovrebbero consumare funghi, in quanto sconsigliati perché
potenzialmente a rischio, i bambini, le donne in gravidanza e allattamento,
le persone con disturbi gastrici, epatici, renali o con tolleranze
individuali
- I funghi vanno consumati in piccole quantità e mai in pasti
consecutivi: tutti i funghi sono di scarsa digeribilità per
la presenza di sostanze strutturali non assimilabili
- I funghi commestibili devono essere cucinati nel modo più
semplice possibile, senza intingoli grassi e pesanti, per non peggiorare
la loro già difficile digeribilità
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TOSSICITÀ
Gli avvelenamenti si manifestano
in vari modi, secondo la specie responsabile e si possono distinguere
due grosse categorie: intossicazioni a breve incubazione e intossicazioni
a lunga incubazione, dove con incubazione si intende il periodo
che intercorre dall'ingestione alla comparsa dei primi sintomi sul
malcapitato.Nella categoria delle intossicazioni a breve incubazione
sono comprese forme diverse d'intossicazione, più o meno
gravi in relazione alla sensibilità individuale, ma generalmente
senza esito letale, inseribili in tipici quadri sintomatologici
o sindromi, di seguito riportati:· Sindrome a prevalente
impronta gastro-enterica, con sintomi a carico di stomaco e intestino;
il periodo d'incubazione è molto breve (da pochi minuti a
4 ore); Entoloma lividum, Clitocybe olearia, Boletus satanas, Russula
spp sono le principali specie responsabili. · Sindrome a
prevalente impronta neuro-tossica e psicotropa, con sintomi a carico
dell'apparato gastro-enterico e della funzionalità psichica;
il periodo d'incubazione è di 30-90 minuti; Inocybe spp,
Psilocybe spp, Amanita muscaria e A. pantherina sono le principali
specie responsabili.· Sindrome a prevalente impronta allergica,
con sintomi a carico di stomaco e intestino e dell'apparato circolatorio;
il periodo d'incubazione varia da 10 minuti a 3 ore; Coprinus atramentarius
e Paxillus involutus sono le principali specie responsabili.Ben
più pericolose sono le diverse forme d'intossicazioni a lunga
incubazione, poiché hanno esito spesso letale; sono riconducibili
al seguente quadro sintomatologico:· Sindrome a prevalente
impronta citotossica, caratterizzata da un lungo periodo d'incubazione
che varia da un minimo di 6 ore ad un massimo di molti giorni, fino
a 60! I disturbi iniziano con vertigini, vomito, sudorazione abbondante,
ecc. per terminare con convulsioni, epatite, insufficienza renale
acuta. Se non sopraggiunge la morte dell'intossicato rimangono,
in ogni modo, danni spesso irreversibili, specialmente se s'interviene
con cure errate o in ritardo. Le principali specie responsabili
di questi avvelenamenti, che devono essere conosciute da tutti gli
amatori di funghi, sono: Amanita phalloides, A.verna, A.virosa,
Cortinarius orellanus, C.orellanoides, C.speciosissimus, Lepiota
josserandii, Galerina marginata, Gyromitra esculenta.
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COSA
FARE IN CASO DI AVVELENAMENTO DA FUNGHI
Se dopo aver consumato dei
funghi insorgono disturbi o malesseri non chiamate il medico generico,
ma recatevi subito, senza perdere tempo, al più vicino Pronto
Soccorso, portando tutti gli avanzi dei funghi disponibili:
pezzi di gambo e cappello gettati in pattumiera (importantissimi
perché parte integrante dei funghi consumati);
residui del pasto consumato contenente funghi;
funghi espulsi col vomito o con le feci;
residui di funghi: secchi, condizionati (sott'olio, sott'aceto,
salamoia), congelati o surgelati;
frammenti recuperati dalla bocca o dalle mani dei bambini. I residui
così recuperati saranno subito inviati al più vicino
Ufficio Micologico per in necessari esami macro e microscopici al
fine di determinare le specie fungine responsabili dell'avvelenamento.
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Gennaio
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Febbraio
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Marzo
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dormiente, carpinelli
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praticamente nulla |
marzuolo, morchelle
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Aprile
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Maggio
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Giugno
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spineroli, prugnolo, ferlenghi
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galletti, prataioli, spineroli, ferlenghi
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porcini, russule e quasi tutto il resto
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Luglio
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Agosto
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Settembre
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se piove, un po di tutto
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se piove, molto di tutto
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mese d'oro
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Ottobre
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Novembre
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Dicembre
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a volte, se il tempo ci aiuta, anche meglio di settembre
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igrofori, pleuroto, ed un po del resto se non è troppo
freddo
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russule, tricoloma e altri tardivi
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Il
decalogo del comportamento
1 - Quando si effettuano le
prime esplorazioni micologiche è buona norma farsi guidare
da persona esperta, la stessa saprà orientarvi e vi darà
sicurezza
2 - Se non avete un ottimo senso dell'orientamento evitate escursioni
da soli e in posti che non conoscete, tutti gli anni si contano
a decine i dispersi e qualche volta i mai più ritrovati
3 - Non vi avventurate in escursioni quando è prossimo il
tramonto del sole, la notte e fredda e buia e voi non siete dei
gufi
4 - Nelle prime escursioni portate con voi sempre due contenitori,
in uno riporrete i funghi dei quali siete sicuri della determinazione
e nell'altro tutti quelli che non conoscete affatto o dei quali
non siete certi , porterete questi ultimi da persone esperte ed
in questo modo aumenterete le vostre conoscenze
5 - I contenitori da utilizzare per la raccolta dei funghi devono
obbligatoriamente essere cestini di vimini, devono avere una base
sufficientemente ampia e un manico corto e schiacciato tale da non
esservi di ingombro durante la passeggiata, i sacchetti di plastica
per quanto apparentemente comodi da portare vuoti in tasca, se riempiti
di funghi sbriciolano gli stessi ad ogni urto durante l'escursione,
non consentono alle spore di scivolare nel terreno e possono essere
giustamente causa di multe salatissime
6 - I funghi che raccogliete in contenitore separato (vi consiglio
un piccolo contenitore di vimini da inserire all'interno del vostro
cesto per la raccolta) e che quindi sono riservati all'esame di
un esperto, devono essere assolutamente integri, non vi nascondo
che in tante occasioni ho avuto modo di imprecare nei confronti
di chi pretendeva informazioni su strane poltiglie maleodoranti
7 - Nel bosco abbiate cura di rispettare tutte le forme di vita
animale e vegetale che vi capiterà sicuramente d'incontrare,
atteggiamenti da terminator nei confronti di ignare vipere o salamandre
non sono in nessun caso tollerabili, se vivete tale esperienza con
istintiva e preistorica angoscia ancestrale non trasformatevi in
tribali vendicatori, state a casa il bosco ve ne sarà profondamente
grato
8 - Ricordatevi durante la passeggiata di fissare dei punti di riferimento,
procedete sempre con cautela ed attenzione, avete la fortuna di
percorrere zone selvagge ed incontaminate, ma per uscire dalle quali
dovrete fare affidamento solo alle vostre risorse, vivete queste
esperienze con equilibrio, pesando i vostri limiti e soprattutto
datevi il tempo che serve
9 - Vi consiglio di affrontare l'escursione evitando di mangiare
o bere durante la stessa, si tratta comunque di un discreto impegno
atletico che si affronta con maggiore disinvoltura a stomaco vuoto,
eviterete gambe pesanti e crisi di arsura e poi all'uscita del bosco
il ristorante tipico del posto non manca mai
10 - Se avete tempo e sufficiente passione vi consiglio di cercarvi
un posto tutto vostro, l'Appennino e lungo e le orde barbariche
dei fungaioli della Domenica, per vostra fortuna, s'imbrancano in
poche zone estremamente circoscritte.
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Principali
norme per la raccolta dei funghi
(Estratto da L. 352/93, D.P.R. 376/95, L.R. 32/98)
Su tutto il territorio regionale la raccolta è consentita
secondo le modalità di seguito riportate:
· La raccolta è
limitata ai soli carpofori epigei;
· La raccolta è
consentita dall'alba al tramonto;
· Il limite massimo
di raccolta giornaliera per persona è 3 kg., salvo che tale
limite sia superato da un unico esemplare o da un unico cespo di
chiodini;
· La raccolta è
solo manuale, senza l'impiego di alcun attrezzo ausiliario (uncini,
rastrelli, ecc.)
· È obbligatoria
la pulitura sommaria dei funghi sul luogo di raccolta (rimuovere
terriccio, foglie, ecc.)
· È vietata la
raccolta, l'asportazione e il danneggiamento dello strato umifero
o di terriccio in genere;
· È vietata la
raccolta di ovoli chiusi di Amanita caesarea;
· È vietato,
per il trasporto, l'uso di sacchetti di plastica o di altri contenitori
di pari materiale;
· È obbligatorio
l'uso di cestini o contenitori rigidi, forati o comunque aerati;
· Le violazioni di tali
norme sono sanzionate con il pagamento di una somma da Lit. 50.000
a Lit. 100.000 e con la confisca dei funghi.
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MODALITÀ
DI RACCOLTA E DI TRASPORTO DEI FUNGHI
Indicazioni di come devono
essere raccolti e trasportati ai Centri di Controllo i funghi destinati
al consumo nell'ambito famigliare, allo scopo di evitare intossicazioni
di qualsiasi natura:
· È sconsigliato
raccogliere i funghi in prossimità di discariche, stabilimenti
industriali, strade ad alta densità di traffico automobilistico,
forni inceneritori, giardini cittadini, campi coltivati o frutteti
ove siano impiegate sostanze antiparassitarie e/o diserbanti molto
nocivi alla salute
· I funghi vanno raccolti
interi e ripuliti sul posto da terriccio e foglie; gli esemplari
devono essere in buono stato, non piccolissimi e non troppo maturi
o invecchiati, non ammuffiti, non tarlati, non fradici, perché
potrebbero apparire irriconoscibili o confondibili con specie velenose,
e quindi confiscati e distrutti
· I funghi raccolti
si trasportano con cestini o contenitori comunque aerati. È
bene che i cestini non siano verniciati e che non venga deposto
sul fondo né carta né foglie. Evitare i sacchetti
di plastica che favorirebbero pericolosi processi fermentativi.
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