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I Boschi
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I Boschi e le Foreste
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Introduzione |
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Il
bosco e la foresta: chiarimento dei termini |
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L'Europa:
un territorio boschivo |
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Il
ruolo dell'uomo |
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L'ecologia
del bosco |
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Amministrazione
del bosco |
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Le
funzioni del bosco |
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Il
bosco ha bisogno di protezione |
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Introduzione
La passeggiata nel bosco è per molti un'esperienza familiare;
soprattutto nel fine settimana, infatti, il bosco viene invaso da
migliaia di persone che vi cercano riposo e svago. Proprio per la
sua capacità di far fronte a questo afflusso continuo di gente,
il bosco si presenta come il più importante ecosistema d'Europa.
Ma l'inquinamento del l'aria, provocato dall'uomo e dal suo sistema
di vita, lo minaccia. Il pericolo sta già nel fatto che il
visitatore raggiunge il bosco con la propria auto: i gas di scarico
delle macchine stanno causando il disboscamento, che trasformerà
presto la gita nel bosco in un puro ricordo. |
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Il
bosco e la foresta: chiarimento dei termini
Non è certo semplice differenziare in modo chiaro e definitivo
il significato dei termini "bosco" e "foresta":
ciascuno di essi, infatti, può essere considerato da diversi
punti di vista, per esempio giuridico, economico, ma anche biologico,
vegetativo e sociologico. Questi ultimi aspetti ci suggeriscono
una definizione generica di bosco: "un ecosistema di piante
e animali caratterizzato da un patrimonio arboreo più o meno
delimitato, d! almeno sei metri di altezza". Per foresta vergine
s'intende "una foresta intatta, non ancora sfruttata dall'uomo
e, comunque, non violata in nessun altro modo". Per foresta
invece si può intendere "un bosco che, secondo l'economia
forestale, sia regolarmente coltivato e ben delimitato" . È
già chiaro da queste definizioni che nell'Europa centrale
è raro poter trovare foreste vergini, mentre è senza
dubbio più facile imbattersi in foreste che siano state più
o meno sfruttate e plasmate dall'uomo.
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L'Europa:
un territorio boschivo
A prima vista il titolo sembra dover subire una rettifica, poiché
nel paesaggio europeo di oggi i boschi scarseggiano. Da secoli, infatti,
il quadro della vegetazione non si presenta più inviolato,
ma caratterizzato dall'opera di sfruttamento, di modellamento e di
coltivazione dell'uomo: la distribuzione delle superfici nell'Europa
odierna è dovuta all'attività inarrestabile dell'uomo.
Ma per le sue condizioni climatiche temperature relativamente miti
e precipitazioni atmosferiche sufficientemente forti l'Europa è
considerata una terra boscosa. Da qui l'asserzione secondo la quale
il bosco rappresenti la vegetazione (il patrimonio floreale) potenzialmente
naturale della latitudine europea. In altre parole, senza l'intervento
dell'uomo buona parte dei paesi europei presenterebbe un rivestimento
selvoso con caratteristiche proprie delle diverse regioni (v. disegno).
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E'
necessario rivolgere l'attenzione alle ere glaciali per meglio comprendere
il quadro attuale del paesaggio europeo. Prima delle ere glaciali,
che furono il risultato di sconvolgimenti climatici, la vegetazione
dell'Europa centrale era costituita da palme, felci, magnolie, allori
e altre piante che oggigiorno possiamo trovare nelle regioni subtropicali.
Con il sopraggiungere dell'età glaciale questa vegetazione,
detta artico-terziaria, scomparve progressivamente, poiché
le alte montagne completamente ghiacciate, che si estendevano da ovest
verso est, ne impedivano l'espansione verso sud. Nell'America settentrionale,
invece, le condizioni erano diverse. Il quadro vegetativo dell'Europa
centrale, fino ad allora piuttosto uniforme, s'impoverì gradatamente
nell'era glaciale, fino a divenire quasi del tutto privo di boschi.
Dominavano così poche varietà di piante acquatiche,
paludi di carice, arbusti nani e tundre muscose. Ma quando amano a
mano il clima si fece più caldo e il gelo si ritirò
lentamente in direzione nord, i boschi ripresero a espandersi con
altre specie di piante riconquistando gradatamente i vecchi territori.
Circa 10000 anni a.C. presero piede, uno di seguito all'altro, diversi
tipi di boschi con precise esigenze climatiche. Sul finire della cosiddetta
era del1e tundre si diffusero boschi di betulle e pini, da cui il
nome era delle betulle e dei pini; il paesaggio di questi boschi si
può paragonare all'incirca a quello che oggi troviamo in Lapponia.
Con il progressivo sciogliersi dei ghiacciai la temperatura cominciò
ad aumentare e il quadro della vegetazione fu caratterizzato dal nocciolo,
da cui deriva la cosiddetta era del nocciolo. Sopraggiunsero in seguito
querce, olmi, tigli, specie di aceri, quindi frassini, ontani e pini
silvestri. In questo modo i boschi di betulle e pini, fino ad allora
dominanti, furono spinti verso nord. Diverse varietà di querce
si diffusero nella susseguente era delle querce e dei boschi misti
in genere, mentre i pini silvestri erano presenti ancora solo su poveri
terreni sabbiosi, come del resto avviene tuttora. Nei bassopiani paludosi
crescevano boschi di ontani, mentre in media e alta montagna dominavano
gli abeti rossi. Infine ebbe inizio l'era dei faggi con la graduale
diffusione di faggi, carpini e abeti, che soppiantarono i boschi di
querce. Le specie suddette penetrarono anche nelle foreste sulle montagne
e poco alla volta si delineò il seguente paesaggio: nelle regioni
basse boschi di faggi, sostituiti verso oriente da macchie di carpini;
sulle montagne foreste miste di faggi, abeti e abeti rossi. Regioni
aride, paludose e con brevi periodi di vegetazione, come l'alta montagna
e l'estremo Nord, sono caratterizzate ad ogni modo da una totale assenza
di boschi. Si può delineare ora abbastanza facilmente una suddivisione
più o meno approssimativa dell'intera Europa. L 'Europa centrale,
i territori più meridionali dell'Europa del Nord e quelli più
settentrionali dell'Europa del Sud sono caratterizza- te da foreste
di latifoglie a foglie caduche; nelle ampie regioni della Scandinavia
e in alta montagna si trovano invece boschi di conifere sempreverdi
(taiga). Nelle regioni mediterranee sono diffuse le sclerofille e
nelle parti più alte delle montagne come anche in Scandinavia
settentrionale è presente la tundra o una vegetazione simile
(v. cartina). |
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Il
ruolo dell'uomo
A grandi linee, così si presenta il quadro della vegetazione
attraverso l'operato dell'uomo prima ancora che intervenissero le
macchine. Si può parlare, quindi, di una trasformazione inizialmente
sporadica e non particolarmente violenta, che però divenne
sempre più rapida e brutale interessando aree sempre più
estese con l'impiego delle macchine. Oggi è possibile incontrare
intere regioni disboscate non solo al centro, ma anche e soprattutto
nell'Europa meridionale; e in ogni caso le superfici ancora selvose
sono comunque caratterizzate dalle combinazioni di diverse specie,
dalle condizioni di crescita e da molte altre componenti introdotte
dall'uomo. Se si considera l'Europa centrale con i mutamenti arrecati
ai boschi sin dal Medioevo, si può notare come le foreste
di latifoglie siano state soppiantate in maniera massiccia dalle
conifere. Ciò è da attribuire sostanzialmente alla
coltivazione continua di abeti rossi. In effetti questa specie presenta
caratteristiche particolarmente vantaggiose all'uomo, in quanto
è un albero senza grandi esigenze ambientali e di rapida
crescita. Ma la forma di monocoltura (un'unica specie di albero
in un patrimonio forestale ben delimitato) adottata per diverso
tempo ha portato a conseguenze ecologiche piuttosto gravi. Questo
è il motivo per il quale si è passati alla coltivazione
di foreste miste; di nuovo, quindi, 1a combinazione di diverse specie
operata dall'uomo trasformerà in tempi non brevi il paesaggio
vegetativo. Anche in questo caso, però, non sono state prese
in alcuna considerazione le conseguenze negative che questa sorta
di riconversione potrebbe causare all'ecosistema già esistente.
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L'ecologia
del bosco
Per spiegare l'insieme delle relazioni in un bosco si prenderà
a modello una foresta di tipo misto, dove allo stato naturale è
tipica una struttura stratificata della vegetazione (v. disegno
riportato di seguito). Partendo dal basso si ha sotto uno strato
di terre no o strato muscoso; immediata mente sopra c'è uno
strato compo sto da foglie cadute, piante morte e resti di animali.
In questo strato e poco sopra vivono innumerevoli esseri piccoli
e minuscoli, quali i batteri, i funghi, le alghe, i collemboli,
gli acari e molti altri organismi. La loro preziosa funzione consiste
nel decomporre le sostanze organiche per poi restituirle al terreno
e di conseguenza alle piante sotto forma di sali minerali. II terreno
è ricoperto quasi ovunque anche di licheni e muschi. Questi
svolgono un compito di particolare importanza, se si pensa che trattengono
l'acqua sulle foglioline e la restituiscono poi gradatamente all'ambiente
creando così nella stratificazione generale del terreno e
all'interno del bosco il necessario tasso di umidità. I vari
strati del terreno possono insomma essere paragonati a un grosso
serbatoio d'acqua.
Sul terreno a bosco crescono diverse piante erbacee che nel loro
complesso formano lo strato erbaceo, dove in primavera germogliano
soprattutto le cosiddette "piante a fioritura precoce",
come l'anemone dei boschi, l'erba epatica o la primula di bosco.
All'interno di una foresta possono avvenire trasformazioni molto
nette delle condizioni di irradiazione luminosa, se le foglie degli
alberi sono completamente schiuse, poiche solo una piccola parte
dei raggi solari incidenti raggiungono le piante erbacee al suolo.
Motivo per il quale molte di queste specie muoiono all'inizio o
in piena estate. Ma accanto alle piante che fioriscono precocemente
si sviluppano sul terreno anche piante più adatte alla mancanza
di luce. Il terzo strato è composto invece da arbusti che
crescono tra gli alberi. Quindi il passaggio dallo strato erbaceo
allo strato arbustivo è costituito da arbusti nani come il
mirtillo e il mirtillo rosso. Inoltre, devono essere annoverati
in questo strato gli arbusti più alti e anche gli alberi
giovani. Al di sopra dello strato arbustivo si erge lo strato arboreo,
dove le diverse specie di alberi formano come un tetto più
o meno compatto, che determina particolari condizioni, così
come avviene negli altri strati sopra descritti. Gli alberi si contendono
naturalmente la luce, ma determinano soprattutto le condizioni ecologiche
dello strato più in basso. A seconda della compattezza del
patrimonio arboreo si stabilisce all'interno dei boschi il grado
di irradiazione e inoltre gli alberi hanno la funzione di frenare
le forti precipitazioni atmosferiche deviandole, quindi, lentamente
verso il basso. Infine il regno arboreo produce una grossa quantità
di foglie che, una volta cadute, vengono adeguatamente sfruttate
dai vari organismi che vivono nel suolo.
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Un
bosco misto come quello descritto, che presenta quindi diversi strati,
offre a innumerevoli esseri viventi le condizioni ambientali a loro
più consone. Si dice in questi casi che l'habitat generale
è ben strutturato a fornire le nicchie ecologiche. Gli ecologi
affermano che non mancano agli animali i luoghi che servono loro da
abitazione o nascondiglio e che offrono anche possibilità di
nutrimento e sostentamento. Nei boschi misti è possibile trovare,
oltre a una flora varia, anche diversi colonizzatori animali. Se si
pensa agli uccelli si possono citare i luì di bosco o i pettirossi,
che come covatori al suolo trovano diverse opportunità di nascondere
bene i loro nidi in qualche anfratto del terreno. Il merlo e il tordo
covano a metà altezza quindi appoggiano i loro nidi tranquillamente
sui rami e senza trovare alcuna difficoltà di assestamento
in un bosco misto. I tronchi degli alberi vengono invece sfruttati
dai picchi per costruirsi le cavità dove poter covare. Queste,
una volta abbandonate dai picchi, vengono utilizzate da altri uccelli
che non sono in grado di costruirne delle proprie, come i paridi,
i picchi muratori, gli stumidi e le colombelle. Gli accipitridi, come
la poiana e l'astore, trovano soprattutto le latifoglie più
adatte alla costruzione dei loro nidi. Per quanto riguarda l'alimentazione,
alcuni uccelli cercano il cibo al suolo, altri sulla corteccia dell'albero
mentre per altri ancora il nutrimento è costituito dalle foglie.
Ci sono uccelli che si nutrono di boccioli e frutti, altri di insetti
e ragni, e altri ancora, come gli accipitridi e i gufi, che si cibano
di altri uccelli e di piccoli mammiferi. Questi pochi esempi danno
già un'idea della varietà degli uccelli presenti in
un bosco misto e della stretta concatenazione tra i singoli esseri
viventi. Se si prendono ora in considerazione i mammiferi si riscontra
una certa somiglianza nel sistema di alimentazione, che presenta ancora
una volta un rapporto reticolare tra gli esseri viventi. Abbiamo quindi
alcune specie che si nutrono al suolo di insetti e di altri piccoli
animali; altri mammiferi si cibano di piante, dei loro frutti o semi.
Poi ci sono animali come lo scoiattolo che trovano il cibo tanto al
suolo quanto tra gli alberi e infine c'è l'esempio della martora
che trova nello scoiattolo stesso un ottimo pasto. Per concludere
la carrellata dei raggruppamenti di animali si prendano in considerazione
gli insetti. Tra questi si conta tutta una serie di parassiti, che
a torto non vengono considerati pericolosi nell'ambito dell'economia
forestale. Il bosco misto, pur non abbondando di un determinato cibo
offre però agli insetti innumerevoli possibilità di
nutrimento. Inoltre, in un tale milieu esistono molti divoratori di
insetti sia tra gli uccelli e i mammiferi che tra gli insetti stessi.
In un patrimonio arboreo ben strutturato si stabilisce anche un equilibrio
biologico, che pur essendo soggetto a variazioni non viene mai rotto
completamente. Diversi sono invece i rapporti nell'ambito dei boschi
poco vari. Nelle foreste di abeti rossi, ad esempio, la situazione
non è delle più felici. Infatti, le monocolture su ampie
aree presentano degli svantaggi proprio a livello di equilibrio biologico.
poiché c'è un'offerta, per così dire, eccessiva
di un solo tipo di alimentazione, si ha come conseguenza la moltiplicazione
so lo di quegli insetti che si nutrono di quel cibo specifico, mentre
i divoratori degli insetti sono numericamente inferiori, in quanto
non trovano in questo habitat "settario" condizioni di vita
adeguate. Una foresta di soli abeti rossi non presenta, quindi, un
habitat ben equilibrato e alla lunga la naturale tendenza a raggiungere
un equilibrio biologico prende il sopravvento. |
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Amministrazione
del bosco
Consideriamo ora il lavoro della guardia forestale: apprendendo
la "storia" del bosco, infatti, diventerà più
chiara anche la situazione biologico-ecologica della sua amministrazione.
I boschi cespugliosi vengono chiamati boschi cedui semplici. Gli
alberi vengono di solito tagliati dopo 1 o 3 decenni. Sul ceppo
rimasto a terra si formano i rampolli che vengono lasciati crescere
per un certo periodo per poi essere a loro volta abbattuti, generalmente
su grandi aree. Si parla di bosco ceduo composto quando in un bosco
cespuglioso sono presenti anche alcuni alberi alti, detti matricine.
In Europa s'incontrano anche molti boschi d'alto fusto, dove gli
alberi crescono dai germogli o da piantine appositamente propagate.
Gli alberi vengono lasciati crescere per più decenni e poi
abbattuti su grandi superfici (disboscamenti totali). Una profonda
ingerenza nell'ecologia dei boschi in questione è rappresentata
appunto dai disboscamenti totali, il che spiega perché si
sono adottati il taglio a sterzo e il taglio per gruppi, che evitano
di radere al suolo intere superfici abbattendo solo gli alberi più
sviluppati. E inoltre un bosco tagliato a sterzo o per gruppi è
generalmente molto vario e quindi ecologicamente stabile. Quando
si adottano questi tipi di taglio il bosco si definisce fustaia.
Così, abbattendo sempre solo alcuni alberi, le superfici
rimangono coperte costantemente da un abbondante patrimonio arboreo.
Oggi sembra essersi diffusa tra le guardie forestali e gli studiosi
la consapevolezza di dover considerare il patrimonio boschivo in
termini di silvicoltura ecologica.
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Le
funzioni del bosco
La funzione più importante delle nostre foreste è sempre
stata il rifornimento del legno, impiegato in diverse maniere e utilizzato
in grosse quantità. Il legno trova impiego come legname da
costruzione, nei mobilifici, nella lavorazione della carta e del cartone
e viene utilizzato anche come combustibile (sia pure in quantità
minori rispetto al passato) .poiché il legno è un bene
economico importante, le foreste sono sottoposte a sfruttamenti non
solo ecologici, ma anche economici. All'interno del sistema climatico,
inoltre, i boschi rivestono una funzione molto importante: basti considerare
soltanto la grande quantità di ossigeno che producono e immettono
nell'atmosfera. Si può così comprendere l'enorme incidenza
delle grandi superfici boschive nell' America meridionale (le foreste
vergini dell' Amazzonia) e in Africa (le foreste vergini del bacino
del Congo) sul bilancio dell'ossigeno e dell'anidride carbonica di
tutta la terra! L'acqua, che evapora in grosse quantità sulle
foglie degli alberi, viene restituita all'atmosfera; inoltre, la polvere
che si deposita sulle foglie viene lavata dalla pioggia, che la restituisce
al terreno purificando così l'aria. Se si tiene conto dell'alto
tasso d'inquinamento dell'atmosfera odierno, questo processo è
molto importante. È evidente che si chiede fin troppo alla
resistenza e all' efficienza degli alberi e questo sta conducendo
a conseguenze gravi, talvolta addirittura alla morte del bosco. Infine
bisogna pensare all'importante ruolo rivestito dal bosco nel tempo
libero di milioni di persone, che considerano appunto i terreni boscosi
aree di riposo. Non si può misurare in denaro il valore del
tempo libero trascorso in mezzo alla natura, come è possibile
fare, per esempio, con la quantità di legno che si ricava da
un bosco. Se ciò fosse possibile avremmo più cura dei
nostri boschi cercando soprattutto di arrestare con tutti i mezzi
il diffondersi dei danni forestali. |
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Il
bosco ha bisogno di protezione
Oggi l'uomo deve prodigarsi nella difesa dei boschi, non solo per
assicurarsi sia il legname che l'ossigeno, ma anche perché
rappresentano lo spazio vitale di molte specie di piante e di animali,
che sono in pericolo se il loro habitat è minacciato. In ogni
parte d'Europa le varie organizzazioni ecologiste o le associazioni
per la difesa della natura hanno stilato elenchi di specie (vegetali
e animali) in pericolo di estinzione che andrebbero protette e aiutate
a diffondersi. Tuttavia, questi elenchi possono variare da nazione
a nazione e -in altri casi - persino da regione a regione, all'interno
di uno stesso Stato. Scendere nel dettaglio delle diverse liste non
rientrerebbe negli scopi di questa pubblicazione. Ad ogni modo chiunque
ami davvero la natura non dovrebbe solo risparmiare e rispettare le
specie protette da una legge particolare, ma trattare con riguardo
e considerazione ogni essere vivente. |
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