Girl you’ll
be a woman (neil diamond)
Love you so much can't count all the ways I'd die
for you girl and all they can say is "He's not your kind" They
never get tired of puttin' me down and I never know when I come around
What I'm gonna find Don't let them make up your mind Don't you know Girl,
you'll be a woman soon Please come take my hand Girl, you'll be a woman
soon Soon, you'll need a man I've been misunderstood for all of my life
But what they're sayin', girl, just cuts like a knife "The boy's
no good" Well, I finally found what I've been lookin' for But if
they get a chance they'll end it for sure Sure they would Baby I've done
all I could it's up to you Girl, you'll be a woman soon Please come take
my hand Girl, you'll be a woman soon Soon, you'll need a man
Tempo di lettura / Tempo di cinema
Come un bravo ragazzo diligente, ora vi racconterò
un po’ dei libri che ho letto in questo arco di tempo trascorso
tra una mini e l’altra… Perché ?
Risposte: mi sento tanto “emo” a raccontarvi cosa mi hanno
comunicato questi libri, mi sento tanto contento da averli letti che vi
voglio coinvolgere nella lettura, in realtà mi sento che sti libri
mi son piaciuti e basta…
Le mie letture di solito hanno dei riferimenti ben precisi: in base allo
stato d’animo o a dei viaggi o a dei luoghi; difficilmente la sera,
prima di addormentarmi mi vedrete leggere un libro. Invece leggo quando
sto viaggiando o sono in un altro luogo rispetto alla residenza, ed il
più delle volte ciò coincide con stati di anima particolari.
Ad esempio, o meglio tanto per cominciare, Arco d’Amore di Andrea
De Carlo l’ho letto in un periodo che ero un po’ giù
e l’ho finito prima di un viaggio, mi è piaciuto
molto, parla di un fotografo e di una suonatrice di arpa, del loro amore
contorniato dalla Milano finta bene, da probabili maniaci, da litigate,
sesso; se pur lungo, un libro veloce, capita tutto in un arco di tempo
limitato e accade tutto con impeto, non mi piace solo il finale…
Ora sto leggendo un altro libro di questo campione della disilussione
dell’oggi, se pur appena iniziato (ho letto solo una quarantina
di pagine in volo tra Torino e Londra) mi ha dato la stessa impressione:
scrive di gente stanca della vita mitizzata negli anni 80 e non solo,
stanca di un po’ di tutto, ma pronta a cambiare tramite l’amore.
Sputerò sulle Vostre Tombe invece l’ho letto tutto in viaggio,
in pullman tra Bologna e Ferrara ed in treno tra Modena e Torino, durante
una breve vacanza invernale; scritto da Boris Vian, un romanzo amaro,
il tema di
fondo è il razzismo nell’america degli anni 50, dove un giovane
libraio scolorito (si, la sua pelle non è proprio nera, anche se
tutta la sua famiglia era di colore, non è però un caso
alla Micheal Jackson) che si inserisce nella vita dei giovani locali,
che si dilettano ad ubriacarsi, a far feste… lui diventa uno dei
protagonisti di questi amici, tra sesso, fughe, innamoramenti… tutto
per una vendetta verso quel tipo di gente, il suo scopo è entrarne
a far parte per poi ferirla a morte… Il finale ed il resto della
storia ve lo lascio alla lettura, come dice chi me lo ha regalato, è
molto rock n roll ! Beautiful Friend di Carolina Martini invece viene
letto dal sottoscritto in un periodo un po’ noioso, mi stavo riprendendo
da una delusione ed ero in fase di stasi, questo era un libro corto, la
storia dell’alf (animal liberation front) romanzata, devo dire la
verità: non mi è piaciuto molto, mi è sembrato abbastanza
banale, sullo sfruttamento animale ho letto cose migliori, certamente
tremende ma che fanno capire bene cosa succede, invece questo libro è
un po’ troppo banale… in più c’è da aggiungere
che c’è l’intervista ad uno di alf. Altro viaggio,
altro libro, parto per la Francia leggendo Racconti di Ian Mc Ewan, su
consiglio di un’amica… non è una lettura facile, nonostante
il modo di scrivere mi piaccia, racconta di piccoli uomini, persi, soli,
stanchi…. Le storie in buona parte sono belle, danno un senso di
vissuto e di non più vita nel futuro, in questo sono un po’
melanconici, ma di questo autore mi colpisce il modo di raccontare, come
piace a me, come fanno De Carlo, Easton Ellis e pochi altri… Verso
la fine di questo viaggio–vacanza in Francia, tra l’altro
in un bel posto tra le calanche (insenature a strapiombo sul mare) in
un ostello fuori dal mondo, immerso nella natura, dalle parti di Marsiglia,
dicevo, negli ultimi giorni comincio a leggere un altro libro regalatomi
da amici: Voi non Sapete Cosa è l’Amore di Carver, di questo
autore non avevo mai letto nulla…. Questa è una specie di
raccolta di racconti, poesie ed una mezza autobiografia soprattutto sul
suo modo di scrivere, non è il tipo di lettura che prediligo, ma
mi ha lasciato un buon segno, soprattutto la parte in cui racconta della
sua famiglia, e i pochi racconti presenti… Ad agosto sono stato
a Pesaro, in quei giorni ho letto Come Se Nulla Fosse di Roberto Perciballi
praticamente la storia dei primi punk a Roma, in presa diretta dal cantante
dei Bloody Riot, storie casereccie di strada, tra botte, concerti, sbando…
in certi punti è quasi comico, in altri tutt’altro, descrive
un periodo che noi ora non potremmo vivere, le generazioni attuali di
giovani hanno molti meno problemi e molti più comfort, anche quando
vogliono fare gli alternativi o andare contro, all’epoca esisteva
ancora la strada come luogo per giocare a pallone, conoscere gente, fare
a botte, ora la strada, la si vede solo dalla macchina Il libro racconta
praticamente tutta la storia dei Bloody Riot, sino ad oggi, interlacciandosi
con il movimento hardcore punk degli anni 80; mi è sembrato sincero.
Infine, l’ultimo libro passatomi davanti agli occhi è stato
La Ragazza Dai Capelli Strani di Wallace, durante un altro viaggio tra
Liguria e Toscana, un libro di racconti un po’ noir, abbastanza
divertente che nonostante le grosse attese (era da un po’ che volevo
leggere) non mi ha particolarmente entusiasmato, per lo meno mi ricordo
solo un paio di racconti, gli altri sono passati nel dimenticatoio…
Lo stile è un po’ quello di Easton Ellis, per cui molto dettagliato
nei particolari, le storie invece non vanno molto nel profondo….
Anche perché sono abbastanza brevi.
Stesso discorso vale per i film… o quasi…
non sono un assiduo frequentatore delle sale cinematografiche, ancora
meno dei film in “cassetta” ed ancora di meno della tv…
però andare al cinema ha sicuramente un gusto particolare, e non
lo scopro io… comode poltrone (spesso), impianto audio dolby stracazzi
super e mega schermo: così vengo ogni volta risucchiato nel film,
nella sua storia… mi sembra quasi di viverlo in prima persona…
Ecco con cosa mi sono immedesimato nell’ultima stagione… ed
allora ve li racconto un po’… East is East è il film
che mi fa pensare ai Cornershop, quelli del successone di Brimful of Asha,
inglesi ma di origini indiane, un po’ come il film, ritratto di
un quartiere inglese tipico degli anni 60: case tutte uguali attaccate
e una di fronte alle altre, che ancora oggi sono il paesaggio tipico dei
sobborghi londinesi. Una famiglia indiana che cresce nell’ era del
beat, che pian pianino mischia il suo sangue con quello occidentale e
godereccio… Piccole avventure dei figli di un padre ancora molto
legato alla comunità indiana, che tenta di resistere, ma i figli
sono tanti… Penso ad oggi, penso a come la comunità asiatica
(in genere) si sia ambientata in Inghilterra, penso ai Cornershop: se
c’è ancora qualcosa di positivo nella società inglese
un grosso merito va agli asiatici, gli unici piatti decenti che puoi mangiare
a Londra li trovi da loro e questo già dice tutto… l’alimentazione
dice già tutto su come sono gli inglesi… alla fine East is
East per me
è stato un film sul cibo e sui Cornershop. Fucking Amal: fottuto
amore, traduzione mia personale, l’amore è un casino, soprattutto
quando si tratta di una ragazzina che si innamora di una della sua scuola,
la quale è abbastanza tamarra, come si dice da noi. Nonostante
ciò è un film leggero e simpatico, con un finalone volutamente
scontato; mi è piaciuto, è il contrasto dell’innocenza
dell’amore con la realtà di un mondo giovane legato ancora
alla famiglia tv, alla fine indovinate un po’ chi trionfa ? Al Freda,
non è proprio un film, ma bensì un video autoprodotto di
musica. Venti minuti scarsi di immagini musicate dalla stessa autrice
che alternano immagini semi oniriche-colorate a facce, a movimenti…
L’ho visto la prima volta dal
vivo, mentre lei suonava (Al Freda, nonché bassista dei Larsen),
così mi sono preso la videocassetta per poterne avere traccia,
della musica (fatta con 3 tastierine casio) e delle immagini, tutto qui.
Boys Don’t Cry invece non è tutto qui, è uno dei film
più violenti che abbia mai visto. Una ragazza vuole essere un ragazzo
per conquistare altre ragazze, scappa di casa, finisce con una compagnia
di belli e dannati della provincia americana, si innamora di una del gruppo,
è corrisposta, ma accade il previsto viene scoperta, da qui in
poi la crudeltà e la violenza che si vedono sembrano reali, come
i tanti stupri o violenze che leggiamo sul giornale, che a leggerli non
fanno effetto, ma già vederli in un film ti fa pensare cosa voglia
dire
essere violentata/o per quello che sei, quello che pensi, quello che ami,
d’accordo è un film, ma penso che la realtà non sia
così distante, purtroppo, spesso è pure peggio, difatti
è tratto da una storia realmente successa. But I’m a Cheerleader:
ci rallegriamo un po’ ! Altra mia visione incentrata su di un film
di donne che amano altre donne, credo sia un caso; ho rispetto per le
scelte di quale sesso uno/a voglia scegliere il suo partner. Il film l’ho
visto al Festival del Cinema Omosessuale a Torino, nella serata della
premiazione, in teoria doveva uscire anche nelle sale, almeno così
è stato in Usa, ma non qui, è più o meno un film
indipendente, io l’ho
visto in inglese, sottotitolato. Racconta di uno strano posto dove i ragazzi
strani (strani per i gusti in amore) vengono mandati per recuperare la
sana retta via ! Le protagoniste si incontrano qui in questa casa del
bigottismo, una non crede di essere lesbica o per lo meno non se ne fa
un problema, lei è una cheerleader ! l’ altra non gliene
frega di niente in generale. Un film leggero e simpatico, sicuramente
pungente per come dipinge ancora una volta la provincia americana…
Preferisco il Rumore del Mare: film torinese, genitori e figli di generazioni
diverse e origini diverse convivono in una storia ambientata principalmente
a Torino, descrive la noia del giovane fighetto un po’ alternativo,
del padre immerso nei casini di
lavoro e di conseguenza familiari e l’alternativa di un altro ragazzo
del sud, sfortunato, ma forse più felice. In fondo non un film
da annali, me lo ricordo per il pezzo degli Husker Du nella colonna sonora,
per la maglietta indossata da uno dei protagonisti: Panico e per le immagini
di Torino; parentesi: ultimamente in città stanno girando parecchi
film, per noi è bello andarli a vedere e riconoscere i luoghi:
“ah, guarda, quella è casa mia…” “ah, ecco
il bar dove vado la sera !….” Alta Fedeltà: in origine
era un libro, un gran libro, per me e credo per gli appassionati di musica
e soprattutto di dischi, lo scrisse non tanto tempo fa Nick Hornby; la
scorsa estate ne è uscita una versione cinematografica, abbastanza
fedele se pur adattata… un negozio di dischi, il proprietario in
crisi amorosa, un paio di aiutanti abbastanza fuori ed invasati di dischi
e un casino di citazioni di dischi… è stato bello vederlo
e tentare al volo di riconoscere i pezzi della colonna sonora… di
nota la ex fidanzata e poi di nuovo fidanzata del protagonista. Comunque
consiglio la lettura del libro. La Lingua del Santo. Avreste mai pensato
ad un film di Antonio Albanese, serio ? Io no…. Questo lo è,
assieme a Fabrizio Bentivoglio mettono su una storia sempre più
irreale nata dalle disgrazie di un furto banale trasformatosi nel furto
di una reliquia di San Antonio da Padova; non è proprio un film
serio, c’è anche amarezza, però il film prende una
bella piega quando gli eventi precipitano e diverte
parecchio… Di nota la presenza di Isabella Ferrari: sparita per
anni (la giovincella di Sapore di Sale) ed ora tornata alla grande come
il prezzemolo. Solstizio d’Estate: piacevole rilassante serata passata
al cinema con un amica per vedere questo film, decidendo di andarlo a
vedere all’ultimo minuto, dal Vietnam con amore: racconta dei giorni
di festa e dei piccoli intrighi di una famiglia locale, ormai moderna
ed emancipata, il film è davvero rilassante, anche soporifero come
buona parte del cinema orientale, difatti non nascondo che mi sono anche
assopito… Di nota, la colonna sonora, 2 ottimi brani di Lou Reed
ed uno degli Arab Strab su tutti.
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