Viaggi
L’appena trascorsa summer season mi ha portato ancora una volta
in giro, nel tempo destinato alle ferie lavorative (quest’anno più
del solito, ma comunque ferie “imposte”), a spasso per l’italia
e come ormai solito da qualche anno in giro a trovare conoscenze ed amicizie
di lettera e non solo. La fanzine e tutto il resto ti permette di conoscere
parecchia gente per posta, con la quale nasce, a volte,
amicizia, così diventa un passo necessario incontrarsi; negli ultimi
4 anni ho girato parecchio... Il primo giro dell’estate passata
è stato ovviamente il Rumble Fish festival a Fasano, alla Masseria
Maizza, senza mezzi termini il posto e la situazione più bella
per un festival del genere; la terza volta per me, ormai vado giù
per il posto e la gente più che per i concerti, ogni volta hai
modo di vedere e conoscere parecchia gente non solo che fa fanze, suona,
etc... ma anche singoli avventori della 2 giorni ed ovviamente le care
persone che organizzano il tutto, veramente con passione; quest’anno
l’organizzazione per gruppi ed ospiti è stata perfetta, dal
giorno prima (completo di colazione) al party finale post festival. Musicalmente
sono stati 8 gruppi: il primo giorno Brusca, eroi di casa, che mi sonoproprio
piaciuti senza mezzi termini, minimali ma coinvolgenti, poi Sprinzi, che
ho apprezzato parecchio, avevano un ottimo suono, sembravano i Braid...
Bandit Jazz, sono stati il primo
gruppo straniero a suonare al festival, dalla terra dei crauti, amici
dei maizziani (praticamente erano in vacanza), il loro ultimo concerto,
prima di sciogliersi, mi sono piaciuti abbastanza anche se li ho seguiti
poco, tra una chiacchera e l'altra; ed il primo giorno è stato
chiuso dai Frammenti, molto attesi dal pubblico, ma anche loro erano molto
attesi da loro stessi per suonare in quella situazione: hanno fatto un
buon concerto, il pubblico ha risposto, tanto che hanno dovuto fare parecchi
bis.... Nel frattempo, durante il giorno c’è stato il mare,
aperitivi, chiacchere... Il secondo giorno è partito con A Testa
Bassa, carica hc punk oldschool da pochi
chilometri sopra Fasano, il pubblico si è scatenato, a me sono
piaciuti per la genuinità... E’ toccato poi ai Motivs, quasi
sconosciuti, a intrattenere il pubblico con del punkrock, un bel suono
però un po’ troppo da cliche, con troppe cover dei Rip Offs...
Wood, invece mi hanno sorpreso, un suono parecchio potente ed elastico:
dei tipi in gamba... In realtà il concerto del sabato non l’ho
seguito così bene, ero più intento a chiaccherare, aggirandomi
per i banchetti continuavo ad incontrare facce conosciute o gente con
cui scambiare due parole, poi era anche appena uscita la fanzina Non ce
n’è / La Piccola Meraviglia, per cui me la menavo un po’
(!). I
Frontiera hanno chiuso il festival, prendendo tutta l’attenzione
possibile del pubblico: ex Kina, prima volta in assoluto alla Maizza...
Sono partiti molto tranquilli, come sono in realtà i Frontiera,
ma la gente voleva i pezzi dei Kina, così sul finale è diventato
un juke box con in più alcuni (io, pomini e paolino) rompicoglioni
sul palco che molestavano il bassista, mentre suonava... Sarei rimasto
un’altra settimana lì (come l’anno passato), ma ahime
il lavoro chiamava (ahi!, che male, quando chiama....), così la
domenica è trascorsa come riposo al mare, per poi saltare sul treno....
Altro viaggio, come all’andata, senza dormire... Da qui comincia
la mia disaffezione per i treni italiani... Così è andato
anche questo festival... ancora
due sicuri, dato che tra un paio di anni scadrà il comodato della
masseria ai nostri eroi, mi prenoto già per il festival del prox
anno... sono un lucido babbeo ! ed a proposito di lucidi babbei... in
una delle serate del festival è stato distribuito un volantino
che cominciava in quel modo riferendosi a straight edge e non... lo scritto
esaltava il fatto di essere “sballati” od ubriachi... portando
delle motivazioni un po’ strane, direi ubriache... onestamente non
sapevo se ridere o pensarci su... la lettura ha portato un po’ di
ilarità tra il pubblico, ho poi scoperto che il volantino era più
o meno rivolto ai maizziani; strano, incredibile, di solito si sentono
hard line o sxe vari fare volantini... non me lo sarei aspettato da un
mucchietto di ragazzini sgarruppati dal punk e dai fumi dell’alcool...
sai che sbattimento mettersi lì a scrivere un
volantino delirante, ma pur sempre uno scritto, che implica un impegno....
Personalmente non ho nulla verso sxe o punkabbestia o ubriaconi, non mi
pace molto il fatto di dover per forza ostentare quello che si è,
far vedere agli altri, apparire.... se sei sxe non devi dimostrarmelo
con la x sulle mani, penso che lo sxe sia un discorso personale su come
vuoi condurre la tua vita, idem per il resto delle categorie... come dice
il buon pasquale sickoids: punk nella testa non nella cresta... L’apparire
rimane una delle forti contraddizioni ereditate dal mondo di tutti i
giorni, e difficilmente si riesce a perderla, a mio vedere attualmente
c’è più apparire che essere, nel giro punk, autoprodotto,
indipendente o chiamatelo come volete... ad esempio sta leggendo queste
pagine.... Ho letto al riguardo delle cose interessanti sulla fanzine
Sarchiapone quattro. Tornando da Fasano: ho recuperato un bel numero di
fanzine da leggere, in buona parte nuove per me, e quasi tutte pugliesi
(anche Sarchiapone), pian pianino ho cominciato a leggerle (negli ultimi
mesi ho creato un muretto di fanze da leggere...): secondo me giù
da quelle parti c’è un buono spirito e tanta voglia di darsi
da fare, dove c’è poco cerch di crearti qualcosa.... dove
c’è, invece ozii, tanto c’è già tutto....
Questo quello che penso
facendo un rapporto tra quelle parti e ad esempio Torino, almeno per quanto
letto su Causa Persa, Rotten, La Piccola Meraviglia, Punkaminazione....
e per quanto vivo quasi tutto l’anno qui in città. Tornato
dalla puglia mi sono immerso in città (appunto) d’estate,
nel periodo più morto dell’anno.... Dopo un paio di settimane
ho fatto un giro (con un fasanese) per le montagne veramente rigenerante
e soprattutto in giro per bei posti: Parco dell’Orsiera, Moncenisio,
Val d’Isere, Valle d’Aosta... e di nuovo città... Ho
ripreso il “giro” il weekend di ferragosto con la scusa di
un concerto, un altro..... Questa volta il mirino puntava su Pesaro, per
il concerto di presentazione del 7” degli Sprinzi (sprinsi), su
invito di Pomini e del discografico Iacopo (alice records -> sprinzi
7”), ci aggiungiamo io e Christian; l’offerta:
concerto, amici, mare ci esaltava ! Partenza sabato mattina (weekend di
ferragosto) in treno, in un viaggio affollato ma nonostante tutto veloce
(6 ore), direi uno dei pochi percorsi fatti con le fs in cui non abbia
sclerato... Giunti a ps siamo attesi da 2 sprinsi che ci portano a casa
perun’abbondante pasta e poi senza farci riposare direttamente al
mare.... Evviva, il mare adriatico come noto è bassissimo, per
cui più che fare il bagno fai una passeggiata... Sul tardo pomeriggio
ci avviamo tutti verso la nostra locazione per la notte: una casolare
tra le colline dove il padre di uno sprinsi ha dei campi da coltivazione:
il posto è davvero gradevole, soprattutto per l’immersione
totale nella natura... facciamo una doccia con la pompa per
innaffiare (gelata !) e veniamo ripresi per essere portati al centro sociale
ltrefrontiera dove si terrà la festa... Incontriamo gli Altro,
cioè Ale e Gianni e gli Aerodynamics, nell’occasione conosco
finalmente di persona Mirko, decantato da Ale in tante occasioni, soprattutto
per i suoi gruppi (Tarlo, Margot e Aerodynamics). Sprinsi e amici si sbattono
per preparare la festa (praticamente lì sono di casa e sanno giostrare
molto bene quello che hanno), io, Ale, Iacopo e Pomini ci avviamo verso
le coop rosse per comprare qualche dolce... La locale coop rossa è
praticamente il tempio dei supermercati, con una specie di torre con scivolo
(su uno dei 4 lati), noi ci adeguiamo all’andazzo e cominciamo a
comprare melone, patatine e altro... io mi aggiudico anche una raccolta
di Johnny Cash a poco prezzo. Ripartiamo di lì , gustando tacos
e salsa piccante, per andare a prendere la cena (pizze) e poi diretti
al posto... Alla serata partecipano soltanto amici e pochi altri, dando
un tono molto rilassato, il concerto infatti si svolge senza palco e con
la gente seduta. Aprono le danze gli Aerodynamics: meraviglia delle meraviglie,
gruppo plastico (3 tastiere, basso, campionatore), ma molto coinvolgente,
i pezzi che suonano sono quelli del cd, appena uscito per Snowdonia, un
misto di cocktail, big beats e a mio modesto parere: wave (human league
?), insomma mi sono piaciuti parecchio.... Tocca poi agli Altro, con alla
batteria Matteo sprinsi, in quanto Simone era in vacanza: gli Altro sono
gli Altro e basta. Chiudono Sprinsi in trionfo, puro emo core.... nel
frattempo vanno a mille i cocktails con l’anguria e le torte...
e la serata finisce così ... i 2 giorni seguenti continuano con
un po’ di vita rilassata, tra mare e sonno... situazioni quasi ideali
che ti fanno sentire bene... invece si riparte ed il viaggio di rientro,
in treno, è tutt’altro che piacevole, vista la folla e la
simpatia del personale fs o simile... Tornato in città mi è
toccata un’altra settimana di lavoro
prima di tornare in ferie... Questo giro niente concerti, solo turistibus,
io e Christian, tra le Cinque Terre e Firenze... senza nessun episodio
di nota... se non anche in questo cso un saluto a qualche amico di penna
(Borys e Beatrice). Qualche mese dopo, cioè poche settimane addietro,
ho viaggiato verso la landa Inghilterra per una settimana di pseudo relax
tra Londra ed il Wild Weekend festival: volo da Torino col Goti, atterraggio
sul fango: in quei giorni lì c’è stata l’alluvione…
Il viaggio è cominciato con il tragitto aeroporto – Londra
su di un treno che attraversava la campagna inglese completamente alluvionata
(come in Piemonte qualche settimana prima), siamo pure passati in un punto
in cui l’acqua era sulle rotaie. A parte un
altro paio di episodi minimali, questa devastazione acquifera non ci ha
toccati, nonostante i giornali locali parlassero di disservizi incorsi
alla rete dei mezzi pubblici londinesi: la metropolitana ogni tanto ritardava,
si ma di un paio di minuti, altro che da noi, che normalmente ritarda
più di 2 minuti, quando è in orario (a Torino non c’è
ancora, la stanno “pensando” da 30 anni). Nei 4 giorni passati
a Londra abbiamo soggiornato al Gina’s Restaurant dalle parti di
Liverpool Street (vicino alla City), una bettola di infima categoria,
mandata avanti da Gina, persona molto rude, sbrigativa e decisa…
Siamo finiti lì , in base alla precedente esperienza del mio compagno
di viaggio, Luca; le camere erano proprio quattro mura ed un letto, senza
riscaldamento, ma comode per dormire e molto economiche. Il posto è
davvero folkloristico, molto bassi fondi, con annesso ingrosso di pesce
davanti all’ingresso delle camere, ed un buon odore di cibo perenne
che arrivava dalla cucina, si buono ! devo dire che si mangiava bene,
per lo meno quello che ho assaggiato, perché il tipico breakfast
inglese: pane e burro, bacon, fagioli, patate fritte e the l’ho
saltato… Tra l’altro (non è grammaticamente corretto
cominciare una frase in questo modo) il the, mia bibita preferita, in
Inghilterra in qualsiasi posto ti viene servito con la bustina e non liofilizzato
o simile. Comunque, eravamo lì , 4 giorni per girare soprattutto
per negozi di dischi e per vedere posti nuovi… così abbonamento
giornaliero della metropolitano, gambe in spalla, cibo schifoso e via…
Le tappe
principali sono state Camden Town, la City, la ruota sul Tamigi (solo
vederla) ed anche una capatina per il centro centro (i soliti posti).
A livello di negozi di dischi è stato interessante: mezza delusione
quelli dell’usato, sorpresa le grandi catene, che hanno un pacco
di vinile ed i singoli simil da classifica – indie in formato 7”
(spesso a prezzo di promozione). Dal terzo giorno sono cominciati ad arrivare
altri italiani, amici vari, alla fine eravamo una decina… E da qui
è cominciato il delirio festivo… cominciando da un altro
giro per la città, per farla vedere a chi non c’era mai stato
e per finire alla sera a cercare qualche posto dove mangiare cibo e non
schifezze, a poco; e poi in qualche locale: i famosi pub chiudono prestissimo
e dopo le 11 non
ti danno da bere, se fai il furbo chiamano i bobbies (è successo
a dei tipi nello stesso pub in cui eravamo noi). Una sera finiamo anche,
senza saperlo in un locale trendy, molto soft, con musica giusta, però
era un party privato per cui il grande della festa a noi non tocca…
Infine lasciamo la città sotto la pioggia per partire verso il
sud, diretti al festival, che si tiene sulla costa non lontano da Folkstone
e Dover; piove anche lì , ci prendiamo male, vista l’alluvione
in corso, ma miracolo dei miracoli, smette di piovere ! Il villaggio dove
si tiene il Wild Weekend è però allagato, ma il sole ed
il vento rimetteranno le cose a posto nel giro di poche ore. Il posto
è un villaggio turistico completo di piscina coperta, supermarket,
fast food etc… Il tempo di sistemarci nei bungalow (mobili) ed è
tempo che il festival dia inizio alle danze… nel bungalow siamo
assieme a 2 varesotti, anche loro malati di vinile, gli altri sono sistemati
in altri 2 bungalow, ci ritroviamo tutti per il rito, tanto atteso, della
spaghettata alle 5 del pomeriggio: uno dei momenti più belli dell’intero
viaggio. E poi tutti di corsa nel salone, cominciano i concerti…
Ricordare tutti coloro che hanno suonato sarebbe lungo e delirante, vediamo
un po’: ha cominciato un pazzo (The Lone Grinder) con chitarra,
ampli del menga e batteria: one man band, country rock n roll, assolutamente
geniale come dice il compare di viaggio Luca… Poi si fa sul serio:
la prima serata gruppi più o meno punk, la serata che ho apprezzato
di più: sul palco sono passati i nostri idoli Morticia’s
Lovers, Boonaraaas (punk pop al femminile) Johnny Seven Breakdown (ex
X Rays, duri e fighi!), Los Ass Draggers (meno veloci della volta che
li vidi al Paso, casinari come dei bravi spagnoli ed accompagnati da focose
fidanzate), poi a chiudere 2 gruppi garage, di cui ricordo poco, perché
se non ti piaceva un gruppo potevi andare nell’altra sala e ballare
coi vari dj’s che si alternavano a passare la musica che fa muovere
il culo ! Ed io ho fatto così . In un’altra sala invece proiettavano
b movies, vecchi video etc… e così la prima sera si fanno
le 4 del mattino. Secondo giorno, tempo bello, ma
fresco, alle due del pomeriggio aperitivo di concerti con 2 gruppi strumentali,
tra il surf ed il rhythm&blues, poi tempo libero sino alle sei di
sera, noi ne approfittiamo per riposarci e poi io me ne vo’ in piscina,
che goduria! piscina stile idromassaggio… lo dico, ho fatto il bagno
in mutande (non avevo portato il costume) , per goduria delle ragazze
presenti. Tempo di uscire da lì , asciugarmi ed è tempo
di concerti: la serata è orientata al surf, apprezzo: Magnum 500,
Cave Four (tedeschi simpatici, con una bella bassista), Mighty Gordins
(ex Vice Barons, più rock n roll, con le ballerine ! come al Paso
!), poi un gruppo australiano, che assieme agli altri
conterranei non ho sopportato, facevano tutti quel tipo di garage che
non sopporto ! 54 Nude Honeys, impatto giapponese al femminile, duro garage
punk diretto, il pubblico si muoveva a go go in mezzo anche ad una marea
di schiuma buttata da un ventilatore (a fine serata eravamo tutti insaponati
!). Hanno chiuso i Masonics, a quanto pare leggendari, non facevano concerti
da anni, suono alla Milkshakes (da cui derivano), intensi e sinceri, un
altro bel momento. Poi dj’s sino alle 2 quando ti sbattevano fuori
dalla sala, e dovevi invertarti il resto della nottata… ma prima
di questo sono comparsi 3 individui mascherati con strani strumenti metallici
costruiti a caso ed hanno improvvisato un po’ di brani rock n roll
ed un pezzo dei Ramones: delirio, la gente li ha circondati sul palco,
batteva il tempo, ballava…. Il mattino
dopo, distrutto, per risvegliarmi me ne torno in piscina dove avevo appuntamento
con gli altri; nel frattempo il tempo si è fatto tempestoso di
brutto… Così mi sono fatto un salto a vedere il mare, che
non avevo ancora visto, tempestoso quanto basta a farmi sentire la stanchezza
accumulata e un po’ di voglia di tornare a casa. Nel pomeriggio
hanno suonato i Surfing Lungs (grandi: surf punk cantato, da spiaggia
della california, peccato che lì invece stava tempestando) e Cecilia
et Ses Ennuis (beat pop, anonimo, da parte dell’ ex cantante dei
No Talents). C’era ancora la serata, molta gente era già
andata via, così c’è stata tranquillità, i
gruppi non mi hanno entusiasmato, tra garage e beat, ho passato la sera
a ballare nell’altra
sala e a chiaccherare, poi i saluti, un'altra bevuta tra amici nel bungalow
poi a nanna, al mattino si ripartiva verso l’aereoporto. Sveglia
presto, pronti via, no, non proprio, una delle ragazze era dispersa in
qualche bungalow, partiamo lo stesso coi varesotti in macchina verso Londra,
lì recuperemo la dispersa ritardataria e poi via verso l’aereo
del ritorno; la sera a casa, scorpacciata di cibo, di corsa a dormire
ed il mattino dopo al lavoro. Fine. Ed ora ? sono qui, sempre pronto a
partire, quando spunta l’occasione... senza pensarci su troppo...
Viaggiare è indubbiamente una ottima cosa per “perdere tempo”
, è anche abbastanza banale dirlo… Tutti quanti vorrebbero
muoversi, perché spesso si associa la parola viaggio alla parola
vacanze… il lavoro o gli impegni relegano tutto il resto nelle vacanze
e nel tempo libero… forse è giusto così , non credo…
di conseguenza tendo a considerare i viaggi che faccio come parte della
mia vita di tutti i giorni, non come una vacanza, un’extra, nel
quale lasciare tutto alle spalle per un po’… la realtà
non cambia…
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