Le origini
LE
ORIGINI ... a cura
di Marco A.
Alberti
Varie
teorie, diverse e contrastanti tra loro, si sono succedute, a proposito delle
radici storiche degli Scacchi, da quando il gioco ha acquistato
notorietà e adepti in tutto il mondo. Tramite l'opera infaticabile dei vari
studiosi, si è da sempre cercato di identificare con la maggior precisione
possibile il luogo di nascita degli Scacchi, oltre alla sua
collocazione in un'epoca e in una civiltà ben precise. Come già detto, i
risultati sono discordanti, e fanno presupporre che esistono numerose, possibili
alternative, che sfumano e si perdono nel tempo, e che non è possibile
classificare cronologicamente. Sembrerà strano, ma pare che nell'antichità, in
diversi punti del mondo, ci siano state tracce evidenti e quasi contemporanee di
rudimentali giochi da tavolo, inventati dalle popolazioni di quei luoghi,
lontanamente apparentati con gli Scacchi moderni: e un discorso che
vale per la Roma imperiale, dove si praticava un gioco chiamato ludus
ladrun colorum (il gioco dei ladruncoli), come per la Cina (SiangKhi) o
l'lndia (Shaturanga), e lo stesso dicasi per le antichissime popolazioni
nordiche. Sembra comunque che il gioco degli Scacchi che si diffuse con
grandissima rapidità, molto prima dell'anno Mille, attraverso i continenti,
passando per la Persia e l'lndia e raggiungendo l'Arabia, abbia avuto origine
soprattutto dal gioco cinese del SiangKi. Anche in Europa, però,
sembra esistessero, a parte il ludus ladruncolorum dell'antica
Roma, palpabili presenze di giochi consimili: ad esempio, nell'Ellade (Grecia),
oltre che in necropoli come quella di Venafro (Molise), dove recenti scavi
archeologici portarono alla luce intere serie di "pezzi" intarsiati,
sorprendentemente simili a quelli attuali. Cosa si può dedurre da tutto ciò,
sia pure col beneficio del dubbio? Che è molto probabile l'esistenza di una
connessione storica tra queste due principali linee d'origine: quella orientale
(Cina, India, Persia e Arabia) e quella europea (Roma, Antica Grecia e Nord
Europa). La giustificazione più evidente di una fusione tra le due linee è
sicuramente rintracciabile nelle invasioni arabe nel Mediterraneo. Dall'anno
Mille circa, quindi, il gioco deve essersi sviluppato secondo un unico, grande
tracciato, anche se con regole completamente diverse dalle attuali, e soggette,
nel corso del tempo, a profonde trasformazioni e aggiornamenti. Difatti, nella
pratica più antica a nostra conoscenza (cioè a partire dal XI secolo, in età
medioevale. esistevano pezzi l'Alfil, progenitore dell'Alfiere,
l'Elefante in seguito aboliti o trasformati nelle funzioni fino ad
assumere le odierne connotazioni; la regola dell'arrocco non
esisteva, e molto tempo doveva passare prima che fosse ufficializzata e
codificata nei primissimi manuali. Insomma, dagli albori del Medioevo in poi
(per giungere al Rinascimento) doveva prendere il via una serie di
importantissimi cambiamenti, che riguardavano da una parte la tecnica del gioco (i
pezzi, le regolamentazioni a proposito del "movimento" degli stessi
sulla scacchiera, le dimensioni e il numero di caselle di quest'ultima), e
dall'altra la diffusione vera e propria degli Scacchi come gioco non più
riservato ai monarchi e ai grossi signorotti feudali, ma anche praticato dal
popolo, come semplici scudieri o artigiani