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Approfondimento
Federazione Scacchistica Italiana
Guida Tecnica

2. PENSIERO ED APPRENDIMENTO

e ricerche è che il patrimonio genetico non è tanto determinante quanto l’ambiente nello sviluppare le qualità cerebrali. Addirittura un ambiente carente di stimoli può persino ridurre la crescita del cervello sia diminuendo le dimensioni sia riducendo il numero di neuroni. Per contro, un effetto ottimale si ottiene in un ambiente stimolante, ancor più soddisfacente se si osservano i dettami di una sana alimentazione e si pratica dell’esercizio fisico.
Purtroppo, pur così ottenendo le condizioni fisiologiche ideali, l’intelligenza e l’apprendimento non ne sono conseguenza automatica.
Occorre anche insegnare un corretto modo di pensare, come apprendere con profitto, come ragionare. La scuola, purtroppo, per quanto deputata a tale compito è del tutto carente, adusa a mezzi e metodi desueti ed inefficaci.

  «Molti bambini non imparano ad apprendere perché gli viene imposto un modello educativo in cui una cosa si può fare solo giusta oppure sbagliata. Ma quando si programma un computer non si riesce quasi mai a fare un programma corretto la prima volta. Imparare a programmare bene, significa diventare estremamente abili nell’isolare e correggere i «bugs», le parti che impediscono al programma di girare. La domanda da farsi non è se il programma sia giusto o sbagliato ma se sia definitivo…»

Seymore Papert - Mindstorms

  I bambini che imparano a programmare sviluppano la capacità di mutare atteggiamento di fronte agli errori ed acquistano nuove attitudini nella riflessione e nell’apprendimento.
Quando i bambini non sono obbligati a far bene al primo colpo e possono applicarsi ad un problema analizzando i dati e modificando le idee a piacimento finché non giungono a soluzione, inizia a svilupparsi in loro una grande confidenza di fronte a problemi analoghi o d’altro genere, nei giochi e nella vita.
Il ragionamento scacchistico è fondato su questo modello e si esalta quanto più si gioca con piacere senza temere la sconfitta. Si auspica vivamente che gli scacchi un giorno affianchino (e ringiovaniscano) il latino e la matematica!
- La memoria
La memoria è alla base delle operazioni intellettive. Senza un archivio di informazioni sarebbe impossibile confrontare le varie esperienze per trarne conclusioni. Non si conosce il meccanismo che ci consente di ricordare e non si ritiene necessario riportare le suggestive ipotesi dei vari ricercatori, però è comunemente accettata la distinzione dei tre tipi di memoria. Il primo tipo, la cosiddetta memoria a breve termine, ci consente di ricordare, ad esempio, un numero telefonico sufficientemente a lungo per comporlo senza leggerlo. La memoria a lungo termine ci consente di ricordare per tempo indeterminato un numero che abbiamo ripetuto spesso o che è particolarmente importante da memorizzare (è evidente che si è verificato un cambiamento all’interno del sistema nervoso, ma non si è scoperto in cosa esattamente consista).
Oltre a questi tipi di memoria ne esiste un terzo, cosiddetto «operativo» ed è quello che ci consente di conservare informazioni importanti per un breve periodo di tempo, di richiamarle e, se necessario, dimenticarle.
Tali informazioni possono essere anche trasferite nella memoria a lungo termine.
Negli scacchi, tutti e tre i tipi di memoria sono estesamente utilizzati e adeguatamente esercitati. E’ utile osservare come contribuisca alla qualità del ricordo l’associazione dell’esperienza informativa ad intensi stati emotivi, meglio se positivi, e soprattutto se si è assunta l’informazione attraverso più canali percettivi.
La memoria cosiddetta visiva che negli scacchi consente la visualizzazione mentale, ovvero il vaglio dinamico dei pezzi senza muoverli fisicamente, è la stessa utilizzata nelle scelte di gioco dal play-maker del basket o del regista nel calcio (gens una sumus!) ed è veicolo di una qualità eminente nel cervello umano: l’immaginazione!
- L’intelligenza.
E’ difficile poter definire compiutamente questa qualità generale del cervello poiché essa si manifesta in varie forme, specializzandosi in operazioni conformi agli interessi ed attitudini della persona che la possiede, perciò si può ipotizzare l’esistenza di varie intelligenze. Tra queste, l’intelligenza di tipo logico-matematico è ritenuta, convenzionalmente, la base del ragionamento umano, la chiave che permette in termini induttivi-deduttivi di scoprire i misteri dell’universo. Secondo Gardner, in un libro diventato famoso sulle intelligenze multiple, esistono varie forme di ragionamento o intelligenza differenti da quella logico-matematica e cioè l’intelligenza spaziale, l’intelligenza linguistica, l’intelligenza musicale, l’intelligenza cinetico-muscolare ed altre più personali, legate ad attitudini specifiche. Globalmente può definirsi intelligenza la capacità di risolvere problemi quotidiani od eccezionali ovvero di assumere atteggiamento idoneo di fronte ad essi, mediante la comprensione dei rapporti coesistenti tra gli elementi della situazione in esame.
- L’attenzione, la concentrazione, le emozioni.
L’attenzione e la concentrazione sono diversi stati, per completezza ed intensità, dell’applicazione intellettiva. La prima, facilmente volatile, impegna superficialmente il cervello, quel tanto che basti a rendere lo stimolo d’attuale interesse, prioritario rispetto ad altri. La seconda, invece, implica i sensi e la mente in modo totale ed esclusivo, al punto tale che le emozioni coinvolte sono generalmente di alta risonanza ed in grado di fissare stabilmente il vissuto nella memoria.
Nella semplice attenzione, spesso è necessario un rinforzo motivazionale affinché essa non si disperda, procurando oscillazioni d’intensità tra il suo minimo e la concentrazione che è il suo massimo.