TOTò

     Il principe della risata

        BIOGRAFIA (11PARTE)

 

 

 

 

Già nel lontano 1933 il marchese Francesco Maria Gagliardi Focas lo aveva adottato, dandogli quindi il suo nome, in cambio di un vitalizio. Alla morte di questi potrà fregiarsi dei titoli araldici tanto sospirati. Una conquista che però arriva solo dopo una battaglia giudiziaria durata parecchi anni e portata avanti con caparbia dall'attore.

                        TOTO' CON VITTORIO DESICA
                           Totò con Vittorio De Sica

Dal 1945 avrà finalmente il diritto di farsi chiamare Antonio Griffo Focas Flavio Angelo, Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, Altezza Imperiale, Conte Palatino, Cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e Illiria, principe di Costantinopoli, di Cicilia, di Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e di Duraz.

                      TOTO' CON ALDO FABRIZI E ANNA MAGNANI
                      Totò con Aldo Fabrizi e Anna Magnani

Iniziati all'insegna del successo, dei premi (un Nastro d'Argento per "Guardie e ladri"), gli anni ‘50 vedono la doppia "pugnalata", come lui la chiamava. della ex moglie Diana, che si risposa, e di Liliana che si unisce a Gianni Buffardi, figliastro del regista Carlo Ludovico Bragaglia, un uomo che a Totò non piaceva (anche se gli darà due nipoti e diventerà suo produttore per alcuni film, Totò aveva visto giusto e il matrimonio durerà molto poco).

Ma come al solito nella vita dell'attore, alla ferita segue un momento felice. Nel 1952 conosce e si innamora di Franca Faldini, ancora una volta una giovanissima (ha 21 anni). 
Si fidanzano ma non si sposano, saranno inseparabili.

                               TOTO' CON FRANCA FALDINI
                                Totò con Franca Faldini

Il sipario calò sulla sua vita il 15 aprile 1967, verso le tre e mezzo del mattino nella sua casa di Roma, l'ora in cui d'abitudine si ritirava per dormire. 

Nel giro di sette ore un susseguirsi di attacchi cardiaci lo avevano stroncato. Se fosse sopravvissuto all'ultimo sarebbe rimasto paralizzato, muto e totalmente cieco. Parzialmente lo era già. Il primo attacco era sopravvenuto proprio quando, ricevuto l'esito negativo dell'elettrocardiogramma effettuato un paio di giorni prima in seguito a un malore, gioiva per lo scampato pericolo. Il cuore, quel cuore croce emotiva e delizia di salute di tutta la sua vita, gli aveva giocato un tiro irreversibile. Un tradimento alla vigliacca. Ad ogni check up semestrale i medici non glielo avevano forse decantato, definendolo un muscolo da testo, bradicardico quanto quello di un atleta, eccezionalmente perfetto? Forse erano state le tante sigarette, i molti caffè quotidiani, chissà, comunque non se lo sarebbe mai aspettato, proprio da lui. 

Alle 11,20 del 17 aprile viene trasportato nella chiesa di Sant'Eugenio in viale Belle Arti. Sulla bara, la bombetta con cui aveva esordito e un garofano rosso. La cerimonia si limita a una semplice benedizione, a causa delle difficoltà create dalle autorità religiose perché con la Faldini non era sposato.
Totò aveva sempre espresso il desiderio di avere funerali semplicissimi. Alle 16,30 la salma di Totò giunge a Napoli accolta, dall'uscita dell'autostrada fino alla basilica del Carmine, da una marea di folla. Viene sepolto nella cappella De Curtis al Pianto, il cimitero sulle alture di Napoli

                       
                 Le persone che accorsero ai  funerali di Totò

Nella Basilica del Carmine Maggiore (Napoli) lo attendevano circa tremila persone, mentre altre centomila sostavano nell'immensa piazza antistante. Un lungo applauso salutò per l'ultima volta Totò, poi il suono delle campane.

                                I FUNERALI DI TOTO'


Non era stato un uomo particolarmente religioso, ma a modo suo credente lo era. Credeva senza mezze misure nell'Artefice di questo Creato che non si stancava di ammirare e su di Lui non ammetteva lazzi o linguaggi irriguardosi. Non credeva in quell'Aldilà prospettato già dalla prima preghiera che ti infilano in bocca e anzi, a questo proposito affermava che l'inferno e il paradiso sono entrambi qua, in questo mondo, da quell'altro nessuno era mai tornato a descriverglieli.

 

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