TOTò

                                             Il principe della risata

                                                                   BIOGRAFIA (SINTESI)

 

 

Le date e la biografia in sintesi:

1898 15 febbraio: a Napoli, in Via S.Maria Antesecoula, nel rione Sanità, nasce Antonio Clemente, figlio di Anna Clemente e di N.N. . Egli cresce nel suo quartiere, conosciuto come Totò, nome che gli rimane in arte. Nella vita privata ha sempre voluto che lo chiamassero Antonio. 1916 Antonio presta il servizio militare inizialmente presso il Reggimento di Fanteria di Livorno, ma trascorre il periodo di leva soprattutto in ospedale per malattie simulate. Tra una degenza e l'altra, Totò subisce le vessazioni di un caporale che gli farà coniare la frase, divenuta celebre: Siamo uomini o caporali? 

1916: Totò viene assunto, senza paga e in prova, dalla Compagnia di Umberto Capece che gestisce il Teatro Salone Elena: Per aver chiesto l'importo per il rimborso del biglietto del tram viene licenziato "in tronco".

1917: Totò si presenta all'impresario Peppe Jovinelli, titolare dell'omonimo teatro romano di varietà (fondato nel 1909), proponendogli di imitare il repertorio del noto attore "fantasista eccentrico" Gustavo De Marco con cui l'impresario aveva rotto i rapporti . Così egli interpreta con successo "Il bel Ciccillo", "Se fossi ricco", "Paraguay". 

1920: Lavora al Teatro Orfeo di Napoli. La sua scenetta più acclamata è ispirata alla canzone, a quel tempo famosa, dal titolo "Vipera" da lui trasformata in "Vicolo". 1922 Tramite il suo barbiere Pasqualino, Totò riesce a farsi scritturare nel più importante teatro di varietà romano, il Teatro Sala Umberto. Da questo momento ha l'ascesa di Totò nel varietà prima e nella rivista poi. 


1923-25: Si esibisce nei Teatri Trianon e San Martino di Milano e al Maffei di Torino, avendo come repertorio "Cane e gatto", "Il gagà" (riproposto più tardi in una delle sue riviste)," Biondo corsaro", "Otello".

1924: La madre Anna Clemente e il marchese Giuseppe De Curtis (che per motivi familiari non aveva potuto sposare Anna prima) si uniscono in matrimonio. Il padre legittima così il figlio che, dopo accurate ricerchearaldiche, assume i predicati nobiliari di Angelo Ducas Commeno De Curtis. Dai documenti del Comune di Napoli fa cancellare la denominazione in base alla quale era, per la società, Antonio Clemente, di Anna Clemente e di N.N.. 

1926: Recita accanto alla notissima soubrette Isa Bluette nella Compagnia Maresca; partecipando alle riviste "Madama Follia", " Il paradiso delle donne", "Girotondo", "Mille e una donna". 

1928: Definitiva consacrazione al Teatro Nuovo della Compagnia Molinari: Totò partecipa, come protagonista, alle riviste e alle operette "Un turco napoletano", "O' e' Rusinella","Metteteve a ffa' l'ammore cu' mme' ","I nipoti del sindaco","Na creatura sperduta","Bacco Tabacco e Venere", ma soprattutto "Messalina" (dove interpretava il ruolo di Caio Silio) e "I tre moschettieri" (dove impersonò D'Artagnan con una stampella d'armadio per spada e una penna di cappone sulla bombetta. 
1929-32 Sempre dalla direzione del Teatro Nuovo di Napoli, Totò viene scritturato per la Compagnia Cabiria e poi nuovamente dalla Compagnia Maresca, il 3 dicembre 1929 Totò inizia una passionale relazione con la soubrette napoletana Liliana Castagnola, in quel tempo notissima, che il 3 marzo 1930, credendo che Totò volesse abbandonarla, si suicidacoi barbiturici. Totò ne rimase sconvolto. Liliana Castagnola riposa nella tomba di famiglia dell'attore che, invece di dare il nome della nonna paterna, com'era tradizione, chiama sua figlia Liliana. 1933-40 Totò diventa capocomico di una propria formazione di varietà e nel suo repertorio troviamo: Era lui...si si, era lei...no no, La banda delle bambole bionde, Il mondo è tuo, Quelli della mano verde, 50 milioni, c'è da impazzire, Belle o brutte purchè sian donne mi piaccion tutte, La vergine indiana, I tre moschettieri, Dei due chi sarà?, Fra moglie e marito la suocera e il dito, Se quell'evaso fossi io.

1935 15 aprile : a Roma, Totò si unisce in matrimonio con Diana Rogliani. Dalla loro unione nasce Liliana.

1937-66: Nel 1937 Totò interpreta il suo primo film "Fermo con le mani" di Gero Zambuto. Da quell'anno al 1967 interpreta 97 film visti da 300 milioni di spettatori, un record che non ha eguali nella storia del cinema italiano. Nel 1938 gira con Carlo Ludovico Bragaglia il secondo film "Animali pazzi", ma è con la regia di Amleto Palermi, nel film "San Giovanni Decollato", tratto da una commedia di Nino Martoglio, che Totò offre la misura delle sue possibilità di attore comico cinematografico. Gli sono accanto Titina De Filippo, Silvana Jachino e Franco Coop. 

1941-48: Nel teatro di rivista si forma il sodalizio Totò-Michele Galdieri, forse il miglior autore italiano di riviste. E' il successo definitivo con "Quando meno te l'aspetti" (1941), "Volumineide" (1942), "Orlando curioso" (1942-43), "Che ti sei messo in testa" (1944), "Con un palmo di naso" (interpretato, come altre riviste, con Anna Magnani nel 1944), "C'era una volta il mondo" (1947), "Bada che ti mangio" (1948). Nel 1946-47 Totò interpreta la rivista "Ma se ci toccano nel nostro debole" di Nelli, Mangini, Garinei e Giovannini. 1948 Totò diventa protagonista di due films comici che gli danno una vasta poplarità e che si affermano come campioni d'incasso: "Totò al giro d'Italia" (la prima pellicola che, nel titolo porta il nome di Totò, che poi si ripeterà in altri 33 films) e "Fifa e Arena". 


1949-51: In questi tre anni Totò intrepreta 16 films, da "L'Imperatore di Capri" a "Totò cerca casa", "Totò le mokò", "47 morto che parla", "Totò sceicco", fino a "Guardie e ladri" di Steno e Monicelli, interpretato insieme ad Aldo Fabrizi, che gli vale il primo <Nastro d'argento> da parte del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani. 1952-56 Prosegue l'intensa attività cinematografica di Totò: dei suoi films migliori citiamo "Totò a colori", "Un turco napoletano", "Miseria e nobiltà", "L'oro di Napoli" di Vittorio De Sica, "Siamo uomini o caporali?".


1957: Totò viene colpito agli occhi da una grave forma corioretinite emorragica che si manifesta durante una tournèe "A prescindere", che gli riduce di molto la vista. Ma egli non si scoraggia e continua ad interpretare films di grande successo come "I soliti ignoti", "Totò nella luna", "La cambiale", "I tartassati", "Risate di gioia" con Anna Magnani, "Il comandante", "Operazione San Gennaro". Dall'inizio della malattia agli occhi e fino al 1967, Totò interpreta altri 43 films. 

1961: Una giunta di giornalisti gli assegna a Saint Vincent la <Grolla d'oro> con la motivazione: "Al merito del cinema, per aver da lunghi anni onorato l'estro e il genio del teatro dell'arte".

1966: Il sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici gli assegna il secondo <Nastro d'argento> per la sua interpretazione del film "Uccellacci e uccellini" di Pier Paolo Pasolini. Per questo film Totò ha una menzione speciale al Festival di Cannes. Ormai quasi cieco, ma sempre ricco di amore per la vita, Totò partecipa al film "Capriccio all'italiana", negli episodi "Il mostro" e "Che cosa sono le nuvole" di P.Paolo Pasolini. Ma il 14 aprile interrompe la lavorazione e nella notte di sabato 15 aprile subisce un gravissimo infarto. 

1967: Si conclude così la vita terrena di uno dei più grandi attori di varietà, di rivista, e di cinema, per molti il più grande. La televisione, riproponendo di continuo i suoi films, seguiti e amati dai giovani, conferma la sua straordinaria umanissima arte che lo rende unico attore italiano, attuale e presente, a 33 anni dalla morte. Totò compose il volume di poesie " 'A livella" e numerose canzoni "C'aggia fa'!...C'aggia di!", "Miss mia cara miss", "Nemica", "Core analfabeta", "Povero core mio" e naturalmente "Malafemmena", forse la più nota e bella.


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