Frugando nella soffitta polverosa dei pensieri,
ritrovo una vecchia sfera di cristallo, e ne svolgo un filo di parole,
come un mago senza più pubblico pagante e libro di magia,
prevedendo il futuro che è già accaduto,leggendo nel passato che poi sarà,
Ritrovo la vecchia clessidra, con tutti i suoi granelli di sabbia,
che a volte sembra sale, a volte sembra zucchero,a volte sembra niente,
la rigiro e i granelli di sabbia non cadranno mai come sono già caduti,
e la rigiro e di nuovo tutto ricomincia daccapo, con tutto diverso.
Frugando nella soffitta polverosa mi capitano in mano molti sogni,
che sono fatti come le navi dentro alle bottiglie,
e anche se le appoggio sopra alle mensole e non le guardo più,
loro non hanno mai smesso di navigare, di attraversare oceani e tempeste,
anche se il mal di mare mi ha sbarcato, e non ho più lasciato la terraferma.
Nella soffitta disordinata ci sono chili su chili di fotografie,
che ho messo nelle scatole perchè non prendessero polvere
nostalgie di carta che fanno dimenticare il tempo se le faccio passare,
e fanno ricordare come era il mio cielo prima delle troppe mani di vernice.
Troppo difficile non perdersi nei ricordi che sono confusi,
come foglietti di block-notes pieni di appunti,
che ho archiviato disordinatamente, frettolosamente,
sottili come rintocchi notturni di un campanile solitario.
Nella soffitta polverosa dei pensieri,
ritrovo la vecchia vita di qualche anno fa,
quella che avevo prima di farne fare una nuova su misura,
dimenticandomi di ordinarla con le tasche, dove infilare le mani e le cose.
Ci sono quadri che non sono più appesi alle pareti, nella soffitta,
raffigurano paesi lontani, visti per la prima volta dopo un lungo viaggio,
quando albeggiava, quando vedendo nuovi luoghi e nuove case,
sembrava fossero nuovi anche i raggi del sole.
Ho trovato anche una scatola che non ricordavo nemmeno più di avere,
con dentro delle emozioni tanto intense quanto vecchie,
come sentire cadere le gocce di pioggia al riparo di un grande albero
o un profumo di fiori standosene seduti fuori, una sera.
Nella soffitta polverosa dei pensieri ci sono dei diari mai scritti,
lasciando che i giorni passassero con i loro disordini e pigrizie,
dove è stato troppo facile voltare pagina senza finire di scriverla,
o facendo finta di non avere la penna, dicendomi che mi sarei ricordato che cosa segnare.
Ci sono scaffali con molti oggetti nella soffitta,
c'è il fumo della moka quando sta salendo il caffè dove rifugiarsi nei momenti di solitudine,
c'è il suono lontano di un'orchestrina di liscio che fa compagnia,
c'è l'osteria e un dolce baccano di fisarmoniche e gente chiassosa.
c'è il vento freddo e sottile che porta la neve,
c'è il grande grandissimo concerto dove ho suonato anch'io.
c'è uno specchio dove guardarsi e ritrovarsi ad ascoltare.
Ascoltare la propria voce senza dire una parola,
silenzi irreali ma in continuo movimento,
come porti e barche sotto la neve, e onde che non finiranno mai.
Frugando nella soffitta polverosa dei pensieri ho scoperto molte cose,
ho scoperto che non avrei trovato quello che stavo cercando,
ho capito che non avevo il tempo di mettere a posto,
ho visto che dopotutto tutto sta bene dove sta,
e che togliere la polvere, non sarebbe stato possibile.

Insonnie e pentagrammi rifiorenti Nebbie e marciapiedi aguzzini
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