La tua potrebbe essere una storia qualunque, di una donna qualunque,
una donna con il viso un po' allegro, e il cuore un po' triste.
Una donna dai mille volti, dai mille corpi, dai mille amori,
mille amori senza gli sguardi degli occhi chiusi, mille amori di carne,
amori a tempo, a vuoto perdere, con in omaggio solo il ricordo di un profumo.
E null'altro di te.
Nessuno ti vede, quando ritorni, nella tua vita, nella tua casa,
nascosta a tutti, lontana dal mondo e dagli echi delle macchine,
che si perdono nella nebbia, nel freddo. Nessuno ti vede, nessuno sa chi sei...
Solo io ti vedo. Ti vedo ma senza fare rumore. Ti vedo in punta di piedi, in silenzio...
E ti amo, nel silenzio, ti amo da dietro ad un vetro.
Amore di baci mandati, baci sussurrati, baci immaginati,
Amore di parole e canzoni, amore ingannato dei giorni di pioggia,
amore che vorrei ingannare quei giorni che vorrei non amarti,
quei giorni che sarebbe meglio non amarti.
Quei giorni che ho chiesto anche alle carte se sarebbe stato giusto amarti.
Ho voluto immaginarti in un pomeriggio d'inverno,
con il freddo che ti arrossava le guance e il tuo sorriso,
che nulla al mondo ti avrebbe cancellato.
Ho voluto immaginare te e me al mare,
con il tuo sguardo che va oltre l'orizzonte, e si perde nell'infinito.
Ho voluto immaginare te e me come musicisti di strada,
con i cappotti lunghi fino ai piedi e la chitarra sulle spalle.
Chissą se troverai il tempo per amarmi, anche solo per un'istante,
semplicemente voltandoti verso di me, verso il vetro da cui ti amo.
Quando la nebbia si muove e sembra vento,
quando piove e vorrei poter camminare nella pioggia,
quando il bollitore fischia e vorrei offrirti una tazza di tč.
quando vorrei vederti qui, che ti riscaldi le mani con la tazza di tč,
quando telefono e vorrei aver fatto il tuo numero.
Quando vorrei che a rispondere fossi tu.
Ogni sera, quando ti vedo uscire, quando ti togli la vera donna che sei,
quando diventi un pezzo di carne, quando ti allontani dal mio vetro,
quando sparisci verso il mondo... suono il violino, pur non sapendolo suonare,
ma sperando che il mio archetto diventi una leva,
e le corde un punto d'appoggio per sollevare il mondo.
Sollevarlo e farlo rotolare, rotolare, rimescolare.
Cambiare, fare si che tu possa ritrovarti da un'altra parte.
Sotto ad un cielo non pił a basso costo, in un sonno senza pił incubi.
Se potessi muovermi, se avessi una vera vita, se la mia vita non fosse legata a questa finestra,
se il mio mondo avesse bivii o possibilita di scelta, ti verrei a prendere,
ti strapperei quella pelle cosģ nuda, ti toglierei quelle invisibili catene della vita,
vita che non hai potuto scegliere, vita che non credevi che sarebbe stata da vivere.
So che stai per uscire. Sono pronto col violino.
Anche stasera il tuo lavoro senza associazioni di categoria e contratti, ti farą passare qui.
Davanti a me. Davanti alla finestra dalla quale ti mando baci invisibili. Amandoti in silenzio.

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Ho di meglio da fare