RECENSIONI
Toxicity
Uno dei fondamentali "pomi della discordia" nel nostro
genere preferito oggi e, comunque,da alcuni anni a questa parte,e'
sicuramente il subgenre chiamato da molti numetal o postmetal.
Ho detto "pomo della discordia" poiche' questo ramo
del metal e' sicuramente oggetto della maggior parte dell'astio
da parte di chi ne critica l'eccessiva natura mainstream,la
commercialita',lo scarso valore musicale,dimenticando che in
tutte le cose,e il caro numetal non fa eccezione,c'e' del buono
e del cattivo,e che la parola "nu" non e' per forza
di cose sinonimo di modernita' e voglia di andare avanti,anzi-come
testimonia l'inesorabile declino del suddetto genere nell'ultimo
periodo.Una delle band migliori,tra il mare di letame d'oltreoceano,e'
senz'ombra di dubbio il soggetto di questa recensione, ovvero
i System of a Down.Il debut di questi quattro americani d'origine
armena,prodotto da Rick Rubin(di Slayeriana memoria)stupi' gran
parte dell'audience (nu)metal per il mix particolare di eredita'
armene,creativita' rara,soluzioni bizzarre ed inaspettate,un
cantante a mio parere superlativo(simile per certi versi al
grande Mike Patton) e tanta sana,anarchica, abbondante schizofrenia.
Adesso,dopo tre anni di trepidante attesa(era infatti il 1998)eccolo
arrivare nei negozi questo Toxicity che, diciamolo subito per
calmare i "bollenti spiriti",e' sicuramente l'album
della conferma dei nostri quattro sconsiderati.Sempre Rubin
dietro la console,che assicura una produzione addirittura piu'
potente ed incisiva del debut,ed ecco partire l'opener Prison
Song,una canzone anthemica con tutto cio' che i SOAD avevano
ed hanno,con qualcosa in piu':e' infatti chiaro come il gia'
ottimo Serj Tankian sia in un vero e proprio stato di grazia,rifilando
una prestazione ben superiore al precedente album,come del resto
tutto il gruppo, che si permette di saltare tra suggerimenti
pseudofolk più(Aerials) o meno (Jet Pilot,Science) velati,death,
suggestioni melodiche,pazzie alla Mr.Bungle o Fantomas,con un
atteggiamento pero' indiscutibilmente piu' focalizzato verso
una determinata direzione,rispetto alla piu' o meno completa
anarchia che caratterizzava l'esordio.Cio' secondo me non e'
affatto un male,anzi un segno della crescente maturita' della
band,che con questo secondo passo compie l'uscita dalla nicchia
nu/postmetal e la conferma ad astro splendente nel firmamento
del nostro genere preferito.Uno splendido astro METAL.