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INTERVISTE

Intervista tratta da Babylonmegazine.net

Intervistare i System of a Down è stato uno dei miei primi sogni di scribacchino realizzatisi. Dopo oltre un anno di duro lavoro e impegno, anche per Babylon è giunto il momento di varcare la soglia ed iniziare a collaborare con la Sony Italia. Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta Paola della Sony, la cui gestione di questo "promo day" è stata impeccabile e la cui gentilezza fuori dal comune. Dire che i System of a Down sono tra i gruppi più originali, innovativi e curiosi che l'America abbia partorito è cosa risaputa. e l'ultimo album "Toxicity" lo conferma a pieno. Ma oltre a questo, il mio interlocutore Shavo Odadjian, bassista della band, si è dimostrato gentilissimo, disponibile e mentalmente davvero aperto. La chiacchierata è stata fatta in una lussuosa suite di un noto albergo, in una caldissima giornata di fine luglio, in quel di Milano. Shavo ha avuto così tante cose da dirci, che penso sia più opportuno lasciar spazio alle sue parole. Un'esperienza davvero interessante. Nella speranza di incontrare ancora artisti con cui parlare è un piacere, oltre che un dovere.

"Toxicity" uscirà a settembre e mi è sembrato un disco ben più sostanzioso del primo. Vuoi presentarcelo?Siamo noi, siamo i System of a Down. Il primo album uscì nel '98, ma la stesura dei pezzi iniziò nel '94-'95 e finì nel '98. Eravamo una band così giovane, con un produttore quale Rick Rubin, un guru nella scena, e decidemmo di registrarlo quasi live, abbastanza in fretta, sai... attaccare i jack e via! Le canzoni vennero fuori senza troppi strati sovrapposti, potenti, dirette, live. Era tridimensionale. Adesso abbiamo preso quelle cose e le abbiamo portate su un altro; dal 1998 al 2001, siamo sempre noi, i System of a Down, e i fan se ne accorgeranno. Ma ci sono un sacco di novità: c'è molta più melodia, Daron canta molto di più, la pesantezza si è "appesantita" ulteriormente andando a parare addirittura sul grind-core... tra le influenze posso citarti gli Obituary, uno dei miei gruppi preferiti nel death, ma in una canzone posso anche citarti i Beatles. Per esempio "Chop Suey" parte potentissima, su una base grind, e poi sfocia in momenti più tranquilli, ma comunque imponenti e orchestrali. Siamo cresciuti e siamo migliorati nello scrivere musica e nel suonarla. Questo è quello che ogni band dovrebbe fare; il nostro terzo album sarà il prossimo processo di crescita, non sappiamo quale direzione prenderemo ancora, ma una volta fatta la promozione, il tour e tutto il resto per "Toxicity" credo che avremo già le idee più chiare sul futuro... sarà sempre così per i SOAD, e se non succederà più.. beh, non ci saranno più dischi dei SOAD. Alla domanda che tanti ci stanno facendo "perché ci avete messo così tanto" rispondo che siamo stati in tour così tanto tempo e che ci è voluto tutto questo tempo per maturare e sviluppare le nuove idee. Non mi piacciono i gruppi che fanno il debut fantastico e il successivo uguale identico, perché erano in tour e componevano cazzeggiando sul tour bus. Non voglio che ci succeda una cosa così. Voglio che non dicano che siamo "la band del momento", voglio che ci vedano come una band per ieri, per oggi e per il domani. Questo è come vorrei essere considerato e questo penso sia il punto a cui il nuovo album ci porta: l'oggi! Anche il sound si è completato; sul primo disco la mazzata la prendevi in faccia, il nuovo lavoro ti colpisce in faccia, sulle gambe, sulla schiena e sulle chiappe... è come un vortice, che ti avvolge e ti smembra! Ci sono così tanti strati diversi nel sound dei SOAD del 2001, siamo migliorati molto, abbiamo ricercato più a fondo le soluzioni sonore, sia per le chitarre, Daron aveva dieci chitarre ad esempio ed era in una continua ricerca dei suoni più adatti. La stessa cosa è successa per la batteria; abbiamo voluto registrarla nella stessa saletta di registrazione dove fu registrato "Reign In Blood" degli Slayer. Volevamo quel suono, volevamo lo stesso suono che Dave Lombardo riuscì ad ottenere; così abbiamo registrato nello stesso posto... è stata un'idea di Daron. Così andammo in questo studio e iniziammo a lavorare, l'album è nato come un uomo, che cresce, cresce e cresce fino a diventare adulto. Come bassista ad esempio sono molto più soddisfatto del primo album; ora il basso ha un peso e il mio modo di suonarlo anche, sul primo disco avrebbe potuto esserci un qualsiasi altro bassista, ora il mio stile viene molto più preso in considerazione. Sono davvero soddisfatto, la scelta è stata per la crescita, considero ognuno in questo gruppo un artista, e la "crescita" è la condizione sine qua non per definirci tali e per sentirci tali. Avremmo potuto registrare lo stesso album 10 volte, ma non è ciò che vogliamo... e per il discorso di band che ci copiano, non c'è da preoccuparsi, se una band ci copia non è un problema, perché noi ci saremmo già spostati su altre idee e soluzioni. Progressione! Cosa vi ha influenzato sia musicalmente che socio-politicamente questa volta? Serj (Serj Tankian, immenso vocalist della band, NDR) si è occupato principalmente dei testi, della stesura di essi, mentre Daron ha dato un forte aiuto nel suggerire tematiche da trattare. Pensa ad esempio a "Prison Song", è venuto in mente a Daron il ritornello, poi Serj l'ha sviluppata. Questa volta anche l'influenza di Daron ha pesato parecchio: lui influenzava Serj, poi Serj lo influenzava nuovamente, e così via... influenzando me, influenzando John (John Dolmayan, batterista dei SOAD, NDR). La strada che abbiamo preso per quanto riguarda i testi è leggermente diversa. Il primo album è più sul politico e sociale. Le parole di Serj sono un po' più ermetiche, non si era mai sicuri di capire esattamente quello che volesse dire, erano metafore. Daron invece va dritto al punto, è estremamente diretto e si fa subito capire. Quindi questa volta si hanno sia parti più dirette, che si capiscono subito - quelle di Daron- che parti più complesse, nascoste, difficili da cogliere al volo- quelle di Serj. Ti fa ragionare... Sulle prime frasi di "Prison Song" è Serj che canta, parla del governo e di come fa in modo che la droga sia disponibile e ottenibile da chiunque, ma resta vago, poi arriva Daron e canta "I buy my crack, I smack my bitch, right here in Hollywood"... più chiaro di così: puoi camminare tranquillamente in mezzo alla Hollywood Boulevard ("right here in Hollywood") e comprarti la tua droga ("your crack"), puoi comprarti amore e sesso ("I smack my bitch"). Questo processo parallelo di composizione ci ha aiutato molto, ci ha aiutato nel moderare sia la complessità delle parole di Serj che l'eccessiva chiarezza di Daron. Non siamo una band "monodimensionale", non cantiamo solo di politica. Per quanto amiamo i RATM, non siamo loro; se scrivessero un pezzo che parla di saltare su e giù o trombarsi una tipa, verrebbero visti male. I System of a Down possono scrivere un pezzo così senza problemi. Una canzone, "Prison Song", può parlare del sistema carcerario degli USA, di come viene sovrappopolato, di come la droga viene prima distribuita e poi criminalizzata... le prigioni sono zeppe, ne vengono costruite altre, per esser anche queste riempite di persone che non meritano una gabbia per aver fumato uno spinello, accanto a chi magari ha ucciso dieci persone. Sai, personalmente credo che il governo faccia in modo che la droga sia così disponibile, ne trae guadagno dalle importazioni; i ragazzini che non hanno nulla di meglio da fare, la comprano e, se beccati, finiscono in cella. Quindi, ci muoviamo da parole di questo calibro a testi tipo quello di "Bounce", che non ha nulla a che vedere col sistema carcerario statunitense, ma parla del pogo... non ha senso, non deve aver necessariamente senso... questo sono i System of a Down. Non deve avere un senso, deve esser interessante, deve stuzzicare la mente, deve farti pensare. Allora l'ironia è fondamentale per voi? Sono completamente d'accordo... l'ironia è fondamentale per noi, ma non solo. Parliamo di una cosa che succede in America, ma se ti fermi a riflettere ti accorgi che succede anche in altri paesi. Pensa al discorso della droga, parlando con altre persone mi hanno detto che funziona quasi allo stesso modo: criminalizzano qualsiasi tipo di droga, mentre dovrebbero scindere, ad esempio, tra marijuana ed eroina, le mettono sullo stesso livello L'alcool è legale e la marijuana no, il primo uccide e la seconda no: c'è qualcosa di sbagliato, no? Riescono a trarre più profitto dagli alcolici perché non puoi produrteli da solo, ma a loro non interessa se è più dannoso per le persone. La marijuana volendo puoi coltivartela, il whisky no direi. Se ognuno si coltivasse la marijuana, gli import scenderebbero, inoltre non potrebbero tassarla, non riuscirebbero a ricavarci alcun profitto... per questo penso che sia illegale! "System Of A Down" ha avuto un successo planetario e siete in fretta diventati tra gli acts maggiori del new metal. Le aspettative per "Toxicity" erano così alte... avete ricevuto pressioni o avete temuto di non riuscire a fare un album agli stessi livelli del primo? Come dicevo, abbiamo voluto che la band crescesse e la ragione per cui abbiamo impiegato così tanto tempo, è che sapevamo esattamente dove volevamo arrivare. Non volevamo un disco uguale al debut, ne tantomeno peggiore, volevamo esser contenti e ci siamo presi il tempo che abbiamo ritenuto necessario. Dalle 33 canzoni che avevamo siamo giunti alle 14 presenti nel disco. Siamo anche particolarmente soddisfatti dell'arrangiamento: le prime canzoni sono pesantissime, martellano, poi l'atmosfera si calma e ci sono momenti più soft... in ogni caso dovevamo esserne soddisfatti noi. No, non abbiamo ricevuto pressione; ci piace moltissimo il risultato finale, se verrà apprezzato bene, altrimenti pazienza! E' una cosa estremamente importante la nostra felicità, siamo noi gli artisti ed è il nostro nome che finisce sulla copertina, non quello dei fans. E' la nostra reputazione che viene messa in gioco. Abbiamo soddisfatto i fan col primo disco e abbiamo raggiunto la consapevolezza del traguardo che volevamo raggiungere col successore, e penso che i fan lo ameranno. Techno, grind-core, folk, disco music e jazz... così tante influenze, il resto è uscito quasi spontaneamente. Parlami della copertina e di cosa intendete quando cantate "the toxicity of our city"? Le cose sono andate così. L'album era pronto, ma non sapevamo ne come intitolarlo, ne quale copertina scegliere, volevamo un artwork che rimanesse impresso in chi lo vedeva... io mi occupo principalmente del lato artistico-visivo e un giorno mi venne un'idea. "Siamo di Hollywood e da sempre vedo quella scritta su quella collina, e se mettessimo il nostro nome lassù? Come se fosse nostra la città?". Così decidemmo che l'idea era quella giusta e chiamammo un artista che ce la realizzasse. L'ha realizzata come se fosse di 30 anni fa... tutti hanno una certa immagine di Hollywood: stelle del cinema, del rock, immense ville, macchinoni... solo un mucchio di fama, gloria e dollari. Se sei cresciuto davvero ad Hollywood, ti accorgi che è la cosa più lontana rispetto a come viene dipinta nell'immaginario collettivo. Droga, gangs, barboni, prostitute, criminali, travestiti, protettori... nessuno con un po' di testa vorrebbe crescerci i propri figli. Io e Daron, non ci conoscevamo ancora, ma vivevamo vicinissimi e ci ricordiamo le prostitute esattamente sotto casa, di fronte all'hotel, in attesa di clienti. Velenosi sono gli ambienti, le persone e "Toxicity"... ad esser sinceri all'inizio non sapevamo nemmeno se fosse una parola con un significato. Guardammo addirittura sul dizionario e la definizione era appunto "velenoso"... realizzammo dopo che poteva esser visto anche come "toxic-city", "città velenosa"... System of a Down- Hollywood- "Toxicity", un sacco dei testi parlano della droga, come ad esempio "Prison Song", ma anche "Needles" che tratta della dipendenza... insomma i collegamenti erano numerosi tra l'album e quel termine. Stavamo diventando scemi per decidere come intitolare l'album. Pensammo a "Second Album", o "N° 2". "Toxicity" ci è sembrato in fine il più opportuno, è oscuro, originale e non l'ha mai usato nessuno e andava bene con la copertina. L'artwork del booklet dipinge bene il significato del titolo, mostrando tutta la negatività di Hollywood... e aprendolo interamente darà un quadro preciso di cosa effettivamente è Hollywood. A volte senza volerlo le cose vengono fuori da sole, come un puzzle. Fa sempre effetto quando band americane escono con testi seri e impegnati. Pensi che sempre più persone stiano aprendo gli occhi, svegliandosi dalla manipolazione mentale perpetrata per anni? Mi piacerebbe e ci spero. Ma il fatto che tante band ne parlino lo vedo più causato dal fatto che hanno visto che a parlare di certe cose, si guadagna un certo rispetto. Una band dovrebbe esser in grado di fornire risposte esaurienti, come spero siano le mie e le nostre. Molte delle band attuali non hanno idea di cosa parlano e lo fanno quasi per moda, perché l'essere "controcorrente", paradossalmente, è diventato di moda. Io spero vivamente che tante band inizino a parlare seriamente di certe cose, e che tanti ragazzi ascoltino e vengano educati. Questa cosa è così cara a Serj. I media ti dicono le cose e ti guidano, facendoti diventare quello che vogliono i governi. Ti dicono quello che vogliono e tantissime cose non trapelano. Tu lavori tutto il giorno, torni a casa, ti siedi sul divano, guardi i telegiornali e, stai certo, non ti diranno tutto. Ci sono cose importanti che vengono tenute forzatamente nascoste. Io, da americano, ti posso dire che da noi è così. Tante cose, intendo come sono andate realmente, ce le racconta Serj, che si documenta fondo con libri, col satellite, navigando su Internet... Questo discorso lo stiamo portando avanti anche con questo disco. Il primo era più implicito, dovevi chiederci per capire esattamente cosa intendevamo; oggi siamo più diretti. Band come Slipknot o Mudvayne hanno usato molto la loro immagine. Il vostro modo di vestire e di truccarvi è originale, ma non sembra che l'immagine conti così tanto per voi. Quando iniziammo c'erano band come Coal Chamber... non tante comunque che usavano make up. Noi siamo fan esagerati dei Kiss. Se vuoi la nostra musica, puoi ascoltartela a casa; on stage offriamo una performance, uno spettacolo. Accendo la tv e mi vedo, ma non sono io... persone come me: tanto make up, testa rasata e un lungo pizzo... abbiamo smesso con questa cosa per questo motivo. Non offriremo più questo tipo di show, stiamo studiando qualcosa di diverso e originale. Adesso lo fanno in troppi. I Mudvayne hanno visto che funzionava e hanno continuato, si stanno guadagnando una popolarità notevole; lasciamo che accada questa cosa, ma per quanto ci riguarda passiamo oltre. La biografia allegata al promo è davvero curiosa. Chi ha avuto l'idea di usare un profilo psicologico di ogni membro per presentare il gruppo? E' stato il nostro agente pubblicitario. Volevamo trovare un modo curioso e originale di spiegare alla gente che siamo quattro persone diverse. Ognuno di noi vive, crede e pensa diversamente. Quando ci uniamo siamo i System of a Down. Un po' come il cartone Voltron: separati sono solo il giallo, il blu, il rosso... ma quando si unisce tutto, ecco Voltron, che spacca il culo! Tornando alle biografie, non volevamo la solita noiosa e comune biografia. Così uno studente di psicologia è venuto nelle nostre case, ci ha intervistato ognuno per mezz'ora e si è preparato questi profili. La prima volta che lessi il mio non ci capii nulla, poi dopo due o tre letture, mi dissi "ma si, può anche essere..." "sono io? Ok!" eheheh. Parlateci della vostra azione globale: siete molto coinvolti nel politico e nel sociale (Amnesty International, il genocidio Armeno...) Su questo, torniamo al discorso di prima: informare i ragazzi. Ognuno di noi crede in alcune cose e crede che valga la pena che vengano supportate. Dal momento che adesso abbiamo i mezzi per farlo, che la nostra voce ha più peso, lo stiamo facendo alla grande. La collaborazione di Serj per Amnesty International è di assoluto spessore, e da tutto se stesso per questa cosa in cui crede. Poi collaborazioni di tipo caritativo... C'è un tema in particolare che è caro a noi tutti, per ovvi motivi: il genocidio armeno. Siamo tutti armeni, culturalmente parlando, veniamo da quella terra. Il massacro è successo nel 1915 e siamo nel 2001, non solo non è stata fatta giustizia, ma il fatto non è stato nemmeno accettato dall'80-90% della popolazione mondiale. Prova a immaginare come posso, personalmente, sentirmi se mi hanno ucciso mia nonna e mi dicono che non sono stati loro. Io, loro, altri... tutti sanno che sono stati loro, governi compresi, ma nessuno aprirà mai bocca. Ci sono troppi interessi dietro, accordi economici internazionali... stiamo solo cercando di mettere in risalto il fatto che, specialmente in America le cose funzionano in un certo modo. Il motivo per cui tutti gli altri paesi non accettano quella disgrazia è perché l'America è potentissima e sono alleati. Non vogliono fare incazzare l'America, l'America non vuole far incazzare la Turchia, la Turchia e gli USA sono alleati... le cose sono reciproche e il genocidio viene automaticamente camuffato. I libri di storia in America sembrano libri di favole: "giunsero i coloni e scoprirono una terra nuova". No, non scoprirono un bel niente! C'erano gli Indiani nativi da un sacco di tempo, milioni e milioni uccisi. I bianchi avevano le pistole e gli Indiani no: la soluzione fu semplice ed efficace! "Abbiamo una bandiera e voi no: questa terra è nostra!". E' stato un altro massacro, un massacro per il quale è stata addirittura istituita una festività: il Giorno del Ringraziamento. Ringraziano il Signore per il cibo che hanno, ma chi ha dato loro quel cibo? Gli Indiani; li hanno uccisi tutti e quei pochi rimasti, relegati in un recinto. E questi sono Europei; si spacciano per Americani, ma sono Europei. L'unico vero americano è l'indiano nativo... per tutti gli altri il problema è solo "da quante generazioni sei lì?". Mio figlio sarà armeno, non americano! Non c'è una cultura in America; vedo cosa avete qui, centinaia e centinaia d'anni di testimonianze storiche, architettoniche, documenti, musei... è splendido e dovete andarne fieri! Molti libri, il più famoso dei quali "1984" di Orwell descrivono il controllo dell'umanità e la manipolazione delle menti. Alcuni di questi sono oggi realtà: come influenzano l'uomo? Pensa anche al consumismo... Mi stai facendo delle domande così difficili. Le persone in generale sono delle pecore. Seguono la massa. La gente deve usare più la propria testa nello stabilire cosa gli piace e cosa non gli piace. Pensa alla musica; una certa band fa cagare ma diventa famosa, perché da un gruppo di persone che la ascoltano si diffonde ad un altro e ad altri ancora. Non sanno perché quella musica gli piace, ma la ascoltano, forse perché vengono martellati così tanto da certe canzoni che alla fine se ne convincono. Questo è il discorso di MTV e dei legami che hanno con le etichette. Non vorrei far nomi... va beh, i Limp Bizkit! Alcuni dei ragazzi del gruppo, umanamente parlando, sono miei amici ecco perché non mi sento a mio agio ad aver detto il loro nome. Tanti usano Limp Bizkit quasi come "quella band che fa schifo"... ma non è colpa loro. Non ho mai pensato che la loro musica sfondasse, ma l'ha fatto e la ragione è che troppi si sono comportati da pecore. Se senti una cosa 10 volte al giorno, alla fine ti piace e ti convinci che ne hai bisogno... stessa cosa per le scarpe, o il cibo o qualsiasi altro prodotto. I SOAD cercano di esser anticonformisti, se qualcuno ci segue bene, ma noi non seguiremo mai nessuno, se non noi stessi. C'è bisogno di più individualità, si vivrebbe meglio. Il mondo ha bisogno di più "leaders", invece è pieno di "followers" (penso che lasciare i due termini in lingua originale, renda più chiare e meno fraintendibili le parole di Shavo, NDA). Ancora una volta, un perfetto esempio è l'Armenia, un paese senza leader. Siamo stati dominati dall'Unione Sovietica per così tanto tempo, che quando l'Unione si smembrò e divenne semplicemente Russia, noi non sapevamo più dove mettere le mani, non avevamo leader e il paese si disgregò. La gente abituata a ubbidire, non sarà mai capace di guidare e comandare un popolo. Di questo passo, il mondo finirà... il gioco è rischioso e la corda prima o poi potrebbe spezzarsi: tutti dovrebbero stare ben più attenti! La censura vi ha mai creato dei problemi! Purtroppo sì. Per il primo album, in Turchia. Il tour, con Sepultura e Slayer, toccava anche Istanbul, ma noi saltammo quella data per problemi di censura. E' uno dei tanti paesi dove on puoi dire quello che pensi. L'unica clausola che vogliamo è poter dire quello che vogliamo e pensiamo on stage, tra una canzone e l'altra Serj parla, e non racconta barzellette, ma ben altre cose, cose per cui in Turchia avremmo anche potuto essere arrestati, cose che riguardavano il massacro armeno, cose che i governi turchi hanno appoggiato... Un altro esempio. Volevano che registrassimo una versione del debut "ripulita" dalle parolacce... che senso ha? Nessuno e ci siamo rifiutati. Stesso discorso per i video. Parole come "gun", "kill"... parole importanti nel contesto della canzone. L'inizio di "Sugar" recita "the Kombucha mushroom people"... pensa, MTV ha tolto la parola "mushroom", nella convinzione che fosse una droga. Peccato che il "Kombucha mushroom" è una varietà di tè. E' molto fastidioso e umiliante venire censurati, ma noi abbiamo imparato a reagire. Ci censuri al concerto? Vaffanculo, non suoniamo per niente! Ci vuoi censurare i testi o le parole stampate sul libretto? Vaffanculo, non vendiamo il cd! La migliore e la peggior cosa della società americana? La migliore è che un sacco di persone, culture, idee e usi sono più facilitati nel mischiarsi: è un melting pot, bellissimo! L'aspetto peggiore è che il governo controlla troppo. Ti dicono che lo fanno per il tuo bene, ma del tuo bene a nessuno frega un cazzo purtroppo. Il motto diffuso in America è "for the people, by the people": sbagliato! E' "for the government, underlighten by the people". Ti nascondono le cose, l'America è la polizia del mondo, cercano di regolamentare tutto e tutti a seconda dei loro interessi e piani. Tutto è dettato dal profitto. Dalle esportazioni in un paese, agli aiuti umanitari... fino alle guerre. Se dovesse, sarebbe capace di scatenare la Terza Guerra Mondiale, per il denaro. Ma ci sono paesi innocenti nel mondo, paesi in cui la gente viene massacrata... pensa a Timor Est: quanta gente sa? Poca purtroppo. In America questi fatti non vengono raccontati... piuttosto ti parlano del gattino sull'albero; devi andare su Internet, devi guardare CNN International per capire un centesimo di quanto successo. Un ultimo messaggio ai fan e ai lettori? Non "aspettatevi l'aspettabile". Aspettatevi l'inaspettabile eheheh! Faremo qualche festival e all'inizio dell'inverno torneremo... personalmente vorrei venire come headliner: questo è il prossimo obbiettivo da raggiungere! Pensate in modo libero, abbiate sempre la mente aperta, non siate pecore, siate leader! I paesi potrebbero cambiare, il mondo potrebbe cambiare! Ciao e grazie mille!

(Stefano Gaspari)

 

 

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