La forma del consueto

Ci sono venti strani
che ti sorprendono
in autunni di mezze sere
e di mezze lune
quando le cose
hanno solo nomi consueti
e non puoi nominare la fantasia
se non con motti e smorfie
come d'uno privato
delle voce.
Ci sono venti estremi
che trasportano il tuo ego
verso altri limiti valicati
lungo parole che insegnano
ovunque quanto il remoto
sia presente ed il presente
un faro di ritorno.
Ci sono venti
che hanno il suono dolce
ed evocato delle sensazioni
ma si trascinano di brezza
in brezza come spinti
dal loro moto innato;
sono questi venti
che di stagione in stagione
temo
perché vivendo
si costruiscono solchi
si ergono palizzate informi
si creano distinguo
si invertono le virgole del tempo
al fine di confondere
e di confondersi.
E' in quel dolore intimo
quel navigare del sentimento
che i mille pretesti del pianto
altra attesa non hanno
se non un vento
che da dove in dove
li trasporti funamboli
a respirare tutte
quelle vite nascoste
che ci guardano
dalle nostre trincee di sogno
senza osare oltrepassarle.

Verso casa

Anni presunti
trascorsi in questa
galleria di sguardi
a misurarsi
e quattro mura
di tempo a
reinventarsi vissuti
empi tra storie
che in fretta
si dimenticano
e nuove storie
che in fretta nascono.
Perché
in quell'aspera di via Speranza
tutto era
tegole rubine
ammucchiate contro
un dissolversi di nubi,
sorrisi di case
e venti serafici su volti
cose vite lontane.
La vita era perdersi
in questi treni stanchi
di notte e barare
all'indovino
per cercarsi una vera
meta verso casa.

Frugando in tasca

Cosa può fare
uno qualunque
che scrive
ai margini di se stesso
se non trarre spunti
al suo mestiere
dal vivere costante
ed incoerente
senza troppe illusioni
senza cinismo
senza malizia
e come un ubriaco
sacrilego di finzioni
inciampare quotidiano
sui cocci sparsi
delle abitudini.

Stazione di provincia

Sosto
penetrata
nel mio spazio
a scrostare nebbia
dai muri luoghi
treni viari
di rotte minime.
Il fischio
del tarlo al cuore
mi stringe l'assenza,
il cappello grigio
del capostazione
è uno sbadiglio
stupito
spalancato sul mondo.

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