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SANT'ANNA
E LE SUE CARATTERISTICHE
LE POESIE
DI MICU FEBO
UN CARO SALUTO DA....
FOTO RICORDO
Sant'Anna e San Gioacchino - Storia della Natività di Maria
CIAO PINO
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Nel ricordo del Can. Giacomo Marra a 50 anni dalla sua
scomparsa
Nel
50esimo della morte del Can. Giacomo Marra, Arciprete curato della
chiesa arcipretale di S.Anna di Seminara, sento come successore, il
dovere di ricordarlo, di commemorarlo, rendendo note le sue virtù che
lo hanno reso grande in seno alla chiesa diocesana di Mileto. Uomo di
cultura, latinista, predicatore insigne, nel seminario di Mileto e poi
in quello di Reggio Calabria. Si distingue nella scuola e nella
disciplina.. Durante la sua permanenza in quel di Reggio Calabria,
emergente per i suoi fastigi, ha influito molto "nella sua formazione
culturale, spirituale e sacerdotale" il Card. Gennaro Portauova suo
"maestro e guida". Educatore di piccoli e di grandi plasmò gli anni al
gusto delle cose, belle. Buone, sante. Il 21 novembre 1901 diviene Vice
prefetto nel seminario di Mileto e il 26 febbraio del 1902 diviene
prefetto dei piccoli. Scrive: "Oh! Che ufficio delicato fu posto nelle
mie mani..... a me l´incarico di far crescere diritti tanti teneri
arboscelli nella vigna del Signore, di imprimere loro quelle forti
impressioni di amore e timore di Dio".Cresciuto, formatosi a contatto
coi giovani, acquistò grande esperienza, sapeva scrutare gli animi e li
amava come un padre e come un fratello. Divenuto sacerdote, Mons.
Morabito, facile conoscitore dei suoi sudditi, lo capi e affidò degli
incarichi...il suo insegnamento era un vero apostolato: non si contentava
di svolgere e nozioni, egli voleva formare dei sacerdoti, degli uomini
consci dei propri doveri.
Nel 1907 chiese ed ottenne la Parrocchia: un
nuovo terreno, un nuovo campo più vasto si aprì alle sue apostoliche
fatiche. La sua è stata una "vigilanza paterna", le sue erano materne e
affettuose premure . Fu "sempre pronto a rendersi utile" a tutti e per
tutto. Alla sua venuta trovò la Parrocchia un deserto. Chi la rialzò
portandola all´apogeo, fu Lui con il suo nome, con la sua prudenza,
con il suo garbo, la sua carità, la dedizione completa di se stesso all´
educazione, alla formazione dei suoi cari parrocchiani. Un campo in cui
dedicò le sue premure fu l´azione cattolica "...lo trovò sempre pronto
tra i primi, con gli scritti, con la parola, con l´opera". Tra i
giovani, da provetto educatore, passò le ore migliori; tra i giovani
che cercò di educare, guidare lungo i sentieri della vita....la sua
parola schietta, franca, vivace era sempre una forte spinta al bene.
Nella prefazione delle recite nel circolo, e nella rappresentazione
della passione di Cristo s´impegnava con cura meticolosa e con
solerzia. Era nella sua idea che il teatro, come mezzo educativo, fosse
uno dei più efficaci....Un´altro campo in cui emersero le sue doti fu
quello della predicazione. E´ oratore fu davvero: voce squillante,
aspetto signorile, . eloquenza spigliata, , facile, comprensibile a
tutti. Per dire quale sia stata la sua azione di parroco bastano due
parole "fortier et suaviter". Fu buono e guidò con mano ferma e sicura
il governo della sua parrocchia. Dispiaceri, dolori. ne ebbe ma in ogni
momento tenne sempre alta la fronte, senza mai indietreggiare neppure
davanti alle più gravi minacce. Negli ultimi dieci anni della sua vita
soffrì moltissimo. Il morbo lo paralizzò gradatamente ma totalmente.
Sopportò tutto come sopportano i santi, non ebbe mai sentimento di
sconforto ma attese il giorno di Dio...con animo sereno. Chiuse la sua
vita terrena il 19 aprile del 1954. I suoi funerali furono l´apoteosi
del buon pastore, dell´educatore con la cura, con la dedizione, con la
comunicazione di principi sani e retti, dell´oratore e dell´apologista,
del cultore di San Luigi Gonzaga che propose come modello ai giovani e
a cui dedicò la confraternita chiamata dei "Luigini" e la chiesa
filiale. Era nato a Seminara il 25 maggio 1982. Studente nel seminario
arcivescovile di Reggio Calabria, fu ordinato sacerdote , il 18 marzo
1905, da Mons. Giuseppe Morabito, Vescovo di Mileto. Arciprete della
chiesa arcipretale di Sant´Anna dal 9 febbraio 1907 sino al 19 aprile
1954. Oratore insigne. I suoi sermoni e gli altri scritti sono
custoditi dai suoi eredi, Marra. Fu uomo di cultura e latinista.
Scrisse la passione di Cristo, dramma in 10 atti. Tanti i fiori belli
della sua vita sacerdotale ma uno dei più belli al suo occhiello è
stato il dramma sulla passione inscenato la prima volta nella Pasqua
1934 e poi, negli anni successivi, sul sagrato della chiesa
parrocchiale. L´avvenimento è stato vissuto, sentito e partecipato dai
santannesi ma la sua fama si è sparsa anche fuori e lontano. La stampa
di quei tempi la reso noto. "Il mattino di Napoli, 02 maggio 1935"
Rappresentazioni sacre all´aperto"; "il popolo di Roma" 02 maggio 1936:
"Rappresentazione sacra a Sant´Anna di Seminara"; "la tribuna di Roma"
30 aprile 1936 "La passione di Cristo a Sant´Anna"; "la gazzetta" di
Messina 07 aprile 1936: "Rappresentazione sacra a Sant´Anna di
Seminara"; "Il giornale d´Italia" 19 aprile 1936: "La tragedia del
Golgota a Sant´Anna di Seminara". Ritengo opportuno concludere questi
cenni sulla Passione con i pensieri, con i giudizi, con una relazione
scorrevole e vissuta di un testimone oculare, di lucida memoria, ancora
vivente, l´esimio dottore in legge e scrittore, Lorenzo Milanesi.
Oriundo melicucchese ma residente a Milano. Egli scrive: "Nel periodo
precedente alla pasqua si svolgeva a Sant´Anna la rappresentazione
della passione e morte di Gesù Cristo. Sarà perché il ricordo mi
rimanda alla fanciullezza, sarà perché l´avvenimento tutt´a fatto
straordinario stimolava in modo irrefrenabile la nostra fantasia,
fatto sta che esso si è impresso nella memoria in modo indelebile.
Protagonista principale era l´intera popolazione che si dedicava con
largo anticipo nei preparativi, con passione (è il caso di dirlo) e
disinteresse. I personaggi principali della rappresentazione venivano
scelti con cura meticolosa. Il Cristo era impersonato da Gregorio
Tripodi e Giuda Iscariota da suo fratello Rosario.
Essi si calavano
nella parte con contenuta maestria, riuscendo a coinvolgere nella
tragedia virtuale l´interio uditorio". Mi sono prefisso di rievocare un
illustre figlio di Seminara, che questa forse non ricorda più. Abitava,
nel lontano passato, nella via Beato Leone, dove, in atto c´è la
farmacia. Con il passare del tempo, che scorre inesorabile, l´oblio di
uomini e di cose aumenta a dismisura o totalmente. E´ doveroso però
ricordare uomini che, nel campo in cui hanno ben lavorato, si sono resi
illustri.
Sacerdote Michele Bagalà
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