I licheni sono il risultato dell'unione stabile tra due
diversi organismi viventi, un fungo ed un'alga. Tale unione rappresenta una
simbiosi ed è pertanto vantaggiosa per entrambi: l'alga produce, tramite
la fotosintesi, carboidrati ed altre sostanze da cui il fungo trae nutrimento,
mentre riceve in cambio dal fungo protezione contro l'essiccamento e contro
radiazioni solari nocive. Questa unione porta alla formazione di un organismo,
il lichene, con caratteristiche proprie che lo rende in grado di sopravvivere
anche in difficili condizioni ambientali e di colonizzare habitat più diversi.
I licheni costituiscono pertanto i primi colonizzatori privi di vita, per questo
sono definiti "specie pioniere"; infatti essi riescono a vivere anche
sulla roccia nuda solubilizzando, con i prodotti del loro metabolismo, i minerali
che la compongono ed iniziando così l'opera di disgregazione che preparerà un
substrato più ricco ed ospitale per altri organismi, come
ad esempio i muschi. I licheni epifiti (
licheni che crescono sulla corteccia
degli alberi) rappresentano i biondicatori più utilizzati nella valutazione
della qualità dell'aria; questi pur non essendo capaci di discriminare tra i
diversi tipi di inquinanti, sono in grado di stimare la qualità complessiva
dell'aria risultando sensibili all'effetto di tutti gli inquinanti
contemporaneamente, oltre a quelli derivanti dall'accumulo di sostanze non
facilmente rilevabili con normali mezzi di analisi chimica. L'economicità del
loro utilizzo consente di effettuare un numero elevato di rilevamenti,
coprendo così aree molto ampie, rendendo possibile realizzare affidabili carte
tematiche di qualità dell'aria, utili per avere un quadro generale
dell'inquinamento.
I licheni possono
essere utilizzati per la valutazione della qualità dell'aria secondo due tipi
di approcci diversi: l'approccio indiretto (licheni come bioindicatori) e
l'approccio diretto (licheni come bioaccumulatori).