La capacità di assorbire e accumulare sostanze inquinanti può essere sfruttata
per il monitoraggio dei contaminanti persistenti presenti in atmosfera in
bassissime concentrazioni.
Inquinanti come
i metalli pesanti, i fluoruri, gli idrocarburi clorurati, i radionuclidi, sono
difficilmente rilevabili nell'aria in concentrazioni apprezzabili tramite gli
strumenti di analisi e risulta molto difficile studiarne i meccanismi di
diffusione nel territorio. Il lichene, funzionando da bioaccumulatore, consente
di misurare l'abbondanza relativa di questi inquinanti spesso molto pericolosi e di
individuare le aree di maggior deposito al suolo.
Le proprietà che fanno di un
lichene un buon bioaccumulatore sono le seguenti:
elevata tolleranza alla
sostanza in esame
capacità di accumulare la
sostanza esaminata in misura indefinita
possibilità di definire
l'età del tallo lichenico esaminato (
le parti del tallo più vecchie tenderanno ad avere concentrazioni di
inquinante più elevate rispetto alle parti più giovani,per cui è
opportuno raffrontare porzioni di tallo della stessa eta'
presenza di molti esemplari di
lichene nell'area di studio
Questa metodica d'indagine
è di solito applicata per studiare la diffusione di inquinanti emessi da
sorgenti puntiformi (inceneritore di rifiuti, amianto industriale,
centrale nucleare). Non sono richieste particolari conoscenze
lichenologiche, a differenza dei bioindicatori, in quanto si opera con una
sola specie di lichene. Sono richieste però le apparecchiature e gli
strumenti di laboratorio necessari alla mineralizzazione dei talli
lihenici e all'analisi dei contaminanti.