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L’esperienza di biomonitoraggio

Introduzione 

L’esperienza di biomonitoraggio mediante l’uso dei licheni si è svolta in due fasi. Da un lato, nel caso dell’uso dei licheni come bioaccumulatori di metalli, si sono analizzati i dati provenienti dalle centraline di biomonitoraggio site a Lecce e a Maglie e gentilmente forniti dalla Provincia di Lecce. Nel caso invece dell’utilizzo dei licheni come bioindicatori, è stata condotta un’esperienza nel boschetto dei Calamauri, a Maglie, prendendo alcune querce come alberi campione.

 

Esperienza sull’uso dei licheni come bioaccumulatori

Descrizione della centralina di biomonitoraggio

Nel maggio del 2003 è stata installata, ad opera della Provincia di Lecce, una centralina di biomonitoraggio (la seconda sul territorio provinciale) presso l’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente “L. G. M. Columella” di Maglie. La centralina di biomonitoraggio è stata predisposta per accogliere i seguenti organismi:

Licheni bioaccumulatori di metalli pesanti e bioindicatori di SOx, NOx, O3 (ozono)

Brassica oleracea bioaccumulatore degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)

Pinus silvestris bioaccumulatore degli IPA, PCB (Policlorobifenili) e di metalli pesanti

Lolium perenne L. multiflorum bioaccumulatore di metalli

Taraxacum officinalis bioaccumulatore di metalli

Nicotiana tabacum bioindicatore dell’ozono

Populus Nigra bioindicatore di composti  IPA e PCB

Medicago sativa bioindicatore del biossido di zolfo SO2

Terreno per test ecotossicologici (Vibrio fischeri, Selenastrum capricornutum, Lactuca sativa, Daphnia magna)  

In pratica su una superficie di circa 20 mq è stato piantato un albero, è stata conficcata nel terreno una gabbietta posta su palo e delle fioriere contenenti i vasi delle piante indicate. Le piante indicate sono presenti a seconda del loro ciclo vegetativo nella biocentralina in modo da coprire nell’arco di tutto l’anno la:

 Bioindicazione della presenza di SOx, NOx, O3 (ozono), composti fluorurati

Bioaccumulazione e quantificazione di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), PCB (Policlorobifenili) e di metalli pesanti.

Ogni tre mesi, i tessuti vegetali saranno campionati presso le centraline ed avviati ai saggi di laboratorio. Per la bioindicazione, l’utilizzo di piante vascolari permetterà di valutare il danno attraverso la stima della necrosi fogliare e dell’analisi istologica di tessuto vegetale.

Analisi dei dati  

Dall’analisi dei dati relativi alle centraline di biomonitoraggio è stato ricavato il seguente grafico, che mostra il bioaccumulo dei metalli nei licheni stimato nei mesi da maggio ad agosto 2003 nella centralina di Maglie e in quella presente a Lecce. Si può notare come in generale si osservino valori più alti a Maglie che non a Lecce. Questo è particolarmente evidente per alcuni metalli, come il Cu, il Pb e lo zinco. Inoltre i valori stimati risultano superiori a quelli di riferimento.