UNA
FINESTRA SULL' UMBRIA
Borghi
in provincia di Terni
Orvieto
Le origini di Orvieto hanno radici etrusche quando, nel IX-VIII secolo
a.C., la rupe venne abitata per la prima volta da queste popolazioni.
Velzna, così si chiamava Orvieto anticamente, era un
insediamento molto fiorente che basava la sua economia sulla produzione
delle ceramiche (i buccheri) e sulla lavorazione dei bronzo.
La
città, in lotta contro la politica espansionistica di Roma,
fu occupata dall’esercito nemico nel 254 a.C. e venne rasa al
suolo. Ne conseguì la fuga dei suoi abitanti e alcuni di
loro vennero forzatamente trasferiti sulle alture del lago di Bolsena.
Durante
le invasioni barbariche la città venne occupata da Alarico e
da Odoacre e fu scenario di numerosi scontri e battaglie.
Dal
596, Orvieto, fu occupata dai Longobardi di Agilulfo e, in seguito, nel
contesto della rinascita religiosa voluta da Ottone III, vennero
promosse le costruzioni di abbazie e monasteri su tutto il territorio
circostante.
Il
Comune venne istituito a partire dal 1137 e, dopo vent’anni,
sotto l’influenza di papa Adriano IV, iniziarono gli scontri
tra le fazioni guelfe (filopapali) e quelle ghibelline (filoimperiali)
che si prolungarono nel tempo e segnarono la storia cittadina,
trasformando il centro in una roccaforte guelfa.
Nel
1200 venne creato il Consiglio Generale dei Quattrocento con
l’elezione, successiva, del Capitano del Popolo e di un
Governo degli Anziani e delle Arti con un priore e con la propria
magistratura.
Inoltre,
nel 1290, venne iniziata la costruzione del duomo, oltre a quelle di
altre chiese presenti in città. Tra la fine del 1200 e i
primi anni del 1300, con papa Martino IV, arrivarono in
città i Francesi contro i quali il popolo si
ribellò dando luogo ad una serie di scontri tra fazioni.
Nel
1354 il Cardinale Albornoz occupò Orvieto sottomettendola
allo Stato della Chiesa anche se la città
continuò a mantenere le sue istituzioni comunali.
Si
dovrà attendere il 1860 perchè la
città venga annessa al Regno d’Italia.
Arte
L’opera
architettonica più importante per la città
é il Duomo, costruito tra il 1290 e il 1320 in stile Gotico
Romanico con la facciata in marmo e mosaici.
All’interno, da vedere, sono gli affreschi della Cappella di
San Brizio fatti da Luca Signorelli nel 1499.
Vicino al Duomo c’é Palazzo Soliano ex residenza
papale e oggi sede del Museo di Arte Medioevale.
E’, invece, del primo ventennio del Cinquecento, la struttura
architettonica del Pozzo di San Patrizio di Antonio di Sangallo con la
sua famosa scalinata a doppia elica utilizzata per scendere nel pozzo.
Altro Museo interessante é quello dedicato allo scultore
contemporaneo Emilio Greco che é l’autore delle
nuove porte del Duomo del 1968.
Da vedere sono anche i resti archeologici delle Tombe Etrusche che
sorgono ai piedi della rupe sulla quale sorge la città.
Infine, nel quartiere medioevale della città, esiste un
suggestivo percorso sotterraneo fatto di grotte ricche di ritrovamenti
archeologici portati alla luce da recenti scavi.
Abitanti:
22.000 (orvietani) Superficie Kmq:281,16 Altezza s.l.m.: 325
m.
Distanza da Terni: Prefisso
telefonico:
0763 C.A.P. 05018
Alviano
Terra di capitani di ventura e donne bramose,
Alviano. Il passato romano è ricco di floridi insediamenti
agricoli, come testimoniano i reperti delle ville; quello medievale
è invece all'insegna del potere. Sia esso militare che
femminile.
Il primo insediamento documentato dell'attuale
nucleo urbano è datato 996, quando il Conte Offredo, sceso
in Italia al seguito dell'imperatore Ottone III, costruì il
Castello di Alviano.
Dal Conte discenderà la famiglia che
assumerà il nome del feudo, una delle più potenti
della zona. Durante le lotte tra Papato e Impero, la Chiesa,
consapevole della funzione strategica del castello, concesse al
territorio di Alviano la prerogativa di "Status".
Questo centro dell'Amerino raggiunse l'apice
della notorietà e dello splendore ai tempi di Bartolomeo
d'Alviano, il cui nome tra il '400 e il '500 era famoso in tutta Europa
sia per le imprese di guerra, come capitano di ventura, sia per i suoi
rapporti con le più potenti famiglie dell'epoca.
È a Bartolomeo che si deve la ricostruzione e l'ampliamento
dell'antico castello fortificato, che era stato devastato dalle
scorrerie degli Amerini e dei Chiaravalle nel 1492. Fortilizio e dimora
signorile diviene il castello con i lavori di ampliamento.
Nel 1654 la rocca venne acquistata per 265mila
scudi da Donna Olimpia Maidalchini-Pamphili, cognata di Innocenzo X,
rimasta nell'immaginario popolare per le leggende legate ai suoi
costumi licenziosi.Elegante
e imponente il Castello
che sovrasta tutta la valle del Tevere. Ricostruito nel XVI sec. su un
fortilizio preesistente, è a pianta quadrata, con torri agli
angoli. All'interno un bel cortile rinascimentale con doppio loggiato,
su cui affacciano numerosi ambienti di pregio. Tra questi la cappella
che contiene una serie di affreschi del '600, di buona fattura, che
possono essere considerati come una sorta di memoria visiva della
storia di Alviano.
La
Chiesa
Parrocchiale di Santa Maria Assunta
(XV sec.) si trova, invece, all'interno del borgo. Documentata come
Collegiata fin dal 1275, alle soglie del XVI secolo fu ornata di una
preziosa tavola di Nicolò Alunno, rappresentante la Madonna
Assunta circondata da angeli glorificanti. In origine aveva due
sportelli laterali con le figure di San Giovanni Battista e di San
Sebastiano, che attualmente si trovano nel Museo Nazionale di Castel
Sant'Angelo a Roma
Il Lago di
Alviano e' un
bacino artificiale che si trova in Umbria, in provincia
di Terni, ed e'
stato realizzato nel 1963 con uno
sbarramento del fiume Tevere.
L'esigenza era quella di regolamentare le acque reflue del Lago
di Corbara per
poterle sfruttare a fini energetici[. La
denominazione nasce dalla vicinanza con il comune di Alviano (TR).
Soggetto ad un progressivo impaludamento (la profondita' si attesta
mediamente sui 30 cm) il lago ha richiamato con il tempo migliaia di
uccelli in migrazione, tra cui anatre, oche e folaghe, cosi' da
indurre le amministrazioni locali, insieme al WWF e all' Enel, alla
realizzazione di un'oasi naturale, definita appunto Oasi di Alviano.
L'area comprende circa 900 ettari di terreno con oltre 160 esemplari di
uccelli: vi si pratica il bird-watching ed e'
attrezzata con sentieri, camminatoi sull'acqua e torrette di
avvistamento. L'oasi si estende anche ai vicini comuni di Guardea e Montecchio
(TR).
Abitanti
1544 ( Alvianesi) Altitudine 251 s.l.m-Superficie 23,81 Kmq-distanza da
Terni 55 km- Pref 0744 - cap 05020
Castelviscardo
Testimonianze
di un centro abitato si hanno sin dal VI sec. a.C., è
infatti databile a quest'epoca la necropoli etrusca che si estende a
pochi chilometri dal paese in località "Caldane". A
Castel Viscardo, nel XVI secolo, era rilevante la produzione di
laterizi: ne sono testimonianza le fornaci, che hanno prodotto materia
prima per lavori di restauro di importanti monumenti come il Colosseo,
Piazza del Campo a Siena ed altri.
In
località Caldane è stata identificata una
necropoli etrusca arcaica con tombe a camera scavate nel terreno
naturale.
Guiscardo
da Pietrasanta, nipote di Urbano IV, diede inizio alla costruzione del
castello.
Ed
è proprio sul castello che gravita una leggenda suggestiva:
quella della "dama bianca", una nobildonna a cui il castello
appartenne, la quale si aggira ancora nelle sue stanze nelle notti di
plenilunio.
Nella
Chiesa parrocchiale, si possono ammirare un crocifisso in avorio,
donato dal Re Sole, Luigi XIV, ad un nunzio apostolico della famiglia
Spada, e la bandiera di una nave turca, bottino di guerra di una
spedizione di un altro componente degli Spada.
Aeroporto di Orvieto/Castel Viscardo
L'aeroporto,
di cui oggi rimangono solo poche rovine, venne realizzato, nel 1938,
sull'altopiano a confine dei comuni di Orvieto e Castel Viscardo. Il
progetto delle caserme e degli edifici funzionali si deve all'ing.
Roberto Marino, mentre le aviorimesse furono progettate dall'ing. Pier
Luigi Nervi. Queste ultime, interamente realizzate in cemento
armato, fecero dell'aeroporto un'opera unica nel suo genere.
L'inaugurazione dell'aeroporto avvenne il 27 marzo 1938. L'aeroporto, tra il 1938 e
il 1940,
ospitò la "scuola di pilotaggio di 2° periodo", tra
il 1940 e il '42 vennero costruite, sempre dall'ing. Nervi, altre due
aviorimesse, nel 1942 venne dislocato ad Orvieto il 18° Stormo
o "Stormo Trasporti". Il 9 settembre 1943, il
giorno dopo l'armistizio, l'aeroporto viene assediato dalla Wehrmacht
e divenne ben presto la base operativa dell'aviazione tedesca; dopo
diversi bombardamenti degli alleati, i tedeschi, nel 1944, decisero di
spostarsi più a nord bruciando i velivoli e distruggendo
tutte le strutture.
Abitanti: 2.900 (castellesi)
Superficie Kmq: 26,25
.Altezza s.l.m.: 507 m.
.Distanza da Terni: Km. 81
.Prefisso telefonico: 0763
.C.A.P.
05014
Parrano
Costruito intorno al Mille su
preesistenti rovine romane, costituiva un importante cardine del
sistema difensivo e di avvistamento delle fortificazioni orvietane. Fu
proprietà delle famiglie orvietane Filippeschi e
Monaldeschi. Dal XV secolo entrò nell'orbita dello Stato
Pontificio.
La sua struttura medievale cinta
da mura e da due porte, Porta Ripa e Porta di Piazza. All'interno del
possente Castello, sorge la chiesa dell'Assunta, dell'XI secolo
riedificata sulla preesistente cappella del castello nel cui interno si
possono ammirare gli stemmi dei Filippeschi e Monaldeschi. Poco fuori
la cinta muraria troviamo la chiesa di San Biagio del XV secolo,
restaurata di recente conserva nei muri perimetali la sua struttura
originale. Nei pressi di Parrano è ubicato un complesso di
grotte denominate le "Tane del Diavolo". Sono pittoresche grotte
scavate dall'acqua, molto interessanti sia dal punto di vista
archeologico, che per la bellezza naturalistica.
Vacanze
all’insegna della “lentezza” nelle Tane
del Diavolo a Parrano
In
principio c’era l’acqua. E a Parrano, nascosta nel
verde dell’Umbria, c’è ancora, intatta e
pura, principale risorsa termale del territorio con
proprietà idrominerali uniche, tali da costituire la
premessa per un vero e proprio “Borgo del
Benessere”. Il Parco delle Terme di Parrano è il
cuore di un sistema innovativo e modernissimo per la fruizione e il
godimento di beni naturali e storici unici, all’insegna della
“bellezza” e della
“salubrità” del territorio umbro. Con
questa Carta si intendono suggerire itinerari di “prima
scoperta” nella natura e nella storia di Parrano, borgo
castellano dell’Alto Orvietano al centro di una terra
fortunata tra Umbria,Toscana e Lazio. Per i pregi
dell’ambiente e del paesaggio l’area è
stata inserita nel sistema delle aree protette e dei parchi regionali
dell’Umbria. Famose le Gole di Parrano, dette anche
“Tane del Diavolo”, autentiche forre naturali
formate dal torrente Bagno, un piccolo affluente di sinistra del Chiani
che presenta spettacolari pareti alte 60-70 metri. L’area si
estende su di una superficie di una ventina di ettari, tra 256 e 350 m
di quota, e nonostante la modesta estensione racchiude in sé
un elevatissimo numero di interessi naturalistici. Per le particolari
condizioni geo-morfologiche, qui si trova tra l’altro un
imponente sistema ipogeo di grotte scavate nel substrato roccioso,
abitate fin da epoca preistorica. E’ il terreno di gioco
ideale per il naturalista, il paleontologo o l’entomologo, ma
anche per chi ricerca un semplice contatto naturale con
l’acqua, l’ambiente e il paesaggio storico
dell’Umbria, per chi desidera rilassarsi
all’insegna della “vacanza slow”. Per chi
ama il relax attivo, da Parrano transita il trek(pedestre-mtb-equestre)
a tappe, “La Traversata dei Due Laghi”(dal
Trasimeno a Bolsena) lungo l’antica Via Romea, che attraversa
ambienti rurali suggestivi, zone umide e ripariali e una rara lecceta a
climax in località Elmo.
Abitanti: 700 (parranesi)
.Superficie Kmq: 39,89
.Altezza s.l.m.: 441 m.
.Distanza da Terni: Km. 101
.Prefisso telefonico: 0763
.C.A.P. 05010
Guardea
Il primo insediamento documentato era in località Marruto,
da dove gli abitanti emigrarono e fondarono il castello, detto Castello
del Poggio, intorno al 1035. Nel XII secolo un discendente di un conte
dei Baschi della Guascogna fondò, sulla cima del colle che
sovrasta l’attuale paese, un castello a guardia del
territorio. L’origine del nome, dal tedesco "wart"
(guardiano), dimostra che Guardea nacque come “posto di
vedetta”. Nel XIII secolo il castello divenne
proprietà della famiglia dei signori di Alviano che lo
tennero fino al 1581 quando Caterina Cervara, nipote di Bartolomeo
d'Alviano, lo portò in dote al marito Ludovico di Marsciano.
Successivamente gli abitanti si trasferirono più a valle,
dando vita alla nascita dell’attuale centro di Guardea, che
da quel momento fece parte dello Stato Pontificio fino
all’annessione al Regno d'Italia (1860)..
Fu
soprattutto al tempo delle signorie che Guardea conobbe una certa
espansione, sotto la giurisdizione dei De Guardeja residenti nel bel
castello cittadino, detto Castello del Poggio. Nel seguito i
Monteparte, i Monaldeschi, e gli Alviano si alternarono nel dominare il
paese che in origine si chiama va Guardege.
Abitanti: 1.900
(guardeesi)
.Superficie Kmq: 39,30
.Altezza s.l.m.: 387 m.
Distanza da Terni: Km. 42.Prefisso
telefonico: 0744
.C.A.P. 05025
Amelia
DaIle prime testimonianze,
risulta che i primi abitanti si stanziarono intorno al 1134 a.C., ben
quattro secoli prima della fondazione di Roma. Costoro fin da subito
eressero robuste fortificazioni per resistere agli attacchi elle
popolazioni vicine, prime fra tutte gli Etruschi (VI-IV sec a.C.).
Secondo
alcuni storici la città di Ameria passò sotto il
controllo di Roma nel 338 a.C. subito dopo la guerra latina. Molto
importante fù la via Amerina la quale partiva da Nepet
(Nepi) ed arrivava a Chiusi passando per Todi e Perugia, continuando
poi fino a Ravenna (sede dell'Esarcato, la Bisanzio d'occidente).
Durante
il dominio di Roma Amelia conobbe un periodo di grande splendore, ne
sono testimonianza i resti delle terme, le cisterne, il thesaurus e
altri numerosi reperti esposti nel nuovo museo, allestito nel palazzo
Boccarini. Il più importante di tutti i reperti rimane
senz’altro la statua di bronzo del condottiero romano
Germanico.
Durante
la dominazione romana Amelia godette di un periodo di magnificenza come
testimoniano i resti delle terme, le cisterne, il thesaurus e altri
numerosi reperti esposti nel nuovo museo, allestito nel palazzo
Boccarini. Ma il reperto più interessante rinvenuto in loco
è senza dubbio la statua bronzea del condottiero romano
Abitanti: 11.500 (amerini)
Superficie Kmq: 132,55 .Altezza s.l.m.: 405 m. .Distanza da Terni: Km.
24 .Prefisso telefonico: 0744 .C.A.P.
05022
Ferentillo
Nel 740 il re dei Longobardi, Liutprando, lasciata l'antica
città di Ferento, giunse nella Valle del Nera.
Colonizzò
questi territori disabitati circondati da malsane paludi, fondando il
nuovo paese che venne chiamato Ferentillo in ricordo della patria
abbandonata.Il paese è attraversato dal fiume Nera che lo
divide in due nuclei: Precetto e Matterella caratterizzati da
palazzetti gentilizi, artistiche chiese e vicoli a ventaglio.
L'imponente
presenza delle due rocche che fin dal 1100 dominano il paese, e di
quella di Umbriano serviva come baluardo per la difesa della vicina
Abbazia di San Pietro in Valle edificata nel 720 da Faroaldo II, Duca
longobardo di Spoleto, che ampliò la chiesa
fondata dagli eremiti Giovanni e Lazzaro nel 535.
Le vicende
di Ferentillo seguirono sempre quelle dell' Abbazia e il feudo
abbaziale tentò di rendersi indipendente sia dal Ducato di
Spoleto sia dal Capitolo Lateranense; il territorio divenne piccolo
stato nel 1484 grazie a Papa Innocenzo VIII Cybo che nominò
primo Signore suo nipote Franceschetto Cybo. Questi sposò
Maddalena dè Medici e nel 1515 suo figlio, Lorenzo Cybo,
prese in moglie Ricciarda Malaspina unendo così Ferentillo
al Principato di Massa Carrara e Piombino.
Grazie al
mecenatismo di questa illustre famiglia Ferentillo acquistò
importanza non solo dal punto di vista culturale ma anche
socio-politico; infatti nel 1563 il principe Alberico Cybo Malaspina
firmò gli Statuti garantendo l'indipendenza del territorio
da ogni interferenza sia ecclesiastica che spoletina. Un principato
libero e sovrano, con proprie leggi e proprio Statuto,"STATUS
FERENTILLI SERENISSIMI DUCIS MASSAE CYBO", che durò fino al
1730 quando Alderano Cybo lo vendette a Nicolò
Benedetti e ai Montecchio di Fano.
Nel 1847
Papa Pio IX lo diede al Principe di Montolon conferendogli il titolo di
"Principe di Umbriano e di Precetto".
Ferentillo
divenne Comune nel 1860 con l'Unità d'Italia.
Sulla
sponda destra del fiume Nera il borgo e il castello di
Matterello con la sua rocca seicentesca, la chiesa di Santa Maria (XIII
sec.) è stata restaurata nel XVI secolo e al suo interno vi
sono custoditi numerosi affreschi e opere. Sulla sponda sinistra del
fiume Nera nel borgo e castello di Precetto di cui rimangono ben
conservate le mura perimetrali, merlate alla guelfa, si trova la chiesa
di Santo Stefano (XV secolo), costruzione realizzata su due piani al
cui pian terreno è custodita una cripta trecentesca con
affreschi del XV secolo e custodisce alcune mummie. All'interno di
questa chiesa vi è sorto appunto il Museo delle Mummie, tra
le altre chiese presenti a Ferentillo, citiamo poco distante dalla
città l'abbazia di San Pietro in Valle (VIII secolo) dove al
suo interno sono custoditi affreschi di scuola umbra
Abitanti: 2.100 (ferenillesi
)Superficie 6.961 kmq- Altezza 260 s.l.m.: Distanza da Terni:
km18 Prefisso telefonico -C.A.P. 05034
Montecastrilli
La
tradizione vuole che Montecastrilli tragga il suo nome da "castra"
(accampamenti) che, si tramanda, furono piantati dall'esercito di
Annibale in marcia alla volta di Roma. L'origine attuale del paese, che
mantiene le caratteristiche medievali di borgo fortificato, dovrebbe
risalire invece ad un periodo compreso tra la fine del X e la prima
metà dell'XI sec.
La Chiesa parrocchiale di San
Nicolò,
ristrutturata e ingrandita nei primi del '700, è formata da
sei cappelle in stile barocco; in essa sono conservati un bel
Crocefisso ligneo del XV sec, una icona della Madonna "Refugium
Peccatorum" (XVI sec), una tela di Bartolomeo Poliziano raffigurante
Sant'Antonio e Santa Lucia, una Madonna del Rosario (1606) realizzata
da Archiatra Ricci da Urbino. La Chiesa di Santa Chiara (XVII sec.) è annessa
al monastero delle Clarisse fondato nel 1649; presenta una tela
settecentesca dell'Assunta racchiusa in una stupenda cornice in
pastiglia romana.
Nei pressi di Castel dell'Aquila
si trova l'imponente palazzo, oggi purtroppo in rovina, di Fortecesare,
la cui costruzione è attribuita a Cesare Borgia. Nelle
vicinanze della stessa frazione sorge San Lorenzo in Nifili, interessante chiesa romanica
dell'XI sec, con volta a botte e abside semicircolare ottenuta
sezionando una tomba cilindrica d'epoca romana.
Nelle mura esterne sono inseriti
frammenti provenienti forse da una villa romana.
Tra i borghi della zona di
Montecastrilli va segnalato Quadrelli.
Abitanti
5.076 ( Montecastrillesi)- Superficie 62,03 kmq- Altitudine 391 .s.l.m-
cap 05026- pref tel 0744-distanza da Terni 22 km.
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