Il tempo che trascorre in sicurezza nel castello, don Abbondio se lo rovina per la paura che lo assedia e lo perseguita: dovunque vede minacce alla sua salvezza. Se non può per prudenza parlare e lamentarsi cogli altri, si sfoga con Perpetua e con Agnese che un po' lo sopportano, un po' lo rimproverano. Non gli manca nulla: l'Innominato lo rispetta. Ma lui ha bisogno di lamentarsi contro le due pettegole che l'hanno trascinato a tanto rischio. Gli sembra di essere tra due fuochi, dato che si è diffusa la voce che anche le truppe veneziane fanno delle scorri bande non meno devastatrici di quelle dei lanzi. Agnese e Perpetua trascorrevano il tempo lavorando per la comunità. Intanto veniva sfilando il grande corteo delle truppe tedesche in marcia verso Mantova. Ultime a passare furono le truppe di Galasso. Torna la sicurezza, e la gente torna alle proprie case. L'ultimo a partire, quasi strappato dal castello che ora gli dava tanta sicurezza, è don Abbondio con le due donne. Ad Agnese l'Innominato regala un mucchietto di scudi. Man mano si avvicinano al proprio paese trovano tutto segnato dalla furia dei soldati. A casa tutto messo a soqquadro, tutto insudiciato, il gruzzolo nascosto è scomparso. E questo fatto dà motivo di nuovo contrasto tra il curato e Perpetua.