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Insulina, Carico
glicemico e
Fattori
di
crescita
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L'Insulina
Il
glucosio, oltre a essere il principale nutrimento per le cellule
(anche quelle tumorali), fa salire velocemente i livelli di insulina nel sangue, un ormone prodotto dal
pancreas che ha il compito di far assorbire
il glucosio dalle nostre cellule e mantenere un tasso costante
di zuccheri nel sangue. Quando viene liberata in grandi
quantità, promuove la produzione del fattore di crescita
cellulare IGF-1 e, nelle donne, del testosterone che, come
vedremo più avanti, è un importante fattore di rischio per il
tumore della mammella.
Carico
glicemico
"Nel 2008 è stata pubblicata una tabella degli indici
glicemici,
l'
International table
oJ glycemic index and glycemic load values
dell' American Diabetes Association. Si deve però
tenere conto che l'indice glicemico di un alimento non fa
riferimento alla quantità di carboidrati contenuti nell'alimento stesso, ma si basa esclusivamente sulla
velocità con cui i carboidrati contenuti possono essere assorbiti. Può quindi
succedere che alimenti come le carote bollite abbiano un IG pari a 90 ma
soltanto 8 grammi di carboidrati su 100 grammi di carote. Ciò significa che per
avere nel sangue un carico di zucchero pari a quello di 50 grammi di glucosio
bisogna mangiarne 625 grammi, una quantità che nessuno consumerà mai in un solo
pasto. In altre parole, se si considerano porzioni ragionevoli, per alcuni
alimenti con IG elevato si ha un
basso contenuto in carboidrati e l'insulina
non viene liberata in elevate quantità perché comunque gli zuccheri che arrivano
al sangue sono pochi. Quindi
accanto alla
valutazione dell'IG è necessario associare anche la valutazione del carico
glicemico, che si calcola come segue:
Carico glicemico
=
IG x grammi di
carboidrati / 100
Tornando all' esempio
delle carote bollite con indice glicemico 90 e contenenti 8 grammi di
carboidrati, si ottiene che una porzione da 100 grammi di carote ha: carico glicemico
=
(90
x
8) / 100
=
7,2 un valore decisamente molto basso!
Rapporto tra
indice e carico glicemico
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Indice glicemico
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Carico glicemico
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Basso
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valori inferiori a 55
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valori inferiori a 10
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Medio
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valori compresi tra 55 e 70 |
valori compresi tra
10 e 20
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Alto
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valori superiori a
70
|
valori superiori a
20
|
Inoltre esistono alimenti
che, pur non avendo un alto indice glicemico, stimolano direttamente la produzione di insulina, come il saccarosio (il comune zucchero)
e il latte.
Gli alimenti ricchi di
grassi animali, come le carni rosse, il
burro e i formaggi, ostacolano invece il funzionamento dell'insulina poiché rendono più rigide le
membrane cellulari
(che sono fatte anche del grasso che mangiamo). Una membrana rigida deforma le molecole
alle quali l'insulina si deve
legare per permettere il passaggio degli zuccheri dal sangue
all'interno della cellula.
Il meccanismo di azione dell'insulina può essere paragonato a quello di una chiave che apre le porte per far entrare il
glucosio nelle cellule. Questa azione può
essere più o meno
facile a seconda della composizione
chimica
delle
membrane
cellulari, che sono costituite prevalentemente di grassi. Se la
dieta fornisce soprattutto grassi animali (tipicamente solidi,
mentre i grassi vegetali sono liquidi) le membrane cellulari
saranno più rigide
e la chiave che apre le porte del glucosio avrà
più difficoltà a girare. Questa condizione si
chiama insulino-resistenza
e porta
a una serie di conseguenze
metaboliche, come l'aumento
di ormoni
sessuali,
di IGF-1,
di
insulina
e il diabete
di tipo
II, che
possono favorire lo sviluppo dei tumori. In che
modo
bisogna
mangiare,
quindi,
per ridurre
l'insulina?
Come abbiamo già spiegato, l'insulina
viene prodotta
quando aumenta il livello
di glucosio
nel
sangue
(la glicemia),
per
cui
bisogna
da un
lato
ridurre
il consumo
degli alimenti
che hanno
l'effetto
di far aumentare
rapidamente
tale
livello
nel sangue,
cioè ridurre
i cibi
ad alto
IG,
dall'altro
ridurre le
fonti di grassi
saturi.
Purtroppo
molti di
questi
alimenti
fanno parte delle
nostre
abitudini
quotidiane:
il pane
bianco, la
farina 00,
i dolci
di pasticceria,
le
patate,
i fiocchi
di mais..
Questi cibi
dovrebbero essere
consumati,
invece,
solo di
rado,
mentre
quotidianamente
dovremmo
preferire:
-
Cereali
non industrialmente
raffinati (riso integrale, miglio,
farro, orzo,
ma anche la
pasta italiana
di grano duro)
perché cedono
glucosio
più
lentamente
che non
le
farine
raffinate.
-
Legumi
(lenticchie,
ceci,
piselli,
fagioli,
compresi quelli di
soia) perché
rallentano
la velocità
di
assorbimento del glucosio, forniscono
proteine di buona
qualità,
inoltre
aiutano a tener
basso
il
colesterolo.
-
Verdure
di
tutti i
tipi (in
particolare
verdure
a radice
e a foglia,
ma non le
patate),
perché
hanno
basso carico
glicemico e inoltre
sono ricche
di svariate sostanze utili
e protettive
contro
il
cancro.
-
Olio
extravergine
d'oliva
e, ogni
tanto,
semi
oleaginosi
(noci, nocciole,
mandorle,
pistacchi,
sesamo, girasole,
zucca
e lino),
ricchi di
calcio
e
di
grassi che favoriscono
il buon
funzionamento
dell'insulina.
-
Pesce, perché
il grasso
del pesce
favorisce
il buon funzionamento
dell'insulina,
e inoltre ha proprietà antinfiammatorie
e antitumorali,
e il
pesce
è
una buona
fonte di calcio
e di vitamina
D.
-
Frutta,
inclusa
la frutta
secca per
dolcificare,
e i frutti di bosco, ricchi
di
sostanze con grandi potenzialità
protettive.
Questi
alimenti,
in particolare
i cereali
integrali e
i legumi,
aumentano,
inoltre,
il senso
di sazi
età, aiutando a dimagrire
e
a non far
prendere
peso."
Fonte: A.Villarini,
G.Allegro - Prevenire i tumori mangiando con gusto - Sperling&Kupfer
Editori S.p.A. 2009; I^ Edizione Sperling Paperback marzo 2012,
pag. 26-29
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